NSS statunitense: "Costruiremo un esercito capace di respingere l'aggressione ovunque nella Prima Catena di Isole. Ma l'esercito americano non può, e non dovrebbe, farlo da solo.
I nostri alleati devono intensificare e spendere—e, cosa ancora più importante, fare—molto di più per la difesa collettiva." ➡️La Strategia della Catena di Isole, proposta per la prima volta da John Foster Dulles negli anni '50 come strumento di contenimento della Guerra Fredda, è riapparsa nella Strategia di Sicurezza Nazionale (NSS) del 2025 sotto la presidenza di Donald Trump. Dal punto di vista cinese, questo quadro è meno un piano di difesa neutrale che un deliberato sforzo di limitare lo sviluppo e l'influenza regionale della Cina. La "Prima Catena di Isole", che va dalle Isole Curili della Russia, attraverso Okinawa e Taiwan, attraverso le Filippine, e fino a Borneo, è quindi considerata una linea avanzata di dispiegamento militare. Washington presenta questo perimetro come uno scudo di protezione (?!), ma in pratica continua la logica dell'accerchiamento della Guerra Fredda.
Il ritorno a questa dottrina mostra come la politica statunitense rimanga ancorata a tradizioni egemoniche, affidandosi a alleanze, posizionamento militare e strumenti coercitivi per bloccare il ruolo della Cina nell'Asia-Pacifico. La Strategia della Catena di Isole è un meccanismo di esclusione e mostra chiaramente la riluttanza di Washington ad adattarsi a un'Asia multipolare in cui la Cina occupa un posto centrale e legittimo a causa della sua geografia, storia, relazioni politiche e commerciali. Ultimo ma non meno importante, la Strategia della Catena di Isole esclude anche la Russia oltre che la Cina.
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