MEDICINA: INFEZIONI POST CHIRURGIA, COLPISCONO OLTRE 4.000 ITALIANI L'ANNO =
La ricetta degli ortopedici riuniti a congresso
Roma, 21 ott. (AdnKronos Salute) - A fronte degli oltre 160 mila
interventi di protesi e revisione di anca, ginocchio, spalla, caviglie
e gomito eseguiti ogni anno in Italia, più di quattromila pazienti
devono fare i conti con infezioni chirurgiche. Questo comporta un
costo a carico del Sistema sanitario nazionale di poco più di 200
milioni di euro l'anno, che lievitano se si considerano anche i casi
non diagnosticati e le infezioni dopo chirurgia per trauma. Questo il
quadro tracciato dagli esperti nel corso del 102/esimo Congresso della
Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), che riunisce a
Palermo oltre 2.500 ortopedici, provenienti anche da altri paesi
europei.
"La presenza di diabete e obesità, così come il fumo e l'eccessivo
consumo di alcol - spiega il professor Ernesto Valenti, presidente del
congresso - sono fattori che aumentano il rischio d'infezione.
Ovviamente, condizioni generali scadenti e malattie che determinino
compromissione del sistema immunitario pongono il paziente in
condizioni di particolare rischio". (segue)
(Mad/AdnKronos Salute)
ISSN 2465 - 1222
21-OTT-17 12:14
NNNN
MEDICINA: INFEZIONI POST CHIRURGIA, COLPISCONO OLTRE 4.000 ITALIANI L'ANNO (2) =
La ricetta degli ortopedici riuniti a congresso
Roma, 21 ott. (AdnKronos Salute) - A fronte degli oltre 160 mila
interventi di protesi e revisione di anca, ginocchio, spalla, caviglie
e gomito eseguiti ogni anno in Italia, più di quattromila pazienti
devono fare i conti con infezioni chirurgiche. Questo comporta un
costo a carico del Sistema sanitario nazionale di poco più di 200
milioni di euro l'anno, che lievitano se si considerano anche i casi
non diagnosticati e le infezioni dopo chirurgia per trauma. Questo il
quadro tracciato dagli esperti nel corso del 102/esimo Congresso della
Società italiana di ortopedia e traumatologia (Siot), che riunisce a
Palermo oltre 2.500 ortopedici, provenienti anche da altri paesi
europei.
"La presenza di diabete e obesità, così come il fumo e l'eccessivo
consumo di alcol - spiega il professor Ernesto Valenti, presidente del
congresso - sono fattori che aumentano il rischio d'infezione.
Ovviamente, condizioni generali scadenti e malattie che determinino
compromissione del sistema immunitario pongono il paziente in
condizioni di particolare rischio". (segue)
(Mad/AdnKronos Salute)
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(AdnKronos Salute) - A causa di un'infezione - avvertono gli esperti -
molto spesso la frattura non guarisce o la protesi diventa dolorosa e
si scolla dall'osso: il malato precipita in uno stato di invalidità,
con tutta una serie di problemi psicologici e sociali, che vanno dalla
mancata ripresa del lavoro alla necessità di cure prolungate nel
tempo, e ripercussioni pesanti anche sul Ssn. Il trattamento delle
infezioni dopo chirurgia ortopedica, quindi, è fondamentale, ma anche
complesso. "Ogni paziente rappresenta un caso a sé - afferma Valenti -
e che le scelte non vanno compiute solo dal chirurgo, ma devono essere
il frutto di uno strettissimo rapporto di collaborazione con
l'infettivologo".
Le infezioni in ortopedia si classificano in acute e croniche. Le
prime si manifestano entro poche settimane dall'intervento oppure a
distanza di tempo, anche anni, in maniera improvvisa, mentre le
seconde sono spesso più difficili da diagnosticare, in quanto manca un
esordio acuto ed il quadro clinico può essere confuso con un semplice
scollamento della protesi, spiegano gli ortopedici ricordando che, in
presenza di una protesi mobilizzata, la prima cosa a cui pensare è che
vi sia un'infezione. (segue)
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MEDICINA: INFEZIONI POST CHIRURGIA, COLPISCONO OLTRE 4.000 ITALIANI L'ANNO (3) =
(AdnKronos Salute) - Secondo gli esperti, per la prevenzione è
"fondamentale un insieme di procedure, sia nella fase di preparazione
del paziente all'intervento che nella sua esecuzione e gestione
post-operatoria".
"Il miglioramento delle metodiche di prevenzione, diagnosi e
trattamento - conclude Valenti - è senza dubbio componente essenziale
per ridurre l'incidenza di infezioni chirurgiche in ortopedia e le
loro conseguenze anche perché, purtroppo, l'antibiotico-terapia da
sola non è in genere capace di debellare un'infezione che ha colpito
l'osso, anche per la sempre maggiore frequenza con cui vengono
registrate infezioni sostenute da germi multiresistenti. E' quindi
quasi sempre necessario ricorrere al trattamento chirurgico, che sarà
diverso a seconda dei casi e delle condizioni del paziente".
(Mad/AdnKronos Salute)
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