Usa: Christian Picciolini,italoamericano che salva ragazzi da KKK =
(AGI) - Washington, 17 ago. - Si fanno chiamare "riformati", quasi
fossero una religione. Si tratta, invece, dei pentiti dell'odio. Sono
gli ex suprematisti bianchi che intraprendono un percorso di
disintossicazione dalla violenza e dal razzismo. In alcuni casi
diventano anche colombe militanti, perche' dopo gli anni bui passati
tra le fila dei nazifascisti americani o del Kkk, scelgono di
dedicarsi anima e corpo alla promozione della pace. Tra essi c'e'
Christian Picciolini, un italoamericano di Chicago con un passato
rabbioso da skinhead. La sua storia e' balzata agli onori della
cronaca durante i giorni di "fuoco e fiamme" seguiti alla vergogna di
Charlottesville, la localita' della Virginia in cui si sono dati
appuntamento lo scorso sabato i suprematisti bianchi di tutta
l'America protestando contro la decisione presa dal consiglio
comunale della citta' di rimuovere dal parco cittadino una statua del
generale Robert Lee (1807 - 1870), condottiero dell'esercito della
Confederazione del Sud in difesa del sistema schiavista durante la
guerra di secessione americana. Le tensioni tra il corteo
dell'ultradestra e quello degli attivisti hanno lasciato una scia di
sangue, con l'incidente provocato da un giovane suprematista
lanciatosi con la sua macchina su un corteo antirazzista, uccidendo
una giovane donna e ferendo altre 19 persone. (AGI)
(
Way (Segue)
170900 AGO 17
NNNN
Usa: Christian Picciolini,italoamericano che salva ragazzi da KKK (2) = fossero una religione. Si tratta, invece, dei pentiti dell'odio. Sono
gli ex suprematisti bianchi che intraprendono un percorso di
disintossicazione dalla violenza e dal razzismo. In alcuni casi
diventano anche colombe militanti, perche' dopo gli anni bui passati
tra le fila dei nazifascisti americani o del Kkk, scelgono di
dedicarsi anima e corpo alla promozione della pace. Tra essi c'e'
Christian Picciolini, un italoamericano di Chicago con un passato
rabbioso da skinhead. La sua storia e' balzata agli onori della
cronaca durante i giorni di "fuoco e fiamme" seguiti alla vergogna di
Charlottesville, la localita' della Virginia in cui si sono dati
appuntamento lo scorso sabato i suprematisti bianchi di tutta
l'America protestando contro la decisione presa dal consiglio
comunale della citta' di rimuovere dal parco cittadino una statua del
generale Robert Lee (1807 - 1870), condottiero dell'esercito della
Confederazione del Sud in difesa del sistema schiavista durante la
guerra di secessione americana. Le tensioni tra il corteo
dell'ultradestra e quello degli attivisti hanno lasciato una scia di
sangue, con l'incidente provocato da un giovane suprematista
lanciatosi con la sua macchina su un corteo antirazzista, uccidendo
una giovane donna e ferendo altre 19 persone. (AGI)
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Way (Segue)
170900 AGO 17
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AGI) - Washington, 17 ago. - Un weekend di cordoglio e riflessione
per tutta la nazione, che ha mostrato ancora una volta cicatrici
antiche e divisioni profonde. Fino al 1996 tra le fila dei
nazifascisti c'era anche Christian ad urlare slogan ingiuriosi
brandendo rabbia e armi. A sedici anni, poco piu' che un bambino,
aderisce agli Skinhead della sua citta'. Una militanza convinta e
volenterosa, dedicata non solo alle attivita' del gruppo ma anche al
reclutamento di altri giovani adepti. Le cose, racconta alla radio
pubblica americana Npr, iniziarono a cambiare con la nascita del
primo figlio, a 22 anni. Nel giovane scatta la consapevolezza
