da Enrico Corti
| 14:35 (5 ore fa) |
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La Slavina democratica
Il Rapporto del CENSIS del 6 dicembre 2024 fotografa il reale pensare degli italiani; in gran parte fatto di insoddisfazioni.
L’84,4% che sta a casa a suo agio, ha espresso il suo libero pensiero, affermando tra l’altro che la politica pensa soprattutto per se stessa; ciò malgrado questa si esime dal riflettere sul profondo solco messo a nudo tra il pensiero dell’84,4% degli italiani e l’48,3% che si scomoda per recarsi al seggio per dare ad una esigua minoranza (a F.d.I. il 26% del 48%; cioè il 12% degli aventi diritto al voto), che si arroga il diritto di rappresentare il volere e il destino di tutti gli italiani; usando tra l’altro modi e linguaggi da partito nostalgico d’appartenenza.
Il 49,6% degli
italiani sostiene che il nostro futuro sarà condizionato dal cambiamento climatico;
il 46% che incideranno molto anche la guerra in Medio Oriente;
il 45,7% paventa il rischio di crisi economiche finanziarie globali; l'
il 70,8% della popolazione prova dei sentimenti anti-occidentali "ed è pronto ad imputare le colpe dei mali del mondo ai Paesi dell'Occidente, accusati di essere arroganti per via del presunto universalismo dei propri valori, per cui si è voluto imporre il nostro modello economico e politico agli altri", ed un ulteriore 66,3% ritiene che si debbano imputare all'Occidente "le responsabilità delle guerre in corso in Ucraina e in Medio Oriente". Gli italiani non condividono alcun universalismo valoriale considerato nel Rapporto come "figlio illegittimo dell'etnocentrismo occidentale".
Ci siamo risvegliati dall'illusione che il destino dell'Occidente fosse di farsi mondo. Viviamo invece in un mondo scosso da forti tensioni, in cui nessuno è contento di come il mondo è"; prosegue il Rapporto "Un mondo risentito e minaccioso, in cui le insoddisfazioni dei leader e dei popoli si stratificano e si rinfocolano, introducendoci in un'era dello scontento globale".
Limitandosi all’Italia, l’analisi è argomento da utilizzare contro la moda della destra vincente; in una società culturalmente onesta e corretta; la rappresentatività e la volontà popolare espressa dal Rapporto CENSIS dovrebbe sostituire la recita dell’attuale sceneggiata elettorale; che cercherò di smascherare nella provocatoria sintesi conclusiva.
Nell’approfondire il tema della democrazia, il rapporto CENSIS ci dice che è non più funzionale alla partecipazione di tutti i ceti alla cosa pubblica; costringendoci così ad una riflessione onesta e coraggiosa; partendo dal come è nata e per che cosa la democrazia.
Nasce nel VI° secolo A.C. dal filosofo greco Solone, che la ideò rivoluzionando il sistema dalle rappresentatività delle categorie; prima divise per fasce d’età, si è passati alla divisione in tre classi sociali di appartenenza; (padronale, media, lavoratrice, complessiva quest’ultima di disoccupate e nullatenenti.
Circa 2.500 anni fa, Platone nei “dialoghi” fece di più; aggiungendo che per evitare evidenti “conflitti d’interesse“, i detentori di ricchezze non potevano gestire incarichi per la gestione della “cosa pubblica“.
Negli anni successivi, per volontà strutturale delle classi dominanti denominate “democratiche-liberal-di mercato“, si è prodotta l’attuale finta democrazia in quanto fintamente partecipativa perché elitaria; lo prova le elezioni politiche italiane del 2022; su 400 Deputati alla Camera sono stati eletti 3 artigiani, 2 agricoltori, 1 operaio; sui 200 Senatori del Senato sono 11 i lavoratori-impiegati eletti; per un totale quindi d’assieme di 17 lavoratori (pari al 2,83% dei 600).
Il filosofo inglese Leonard Huxsley ha scritto; “questa democrazia è come una prigione dalla quale i prigionieri ne sono schiavi ma che dalla quale, grazie al consumo e al divertimento, non vogliono liberarsi; questa democrazia è una dittatura perfetta“.
L’ex Presidente Mario Monti ha definito questa democrazia una “demo-agonia“; lo storico Prof. Luciano Canfora sostiene che la democrazia non è mai compiuta perché sempre in cammino; il sottoscritto aggiunge; purché il cammino non sia a ritoso; il termine giusto dovrebbe essere “moneto-crazia“; in altre parole un cancro contro il quale non c’è terapia oncologica; ma contro il quale si deve individuare una terapia alternativa.
