MARTEDÌ 15 GIUGNO 2021 08.22.28
NEWS PSICOLOGIA. Psichiatra: Nell'Italia 'bianca' socialita' crea più disagi di prima
DIR0077 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS PSICOLOGIA. Psichiatra: Nell'Italia 'bianca' socialita' crea più disagi di prima Valitutti: Da rapidita' riaperture scollamento tra paura e bisogno ripresa (DIRE - Notiziario settimanale Psicologia) Roma, 15 giu. - "Nel ritorno alla socialità - di queste ultime settimane - sto notando da parte delle persone un disagio maggiore rispetto a quanto successo dopo il primo lockdown. Paradossalmente, se da una parte è vero che c'è voglia di libertà, dall'altra in molti non si lasciano poi andare così tranquillamente all'idea di ricominciare a frequentare palestre o piscine, per esempio. Questo è quello che in realtà si avverte al di là di quello che si potrebbe pensare vedendo bar e ristoranti aperti". A dirlo all'agenzia Dire è lo psichiatra Carlo Valitutti, riflettendo sull'allentamento delle restrizioni a cui si sta preparando l'Italia, con sette regioni in 'zona bianca', lo spostamento di un'ora del coprifuoco (nelle zone gialle), la ripartenza di attività che erano ancora ferme come, ad esempio, centri sportivi, centri benessere e parchi a tema. Perché questo senso di disagio nel tornare alla vita? "Si è creato uno scollamento tra la necessità di tutelare la salute e il bisogno di riprendere le attività economiche e lavorative- spiega lo psichiatra- è uno scollamento che nel corso della pandemia è aumentato mese dopo mese. E questo ha creato nelle persone confusione e perdita di senso critico". La rapidità della ripartenza, con il drastico calo dei contagi a seguito delle vaccinazioni di massa, pur essendo uno scenario desiderato e atteso da mesi, ha creato un distacco tra la velocità del tempo esterno e la necessità di lentezza del tempo interno. "La velocità delle riaperture associata a una voglia di tornare alla normalità ha paradossalmente creato più confusione- evidenzia Valitutti- ci sono persone che invece di essere felici della ripartenza hanno iniziato ora ad avere dei dubbi che forse avrebbero dovuto avere prima, in piena pandemia. Ho visto gente abituata a ragionare, a utilizzare il proprio senso critico, che adesso, per esempio, si lascia andare a valutazioni catastrofiste". Il problema secondo lo psichiatra è che "se perdiamo di vista il fatto che ognuno di noi può esercitare un senso critico, un dubbio, una riflessione sulle proprie reazioni, allora non si riesce a vivere e a fare le cose con tranquillità". Questo il punto da cui partire per Valitutti: "L'esercizio del proprio senso critico serve anche per pensare che stiamo vivendo un momento, necessario per salvaguardarci e necessario anche per il futuro. Così come servirà sia di sottofondo, sia se entra nelle coscienze- sottolinea Valitutti- l'idea che non siamo onnipotenti, che non possiamo risolvere tutto in un determinato modo ma che dobbiamo rispettarci e rispettare quello che ci circonda. Il virus ci ha rimandato il nostro limite", conclude lo psichiatra. (Wel/ Dire) 08:21 15-06-21 NNNN
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