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lunedì 6 febbraio 2023

MACCHINE; PRIGIONI ALL’ULTIMO GRIDO

 

MACCHINE; PRIGIONI ALL’ULTIMO GRIDO

L’Agenzia Global Traffic Scorecard Impact Rank ha recentemente pubblicato una ricerca nella quale si rileva che su 1000 città di 50 nazioni, Roma si trova meritatamente al 13° posto nella classifica delle città invivibili per il traffico.

Nella capitale d’Italia si trascorrono individualmente ogni anno circa 107 ore in macchina nelle code cittadine; complessivamente ben più di 4 giornate. Nel 2019 le ore perse in macchina a Roma sono state 1451. A Palermo nel 2022 le ore individualmente perse nel traffico sono state 121.

Nel 2022 in Europa le tre città più congestionate dal traffico sono state;

Londra 156 ore; Parigi 138 ore; Palermo 121 ore. Londra regna in cima alla classifica perché il Regno Unito è in prima linea nel; 1° continuare a registrare un aumento dei veicoli funzionanti con motori a benzina o a nafta, incompatibili con la logica delle energie alternative; 2° stimolare e armare la guerra tra Russai e Ucraina; sono conseguenze queste della sciovinistica. Brexit.

Compatibilmente con le nuove macchine prodotte dal progresso tecnologiche, che servono sì all’uomo ma lo rendono sempre meno soggetto autonomo indipendente  e sempre più oggetto dipendente (il cellulare è comandato più dalle App  che dagli utenti), le macchine con le quattro ruote sono le nuove carceri che ci imprigionano nelle città.  

Attualmente, malgrado l’impennata dei prezzi del petrolio, della guerra in Europa e della pressione inflazionistica generale, i tempi trascorsi in auto nelle città non sono diminuiti, ma sono rimasti invariati rispetto al pre/covid od addirittura aumentati.

Il traffico verso i centri delle città aumenta sempre più perché le amministrazioni; 1° non programmano; 2° non investono: 3° non assumono personale nemmeno per rimpiazzare i posti rimasti vacanti negli uffici.

La causa fondamentale rimane l’assassinio del bisogno pubblico a favore dell’interesse privato; realizzato anche con la complicità della maggioranza dei gestori del potere pubblico.

Il cambiamento può avvenire solo attraverso una riforma radicale del sistema; economico ed elettorale; per una diversa partecipazione dei lavoratori e delle categorie meno abbienti alla gestione della cosa pubblica.

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