Per i lavoratori italiani la condanna anti partecipativa ha avuto la sua punta di diamante nel 1973, con la messa in scena (malgrado sua onestà, rettitudine e umanità) da parte dei Enrico Berlinguer regista di una tragica commedia; quando su “Rinascita dettò il cambiamento del DNA del PCI, “immettendovi i valori del pluralismo e della democrazia occidentale per trarlo fuori dal ghetto di una opposizione fine a se stessa; e farlo partecipare in modo costruttivo alla gestione del potere per il governo del Paese, proponendo per questo nuove ideologie miranti a staccare il Pci dall’Urss e dal socialismo; collocandovi dentro tutto il movimento operaio italiano“.
Definì il suo autarchico progetto “la via italiana al socialismo“, o la “terza via“; trascinando la necessità del cambiamento nella strategia imperialista Usa, quella che gli ha persino bloccato la pasticciata idea del compromesso storico con l’assassinio per procura di Aldo Moro.
Malgrado le prime avvisaglie militari NATO contro paesi socialisti o neutrali, (1953 Iraq; 1961 Cuba; 1964 ancora Cuba; 1964 Vietnam); Il 15 giugno 1976 Enrico Berlinguer dichiarò al giornale “filo-Marxista“ Corriere della Sera; “piuttosto che dal Patto Di Varsavia; mi sento più sicuro stando di qua sotto l’ombrello della NATO; questa dichiarazione ha rappresentato la svolta storica italiana “filo-Nato” (passata da 12 agli attuali 29 Stati membri). Svolta i cui esiti li paghiamo ancora con le nefaste vicende belliche in Palestina, Ucraina e altri 54 conflitti armati presenti sul pianeta).
Nello stesso 1976 nasce nel P.C.I. la sindrome del nuovo partito di coo-partecpazione al governo ad ogni costo, nazionale regionali e locali; che nel 1976 Gianni Cervetti coniò nelle slogan “partito, di lotta e di governo“, anteponendo significativamente il tema governo a quello di lotta.
Dopo la morte di Enrico Berlinguer del 1984; fu eletto segretario Alessandro Natta; “scalzato“ da Achille Occhetto e “compagni“ che fu eletto segretario del P.C.I nel 1984; nel 1989 alla Bolognina cancellò la storica sigla P.C.I.; sostituendola con P.D.S. dal simbolo prioritario della Quercia; eletto nel 1991 segretario, il “tattico“ Massimo D’Alema con il contributo di Walter Veltroni (avente residenza in Usa) nel 1988 cambiò PDS con DS, cancellando dal simbolo la falce e il martello (come dire basta partito di classe); nel 2007, con l’ex DC Romano Prodi Veltroni cancella anche D.S. sostituendolo “all’americana“ con P.D.
Vista la piega che stavano prendendo i partisti comunisti dell’Europa Occidentale, ma soprattutto per le sue contraddizioni tra ideologia e opportunismo individuale, nel 1985 Michail Gorbačëv si è sentito autorizzata a dare una spinta alla slavina che, staccandosi dal Monte delle Virtù Operaie, è incominciata a precipitare giù nel baratro scavato dal capitalismo per il socialismo.
Nel 1991, da ultimo Segretario del PCUS sovietico Gorbaciov lo ha disciolto, avendo preparato il terreno arandolo con la “perestrojka“ e la “glasnost'; fu per questo insignito nel 1989 con la Medaglia d’oro tedesca Otto Hahnee; nel 1990 con il Nobel per la pace; entrambi esche della rete calate dall’Occidente;
Sempre nel 1991; Gorbaciov passò dalla rete alla brace; firmando con Bush padre l’accordo per sciogliere il Patto di Varsavia e la NATO; il primo fu veramente sciolto; invece la NATO lo interpretò come legittimazione alle invasioni armate già effettuate; per poi continuare in altre 15 invasioni armate in Stati autonomi, nel 1990, 1991 e 2004 in Iraq; nel 1992 in Jugoslavia, in Serbia, Bosnia e Erzegovina; nel 1999 in Kosovo e Montenegro; nel 2003 in Afghanistan; nel 2004 in Iran; nel 2009 in Somalia; nel 2011 in Libia; nel 2020 in Ucraina dopo un rapporto indiretto che durava da 20 anni.
