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venerdì 24 giugno 2011
Medici riassunti: no al cumulo tra reddito e pensione La riassunzione in servizio dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del S.S.N., già cessati per limiti di età, preclude comunque la possibilità del cumulo tra reddito e pensione. Lo ha fatto sapere l'Inpdap con una nota emanata il 7 giugno scorso (n. 22). L'ente previdenziale ha ordinato agli uffici periferici di sottoporre a verifica il regime di cumulo dei medici che abbiano usufruito della riassunzione.
I.N.P.D.A.P. (Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica)
Nota 7-6-2011 n. 22
Aspetti previdenziali correlati all'applicazione dell'articolo
22, comma 3, della L. 4 novembre 2010, n. 183, con particolare
riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da lavoro
dipendente.
Emanata dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica, Direzione centrale previdenza,
Ufficio I Pensioni.
Nota 7 giugno 2011, n. 22 (1).
Aspetti previdenziali correlati all'applicazione dell'articolo
22, comma 3, della L. 4 novembre 2010, n. 183, con particolare
riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da lavoro
dipendente.
(1) Emanata dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica, Direzione centrale previdenza,
Ufficio I Pensioni.
Ai
Direttori delle sedi provinciali e territoriali
Alle
Organizzazioni sindacali nazionali dei pensionati
Agli
Enti di patronato
Ai
Caf
Ai
Dirigenti generali centrali e regionali
Ai
Direttori regionali
Agli
Uffici autonomi di Trento e Bolzano
Ai
Coordinatori delle consulenze professionali
Pervengono a questa Direzione numerosi quesiti in merito
all'applicazione della disposizione richiamata in oggetto con
particolare riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da
lavoro dipendente operante nelle fattispecie in esame.
Con la presente nota, acquisito il parere conforme da parte del
Ministero dell'economia e delle finanze (nota n. 57675 del 10
maggio 2011) e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
(nota n. 9736 del 30 maggio 2011) si forniscono le indicazioni
operative per l'uniforme applicazione della norma citata.
L'articolo 22, comma 1, della L. n. 183/2010, nel modificare il
comma 1 dell'articolo 15-nonies del D.Lgs. n. 502/1992,
stabilisce che "Il limite massimo di età per il collocamento a
riposo dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio
sanitario nazionale, ivi compresi i responsabili di struttura
complessa, è stabilito al compimento del sessantacinquesimo anno di
età, ovvero, su istanza dell'interessato, al maturare del
quarantesimo anno di servizio effettivo. In ogni caso il limite
massimo di permanenza non può superare il settantesimo anno di età e
la permanenza in servizio non può dar luogo ad un aumento del numero
dei dirigenti..." e, al comma 3, specifica che dette disposizioni
"si applicano anche ai dirigenti medici e del ruolo sanitario
del Servizio sanitario nazionale in servizio alla data del 31 gennaio
2010".
In virtù della modifica introdotta, quindi, il limite massimo di età
dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario
nazionale si suddivide in due diverse fattispecie alternative:
1. al compimento del 65° anno di età;
2. al maturare del 40° anno di servizio effettivo e nel limite di 70
anni di età.
Il canale di età pensionabile individuato al punto 2 è stabilito ad
istanza dell'interessato e può essere applicato anche ai dirigenti
medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale in
servizio alla data del 31 gennaio 2010 (articolo 22, comma 3, della L.
n. 183/2010) che chiedano di essere riassunti ai sensi della
disposizione in oggetto.
L'esercizio della facoltà in esame e la conseguente riassunzione
in servizio, per i dirigenti già cessati ma in servizio alla suddetta
data, determina necessariamente il venire meno dell'individuazione
del titolo "limiti di età" per le risoluzioni del rapporto
di lavoro avvenute al compimento del 65° anno di età, in quanto la
nuova età pensionabile è individuata alla maturazione dei 40 anni di
servizio effettivo e nel limite dei 70 anni di età.
Ciò ha immediati riflessi sul regime di cumulo pensione/redditi da
lavoro dipendente applicabile al personale in esame.
In particolare, considerato che la prima cessazione dal servizio deve
considerarsi avvenuta per motivi diversi da limiti di età, per le
motivazioni sopra esplicitate, trovano applicazione le disposizioni di
cui agli articoli 133 e 134 del D.P.R. n. 1092/1973 che sanciscono,
nei casi di derivazione, continuazione o rinnovo del rapporto di
lavoro, il divieto di cumulo tra trattamento pensionistico spettante
per il precedente rapporto (conclusosi per motivi diversi dai limiti
di età) e trattamento economico relativo alla rinnovata attività
lavorativa.
