MERCOLEDÌ 30 OTTOBRE 2019 16.47.25
>ANSA-BOX/ Bimbo ucciso:sorella all'agente, papa' beve,ci picchia
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>ANSA-BOX/ Bimbo ucciso:sorella all'agente, papa' beve,ci picchia
Le testimonianze al processo contro Badre, patrigno del piccolo
(ANSA) - ROMA, 30 OTT - La casa dell'orrore. La casa dove
violenza e paura hanno accompagnato l'esistenza di due bambini,
due fratellini vittime della follia del loro patrigno. Quella
casa e quelle violenze, oggi, si sono materializzate nell'aula
del tribunale di Napoli dove uno degli agenti di polizia ha
raccontato le parole della sorellina di Giuseppe, il bimbo
ucciso lo scorso 27 gennaio a Cardito (Napoli).
"Dovete portate in prigione mio padre, la sera beve la birra e
ci picchia, e mamma deve chiamare i carabinieri", disse la bimba
all'agente arrivato all'ospedale Santobono. Un grido di aiuto e
di disperazione arrivato troppo, tardi.
L'agente e' testimone, nel tribunale di Napoli, nel processo a
carico di Tony Essobti Badre e Valentina Casa, rispettivamente
patrigno di Giuseppe e madre del bimbo ucciso. Badre e' accusato
dell' omicidio di Giuseppe, il tentato omicidio della sorellina
e i maltrattamenti. Di comportamento omissivo e' invece accusata
Valentina Casa.
Le parole del poliziotto lasciano il gelo nel sangue. La
piccola era stata portata al Santobono dopo l'omicidio del
fratellino e racconto' le atrocita' e le crudelta' mentre stava
disegnando, nel reparto dove poi sara' sottoposta a un intervento
per suturare una parte dell'orecchio parzialmente staccata,
probabilmente per le botte ricevute.
Il racconto dell'agente e' un crescendo di angoscia. Il
poliziotto ricorda la "scena raccapricciante, la bimba era
totalmente sfigurata dalle botte, aveva lividi dappertutto e
faceva fatica anche a vedere, aveva gli occhi gonfi e per
guardare doveva aprirsi le palpebre con le manine".
Ma l'orrore non ha fine. E arrivano anche le parole nella
testimonianza di una vicina del piccolo Giuseppe e della
sorellina. "Mi sembrava un mostro, era irriconoscibile" e poi
"non pensavo che una persona potesse arrivare a tanto", dice la
donna riferendosi al giorno in cui Giuseppe venne ucciso,
precisamente al momento in cui intervennero i sanitari del 118.
"Quando ho visto la bambina - ha detto ancora la donna - ho
pensato a mio figlio che ha otto anni...aveva i capelli
strappati, dietro la nuca, l'ho vista per pochi istanti ma fa
male ricordare". La donna ha poi ricordato le volte che li
vedeva andare a scuola: "avevano sempre gli occhi bassi,
sembravano impauriti". Quel giorno (quello dell'omicidio),
ricorda la donna, "non mi e' stato chiesto aiuto" e neppure "ho
sentito urlare". La testimone ha poi confermato alcune
dichiarazioni rese alle forze dell'ordine quando venne ascoltata
nell'immediatezza dei fatti: "quella era la casa degli orrori:
il padre che urlava sempre tantissimo e diceva parolacce".
Adesso quella casa degli orrori, almeno per la sorellina di
Giuseppe, e' solo un incubo lontano, sperando che la paura non la
divori.(ANSA).
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30-OTT-19 16:46 NNNN
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