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lunedì 14 giugno 2021

Salute:nanoparticelle come metastasi per attaccare malattia rara

 

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Salute:nanoparticelle come metastasi per attaccare malattia rara =

(AGI) - Roma, 14 giu. - Al Politecnico di Torino parte un progetto di ricerca che punta a utilizzare nanoparticelle che sfruttano alcune caratteristiche delle metastasi tumorali, per curare una malattia rara. Il progetto di ricerca si chiama "MIMIC-KeY - A key to the rational design of extracellular vesicles mimicking Nanoparticles" ed e' coordinato da Valentina Cauda, docente del Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia con il suo team di ricerca, puntera' a riprodurre nanoparticelle, in laboratorio, che, "mimando" la capacita' innata delle metastasi di individuare l'organo da aggredire, possano essere guidate invece verso il tessuto con scopo curativo trasportando gli enzimi terapeutici. Ciascun tumore infatti, secondo una programmazione naturale, crea metastasi in specifici organi o tessuti, "guidato" dalle vescicole extracellulari che individuano in modo selettivo e circoscritto il bersaglio da colpire. Sfruttando questa caratteristica si potranno migliorare le terapie per altre tipologie di patologie, prevedendo il rilascio mirato di farmaci che, ad oggi, mancano appunto di precisione, andando a disperdere il medicinale anche dove non necessario, diventando cosi' invasive se non tossiche. (AGI)Sci/Vic (Segue) 141622 GIU 21 NNNN

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(AGI) - Roma, 14 giu. - Il progetto MIMIC-KeY, ispirandosi alla struttura cellulare del cancro alla prostata e al mieloma multiplo, che una volta diffusi si espandono nel tessuto osseo, provera' a proporre una terapia per una rara patologia metabolica dell'apparato scheletrico, la picnodisostosi. Il progetto si sviluppera' in due fasi: la prima di studio e individuazione della chiave del meccanismo che permette alle vescicole di guidare puntualmente la metastasi su un determinato tessuto; la seconda dove si ricreeranno artificialmente nanoparticelle similari a quelle metastatiche. Nanoparticelle che potranno trasportare, al posto del tumore, una terapia dedicata e mirata a curare la picnodisostosi. Diversi sono i risvolti della ricerca, da quelli tecnologici - come l'avanzamento nella medicina di precisione e la creazione in laboratorio di nuovo materiale artificiale in grado di mimare quello biologico - a quelli che vedono l'ampliamento della conoscenza sulla materia: il progetto si inserisce infatti in un partenariato internazionale e multidisciplinare che raccoglie competenze nell'ambito della bioingegneria, chimica, biofisica, modellistica, biologia e clinica traslazionale. "Questo progetto e' stato finanziato nell'ambito del FET-OPEN RIA, un programma di ricerca europeo di Horizon 2020 che supporta la ricerca di frontiera e la trasla verso l'applicazione clinica e industriale. Non a caso, i partner del consorzio progettuale vanno dall'Universita' di Utrecht, l'Universita' Tecnica di Eindhoven, e la SUPSI di Lugano, ad istituti di ricerca clinica quali l'Istituto di Ricerche Farmaceutiche Mario Negri di Milano e l'ospedale Vall d'Hebron di Barcellona, nonche' l'azienda inglese ONI, che nasce come spin off dell'universita' di Oxford e propone microscopi per superisoluzione in fluorescenza su vescicole extracellulari. Il Politecnico di Torino e' per la prima volta coordinatore di questa tipologia di progetti e nel corso dei prossimi 4 anni di lavoro ci poniamo un'intensa attivita' lavorativa e di ricerca, con l'obiettivo di produrre nuove nanoparticelle artificiali che mimino la natura e aiutino la risoluzione di patologie, anche rare", dichiara Valentina Cauda. (AGI)Sci/Vic 141622 GIU 21 NNNN

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