Analogamente, la cessazione dal servizio con 40 anni di anzianità
contributiva non consente l'equiparazione, ai fini del regime di
cumulo, con il pensionamento derivante da raggiungimento dei limiti di
età; tale equiparazione, sempre nei casi di scelta per il secondo
canale di età pensionabile, sussiste solo al raggiungimento di 40 anni
di servizio effettivo.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, le sedi
dell'Istituto sono tenute a verificare il regime di cumulo
applicabile ai medici che abbiano usufruito della facoltà di
riassunzione in servizio in applicazione del citato articolo 22, comma
3, della L. n. 183/2010 e ad operare secondo le indicazioni
specificate nella presente nota avendo altresì cura di renderne noto
il contenuto anche alle amministrazioni iscritte che hanno personale
interessato dalla normativa richiamata.
Il Dirigente generale
Dott. Giorgio Fiorino
L. 4 novembre 2010, n. 183, art. 22
D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, art. 15-nonies
D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1092, art. 133
D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1092, art. 134
dell'amministrazione pubblica)
Nota 7-6-2011 n. 22
Aspetti previdenziali correlati all'applicazione dell'articolo
22, comma 3, della L. 4 novembre 2010, n. 183, con particolare
riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da lavoro
dipendente.
Emanata dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica, Direzione centrale previdenza,
Ufficio I Pensioni.
Nota 7 giugno 2011, n. 22 (1).
Aspetti previdenziali correlati all'applicazione dell'articolo
22, comma 3, della L. 4 novembre 2010, n. 183, con particolare
riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da lavoro
dipendente.
(1) Emanata dall'Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti
dell'amministrazione pubblica, Direzione centrale previdenza,
Ufficio I Pensioni.
Ai
Direttori delle sedi provinciali e territoriali
Alle
Organizzazioni sindacali nazionali dei pensionati
Agli
Enti di patronato
Ai
Caf
Ai
Dirigenti generali centrali e regionali
Ai
Direttori regionali
Agli
Uffici autonomi di Trento e Bolzano
Ai
Coordinatori delle consulenze professionali
Pervengono a questa Direzione numerosi quesiti in merito
all'applicazione della disposizione richiamata in oggetto con
particolare riguardo al regime di cumulo tra pensione e redditi da
lavoro dipendente operante nelle fattispecie in esame.
Con la presente nota, acquisito il parere conforme da parte del
Ministero dell'economia e delle finanze (nota n. 57675 del 10
maggio 2011) e del Ministero del lavoro e delle politiche sociali
(nota n. 9736 del 30 maggio 2011) si forniscono le indicazioni
operative per l'uniforme applicazione della norma citata.
L'articolo 22, comma 1, della L. n. 183/2010, nel modificare il
comma 1 dell'articolo 15-nonies del D.Lgs. n. 502/1992,
stabilisce che "Il limite massimo di età per il collocamento a
riposo dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio
sanitario nazionale, ivi compresi i responsabili di struttura
complessa, è stabilito al compimento del sessantacinquesimo anno di
età, ovvero, su istanza dell'interessato, al maturare del
quarantesimo anno di servizio effettivo. In ogni caso il limite
massimo di permanenza non può superare il settantesimo anno di età e
la permanenza in servizio non può dar luogo ad un aumento del numero
dei dirigenti..." e, al comma 3, specifica che dette disposizioni
"si applicano anche ai dirigenti medici e del ruolo sanitario
del Servizio sanitario nazionale in servizio alla data del 31 gennaio
2010".
In virtù della modifica introdotta, quindi, il limite massimo di età
dei dirigenti medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario
nazionale si suddivide in due diverse fattispecie alternative:
1. al compimento del 65° anno di età;
2. al maturare del 40° anno di servizio effettivo e nel limite di 70
anni di età.
Il canale di età pensionabile individuato al punto 2 è stabilito ad
istanza dell'interessato e può essere applicato anche ai dirigenti
medici e del ruolo sanitario del Servizio sanitario nazionale in
servizio alla data del 31 gennaio 2010 (articolo 22, comma 3, della L.
n. 183/2010) che chiedano di essere riassunti ai sensi della
disposizione in oggetto.
