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martedì 25 marzo 2025

STORIA: A VENEZIA SCOPERTA PERGAMENA DEL 1350, RACCONTA VIAGGIO FAVOLOSO IN ORIENTE (2) =

ADN0709 7 CUL 0 ADN CUL NAZ STORIA: A VENEZIA SCOPERTA PERGAMENA DEL 1350, RACCONTA VIAGGIO FAVOLOSO IN ORIENTE (2) = (Adnkronos) - L'obiettivo finale, dopo aver attraversato il Pakistan, era raggiungere Dehli, dove i mercanti incontrarono il Sultano Muhammad ibn Tughluq, famoso per la sua crudeltà, ma anche per la magnificenza, la munificenza e la predilezione per gli stranieri. I Veneziani gli portano in dono un orologio meccanico e una fontanella. L'orologio era stato costruito a Venezia da un cremonese che ne aveva già fatto uno per il re di Cipro ed era probabilmente stato portato fino a lì smontato, mentre la fontanella era un'altra meraviglia meccanica, capolavoro dell'oreficeria di allora che attraverso il fluire di un liquido faceva suonare varie campanelle e muovere delle rotelline. Il Sultano apprezzò molto i doni che ritenne all'altezza del proprio splendore, tanto da elargire ai veneziani una cifra favolosa, 200.000 monete d'argento che essendo intrasportabili vennero convertiti in perle dal grande valore e dal piccolo ingombro. Il viaggio di ritorno si concluderà poi a Venezia nel 1341 con solo 4 dei 6 viaggiatori che erano partiti dalla Laguna. Da qui iniziano le vicende giudiziarie che ci consentono di venire a conoscenza degli avvenimenti. La ricostruzione di questa straordinaria impresa offre l'occasione per approfondire gli sviluppi del commercio tra Venezia e l'Asia a pochi anni dalla morte di Marco Polo. La vicenda mette in luce anche il modo di commerciare del Medioevo: le imprese venivano finanziate in una sorta di joint venture, i mercanti mettevano una quota per finanziare il viaggio a chi partiva, ''scommettevano'' sul fatto che riuscissero a moltiplicare i soldi investiti e al ritorno venivano redistribuiti i guadagni, che in questo caso erano stati del 166%. Dalla pergamena si ricava anche che Giovanni Loredan, prima di partire per l'India, era da poco tornato dalla Cina: questa impresa era stata finanziata in gran parte da donne. Di questa impresa commerciale si era occupato anche Gino Luzzatto, rettore di Ca' Foscari ed esperto economista, nei suoi studi di storia economica. ''La società medievale italiana, e in particolare quella di città effervescenti come Venezia e Genova - spiega Marcello Bolognari - era propensa al viaggio e dotata di un apparato economico e giuridico in grado di sostenere le spedizioni d'oltremare. In particolare, il ceto mercantile era quello che possedeva la flessibilità mentale e gli strumenti finanziari necessari per spingersi in Persia e in Asia Centrale, fino in india e in Cina, attratto dalla possibilità di profitti altissimi e preparato da un punto di vista logistico a sopportare la ruvidezza di un itinerario che attraversava mari, fiumi, steppe, deserti e montagne, con il sole più infuocato, il vento più sferzante, la pioggia più battente e il freddo quasi insopportabile. Perle, pietre preziose, oro, argento, spezie, tessuti: erano tutte ragioni più che valide per partire e lasciarsi alle spalle, anche per vari anni, la propria città natale". (segue) (Pam/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 25-MAR-25 14:07  

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