Da Platone a Dante; a Sangiuliano; alla Meloni
Il sistema eliocentrico universale era già stato anticamente ipotizzato dal greco Aristarco di Samo; ma, stimolato dal crescente sviluppo del monoteismo religioso (nato in Palestina nel VII° secolo A, C.), nel I° secolo D. C. Tolomeo (ispirandosi al greco Ipparco Nicea vissuto nel XV° secolo A. C.) ha fondato la teoria del sistema egocentrico Tolomaico; cioè la Terra al centro del mondo e tutto il resto che gli gira attorno; come i miseri devono girare attorno ai ricchi che sono tali per ricevuta grazia Divina.
Platone nato in Grecia nel 428 A. C., già negli anni tra il 388 e il 337 A. C. aveva scritto otto libri chiamati “La Repubblica “: denunciando che il Governo “timocratico“era dominato da uomini rozzi che si occupavano soprattutto di guerre; poi sostituito dal Governo “oligarchico“ nel quale il potere era gestito in base al censo d’appartenenza, quindi dai ricchi con esclusione dei poveri; quindi con il dominio dell’avidità. Queste due forme di Governo erano dominate dall’interesse e dell’apprezzamento del denaro a discapito della virtù.
Nell’ottavo libro de “La Repubblica “Platone introdusse il concetto della “Polis “cioè del Governo Democratico partecipato anche dei ceti subalterni; escludendo i ricchi dalla gestione della cosa pubblica; per questo Platone è stato considerato il vero fondatore della filosofia greca.
Nato nel 1265, Dante Alighieri ha scritto la Divina Commedia tra il 1357 e il 1362 D. C.; quindi circa 1700 anni dopo Platone; smentendosi dall’essere uomo dall’ampia cultura generale Dante non lo sapeva; o peggio; ha fatto finto di non sapere, ispirandosi per il libro alla mistica e poi smentita credenza Tolomaica divenuta poi costume e cultura dell’occidente sviluppatisi tramite imperi; colonizzazioni e guerre.
Affidando Dante la sua creatività letteraria e storica educativa alla credenza extraterrestre scientificamente non provata, della quale ne era soldato in quanto Guelfo autonomista verso il Papato e per questo condannato all’ esilio; la sua scrittura più che storica o filosofica è filologicamente fine a sé stessa; senza il rispetto della storia e della realtà sociale (ovviamente di allora); senza la dovuta attenzione all’esigenza della pacifica convivenza terrestre.
Sviluppandosi su radici incerte, la pianta è cresciuta strutturalmente nel tempo e nella giungla senza razionalità scientifica ramificandosi settariamente. Il libro viene pubblicata solo un secolo dopo; nel 1477; da allora si fa popolarmente immaginariamente e intendere che lo scritto va inteso come la spiegazione; la cronaca; la storia e la morale alla base della vita terrestre; con una Divina Commedia che ben poco ha affrontato la realtà dei temi sociali e delle pacifiche convivenze.
Il pensiero Dantesco ha ricevuto nei tempi critiche da Albert Einstein; Carlo Marx; Charles Baudelaire; Filippo Marinetti; Francesco D’Ovidio; Francesco De Sanctis; Francesco Petrarca; Friedrich Engels; Giovanni Papini; Giuseppe Prezzolini; Voltaire; e altri.
Ciò malgrado, l’attuale Ministro della Cultura Sangiuliano ha arruolato Dante quale fondatore del pensiero di destra; anche le TV, anziché sviluppare una vera analisi storica disgiunta dalle neo etichettature destra/sinistra, come quasi sempre hanno scelto hanno la superficialità, coinvolgendo purtroppo anche Roberto Vecchioni e Corrado Augias.
Come al solito, la neo amica dei nuovi oligarchi Giorgia Meloni ci ha messo del suo; ai giornali del 15 gennaio 2023 ha confessato che le critiche a lei rivolte sono bastoni tra la sue ruote; anche quando arrivano dall’interno della destra; come Mussolini.
Enrico Corti
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