dell'assurdita' delle sue scelte di vita. Decide di invertire la
marcia e si unisce ad un gruppo chiamato Life after hate, ovvero la
vita dopo l'odio, che supporta i ragazzi che decidono di lasciare le
formazioni di estrema destra, aiutandoli a ritrovare una vita
normale, in un percorso di redenzione e purificazione non sempre
facile. Picciolini annota la sua storia in "Memorie di uno skinhead
americano" un libro che racconta i suoi trascorsi da neonazista, in
una avvincente e cruda testimonianza di vita. Non solo, l'ex
estremista ha dato vita ad una associazione che promuove la pace e
cerca di lavorare tra i ragazzi che sono ancora avvinghiati tra le
reti delle organizzazioni violente di estrema destra. La sua
testimonianza e' interessante soprattutto perche' riesce a catturare
i pericoli insiti nella retorica purtroppo messa in atto dalla Casa
Bianca e dalle sue politiche. Parole, rimandi e costruzioni che
conosce benissimo. "Ci occupiamo di queste cose da tempo. Abbiamo
lasciato il movimento trent'anni fa ed abbiamo dedicato gli ultimi
vent'anni a tentare di aiutare le persone ad abbandonare questi
gruppi estremisti" racconta. Quel che fa rabbrividire e' la
consapevolezza di quanto queste associazioni oggi non si nascondano
piu', che non abbiano neppure piu' le caratteristiche estetiche degli
eversivi come accadeva anni fa. Oggi gli estremisti non solo escono
allo scoperto, ma assomigliano anche "ai nostri vicini di casa, al
medico, al professore, al meccanico". E tutto cio' accade sicuramente
grazie alla retorica che arriva dalla Casa Bianca. "Si tratta di
discorsi simili a quelli che facevamo noi, ma sicuramente piu'
appetibili" spiega. In altre parole, secondo l'ex suprematista, oggi
la politica dell'amministrazione rende il tutto piu' accettabile,
piu' ragionevole. Attraverso la sua testimonianza, Picciolini riesce
anche mettere a nudo le motivazioni piu' profonde che spingono tanti
giovani ad abbracciare odio e violenza. "Credo che le persone
diventino estremiste non per forza in virtu' di una ideologia
politica. Ritengo che l'ideologia sia solo il veicolo che permette
loro di essere violenti. Le persone diventano radicali o estremiste
perche' vanno alla ricerca di quelli che potremmo considerare bisogni
fondamentali nella vita di un essere umano, ovvero identita',
comunita' e la necessita' di averte uno scopo". Lui stesso si e'
avvicinato alla destra estrema a seguito di vicende familiari e
personali. "Ero stato abbandonato, mi sentivo abbandonato. Questa
condizione mi ha portato a cercare una comunita'". Un meccanismo che
scatta identicamente nel caso di tanti giovani che decidono di
radicalizzarsi, iniziando un percorso di violenza tra le fila
dell'ultradestra. A cio', oggi, si aggiunge la devastante potenza di
internet e della sua capacita' di diffondere idee e virus ideologici
praticamente dappertutto. "Con la rete la macchina della propaganda
si diffonde dappertutto, con le teorie cospirative della destra
estrema, con disinformazione. Questi ragazzi disadattati,
disincantati e delusi vanno online - dove la maggior parte di loro
vive - e trovano in queste idee il senso dell'identita' che cercano".
La comunita' di cui disperatamente hanno bisogno. E cosi', sottolinea
Picciolini, i leader di questi gruppi fanno leva sulle debolezze dei
ragazzi, incanalando i loro bisogni e al contempo distruggendo la
loro vita. Ma c'e' una lezione utile da ricavare dai fatti di
Charlottesville, secondo l'ex suprematista. Innanzitutto le violenze
dei giorni scorsi hanno mostrato che il problema esiste ed e' reale.
