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martedì 19 gennaio 2021

NEWS PSICOLOGIA. Ragazzi lontani dai banchi da 170 giorni, 30% ha ansia

 

MARTEDÌ 19 GENNAIO 2021 08.30.35


NEWS PSICOLOGIA. Ragazzi lontani dai banchi da 170 giorni, 30% ha ansia

DIR0077 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS PSICOLOGIA. Ragazzi lontani dai banchi da 170 giorni, 30% ha ansia (DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 19 gen. - "Sono oltre 170 giorni che una classe non si riunisce tutta insieme: 'Dimenticati a domicilio'. È questo il nuovo significato che gli studenti hanno dato all'acronimo Dad, usato per indicare la Didattica a distanza. 'Dimenticati a domicilio' e' il modo che gli alunni utilizzano per ricordare alle istituzioni che la scuola in presenza vale piu' delle lezioni al computer. Da marzo la pandemia ha tenuto a casa buona parte dei nostri giovani. Un prezzo alto da pagare in nome della salute, un sacrificio per preservare il benessere di tutti e soprattutto dei piu' deboli e vulnerabili. La scuola e' stata chiusa e non ha mai davvero riaperto. In particolare sono le scuole superiori a pagare il prezzo piu' alto, e in parte anche le scuole medie". A sottolineare in una nota le esigenze degli adolescenti e dei ragazzi, chiusi in casa ormai da mesi, e i rischi di una lontananza prolungata dalla scuola, e' l'ordine degli Psicologi del Piemonte che precisa come anche "l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms) ci ricorda che i nostri giovani sono una categoria a rischio a causa degli effetti di una protratta restrizione che coinvolge l'apprendimento, la socialita', la crescita psicomotoria, l'espressione degli affetti e delle emozioni, la sperimentazione delle autonomie, la costruzione di un pensiero critico e la capacita' di comunicare, lo sviluppo della percezione di se'". Gli psicologi passano quindi in rassegna alcuni studi che, in questo ultimo anno, hanno focalizzato l'attenzione proprio sulle conseguenze delle restrizioni legate alla pandemia su bambini e ragazzi. "Da uno studio recente dell'associazione di psicologi 'Donne e qualita' della vita', svolto nel corso del 2020 su un campione di 600 soggetti tra i 12 e i 19 anni, risulta che 1 su 3 ha sviluppato un disturbo di tipo ansioso-depressivo che si manifesta attraverso gesti autolesionistici, tentativi suicidari, disturbi del comportamento alimentare, attacchi di panico, fino ad arrivare a stati dissociativi importanti accompagnati da depersonalizzazione e derealizzazione. Questi dati- sottolineano gli specialisti- sono in correlazione diretta con il fatto di non recarsi fisicamente a scuola". A questo studio si aggiungono quello del Gaslini di Genova e dell'Istituto Mario Negri di Milano e del Regina Margherita di Torino, "in cui e' stato evidenziato l'aumento dei tentativi di suicidio e dei suicidi compiuti nell'ultimo anno". Altri studi "esplorano gli effetti dell'isolamento, della quarantena e del distanziamento sociale. Uno di questi- spiegano gli psicologi del Piemonte- pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry nel novembre 2020, sottolinea che i bambini e gli adolescenti hanno probabilmente maggiori probabilita' di sperimentare alti tassi di depressione e molto probabilmente ansia a causa dell'isolamento forzato. Dalla letteratura emerge inoltre- aggiungono- un aumento della violenza domestica e un maggior rischio di suicidi/tentativi di suicidio. Prima che esplodesse la pandemia- ricordano ancora gli esperti- eminenti professionisti della salute mentale di tutto il mondo mettevano in guardia dai rischi importanti di una massiccia esposizione alle nuove tecnologie soprattutto per le giovani generazioni. Nella migliore delle ipotesi, si fa riferimento alla perdita di abilita' demandate alla macchina, abilita' di tipo cognitivo inerenti la capacita' di fare memoria. Nella peggiore, si parlava di individui disadattati, marginali, isolati, incapaci di intessere relazioni e con sviluppo di disturbi di personalita' gravi". "Il virus fa chiudere la scuola. La prevenzione non si contesta. Pero' la scuola chiusa apre nei ragazzi grosse ferite, quelle invisibili, le piu' insidiose. Non facciamo finta che non esistano- avverte il presidente del Consiglio nazionale dell'ordine degli Psicologi (Cnop), David Lazzari- Il nostro compito e' intervenire in tempo sugli studenti per scongiurare le cicatrici e tutelare l'apprendimento. I dati che abbiamo raccolto ci svelano che fra i ragazzi costretti a casa c'e' un senso diffuso di stress, nervosismo, irritabilita' e depressione". Il Cnop a dicembre ha svolto per il Ministero un'analisi sulla popolazione scolastica, coinvolgendo alunni dalla materna alle superiori e anche i genitori: "Le nostre paure sono confermate: la pandemia ha scatenato disagi che velocemente si trasformano in disturbi. La didattica a distanza acuisce i pericoli, non ne abusiamo con leggerezza", conclude Lazzari. "Le emozioni e i sentimenti si costruiscono con l'interazione e la relazione reale- tengono a ricordare gli psicologi piemontesi- In questa situazione la paura spopola, sia in quanto emozione, sia perche' trova spazio facilmente nel proprio mondo (mura domestiche e spazio interno) isolato e separato. Quello che i ragazzi vivono trova riscontro nel mondo circostante che apre al consumo e non allo studio. La scuola e' 'la struttura'- ribadiscono gli specialisti- in una societa' in cui la dimensione della casa e della famiglia e' sempre piu' liquida. Spesso in questi mesi assistiamo ad atteggiamenti che minimizzano il disagio dei ragazzi. Ma quale sara' la conseguenza? La chiusura della scuola, contemporanea alla riapertura delle attivita' commerciali, trasmette ai ragazzi disattenzione nei loro confronti, se non come consumatori. Si sottovalutano le conseguenze del disinvestimento sulla dimensione di crescita, se non esclusivamente in termini di soggetti abilitati a spendere denaro. Il mantenimento delle scuole chiuse- prosegue la nota degli psicologi piemontesi- toglie ai ragazzi un luogo di confronto dove potersi immaginare attori del loro futuro, e dove essere sostenuti nel poterlo pensare e diventare. Questo tipo di atteggiamento, che non considera prioritaria la condizione dei ragazzi, ricade sugli stessi in modo depressivo. E non possiamo immaginare che l'istituzione pubblica si sottragga a questa funzione lasciandosi sopraffare". "In quanto psicologhe e psicologi- chiarisce in conclusione la nota- siamo molto preoccupati degli effetti che la chiusura protratta della scuola e il confinamento dentro le mura domestiche hanno sulla salute mentale dei bambini e dei ragazzi. La salute e la cura delle giovani generazioni e' un bene comune e noi psicologi siamo chiamati ad esplicitare, viste le nostre competenze, quali sono i danni che la gestione di questa pandemia sta producendo". (Wel/ Dire) 08:29 19-01-21 NNNN

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