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Ponte Crimea: dopo Dugina, Nyt 'scopre' ancora intelligence Kiev =
Ponte Crimea: dopo Dugina, Nyt 'scopre' ancora intelligence Kiev = (AGI) - Roma, 9 ott. - La soffiata di un anonimo funzionario ucraino al New York Times, che ha attribuito ai servizi segreti di Kiev l'attacco al Ponte di Kerch, arriva appena quattro giorni dopo le indiscrezioni, ancora piu' clamorose, sull'assassinio di Daria Dugina, figlia del filosofo nazionalista russo Alexander Dugin. Il 5 ottobre sempre il New York Times aveva scritto che, secondo le agenzie di intelligence statunitensi, l'attentato del 23 agosto, che aveva come probabile obiettivo lo stesso Dugin, avrebbe ricevuto l'autorizzazione di alcuni elementi del governo ucraino. Non solo. Il quotidiano americano aveva precisato che "gli Stati Uniti non hanno preso parte all'attacco, ne' fornendo informazioni ne' altra assistenza" ne' "erano a conoscenza dell'operazione in anticipo". Anzi, "si sarebbero opposti all'omicidio se fossero stati consultati" e "in seguito, hanno ammonito gli ucraini per l'assassinio". Si tratta di due casi differenti per piu' di una ragione. Kiev aveva respinto con sdegno ogni accusa per la morte di Dugina laddove, pur non rivendicandone la paternita' in modo esplicito, alcuni alti funzionari ucraini hanno commentato in modo fin troppo eloquente l'operazione che ha distrutto alcune carreggiate del ponte che collega la Crimea alla Russia. Tra tutti, va menzionato il potente consigliere di Zelensky, Mikhailo Podolyak, il quale ha assicurato che si tratta "solo dell'inizio". E, prima ancora del New York Times, era stata l'agenzia stampa ucraina Unian, poche ore dopo l'esplosione, a riferire di un coinvolgimento della 'Sbu', i servizi di sicurezza di Kiev. (AGI)Rus (Segue) 091824 OCT 22 NNNN
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Ponte Crimea: dopo Dugina, Nyt 'scopre' ancora intelligence Kiev (2)=
Ponte Crimea: dopo Dugina, Nyt 'scopre' ancora intelligence Kiev (2)= (AGI) - Roma, 9 ott. - L'indiscrezione sull'attacco al ponte, inoltre, non proviene dall'intelligence Usa ma da quella ucraina. Il messaggio che da Washington giunge a Mosca e' comunque lo stesso: gli Usa non solo non c'entrano nulla con le iniziative piu' ardite delle autorita' ucraine ma avrebbero anche una conoscenza approssimativa dei loro piani, dei quali gli alleati non sembre vengono resi partecipi. Sono molti gli analisti che nelle scorse settimane hanno parlato di una crescente insofferenza dell'amministrazione Biden per l'approccio fin troppo assertivo di Zelensky. E che un alto funzionario di Kiev abbia violato l'obbligo di segretezza sull'operazione in Crimea con la stessa testata responsabile dello scoop su Dugina suscita piu' di una riflessione. Si puo' supporre che, attraverso il New York Times, gli Stati Uniti abbiano lanciato un avvertimento al presidente ucraino, invitandolo a non allargarsi troppo per evitare un'escalation e ricordandogli che, se non intende condividere i suoi progetti, Washington sa a chi rivolgersi nella sua cerchia per conoscerli. Una lettura, questa, che potrebbe apparire coerente con le voci di divergenze sempre maggiori all'interno dell'esecutivo di Kiev. Il messaggio rivolto al Cremlino e' invece chiarissimo: gli Usa non vogliono esacerbare la tensione oltre i livelli di guardia e sono determinati a scongiurare un'estensione del conflitto. Non e' quindi impossibile che le controverse dichiarazioni di Biden sul rischio di un "armageddon" avessero Zelensky come destinatario principale. (AGI)Rus 091824 OCT 22 NNNN
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