Per Picciolini esso dovrebbe essere classificato senza esitazione
alla voce "terrorismo". Sarebbe questo l'unico modo per affrontare la
questione ed iniziare a lavorare ad un reale profondo processo di
guarigione. Intanto il morbo del razzismo continua a covare
sottopelle, riaffiorando periodicamente con violenza e brutalita'
impressionanti. (AGI)
Way
170900 AGO 17
per tutta la nazione, che ha mostrato ancora una volta cicatrici
antiche e divisioni profonde. Fino al 1996 tra le fila dei
nazifascisti c'era anche Christian ad urlare slogan ingiuriosi
brandendo rabbia e armi. A sedici anni, poco piu' che un bambino,
aderisce agli Skinhead della sua citta'. Una militanza convinta e
volenterosa, dedicata non solo alle attivita' del gruppo ma anche al
reclutamento di altri giovani adepti. Le cose, racconta alla radio
pubblica americana Npr, iniziarono a cambiare con la nascita del
primo figlio, a 22 anni. Nel giovane scatta la consapevolezza
dell'assurdita' delle sue scelte di vita. Decide di invertire la
marcia e si unisce ad un gruppo chiamato Life after hate, ovvero la
vita dopo l'odio, che supporta i ragazzi che decidono di lasciare le
formazioni di estrema destra, aiutandoli a ritrovare una vita
normale, in un percorso di redenzione e purificazione non sempre
facile. Picciolini annota la sua storia in "Memorie di uno skinhead
americano" un libro che racconta i suoi trascorsi da neonazista, in
una avvincente e cruda testimonianza di vita. Non solo, l'ex
estremista ha dato vita ad una associazione che promuove la pace e
cerca di lavorare tra i ragazzi che sono ancora avvinghiati tra le
reti delle organizzazioni violente di estrema destra. La sua
testimonianza e' interessante soprattutto perche' riesce a catturare
i pericoli insiti nella retorica purtroppo messa in atto dalla Casa
Bianca e dalle sue politiche. Parole, rimandi e costruzioni che
conosce benissimo. "Ci occupiamo di queste cose da tempo. Abbiamo
lasciato il movimento trent'anni fa ed abbiamo dedicato gli ultimi
vent'anni a tentare di aiutare le persone ad abbandonare questi
gruppi estremisti" racconta. Quel che fa rabbrividire e' la
consapevolezza di quanto queste associazioni oggi non si nascondano
piu', che non abbiano neppure piu' le caratteristiche estetiche degli
eversivi come accadeva anni fa. Oggi gli estremisti non solo escono
allo scoperto, ma assomigliano anche "ai nostri vicini di casa, al
medico, al professore, al meccanico". E tutto cio' accade sicuramente
grazie alla retorica che arriva dalla Casa Bianca. "Si tratta di
discorsi simili a quelli che facevamo noi, ma sicuramente piu'
appetibili" spiega. In altre parole, secondo l'ex suprematista, oggi
la politica dell'amministrazione rende il tutto piu' accettabile,
piu' ragionevole. Attraverso la sua testimonianza, Picciolini riesce
anche mettere a nudo le motivazioni piu' profonde che spingono tanti
giovani ad abbracciare odio e violenza. "Credo che le persone
diventino estremiste non per forza in virtu' di una ideologia
politica. Ritengo che l'ideologia sia solo il veicolo che permette
loro di essere violenti. Le persone diventano radicali o estremiste
perche' vanno alla ricerca di quelli che potremmo considerare bisogni
fondamentali nella vita di un essere umano, ovvero identita',
comunita' e la necessita' di averte uno scopo". Lui stesso si e'
avvicinato alla destra estrema a seguito di vicende familiari e
personali. "Ero stato abbandonato, mi sentivo abbandonato. Questa
condizione mi ha portato a cercare una comunita'". Un meccanismo che
scatta identicamente nel caso di tanti giovani che decidono di
radicalizzarsi, iniziando un percorso di violenza tra le fila
dell'ultradestra. A cio', oggi, si aggiunge la devastante potenza di
internet e della sua capacita' di diffondere idee e virus ideologici
praticamente dappertutto. "Con la rete la macchina della propaganda
si diffonde dappertutto, con le teorie cospirative della destra
estrema, con disinformazione. Questi ragazzi disadattati,
disincantati e delusi vanno online - dove la maggior parte di loro
vive - e trovano in queste idee il senso dell'identita' che cercano".
La comunita' di cui disperatamente hanno bisogno. E cosi', sottolinea
Picciolini, i leader di questi gruppi fanno leva sulle debolezze dei
ragazzi, incanalando i loro bisogni e al contempo distruggendo la
loro vita. Ma c'e' una lezione utile da ricavare dai fatti di
Charlottesville, secondo l'ex suprematista. Innanzitutto le violenze
dei giorni scorsi hanno mostrato che il problema esiste ed e' reale.
Per Picciolini esso dovrebbe essere classificato senza esitazione
alla voce "terrorismo". Sarebbe questo l'unico modo per affrontare la
questione ed iniziare a lavorare ad un reale profondo processo di
guarigione. Intanto il morbo del razzismo continua a covare
sottopelle, riaffiorando periodicamente con violenza e brutalita'
impressionanti. (AGI)
Way
170900 AGO 17
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