L'esercizio della facoltà in esame e la conseguente riassunzione
in servizio, per i dirigenti già cessati ma in servizio alla suddetta
data, determina necessariamente il venire meno dell'individuazione
del titolo "limiti di età" per le risoluzioni del rapporto
di lavoro avvenute al compimento del 65° anno di età, in quanto la
nuova età pensionabile è individuata alla maturazione dei 40 anni di
servizio effettivo e nel limite dei 70 anni di età.
Ciò ha immediati riflessi sul regime di cumulo pensione/redditi da
lavoro dipendente applicabile al personale in esame.
In particolare, considerato che la prima cessazione dal servizio deve
considerarsi avvenuta per motivi diversi da limiti di età, per le
motivazioni sopra esplicitate, trovano applicazione le disposizioni di
cui agli articoli 133 e 134 del D.P.R. n. 1092/1973 che sanciscono,
nei casi di derivazione, continuazione o rinnovo del rapporto di
lavoro, il divieto di cumulo tra trattamento pensionistico spettante
per il precedente rapporto (conclusosi per motivi diversi dai limiti
di età) e trattamento economico relativo alla rinnovata attività
lavorativa.
Analogamente, la cessazione dal servizio con 40 anni di anzianità
contributiva non consente l'equiparazione, ai fini del regime di
cumulo, con il pensionamento derivante da raggiungimento dei limiti di
età; tale equiparazione, sempre nei casi di scelta per il secondo
canale di età pensionabile, sussiste solo al raggiungimento di 40 anni
di servizio effettivo.
Alla luce delle considerazioni sopra esposte, le sedi
dell'Istituto sono tenute a verificare il regime di cumulo
applicabile ai medici che abbiano usufruito della facoltà di
riassunzione in servizio in applicazione del citato articolo 22, comma
3, della L. n. 183/2010 e ad operare secondo le indicazioni
specificate nella presente nota avendo altresì cura di renderne noto
il contenuto anche alle amministrazioni iscritte che hanno personale
interessato dalla normativa richiamata.
Il Dirigente generale
Dott. Giorgio Fiorino
L. 4 novembre 2010, n. 183, art. 22
D.Lgs. 30 dicembre 1992, n. 502, art. 15-nonies
D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1092, art. 133
D.P.R. 29 dicembre 1973, n. 1092, art. 134
morbo Parkinson,scoperto in Sardegna gene responsabilE
SALUTE: MORBO PARKINSON,SCOPERTO IN SARDEGNA GENE
RESPONSABILE =
(AGI) - Cagliari, 24 giu. - Un nuovo gene responsabile della
malattia di Parkinson e' stato scoperto in Sardegna. E' il
risultato di uno studio coordinato dalla Neurologia
dell'azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, diretta da
Maurizio Melis, cui hanno partecipato neurologi dell'ospedale
San Francesco di Nuoro, in collaborazione con i neurogenetisti
del dipartimento di Genetica Clinica dell'Erasmus di Rotterdam.
Il morbo di Parkinson e' una patologia neurodegenerativa
che colpisce, in Italia, 200.000 persone, di cui 10.000 sotto i
40 anni. La ricerca e' stata recentemente pubblicata sulla
rivista "Neurogenetics" e ruota attorno a un gene, il "Tardbp",
che codifica la TDP-43 [transactive response (TAR) DNAbinding
protein-43"]. Questa proteina mutata rappresentava, sino a
oggi, la principale componente delle lesioni istopatologiche in
malattie neurodegenerative, come la frontotemporal lobar
degeneration (FTLD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Inclusioni contenenti la TDP-43 erano state riscontrate in
associazione ai Corpi di Lewy, in studi autoptici su cervelli
di pazienti affetti da varie forme di parkinsonismi. La
Sardegna, con il suo corredo genetico appariva lo scenario
ideale per la ricerca di una disfunzione del gene in pazienti
con il Parkinson e in altri persone portatrici di mutazioni
genetiche del Tardbp e affetti da altre patologie
neurodegenerative, come la Sla.
Il lavoro da poco pubblicato e' stato condotto su 327
pazienti sardi con Parkinson (88 casi familiari, 239 sporadici)
e 578 controlli sempre di origine sarda. La ricerca si e'
basata su una banca dati del Dna, nata nel 2005 al Centro
Parkinson dell'ospedale Brotzu (responsabile Giovanni Cossu
con la collaborazione della dottoressa Daniela Murgia) e che
oggi puo' contare su quasi 1.000 campioni a disposizione della
ricerca. La mutazione e' stata riscontrata in una proporzione
significativa di pazienti [8 casi (2.5%)] e in nessuno dei
controlli. Questi risultati, oltre a indicare che, sino a oggi,
la mutazione Tardbp rappresenta il piu' frequente singolo
fattore di rischio genetico per la malattia di Parkinson nella
popolazione sarda, supportano l'ipotesi che patologie
apparentemente dissimili potrebbero rappresentare diverse facce
di un unico spettro clinico ("Tardbp-patie").
