In perfetto stile multinazionale imperialista: si comprano i migliori gioielli del nostro Paese, un' infrastruttura di fondamentale importanza geopolitica ed economica e passano al licenziamento di migliaia di lavoratori che verranno messi in cassa integrazione per anni a carico del Paese Italia.I sindacati iniziano timidamente a muoversi ma sappiamo bene che di questi non c'è molto da fidarsi.
Cedere la rete a un fondo speculativo straniero, oltre che tradire le aspettative in un governo che professa la sovranità tecnologica, mostra plasticamente quanto manchi del tutto una reale visione di politica industriale per il Paese, cui sono strettamente legate le sorti delle lavoratrici e dei lavoratori", hanno scritto Gesmundo e Saccone, aggiungendo che "venduta la rete rimane un bacino di circa 17.000 persone, con un'età media di 50 anni, per le quali non sono ben chiare prospettive industriali e certezze occupazionali. A questi numeri si aggiungono quelli enormi dell'indotto. Per questo troviamo grave e inaccettabile l'assenza di confronto, in questa delicatissima fase, con il sindacato"
Al governo chiediamo dunque una convocazione immediata, preoccupati anche per gli scenari che si preannunciano all'orizzonte, con battaglie legali che rischiano di trascinarsi per anni. Non vorremmo che ancora una volta a pagare il conto di scelte scellerate che strizzano l'occhio solo a logiche speculative di mercato fossero le lavoratrici e i lavoratori. La Cgil non lo permetterà", hanno concluso i due rappresentanti.
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Subendo l'imperialismo Usa cerchiamo di capire la contemporaneità, resistendo.
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