Nel 1995 assieme a Boris Yeltsin Gorbaciov fu l’artefice della dissoluzione definitiva dell'URSS; Stato ideato dai filosofi Carlo Marx e Friedrich Hegel; e concretizzata nel 1917 da Vladimir Lenin con la Rivoluzione d’Ottobre;
Di recente, Il buon uomo, brillante e simpatico Pier Luigi Bersani è il simbolo dell’attuale sinistra liberal democratica; interrogato sul perché mai in Consiglio Europeo il PD ha approvato la sovvenzione di 4 miliardi e 200 milioni all’Ucraina per armamenti, ha risposto; “per non regalare a Donald Trump l’Europa“; ben sapendo che l’assaltatore di Capitol Hill opererà per sbriciolarla in 27 Stati il vecchio continente; quindi ancora un Bersani (malgrado l’incidente Renzi) ancora nella logica delle “sfide e dei compromessi verso il basso“.
In estrema sintesi, è fotografata la slavina del P.C.I. della sinistra italiana auto castigatisi e costretta a individuare solo nel voto elettorale lo strumento per il cambiamento dello stato sociale per l’ascesa sociale dei lavoratori; rifugiandosi nella democrazia occidentale pluralista con ceti medi e anche imprenditoriali; scelta poi rilevatosi ipocrita; in primo luogo con l’automatica esautorizzazione dei partivi rappresentativi dei lavoratori, soppiantati da partiti “liberal-progressisti“ presunti rappresentativi “unitari interclassisti“; secondariamente perché si è voluto dimenticare che la differenza tra lavoratori e imprenditori sta nei due diversi DNA tra “salario“ e “profitto“.
Oltre al disastro ideologico, la tragica commedia, è costata parecchio agli italiani; 1) negli ultimi 20 anni i nostri salari sono diminuiti del 3%; mentre in Europa sono mediamente aumentati del 30%; 2) si narra che l’occupazione aumenta non dicendo che l’80% dei cosiddetti nuovi assunti in realtà gli anziani già occupati costretti a non andare in pensione per l’allungamento dell’età lavorativa; 3) il decreto sulle liste sanitarie d’attesa è fatto per fagocitare la privatizzazione della sanità anche per gli esami; 4) nel 2006 l’industria automobilistica italiana occupava 250.000 lavoratori più l’indotto, nel 2024 si sono ridotti a 66.000; 5) 27.000 sono le aziende italiane delocalizzate all’estero sull’altare dei bassi salari e degli alti profitti; 6) la % del debito pubblico sul PIL in 20 anni è passato dal 106% al 145%; 7) Nel Lussemburgo il salario orario medio al netto è di euro 16.50; in Italia di euro 8,47 (13 euro in meno); ma nella realtà in Italia ci sono salari orari minimi di euro 5,50; il più delle volte in nero. 8) il salario minimo è garantito per legge, in 22 Stati europei su 27, l’Italia è tra i 5 Stati no; ecc. ecc.
La difesa dei deboli Giorgia Meloni la pratica flirtando intimamente con il plus miliardario Elon Musk baciandolo pubblicamente sulla bocca, (e come si sa, nell’intimismo non ci sono confini).
In questa condizione etica-sociale, pur riconoscendo per principio il valore del voto popolare dobbiamo onestamente riconoscere che, con l‘uso classista che se ne è fatto, ciò ha portate al suicidio il principio dell’idea di democrazia; si è fatta nemica del diritto partecipativo dei lavoratori e dei deboli per decidere sulle sorti e sui destini dell’Italia.
Che fare quindi coscienti che ci hanno rubato questo diritto? Partecipare ai tanti infruttuosi dibattiti sui perché dell’astensionismo; o impegnarsi diversamente ricorrendo all’intervento chirurgico?
Per combattere il regimo totalitario della Meloni il primo ingrediente necessario è il coraggio, abbinato alla saggia ma audace iniziativa; i temi che richiedono nostre risposte sono tanti; credo è buona cosa gestirli creativamente ma incisivamente in modo articolato; tema per tema; convocando a gruppi i diversi soggetti interessati in assemblee davanti a Montecitorio; ovviamente presagendo l’intervento del regime repressivo programmando una rinnovata Resistenza. Senza aspettare che sia troppo tardi; per il partito e per l’Italia intera.
Enrico Corti
15 dicembre 2024
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