Futuri studi sono stati programmati per comprendere quali
siano i fattori genetici modificanti (o non genetici) capaci di
determinare fenotipi clinici cosi' differenti (Sla, Ftdl e lo
stesso morbo di Parkinson), associati ad una stessa mutazione
del gene Tardbp. (AGI)
Red-Rob
Red-Rob
241139 GIU 11
NNNN
(AGI) - Cagliari, 24 giu. - Un nuovo gene responsabile della
malattia di Parkinson e' stato scoperto in Sardegna. E' il
risultato di uno studio coordinato dalla Neurologia
dell'azienda ospedaliera Brotzu di Cagliari, diretta da
Maurizio Melis, cui hanno partecipato neurologi dell'ospedale
San Francesco di Nuoro, in collaborazione con i neurogenetisti
del dipartimento di Genetica Clinica dell'Erasmus di Rotterdam.
Il morbo di Parkinson e' una patologia neurodegenerativa
che colpisce, in Italia, 200.000 persone, di cui 10.000 sotto i
40 anni. La ricerca e' stata recentemente pubblicata sulla
rivista "Neurogenetics" e ruota attorno a un gene, il "Tardbp",
che codifica la TDP-43 [transactive response (TAR) DNAbinding
protein-43"]. Questa proteina mutata rappresentava, sino a
oggi, la principale componente delle lesioni istopatologiche in
malattie neurodegenerative, come la frontotemporal lobar
degeneration (FTLD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
Inclusioni contenenti la TDP-43 erano state riscontrate in
associazione ai Corpi di Lewy, in studi autoptici su cervelli
di pazienti affetti da varie forme di parkinsonismi. La
Sardegna, con il suo corredo genetico appariva lo scenario
ideale per la ricerca di una disfunzione del gene in pazienti
con il Parkinson e in altri persone portatrici di mutazioni
genetiche del Tardbp e affetti da altre patologie
neurodegenerative, come la Sla.
Il lavoro da poco pubblicato e' stato condotto su 327
pazienti sardi con Parkinson (88 casi familiari, 239 sporadici)
e 578 controlli sempre di origine sarda. La ricerca si e'
basata su una banca dati del Dna, nata nel 2005 al Centro
Parkinson dell'ospedale Brotzu (responsabile Giovanni Cossu
con la collaborazione della dottoressa Daniela Murgia) e che
oggi puo' contare su quasi 1.000 campioni a disposizione della
ricerca. La mutazione e' stata riscontrata in una proporzione
significativa di pazienti [8 casi (2.5%)] e in nessuno dei
controlli. Questi risultati, oltre a indicare che, sino a oggi,
la mutazione Tardbp rappresenta il piu' frequente singolo
fattore di rischio genetico per la malattia di Parkinson nella
popolazione sarda, supportano l'ipotesi che patologie
apparentemente dissimili potrebbero rappresentare diverse facce
di un unico spettro clinico ("Tardbp-patie").
Futuri studi sono stati programmati per comprendere quali
siano i fattori genetici modificanti (o non genetici) capaci di
determinare fenotipi clinici cosi' differenti (Sla, Ftdl e lo
stesso morbo di Parkinson), associati ad una stessa mutazione
del gene Tardbp. (AGI)
Red-Rob
Red-Rob
241139 GIU 11
NNNN
NGF in collirio migliora vista bimbi affetti da glioma
SALUTE: NGF IN COLLIRIO MIGLIORA VISTA BIMBI
AFFETTI DA GLIOMA =
(AGI) - Roma, 24 giu. - La somministrazione di un collirio a
base di Nerve Growth Factor (NGF) in pazienti pediatrici e
adulti affetti da gliomi delle vie ottiche (GVO) ha evidenziato
effetti significativi sul sistema visivo, migliorandone,
temporaneamente, l'acuita' visiva. E' questo, in sintesi, il
risultato di una sperimentazione condotta attraverso due studi
pilota, uno su 6 bambini e adolescenti, un secondo su un
adulto, affetti da gravi deficit visivi secondari a GVO.
