MARTEDÌ 17 SETTEMBRE 2019 19.21.54
>>>ANSA/ Parlamento sospeso, resa dei conti alla Corte per Boris
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>>>ANSA/ Parlamento sospeso, resa dei conti alla Corte per Boris
Premier attende verdetto supremo e su Brexit cerca sponda Merkel
(di Alessandro Logroscino)
(ANSA) - LONDRA, 16 SET - Sotto tiro in Parlamento, sotto
tiro sull'arena diplomatica europea e sotto tiro anche di fronte
ai giudici del Regno. Boris Johnson attende da oggi un altro
verdetto chiave nella sua partita 'o la va o la spacca' sulla
Brexit: quello della Corte Suprema britannica, in seduta sino a
fine settimana per decidere sulla contestata legittimita'
dell'atto con cui il primo ministro ha chiesto e automaticamente
ottenuto dalla regina una sospensione prolungata dei lavori di
Westminster fino al 14 ottobre nel pieno della volata decisiva
sul se, sul come e sul quando dell'addio di Londra a Bruxelles.
Un caso che si gioca in punta di diritto, ma sotto l'evidente
pressione dell'opinione pubblica e degli schieramenti politici
contrapposti. Con tanto di trasmissione in diretta streaming
delle audizioni, a beneficio della trasparenza collettiva.
La data della sentenza - che sara' inappellabile - non e' stata
per ora annunciata, ma il calendario prevede udienze per almeno
3 giorni, fino a giovedi' compreso. A decidere sono chiamati 11
dei 12 sommi giudici del Regno Unito - il collegio piu' ampio
possibile, dato che il numero deve essere dispari -, con in
veste di presidente la rigorosissima lady Brenda Hale ("siamo
qui per affrontare una questione legale complessa e seria, la
politica non ci riguarda e non dobbiamo determinare quando o
come il Paese debba uscire dall'Unione Europea", ha premesso).
Il loro compito e' riconciliare due pronunce opposte: quella
dell'Alta Corte di Londra, che ha respinto un ricorso di
attivisti pro Remain guidati dall'imprenditrice Gina Miller
dichiarandosi incompetente a sindacare per via giudiziaria l'uso
della sospensione dei lavori parlamentari (o prorogation),
strumento politico legittimo nell'ordinamento d'oltremanica; e
quello della sezione dell'appello dell'Alta Corte di Scozia che
al contrario non solo ha ritenuto di entrare nel merito, ma ha
decretato come illegale il comportamento del governo Tory,
accusando Johnson d'aver abusato del suo potere ampliando a
dismisura i termini dello stop di Westminster per evitarne in
realta' lo scrutinio nelle prossime settimane sulla strada di una
Brexit senza rinvio e di un eventuale no deal cui la maggioranza
dei parlamentari pure ha detto no con una legge ad hoc.
In palio vi e' la possibilita' di riconvocare il Parlamento,
epilogo per il quale lo stesso Johnson ha precisato di voler
"attendere e vedere" la sentenza finale. Ma pure l'inevitabile
richiesta di dimissioni del neopremier brexiteer qualora le
toghe supreme dovessero dargli torto e sancire il sospetto dei
colleghi di Edimburgo che egli abbia mentito nel suo 'advice'
alla regina.
In aula il confronto ha visto protagonisti oggi due dei
messimi costituzionalisti del Paese. Lord Pannick, avvocato di
Gina Miller e soci, ha argomentato contro BoJo, parlando di
"prove" della sua volonta' di liberarsi temporaneamente del
Parlamento come di "un ostacolo". Lord Kinn, capo del collegio
legale nominato da Downing Street, ha contrattaccato difendendo
la prorogation come una misura perfettamente legale, che la
magistratura potrebbe rovesciare solo con un'invasione di campo,
non senza rivendicare peraltro i precedenti in cui essa e' stata
usata dai governi "legittimamente anche per ragioni politiche" o
sottolineare come nel 2002 fosse durata piu' di 5 settimane.
Aspettando di sapere come vada a finire, Johnson intanto
continua ad aggrapparsi a un unico refrain, la promessa di
portare a compimento la Brexit il 31 ottobre senza altri rinvii
a dispetto della legge anti-no deal. Ma insiste anche a dire di
volere una nuova intesa di divorzio con Bruxelles, "senza
backstop" sul confine irlandese. Obiettivo difficile a giudicare
dall'esito del suo deludente incontro di ieri a Lussemburgo con
Jean-Claude Juncker. E che tuttavia Boris sembra sperare ancora
di poter avvicinare di sponda con Angela Merkel, leader di una
Germania dove il mondo del business teme lo spettro della hard
Brexit quasi quanto buona parte di quello britannico. Merkel con
cui ha concordato per telefono se non altro l'impegno ad
"accelerare lo sforzo" negoziale dell'ultimo minuto.(ANSA).
LR
17-SET-19 19:21 NNNN
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