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venerdì 14 novembre 2025

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Russofilia, russofobia, verità al Circolo La Poderosa di Torino, mercole...

UCRAINA: ZAKHAROVA, 'SI' A VERTICE TRUMP-PUTIN IN UNGHERIA SE SU BASE RISULTATI ANCHORAGE' =

ADN0890 7 EST 0 ADN EST NAZ UCRAINA: ZAKHAROVA, 'SI' A VERTICE TRUMP-PUTIN IN UNGHERIA SE SU BASE RISULTATI ANCHORAGE' = Mosca, 14 nov. (Adnkronos) - Il governo di Mosca resta aperto all'idea di un vertice in Ungheria tra i presidenti di Russia e Stati Uniti Vladimir Putin e Donald Trump, se fondato sui risultati dell'incontro avuto ad agosto in Alaska. "Continuiamo ad essere pronti a celebrare un secondo vertice russo-statunitense a Budapest se davvero si baserà sui risultati già raggiunti in Alaska", ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sottolineando l'importanza di una ripresa di contatti tra i ministri degli Esteri dei due paesi. Zakharova ha rivelato che "non ci sono stati contatti" tra Sergei Lavrov e Marco Rubio dopo Anchorage e il loro successivo colloquio telefonico e che entrambi hanno concordato "sulla necessità di mantenere una comunicazione regolare", secondo Interfax. "Con l'arrivo della nuova amministrazione (negli Stati Uniti), percepiamo un significativo desiderio o la volontà da parte loro di riprendere il dialogo", ha detto Zakharova. "È qualcosa che sta accadendo, ma certamente non così rapidamente come vorremmo", ha concluso durante una conferenza stampa nella capitale russa. (Red-Est/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 14-NOV-25 15:45  

MANOVRA: CGIL, OLTRE 22,6 MLN PRELEVATI DAI TFS/TFR E SOTTRATTI AI LAVORATORI PUBBLICI =

LAB0188 7 LAV 0 LAB LAV NAZ MANOVRA: CGIL, OLTRE 22,6 MLN PRELEVATI DAI TFS/TFR E SOTTRATTI AI LAVORATORI PUBBLICI = Con l'anticipo di 3 mesi decade la detassazione prevista e ogni lavoratore perde 750 euro Roma, 14 nov. (Labitalia) - La legge di Bilancio 2026 "è l'ennesima beffa ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici. Il governo tenta di far passare come 'sconto' un intervento che, in realtà, sottrae ancora una volta risorse a chi ha già subito anni di penalizzazioni: oltre 22,6 milioni di euro prelevati direttamente dai Tfs/Tfr delle persone che vanno in pensione''. Lo denunciano Cgil nazionale, Flc Cgil, Fp Cgil e Spi Cgil spiegando che ''l'articolo 44, presentato come misura per migliorare i tempi di pagamento del Tfs e del Tfr, è un'operazione puramente di facciata, che finisce invece per aggravare ulteriormente la condizione economica delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici''. La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 130 del 2023, ricordano le sigle sindacali, "aveva chiesto al legislatore di eliminare la disparità irragionevole tra pubblico e privato nei tempi di liquidazione del Tfs/Tfr. Il governo risponde con un anticipo di soli tre mesi per le sole pensioni di vecchiaia, lasciando immutati i lunghissimi differimenti e la rateizzazione che può arrivare fino a sette anni. In questo modo, il problema strutturale resta intatto, il monito della Corte viene ignorato e la discriminazione continua senza alcuna correzione''. ''Vi è poi un aspetto ancora più grave - sottolineano Cgil, Fp, Flc e Spi - nascosto nella relazione tecnica e mai dichiarato pubblicamente: l'anticipo dei tre mesi cancella automaticamente la detassazione prevista fino a 50.000 euro per i pagamenti effettuati a partire da dodici mesi dalla cessazione. Con il nuovo anticipo questo requisito non si matura più e ogni lavoratrice e lavoratore non riceverà 750 euro. Su una platea di 30.122 pensionamenti di vecchiaia, come indicato nella relazione tecnica, le risorse recuperate raggiungeranno 22,6 milioni di euro''. "Questa norma, inutile e sbagliata, si somma alla pesante perdita del potere d'acquisto delle liquidazioni che, come abbiamo già calcolato può variare tra 17.000 e 41.000 euro a causa dell'inflazione e del mancato rendimento: quasi 18.000 euro per chi percepisce 30.000 euro, oltre 25.000 euro per chi ha uno stipendio di 40.000 euro e più di 41.000 euro per retribuzioni pari a 60.000 euro'', aggiungono Cgil, Fp, Flc e Spi. "Questa legge di Bilancio si inserisce in una strategia più ampia di svalutazione del lavoro pubblico, nessun finanziamento adeguato ai rinnovi contrattuali, nessun intervento per valorizzare chi garantisce ogni giorno la continuità amministrativa e i servizi fondamentali. I Ccnl pubblici del triennio 2022/24 che Fp Cgil e Flc Cgil non hanno sottoscritto hanno determinato una perdita media salariale di oltre il 10%''. Sul fronte previdenziale ''la propaganda del Governo sul presunto superamento della riforma Monti-Fornero contrasta con la realtà dei fatti: flessibilità azzerata, requisiti che continuano a crescere, pensioni sempre più lontane e sempre più povere. A ciò si aggiungono tagli pesantissimi e con effetto retroattivo alle aliquote di rendimento pensionistico per coloro che hanno almeno un anno contribuzione ante 1995, nelle gestioni Cpdel, Cps, Cpi, Cpug. Continueremo ad opporci a questo vero e proprio sequestro del Tfs/fr dei dipendenti pubblici anche in sede giudiziaria''. Il 12 dicembre, concludono, "sciopereremo per affermare che il lavoro non può essere considerato un costo da comprimere, ma un valore da tutelare; per rivendicare pensioni giuste, la piena parificazione con il settore privato nei tempi di pagamento del Tfs/Tfr, rinnovi contrattuali adeguati e una riforma previdenziale che restituisca equità e dignità a tutte e tutti''. (Red-Lab/Labitalia) ISSN 2499 - 3166 14-NOV-25 14:21  

