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venerdì 18 agosto 2023

500 ETTARI DEL PARCO DEL DELTA DEL PO SVENDUTI A UN MAGNATE CECO

 


🇮🇹 500 ETTARI DEL PARCO DEL DELTA DEL PO SVENDUTI A UN MAGNATE CECO
Nel totale silenzio degli enti pubblici (Regione, Provincia, Comune, Stato, Parco del Delta del Po), l’immensa zona (circa 500 ettari) della Immobiliare Lido di Classe S.p.A. di Roma (capitale sociale di 255mila euro, detenuto da Italmobiliare spa, Banca Nazionale del Lavoro, Parsitalia spa), che ne deteneva la proprietà dal 1971, è stata venduta alla immobiliare CPI Real Estate Italy S.p.A., operativa nell’intermediazione immobiliare e con sede a Roma. Senza che nessun ente pubblico (Stato, Regione, Provincia, Comune di Ravenna, Parco del Delta del Po) facesse valere il diritto di prelazione. Cifra in ballo: poco più di 500 mila euro per quasi 500 ettari, cioè 10 centesimi di € a metro quadro”.
La CPI Real Estate Italy S.p.A., fa capo a CPI Property Group, società fondata nella Repubblica Ceca e con sede in Lussemburgo, operativa sul fronte immobiliare in mezzo mondo, quotata nella borsa di Francoforte. La CPI Property Group opera con prevalenza nell’Europa centro-orientale, ma anche in Italia, soprattutto a Roma. Fondatore e socio di maggioranza risulterebbe essere proprio il magnate ceco Radovan Vítek, con un portafoglio immobiliare di 9,8 miliardi di euro e un fatturato di 291 milioni. Il suo gruppo è impegnato con 19 progetti nella Capitale, di espansione urbanistica e cementificazione, fu lui a rilevare i debiti del gruppo Parnasi (famosi immobiliaristi romani) con Unicredit, acquistando il 100% delle società Capital Dev, Parsitalia ed Euronova. In pratica, Vitak si sta comprando Roma, soppiantando anche i palazzinari nostrani. L’operazione di compravendita della Foce del Bevano, tra Immobiliare Lido di Classe (il cui capitale sociale è controllato da Parsitalia) nasce quindi all’interno di uno stesso fronte immobiliare romano, visto che Parsitalia spa era stata rilevata da Cpi Property Group. (Fonte: Pressenza)

Gli ingredienti ci sono tutti: amministrazioni "distratte" ed enti squattrinati, magnati edili rampanti e cementificazione selvaggia.
Ma l'Emilia Romagna, seconda solo alla Lombardia in fatto di consumo di suolo, non è la stessa il cui governatore piange fondi per le alluvioni che danneggiano tessuto urbano e produttivo?
Ad ogni modo, per gli effetti devastanti dei "tombamento" dei corsi d'acqua, la memoria corta sui fatti del Bisagno a Genova dev'essere stata archiviata con abbondante menefreghismo.

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