Gli studi sono stati effettuati da ricercatori
dell'Universita' Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma prof.
Benedetto Falsini, dell'Unita' Operativa di Oftalmologia, e
dott. Antonio Chiaretti, dell'Istituto di Clinica Pediatrica,
con il coordinamento del prof. Riccardo Riccardi, direttore
dell'Unita' Operativa di Oncologia Pediatrica del Gemelli,
recentemente pubblicati su "Neurorehabilitation and Neural
Repair", rivista ufficiale della Societa' americana di
Neuroriabilitazione.
Tale promettente risultato deriva dal fatto che i
recettori per l'NGF, tramite i quali si esplica l'azione di
questa famosa neurotrofina, scoperta dal Nobel Rita Levi
Montalcini, sono presenti lungo tutte le vie di conduzione e le
cellule ganglionari retiniche. "E' stato dimostrato, infatti,
che la somministrazione congiuntivale di NGF e' efficace nel
trattamento di pazienti con ulcere corneali e con gravi deficit
visivi secondari al glaucoma", spiega il professor Benedetto
Falsini.
"Il Nerve Growth Factor (NGF) e' una neurotrofina,
fondamentale per lo sviluppo e la sopravvivenza dei neuroni del
Sistema Nervoso Centrale e Periferico", sottolinea il dottor
Antonio Chiaretti. "Per la sua azione neuroprotettiva -
prosegue il ricercatore - la somministrazione intracerebrale di
NGF e' stata gia' sperimentata per il trattamento di alcune
patologie neurologiche degenerative, quali il morbo di
Parkinson e la malattia di Alzheimer". (AGI)
Rmg
241144 GIU 11
NNNN
(AGI) - Roma, 24 giu. - La somministrazione di un collirio a
base di Nerve Growth Factor (NGF) in pazienti pediatrici e
adulti affetti da gliomi delle vie ottiche (GVO) ha evidenziato
effetti significativi sul sistema visivo, migliorandone,
temporaneamente, l'acuita' visiva. E' questo, in sintesi, il
risultato di una sperimentazione condotta attraverso due studi
pilota, uno su 6 bambini e adolescenti, un secondo su un
adulto, affetti da gravi deficit visivi secondari a GVO.
Gli studi sono stati effettuati da ricercatori
dell'Universita' Cattolica-Policlinico A. Gemelli di Roma prof.
Benedetto Falsini, dell'Unita' Operativa di Oftalmologia, e
dott. Antonio Chiaretti, dell'Istituto di Clinica Pediatrica,
con il coordinamento del prof. Riccardo Riccardi, direttore
dell'Unita' Operativa di Oncologia Pediatrica del Gemelli,
recentemente pubblicati su "Neurorehabilitation and Neural
Repair", rivista ufficiale della Societa' americana di
Neuroriabilitazione.
Tale promettente risultato deriva dal fatto che i
recettori per l'NGF, tramite i quali si esplica l'azione di
questa famosa neurotrofina, scoperta dal Nobel Rita Levi
Montalcini, sono presenti lungo tutte le vie di conduzione e le
cellule ganglionari retiniche. "E' stato dimostrato, infatti,
che la somministrazione congiuntivale di NGF e' efficace nel
trattamento di pazienti con ulcere corneali e con gravi deficit
visivi secondari al glaucoma", spiega il professor Benedetto
Falsini.
"Il Nerve Growth Factor (NGF) e' una neurotrofina,
fondamentale per lo sviluppo e la sopravvivenza dei neuroni del
Sistema Nervoso Centrale e Periferico", sottolinea il dottor
Antonio Chiaretti. "Per la sua azione neuroprotettiva -
prosegue il ricercatore - la somministrazione intracerebrale di
NGF e' stata gia' sperimentata per il trattamento di alcune
patologie neurologiche degenerative, quali il morbo di
Parkinson e la malattia di Alzheimer". (AGI)
Rmg
241144 GIU 11
NNNN
salute: 'divorata' da acaro tarlo mobili antichi, 150 punture in una notte = ponfi rossi e pruriginosi su tutto il corpo - la dermatologa, si rischia shock anafilattico
SALUTE: 'DIVORATA' DA ACARO TARLO MOBILI ANTICHI, 150 PUNTURE IN UNA NOTTE =
PONFI ROSSI E PRURIGINOSI SU TUTTO IL CORPO
Roma, 24 giu. (Adnkronos/Adnkronos Salute) - Una notte agitata
nella camera da letto della casa di campagna, arredata con mobili di
famiglia antichi e preziosi. E un brusco risveglio al mattino,
letteralmente divorata da ponfi rossi, pruriginosi e dolorosi su tutto
il corpo, viso compreso. La brutta avventura e' capitata lo scorso
fine settimana a F. A., veterinaria romana di 37 anni, che dopo un
iniziale sgomento e il timore di essere incappata in qualche
parassita, anche a causa del suo lavoro, ha scoperto il colpevole:
l'acaro del tarlo del legno.