--MANOVRA. CGIL: ALTRA BEFFA DEL GOVERNO, FURTO DA 22,6 MILIONI DAI TFR

DIR1568 3 POL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT --MANOVRA. CGIL: ALTRA BEFFA DEL GOVERNO, FURTO DA 22,6 MILIONI DAI TFR (DIRE) Roma, 14 nov. - "La Legge di Bilancio 2026 è l'ennesima beffa ai danni delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici. Il Governo tenta di far passare come 'sconto' un intervento che, in realtà, sottrae ancora una volta risorse a chi ha già subito anni di penalizzazioni: oltre 22,6 milioni di euro prelevati direttamente dai TFS/TFR delle persone che vanno in pensione". È quanto denunciano Cgil nazionale, Flc Cgil, Fp Cgil e Spi Cgil. Confederazione, Federazioni e Sindacato dei pensionati spiegano infatti che "l'articolo 44, presentato come misura per migliorare i tempi di pagamento del TFS e del TFR, è un'operazione puramente di facciata, che finisce invece per aggravare ulteriormente la condizione economica delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici". Ricordano che "la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 130 del 2023, aveva chiesto al legislatore di eliminare la disparità irragionevole tra pubblico e privato nei tempi di liquidazione del TFS/TFR. Il Governo risponde con un anticipo di soli tre mesi per le sole pensioni di vecchiaia, lasciando immutati i lunghissimi differimenti e la rateizzazione che può arrivare fino a sette anni. In questo modo, il problema strutturale resta intatto, il monito della Corte viene ignorato e la discriminazione continua senza alcuna correzione". "Vi è poi un aspetto ancora più grave - sottolineano Cgil, Fp, Flc e Spi - nascosto nella relazione tecnica e mai dichiarato pubblicamente: l'anticipo dei tre mesi cancella automaticamente la detassazione prevista fino a 50.000 euro per i pagamenti effettuati a partire da dodici mesi dalla cessazione. Con il nuovo anticipo questo requisito non si matura più e ogni lavoratrice e lavoratore non riceverà 750 euro. Su una platea di 30.122 pensionamenti di vecchiaia, come indicato nella relazione tecnica, le risorse recuperate raggiungeranno 22,6 milioni di euro".? Inoltre, "questa norma, inutile e sbagliata, si somma alla pesante perdita del potere d'acquisto delle liquidazioni che, come abbiamo già calcolato, può variare tra 17.000 e 41.000 euro a causa dell'inflazione e del mancato rendimento: quasi 18.000 euro per chi percepisce 30.000 euro, oltre 25.000 euro per chi ha uno stipendio di 40.000 euro e più di 41.000 euro per retribuzioni pari a 60.000 euro".(SEGUE) (Tar/ Dire) 14:24 14-11-25

