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Ostia: D'Uva (M5S), stridono giudizi contrapposti Appello
Su ribaltamento decisione primo grado per Fasciani e Triassi
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - "Le sentenze non si criticano ma si
impugnano. E, certamente, questa regola vale anche per la
sentenza della Corte d'appello di Roma che, ribaltando la
decisione dei giudici di primo grado, ha ritenuto inesistente,
ad Ostia, già sciolta per infiltrazioni mafiose, la mafia dei
Fasciani e dei Triassi. O, almeno, così pare in attesa di
leggere le motivazioni che saranno depositate. Tuttavia, già da
ora, c'è qualcosa che non quadra". Ad osservarlo, su Fb, è il
capogruppo M5S in Commissione Antimafia, Francesco D'Uva.
"Un'altra parte di questo stesso processo, infatti - rileva
D'Uva - ha avuto una diversa sorte. Opposta. Gli imputati che
scelsero di essere giudicati con il rito abbreviato sono stati
condannati per una serie di delitti commessi con la cosiddetta
aggravante mafiosa. La stessa cosa fu affermata dalla Corte
d'appello di Roma e, proprio qualche giorno fa, anche dalla
Cassazione. La sentenza dell'abbreviato, che riconosce quella
mafia ostiense, è dunque diventata definitiva".
"Altro esito, invece - osserva il deputato - per gli imputati
giudicati con il rito ordinario: condannati in primo grado e
adesso, in appello, assolti o comunque condannati per reati che
però con la mafia non c'entrano. Certo, può verificarsi che un
processo diviso in due per la scelta di riti diversi abbia
conclusioni differenti. Ma, sicuramente, se questa può ritenersi
una fisiologia del sistema, non può non essere una 'fisiologia
patologica'. Anzi, nel caso di Ostia, i giudizi contrapposti per
lo stesso fatto stridono un pò di più se si pensa che la
sentenza pronunciata dalla Corte di Appello di Roma è giunta
pochi giorni dopo quella della Cassazione che consacrava
l'esistenza di quella associazione mafiosa ad Ostia, quando cioè
i Giudici di appello dovevano avere ben chiaro che una diversa
realtà giudiziaria era diventata incontrovertibile e che la loro
decisione, forse, difficilmente supererà il successivo vaglio
della Suprema Corte che, altrimenti, dovrebbe smentire se
stessa", conclude D'Uva.(ANSA).
VR
15-GIU-16 12:31 NNN
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Ostia: D'Uva (M5S), stridono giudizi contrapposti Appello
Su ribaltamento decisione primo grado per Fasciani e Triassi
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - "Le sentenze non si criticano ma si
impugnano. E, certamente, questa regola vale anche per la
sentenza della Corte d'appello di Roma che, ribaltando la
decisione dei giudici di primo grado, ha ritenuto inesistente,
ad Ostia, già sciolta per infiltrazioni mafiose, la mafia dei
Fasciani e dei Triassi. O, almeno, così pare in attesa di
leggere le motivazioni che saranno depositate. Tuttavia, già da
ora, c'è qualcosa che non quadra". Ad osservarlo, su Fb, è il
capogruppo M5S in Commissione Antimafia, Francesco D'Uva.
"Un'altra parte di questo stesso processo, infatti - rileva
D'Uva - ha avuto una diversa sorte. Opposta. Gli imputati che
scelsero di essere giudicati con il rito abbreviato sono stati
condannati per una serie di delitti commessi con la cosiddetta
aggravante mafiosa. La stessa cosa fu affermata dalla Corte
d'appello di Roma e, proprio qualche giorno fa, anche dalla
Cassazione. La sentenza dell'abbreviato, che riconosce quella
mafia ostiense, è dunque diventata definitiva".
"Altro esito, invece - osserva il deputato - per gli imputati
giudicati con il rito ordinario: condannati in primo grado e
adesso, in appello, assolti o comunque condannati per reati che
però con la mafia non c'entrano. Certo, può verificarsi che un
processo diviso in due per la scelta di riti diversi abbia
conclusioni differenti. Ma, sicuramente, se questa può ritenersi
una fisiologia del sistema, non può non essere una 'fisiologia
patologica'. Anzi, nel caso di Ostia, i giudizi contrapposti per
lo stesso fatto stridono un pò di più se si pensa che la
sentenza pronunciata dalla Corte di Appello di Roma è giunta
pochi giorni dopo quella della Cassazione che consacrava
l'esistenza di quella associazione mafiosa ad Ostia, quando cioè
i Giudici di appello dovevano avere ben chiaro che una diversa
realtà giudiziaria era diventata incontrovertibile e che la loro
decisione, forse, difficilmente supererà il successivo vaglio
della Suprema Corte che, altrimenti, dovrebbe smentire se
stessa", conclude D'Uva.(ANSA).
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15-GIU-16 12:31 NNN
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