"Una diagnosi veloce, anche perche' lo stesso tipo di problema
l'aveva avuto una mia zia che aveva in casa alcuni dei mobili di
famiglia. Per lei pero' - racconta F. A. all'Adnkronos Salute - la
fase del dubbio e' durata piu' a lungo: non si riusciva a capire quale
insetto avesse provocato le punture che comparivano sul corpo di
diversi componenti della sua famiglia". Se il tarlo del legno e'
confinato, appunto, nei mobili - e quando fuoriesce non 'punge' gli
esseri umani - i minuscoli animaletti che li 'accompagnano'
occasionalmente possono attaccare l'uomo. Sempre associati alla
contemporanea presenza dei tarli, i nemici degli amanti dei mobili
antichi sono appunto acari, appartenenti al genere Pyemotes. Si tratta
di parassiti del tarlo, le cui punture provocano ponfi
pruriginosissimi e generalmente molto numerosi.
"Il dermatologo ne ha contati circa 150, su addome, schiena,
braccia, gambe e perfino sul collo e sul viso. E oggi, a distanza di
qualche giorno dall'inizio della terapia - dice F. A. - il prurito e'
ancora molto intenso". Per risolvere il problema e' necessario
provvedere tempestivamente a bonificare i mobili o il legname da
ardere: l'eliminazione dei tarli coincide immancabilmente con la
scomparsa degli acari. "Si tratta di un problema serio, anche perche'
se i ponfi sono molto numerosi si rischia anche lo shock
analfilattico", dice la dermatologa Riccarda Serri, presidente di
Skineco, associazione internazionale di ecodermatologia. (segue)
(Mal/Col/Adnkronos)
24-GIU-11 13:42
NNNNSALUTE: 'DIVORATA' DA ACARO TARLO MOBILI ANTICHI, 150 PUNTURE IN UNA NOTTE (2) =
LA DERMATOLOGA, SI RISCHIA SHOCK ANAFILATTICO
(Adnkronos/Adnkronos Salute) - "E' un inconveniente non
rarissimo, legato soprattutto alla presenza di legna e mobili antichi.
Mi e' capitato il caso della moglie di un paziente che, ogni volta che
andava nella sua casa di montagna, si ricopriva di ponfi rossi e
pruriginosi. Ma e' passato del tempo prima che il problema fosse messo
in relazione con la casa, e quindi con i mobili. Il problema inoltre
e' che ci si accorge dell'attacco dopo che questo e' avvenuto, e
dunque i ponfi possono facilmente essere diverse decine".
Cosa fare, allora? "In questi casi occorre assumere un
antistaminico per bocca e applicare una crema cortisonica e
antibiotica sulla pelle. Puo' essere necessario anche assumere
cortisone per bocca. E' fondamentale - sottolinea la dermatologa -
verificare che i ponfi non si siano infettati. In persone
particolarmente reattive l'attacco dell'acaro puo' scatenare una
reazione allergica". Insomma, "chi eredita mobili antichi, li acquista
o vive in case di legno farebbe bene a controllare che non siano
presenti i tarli e i loro pericolosi e 'invisibili' compagni",
conclude Serri.
(Mal/Col/Adnkronos)
24-GIU-11 13:54
NNNN
giovedì 23 giugno 2011
(ER) SICUREZZA RIMINI. PER ESTATE 60 POLIZIOTTI IN MENO DEL 2010 SILP: MINISTERO TAGLIA PERSONALE MA CHIEDE DI MANTENERE PRESIDII
(ER) SICUREZZA RIMINI. PER ESTATE 60 POLIZIOTTI IN
MENO DEL 2010
SILP: MINISTERO TAGLIA PERSONALE MA CHIEDE DI MANTENERE PRESIDII
(DIRE) Rimini, 23 giu. - Arrivano 80 agenti contro i 140 dello
scorso anno: sono quasi dimezzati i rinforzi per l'estate che il
ministero dell'Interno concede alla polizia di Rimini. Lo rende
noto in un comunicato la Silp-Cgil di Rimini, che riferisce di
aver appreso la notizia questa mattina dal questore Oreste
Capocasa. Ai colleghi della Stradale arrivera' il supporto di 8
agenti, 10 quelli assegnati alla Polfer mentre non sono previste
integrazioni di organico per la Polizia di frontiera
dell'aeroporto di Rimini. Il ministero dell'Interno ha anche
ribadito l'obbligatoriera' a mantenere aperti i posti di polizia
estivi di Bellaria e Riccione, "pur diminuendo quasi della meta'
gli agenti", commentano dal sindacato.