  --MANOVRA. CGIL: ALTRA BEFFA DEL GOVERNO, FURTO DA 22,6 MILIONI DAI TFR -2-
DIR1569 3 POL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT --MANOVRA. CGIL: ALTRA BEFFA DEL GOVERNO, FURTO DA 22,6 MILIONI DAI TFR -2- (DIRE) Roma, 14 nov. - Per la Cgil "questa Legge di Bilancio si inserisce in una strategia più ampia di svalutazione del lavoro pubblico, nessun finanziamento adeguato ai rinnovi contrattuali, nessun intervento per valorizzare chi garantisce ogni giorno la continuità amministrativa e i servizi fondamentali. I Ccnl pubblici del triennio 2022/24 che Fp Cgil e Flc Cgil non hanno sottoscritto hanno determinato una perdita media salariale di oltre il 10%". Sul fronte previdenziale "la propaganda del Governo sul presunto superamento della riforma Monti-Fornero contrasta con la realtà dei fatti: flessibilità azzerata, requisiti che continuano a crescere, pensioni sempre più lontane e sempre più povere. A ciò si aggiungono tagli pesantissimi e con effetto retroattivo alle aliquote di rendimento pensionistico per coloro che hanno almeno un anno contribuzione ante 1995, nelle gestioni Cpdel, Cps, Cpi, Cpug. Continueremo ad opporci a questo vero e proprio sequestro del TFS/TFR dei dipendenti pubblici anche in sede giudiziaria". Cgil, Flc, Fp e Spi ribadiscono che "un cambiamento vero non è più rinviabile: servono rispetto, diritti e risorse, a partire da ulteriori stanziamenti per i CCNL 2025/27, per chi tiene in piedi ogni giorno il Paese. Il 12 dicembre - concludono - sciopereremo per affermare che il lavoro non può essere considerato un costo da comprimere, ma un valore da tutelare; per rivendicare pensioni giuste, la piena parificazione con il settore privato nei tempi di pagamento del TFS/TFR, rinnovi contrattuali adeguati e una riforma previdenziale che restituisca equità e dignità a tutte e tutti". (Tar/ Dire) 14:24 14-11-25 NNNN

NTW Press - Pensioni e disuguaglianze: l’analisi Cgil Sondrio conferma un divario di genere che si aggrava

NTW Press - Pensioni e disuguaglianze: l'analisi Cgil Sondrio conferma un divario di genere che si aggrava

Pensioni e disuguaglianze: l'analisi Cgil Sondrio conferma un divario di genere che si aggrava

Un'analisi della Cgil di Sondrio rivela un divario di genere crescente nell'accesso alla pensione e negli importi percepiti: le donne lavorano più a lungo, guadagnano meno e ricevono assegni significativamente inferiori rispetto agli uomini.



Sondrio, Venerdì 14 Novembre 2025 11:33

 

Le discriminazioni nel mondo del lavoro e nel sistema pensionistico continuano a colpire in modo rilevante le donne, anche in provincia di Sondrio. È quanto emerge dall'analisi del Centro Studi della Cgil, che fotografa la situazione delle pensioni erogate nel 2025 sul territorio provinciale, mettendole a confronto con i dati regionali e nazionali.

Il comunicato della Cgil sottolinea sin dall'inizio come "le donne percepiscono salari più bassi della media maschile e quando vanno in pensione gli assegni mensili sono molto inferiori a quelli degli uomini".

Una condizione che ha origine nel mercato del lavoro e che inevitabilmente si ripercuote sulle prestazioni previdenziali.

Accesso alla pensione: le donne si ritirano più tardi

I dati dell'INPS di Sondrio mostrano un allungamento costante dell'età media di pensionamento per le donne. Nel 2022 l'età si attestava a 63,9 anni, nel 2023 a 64,1, fino ai 64,5 del 2024, con un divario rispetto agli uomini che supera i due anni. La Cgil denuncia come «i cambiamenti legislativi […] non abbiano per nulla efficacia e le donne accedano alla pensione sempre più anziane e sempre più tardi rispetto agli uomini».

Il settore privato: importi tra i più bassi della Lombardia

Dei 67.319 assegni totali erogati in provincia nel 2025, 45.068 provengono dal settore privato. Qui si registrano alcune delle differenze più marcate.
L'importo medio lordo mensile, pari a 1.056,55 euro, è il più basso della Lombardia e inferiore del 20% rispetto alla media regionale.

Quasi il 55% delle pensioni è percepito da donne, una prevalenza dovuta però non a migliori condizioni lavorative, bensì alla maggiore longevità femminile. Guardando ai pensionati sotto i 70 anni, infatti, il 56,56% sono uomini e solo il 43,44% donne. «Per molte donne l'accesso alla pensione è addirittura negato e spesso il primo assegno pensionistico è quello di reversibilità», si legge nel comunicato.

