Giuseppe Salamone
Mentre sono impegnati a rincoglionire l'opinione pubblica con la storia dell'Iran che attacca oggi, domani o dopodomani, mentre sotto il silenzio generale gli Usa stanno portando navi a ridosso dell'Iran e mettono truppe in stato d'allerta, Israele continua indisturbato la sua carneficina sotto il silenzio compiacente di politici e pennivendoli.
Poco fa l'esercito israeliano ha preso di mira tre giornalisti Palestinesi mentre documentavano i massacri a nord del campo profughi di Nuseirat. I giornalisti sono Sami Mohammed Shahada della National Media Agency, Mohammed Hassan Al-Sawalhi della CNN e Ahmed Bakr Al-Louh, fotografo indipendente. Tutti e tre rimasti feriti!
Erano a lavoro quando sono stati colpiti da un carro armato e indossavano il giubbotto con la scritta "PRESS". Un crimine di guerra, l'ennesimo che avviene ai danni di giornalisti che nonostante tutto continuano a rischiare la vita per documentare un genocidio. A oggi Israele ha ammazzato oltre 130 giornalisti, una cifra vergognosa. Come vergognoso è il fatto che non siano mai stati riportati i loro nomi e raccontate le loro storie da parte di coloro che si definiscono giornalisti.
Aveva ragione Raffaele Oriani quando nella sua lettera accusava il giornalismo che oggi non è altro se non "la scorta mediatica che rende possibile questo massacro". Quello che vedete in foto è Sami Mohammed Shahada, a cui l'ennesimo crimine di guerra per mano del terrorismo di stato israeliano gli è costata l'amputazione della gamba. Allo stesso tempo, mentre vediamo queste immagini, a Milano c'è la brigata ebraica che fa casino e promette di contestare la manifestazione del 25 Aprile solo perché l'ANPI nel suo manifesto ha scritto "Cessate il fuoco ovunque". Cosa doveva scrivere? "Viva Israele, continua a bombardare e a portare avanti il genocidio"?
Hanno anche il coraggio di far casino per le parole mentre i loro amici in Israele continuano ad ammazzare chiunque, dai bambini ai giornalisti. Non ci sono più parole. Non c'è più vergogna. Non c'è più contegno tantomeno umanità...
Instagram
T.me/GiuseppeSalamone
Poco fa l'esercito israeliano ha preso di mira tre giornalisti Palestinesi mentre documentavano i massacri a nord del campo profughi di Nuseirat. I giornalisti sono Sami Mohammed Shahada della National Media Agency, Mohammed Hassan Al-Sawalhi della CNN e Ahmed Bakr Al-Louh, fotografo indipendente. Tutti e tre rimasti feriti!
Erano a lavoro quando sono stati colpiti da un carro armato e indossavano il giubbotto con la scritta "PRESS". Un crimine di guerra, l'ennesimo che avviene ai danni di giornalisti che nonostante tutto continuano a rischiare la vita per documentare un genocidio. A oggi Israele ha ammazzato oltre 130 giornalisti, una cifra vergognosa. Come vergognoso è il fatto che non siano mai stati riportati i loro nomi e raccontate le loro storie da parte di coloro che si definiscono giornalisti.
Aveva ragione Raffaele Oriani quando nella sua lettera accusava il giornalismo che oggi non è altro se non "la scorta mediatica che rende possibile questo massacro". Quello che vedete in foto è Sami Mohammed Shahada, a cui l'ennesimo crimine di guerra per mano del terrorismo di stato israeliano gli è costata l'amputazione della gamba. Allo stesso tempo, mentre vediamo queste immagini, a Milano c'è la brigata ebraica che fa casino e promette di contestare la manifestazione del 25 Aprile solo perché l'ANPI nel suo manifesto ha scritto "Cessate il fuoco ovunque". Cosa doveva scrivere? "Viva Israele, continua a bombardare e a portare avanti il genocidio"?
Hanno anche il coraggio di far casino per le parole mentre i loro amici in Israele continuano ad ammazzare chiunque, dai bambini ai giornalisti. Non ci sono più parole. Non c'è più vergogna. Non c'è più contegno tantomeno umanità...
T.me/GiuseppeSalamone
Nessun commento:
Posta un commento