L'esponente della segreteria Silp di Rimini Alberto Oppi
spiega quindi di "attendere quale sara' la reazione del Prefetto
che gia' domani incontrera' il questore per discutere delle
decisioni assunte dal Ministero", e di sperare che "anche dal
Prefetto possa levarsi la stessa posizione critica da noi assunta
rispetto ad una situazione oggettivamente inaccettabile".
Infatti, spiega Oppi, "a fronte di una criminalita' crescente e
in vista di una stagione estiva che si presenta ricca di eventi
capaci di attirare tantissime persone, come la Notte Rosa,
cittadini, turisti e operatori di polizia si troveranno invece
piu' sguarniti di uomini e mezzi addetti alla sicurezza".
(Com/Jaf/ Dire)
17:51 23-06-11
NNNN
SILP: MINISTERO TAGLIA PERSONALE MA CHIEDE DI MANTENERE PRESIDII
(DIRE) Rimini, 23 giu. - Arrivano 80 agenti contro i 140 dello
scorso anno: sono quasi dimezzati i rinforzi per l'estate che il
ministero dell'Interno concede alla polizia di Rimini. Lo rende
noto in un comunicato la Silp-Cgil di Rimini, che riferisce di
aver appreso la notizia questa mattina dal questore Oreste
Capocasa. Ai colleghi della Stradale arrivera' il supporto di 8
agenti, 10 quelli assegnati alla Polfer mentre non sono previste
integrazioni di organico per la Polizia di frontiera
dell'aeroporto di Rimini. Il ministero dell'Interno ha anche
ribadito l'obbligatoriera' a mantenere aperti i posti di polizia
estivi di Bellaria e Riccione, "pur diminuendo quasi della meta'
gli agenti", commentano dal sindacato.
L'esponente della segreteria Silp di Rimini Alberto Oppi
spiega quindi di "attendere quale sara' la reazione del Prefetto
che gia' domani incontrera' il questore per discutere delle
decisioni assunte dal Ministero", e di sperare che "anche dal
Prefetto possa levarsi la stessa posizione critica da noi assunta
rispetto ad una situazione oggettivamente inaccettabile".
Infatti, spiega Oppi, "a fronte di una criminalita' crescente e
in vista di una stagione estiva che si presenta ricca di eventi
capaci di attirare tantissime persone, come la Notte Rosa,
cittadini, turisti e operatori di polizia si troveranno invece
piu' sguarniti di uomini e mezzi addetti alla sicurezza".
(Com/Jaf/ Dire)
17:51 23-06-11
NNNN
P4: GENCHI, COSI' ERA CONTROLLATO ROMANO PRODI
P4: GENCHI, COSI' ERA CONTROLLATO ROMANO PRODI
(ANSA) - PALERMO, 23 GIU - ''Non mi stupisce il fatto che ad
Angelo Rovati sia stata trovata una mia relazione di consulenza
per l'indagine Why not''. Lo ha detto il consulente informatico
Gioacchino Genchi, che ora esercita la professionale legale, a
proposito delle dichiarazioni di Angelo Rovati (ex consulente di
Prodi a palazzo Chigi) ai magistrati che indagano sulla P4.
''Ho scritto quella consulenza - ha aggiunto Genchi - prima
che mi fosse revocato l'incarico e prima che Berlusconi parlasse
da Olbia del 'piu' grande scandalo della storia della
Repubblica'. Su Rovati si incentravano i rapporti di quel
network di imprenditoria, informazione e finanza che ha
sostanzialmente portato alla fossa Romano Prodi''.
Secondo Genchi, la sua consulenza aveva ''gia' rilevato i
rapporti di Rovati con Luigi Bisignani, con Franco Bonferroni di
Finmeccanica, con apparati dei servizi di sicurezza e con
Giancarlo Elia Valori - di cui stranamente si parla molto poco
in questi giorni - e con quei soggetti che avevano fornito a
Prodi il cellulare intestato alla Delta, quando era rientrato
dalla Commissione Europea e preparava la campagna elettorale''.