Il divario è particolarmente evidente nelle pensioni anticipate: solo il 24,8% degli assegni spetta a donne, contro il 75,2% destinato a uomini. Le ragioni, ribadisce la Cgil, risiedono in «discontinuità, precarietà, part-time involontari e minor salario, ai quali si affiancano le difficoltà nel conciliare i tempi di lavoro e di cura».

Importi medi: un gap che colpisce due volte

Nel privato il gender gap emerge in modo netto.

L'assegno medio anticipato è di 2.001,83 euro per gli uomini e 1.374,57 euro per le donne (68,6%).

La pensione di vecchiaia si attesta a 899,84 euro per gli uomini contro 638,85 euro per le donne (71%).

Si tratta di una "doppia diseguaglianza di genere: nell'accesso alla pensione e nel valore di quanto percepito".

Anche le pensioni liquidate nel 2024 confermano la tendenza: solo il 41,9% delle nuove prestazioni va a donne, che ricevono assegni notevolmente inferiori rispetto ai coetanei uomini.

Il pubblico impiego: più donne, ma importi ancora squilibrati

Nel settore pubblico vengono erogate 11.471 pensioni, di cui il 63,3% a donne. La presenza femminile prevale in settori come scuola, sanità ed enti locali, contribuendo a ridurre il divario numerico nell'accesso alla pensione.

Tuttavia, gli importi rimangono sperequati:

Nelle pensioni anticipate, le donne percepiscono 1.894 euro contro i 2.599 degli uomini (72,8%).

Nelle pensioni di vecchiaia il divario è ancora più marcato: 1.896 euro per le donne, 3.438 euro per gli uomini (55,1%).

Le pensioni liquidate nel 2024 acuiscono ulteriormente il fenomeno: gli assegni di vecchiaia delle donne rappresentano solo il 39,3% di quelli maschili.

Le conclusioni della Cgil: "La dipendenza economica è una forma di violenza"

Nelle conclusioni del comunicato, Michela Turcatti, segretaria generale della Cgil di Sondrio, e Carla Bongio, segretaria dello Spi Cgil, richiamano l'urgenza di intervenire:

"Va urgentemente affrontato il gender gap […] Finché non vi sarà una redistribuzione equa delle responsabilità di cura […] non si potrà parlare di parità".

Le due rappresentanti denunciano inoltre come la difficoltà di accedere a posizioni apicali e i part-time involontari contribuiscano a pensioni sempre più povere.

Il riferimento al 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, è diretto:

"La dipendenza economica, prima e dopo, è di per sé un tipo di violenza".

La Cgil ribadisce la necessità di una pensione flessibile a partire dai 62 anni e di un riconoscimento previdenziale del lavoro di cura svolto dalle donne, per mettere fine a un sistema che le penalizza nell'intero arco della vita.

 

- Cgil, governo penalizza pubblici su liquidazione

Cgil, governo penalizza pubblici su liquidazione Anticipo tre mesi beffa, salta detassazione, furto da 22 milioni (ANSA) - ROMA, 14 NOV - La Cgil denuncia l'intervento della manovra di bilancio sul Tfr e il Tfs dei lavoratori pubblici come una "beffa" che di fatto sottrae a questi lavoratori 22,6 milioni. In una nota Cgil nazionale, Flc Cgil, Fp Cgil e Spi Cgil segnalano che l'anticipo di tre mesi per l'ottenimento del Tfr è "un'operazione puramente di facciata" che si accompagna alla cancellazione della detassazione prevista fino a 50.000 euro per i pagamenti effettuati a partire da dodici mesi dalla cessazione dal lavoro. Il sindacato ricorda che "la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 130 del 2023, aveva chiesto al legislatore di eliminare la disparità irragionevole tra pubblico e privato nei tempi di liquidazione del Tsf Tfr. "Il Governo - si legge - risponde con un anticipo di soli tre mesi per le sole pensioni di vecchiaia, lasciando immutati i lunghissimi differimenti e la rateizzazione che può arrivare fino a sette anni", in caso di uscita anticipata e di importi molto alti della liquidazione. "Vi è poi un aspetto ancora più grave - sottolineano Cgil, Fp, Flc e Spi - nascosto nella relazione tecnica e mai dichiarato pubblicamente: l'anticipo dei tre mesi cancella automaticamente la detassazione prevista fino a 50.000 euro per i pagamenti effettuati a partire da dodici mesi dalla cessazione. Con il nuovo anticipo questo requisito non si matura più e ogni lavoratrice e lavoratore non riceverà 750 euro. Su una platea di 30.122 pensionamenti di vecchiaia, come indicato nella relazione tecnica, le risorse recuperate raggiungeranno 22,6 milioni di euro".
 (ANSA). 

