Corriere della Sera 7 di giovedì 4 gennaio 2018, pagina 23
* Mano Libera - Ci vuol coraggio a difendere gli stipendi d'oro dei burocrati siciliani
Mano Libera GIAN
ANTONIO STELLA Editorialista del Corriere della Sera e scrittore.
Autore del bestseller La Casta Ci vuol coraggio a difendere gli
stipendi d'oro dei burocrati siciliani «SONO ASSOLUTAMENTE contrario al
taglio degli stipendi alti», ha sentenziato Gianfranco Micciché
insediandosi alla presidenza dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Spiegando che «da tempo il mondo ha dichiarato fallito il marxismo: non
tutti gli stipendi possono essere uguali, non tutto il lavoro è uguale».
Una sparata spacciata per anti-populista, ma offensiva per tutti coloro
che conoscono la storia delle favolose buste-paga distribuite per
decenni da una regione che, pur godendo di una amplissima autonomia, ha
un reddito pro capite di 12.838 euro: la metà esatta dell'Alto Adige.
Dove i funzionari non hanno mai visto le prebende riconosciute ai
colleghi siciliani arrivate negli anni a livelli stratosferici. Valga
per tutti lo stipendio annuale che incassava, come disse in tv l'allora
governatore Rosario Crocetta, il segretario generale dell'Ars,
Sebastiano Di Bella, pensionato nel 2014: 650mila euro. Cioè il triplo
dello stipendio di Ban Ki Moon, il segretario generale dell'Onu. ll
quintuplo di quello dei massimi dirigenti della Casa Bianca: 172.200
dollari; pari, al cambio medio calcolato per il 2014 dalla Banca
d'Italia (1,3285), a 129.619 euro....SEGUE SULLA TESTATA
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