''Con quel cellulare - ha concluso Genchi - avevano modo di
controllare ogni suo contatto e spostamento. Oggi si leggono
meglio talune vicende, come quella di Sircana, e si capisce pure
l'operazione che e' stata fatta su Mastella per far cadere il
governo Prodi''. (ANSA).
YP8-FK
23-GIU-11 17:45 NNNN
(ANSA) - PALERMO, 23 GIU - ''Non mi stupisce il fatto che ad
Angelo Rovati sia stata trovata una mia relazione di consulenza
per l'indagine Why not''. Lo ha detto il consulente informatico
Gioacchino Genchi, che ora esercita la professionale legale, a
proposito delle dichiarazioni di Angelo Rovati (ex consulente di
Prodi a palazzo Chigi) ai magistrati che indagano sulla P4.
''Ho scritto quella consulenza - ha aggiunto Genchi - prima
che mi fosse revocato l'incarico e prima che Berlusconi parlasse
da Olbia del 'piu' grande scandalo della storia della
Repubblica'. Su Rovati si incentravano i rapporti di quel
network di imprenditoria, informazione e finanza che ha
sostanzialmente portato alla fossa Romano Prodi''.
Secondo Genchi, la sua consulenza aveva ''gia' rilevato i
rapporti di Rovati con Luigi Bisignani, con Franco Bonferroni di
Finmeccanica, con apparati dei servizi di sicurezza e con
Giancarlo Elia Valori - di cui stranamente si parla molto poco
in questi giorni - e con quei soggetti che avevano fornito a
Prodi il cellulare intestato alla Delta, quando era rientrato
dalla Commissione Europea e preparava la campagna elettorale''.
''Con quel cellulare - ha concluso Genchi - avevano modo di
controllare ogni suo contatto e spostamento. Oggi si leggono
meglio talune vicende, come quella di Sircana, e si capisce pure
l'operazione che e' stata fatta su Mastella per far cadere il
governo Prodi''. (ANSA).
YP8-FK
23-GIU-11 17:45 NNNN
DROGA: GIANPAOLO TARANTINI CONDANNATO A 2 ANNI E 2 MESI
DROGA: GIANPAOLO TARANTINI CONDANNATO A 2 ANNI E 2 MESI =
(AGI) - Bari, 23 giu. - L'imprenditore barese Gianpaolo
Tarantini e' stato condannato, col rito abbreviato, a 2 anni e
2 mesi di reclusione al processo, celebrato a porte chiuse, per
detenzione e cessione di droga durante i coca party dell'estate
2008. Per Tarantini, noto alle cronache per le inchieste sulla
sanita' in Puglia e per la vicenda delle 'escort' che avrebbero
partecipato alle feste organizzate nelle residenze private del
premier Silvio Berlusconi tra il 2008 e il 2009, l'accusa aveva
chiesto la condanna a 4 anni di carcere. Per i pubblici
ministeri Pino Scelsi, Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia,
Gianpaolo Tarantini - che ha collaborato alle indagini - ha
acquistato e ceduto dosi di cocaina agli ospiti dei 'coca
party' nelle sue ville di Giovinazzo (Ba) e in Sardegna. (AGI)
Ba2/Tib
231751 GIU 11
NNNN
(AGI) - Bari, 23 giu. - L'imprenditore barese Gianpaolo
Tarantini e' stato condannato, col rito abbreviato, a 2 anni e
2 mesi di reclusione al processo, celebrato a porte chiuse, per
detenzione e cessione di droga durante i coca party dell'estate
2008. Per Tarantini, noto alle cronache per le inchieste sulla
sanita' in Puglia e per la vicenda delle 'escort' che avrebbero
partecipato alle feste organizzate nelle residenze private del
premier Silvio Berlusconi tra il 2008 e il 2009, l'accusa aveva
chiesto la condanna a 4 anni di carcere. Per i pubblici
ministeri Pino Scelsi, Ciro Angelillis ed Eugenia Pontassuglia,
Gianpaolo Tarantini - che ha collaborato alle indagini - ha
acquistato e ceduto dosi di cocaina agli ospiti dei 'coca
party' nelle sue ville di Giovinazzo (Ba) e in Sardegna. (AGI)
Ba2/Tib
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