- Cgil, governo penalizza pubblici su liquidazione (2)
Cgil, governo penalizza pubblici su liquidazione (2) (ANSA) - ROMA, 14 NOV - La Cgil sottolinea che "questa norma, inutile e sbagliata, si somma alla pesante perdita del potere d'acquisto delle liquidazioni che può variare tra 17.000 e 41.000 euro a causa dell'inflazione e del mancato rendimento: quasi 18.000 euro per chi percepisce 30.000 euro, oltre 25.000 euro per chi ha uno stipendio di 40.000 euro e più di 41.000 euro per retribuzioni pari a 60.000 euro".
 Cgil, Flc, Fp e Spi ribadiscono che per il pubblico impiego "un cambiamento vero non è più rinviabile: servono rispetto, diritti e risorse, a partire da ulteriori stanziamenti per i contratti 2025/27, per chi tiene in piedi ogni giorno il Paese. Il 12 dicembre - concludono - sciopereremo per affermare che il lavoro non può essere considerato un costo da comprimere, ma un valore da tutelare; per rivendicare pensioni giuste, la piena parificazione con il settore privato nei tempi di pagamento del Tfs Tfr, rinnovi contrattuali adeguati e una riforma previdenziale che restituisca equità e dignità a tutte e tutti". Il Tfr viene erogato dopo i 12 mesi dall'uscita dal lavoro n caso di limiti di età, fine contratto Tempo determinato, risoluzione unilaterale dopo pensione anticipata e a 24 mesi negli altri casi di uscita come le dimissioni volontarie, il licenziamento, ecc. Ma questo è solo il momento di inizio della liquidazione perché tra i 50mila e i 100mila euro si devono attendere per la seconda tranche altri 12 mesi e in caso di liquidazioni superiori a 100mila euro le tranche diventano tre e i mesi complessivi possono arrivare a 48. (ANSA).
Nei ghiacci artici inquinanti di vecchia e nuova generazione
Sono comparsi anche farmaci e prodotti per la cura della persona
   (ANSA) - ROMA, 14 NOV - Nei ghiacci artici convivono ormai
inquinanti di vecchia e nuova generazione: oltre a pesticidi e
policlorobifenili, noti per la loro tossicità e per la loro
persistenza nell'ambiente e per questo ora vietati, sono emersi
in elevate quantità anche contaminanti mai individuati finora in
queste zone remote, come farmaci, prodotti per la cura della
persona e altri elementi generati dalla produzione di cosmetici.
Lo rivela l'analisi di campioni di neve e carote di ghiaccio
effettuata dal gruppo di ricerca italiano coordinato
dall'Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle
Ricerche di Roma e Venezia. Allo studio, che è stato pubblicato
sulle riviste Environmental Research e Journal of Hazardous
Materials, ha partecipato anche l'Università di Perugia.    I ricercatori coordinati da Luisa Patrolecco del Cnr-Isp di
Roma hanno svolto le loro analisi presso la Stazione artica
'Dirigibile Italia' del Cnr a Ny-Ålesund, nell'arcipelago delle
Isole Svalbard in Norvegia, dove tra 2022 e 2023 hanno prelevato
campioni da tre ghiacciai dell'Isola di Spitsbergen.
Inaspettatamente, oltre agli inquinanti già noti, sono comparse
le firme chimiche di altri composti derivanti da farmaci,
cosmetici e altri prodotti simili addirittura in quantità
superiore ai primi. Ciò indica che le nuove sostanze di uso
quotidiano stanno già entrando nei cicli naturali con effetti in
gran parte sconosciuti, e che è urgente dunque regolamentarne
l'utilizzo.    "Sappiamo che la neve artica cattura nell'atmosfera i
contaminanti - dice Tanita Pescatore del Cnr-Isp, co-autrice
dello studio - mentre il ghiaccio agisce come memoria,
conservando al suo interno gli inquinanti accumulatisi nel
tempo. Tuttavia, a causa del riscaldamento globale e della
fusione accelerata dei ghiacci, queste sostanze possono essere
nuovamente rilasciate nell'ambiente", avverte Pescatore. (ANSA).
14/11/2025 12:06
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