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venerdì 28 novembre 2025
Russia, Giappone: energia proveniente da Sakhalin-1 importante per nostra sicurezza
Russia, Giappone: energia proveniente da Sakhalin-1 importante per nostra sicurezza Russia, Giappone: energia proveniente da Sakhalin-1 importante per nostra sicurezza (Energia Oltre) Roma, 28/11/2025 - Garantire l'approvvigionamento energetico dall'estero, incluso il progetto Sakhalin, è estremamente importante per la sicurezza energetica del Giappone. Lo ha affermato il Ministero dell'Industria giapponese, rispondendo alle domande sulle sanzioni statunitensi nei confronti di un azionista chiave del progetto Sakhalin-1. Il mese scorso Washington ha sanzionato le principali compagnie petrolifere russe Rosneft, azionista di Sakhalin-1, e Lukoil, nell'ultimo provvedimento per costringere il Cremlino a porre fine alla guerra in Ucraina. La deroga per la fine delle operazioni è scaduta il 21 novembre. "Il governo giapponese continua a riconoscere che l'approvvigionamento energetico dall'estero, incluso il progetto Sakhalin, è estremamente importante per la sicurezza energetica del Giappone", ha dichiarato il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria in una nota all'agenzia Reuters. "Adotteremo le misure necessarie per garantire che la stabilità dell'approvvigionamento energetico del Giappone non venga compromessa", ha aggiunto il Ministero, che ha però non ha specificato l'impatto delle sanzioni sul progetto di cui il METI è azionista. La statunitense ExxonMobil - che deteneva una quota del 30% nel progetto Sakhalin-1 - ha lasciato la Russia nel 2022, dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Prima dell'uscita di Exxon, Rosneft e l'indiana ONGC Videsh possedevano ciascuna una quota del 20% nel progetto, mentre un altro 30% era controllato dal consorzio SODECO, che comprendeva METI, Marubeni, Itochu, Japan Petroleum Exploration e Inpex. (Energia Oltre - ANR) (anr) 20251128T115740Z
Energia, Szijjarto: l'Ungheria proseguirà la cooperazione con la Russia
Energia, Szijjarto: l'Ungheria proseguirà la cooperazione con la Russia Energia, Szijjarto: l'Ungheria proseguirà la cooperazione con la Russia (Energia Oltre) Roma, 28/11/2025 - L'Ungheria intende proseguire la cooperazione energetica con la Russia, "in quanto pienamente in linea con i nostri interessi nazionali". Lo ha dichiarato il ministro degli Affari Esteri ungherese, Peter Szijjarto, in occasione della visita del premier Viktor Orban a Mosca. "La cooperazione energetica tra Ungheria e Russia è nei nostri interessi fondamentali e abbandonarla sarebbe contrario agli interessi nazionali dell'Ungheria", ha dichiarato Szijjarto in un videomessaggio sul canale televisivo M1. Il ministro ungherese ha osservato che quest'anno l'Ungheria ha ricevuto dalla Russia 8,5 milioni di tonnellate di petrolio e oltre 7 miliardi di metri cubi di gas. "Senza le forniture energetiche dalla Russia, le bollette elettriche delle famiglie ungheresi triplicherebbero, il che è chiaramente inaccettabile. Continueremo quindi a lavorare per garantire che la cooperazione energetica tra Ungheria e Russia proceda senza interruzioni", ha assicurato. Szijjarto ha parlato anche dell'importanza della costruzione della centrale nucleare Paks II in Ungheria, progettata da Rosatom, e l'esenzione di quest'opera dalle sanzioni statunitensi. "Per la prima volta negli ultimi anni si è verificata una situazione in cui né le sanzioni europee, né quelle statunitensi ostacolano questa costruzione, e l'Ungheria dispone di tutti i permessi necessari". Questa mattina, prima di partire per Mosca, Orban ha annunciato che, durante il suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin, si sarebbe discusso delle forniture energetiche all'Ungheria e della risoluzione del conflitto in Ucraina. (Energia Oltre - ANR) (anr) 20251128T120134Z
NTW Press - Putin: "Trattiamo pure, ma se Kiev non lascia il Donbas lo prendiamo con la forza"
NTW Press - Putin: "Trattiamo pure, ma se Kiev non lascia il Donbas lo prendiamo con la forza"
Putin: "Trattiamo pure, ma se Kiev non lascia il Donbas lo prendiamo con la forza"
Il Cremlino prepara un pacchetto di misure di ritorsione in caso l'Europa decida di confiscare i beni russi

Venerdì 28 Novembre 2025 12:00
A pochi giorni dai nuovi negoziati tra Stati Uniti e Russia, attesi a Mosca, Vladimir Putin ha anticipato pubblicamente quali saranno le sue condizioni per mettere fine al conflitto in Ucraina.
Il presidente russo ha dichiarato che la cessazione delle ostilità sarà possibile solo quando le forze ucraine abbandoneranno le aree che Mosca rivendica come proprie. Non ha però chiarito se il riferimento riguardi esclusivamente il Donbass — con le regioni di Donetsk e Lugansk — o se includa anche Kherson e Zaporizhzhia, territori che il Cremlino considera parte della Federazione dopo i referendum non riconosciuti dalla comunità internazionale.
Crimea e Donbass come precondizione
Putin ha inoltre spiegato che uno dei punti centrali dei colloqui con Washington, previsti all'inizio della prossima settimana, riguarda il riconoscimento ufficiale della Crimea e del Donbass come territori russi. Non più solo una realtà di fatto, dunque, ma un riconoscimento giuridico da parte della comunità internazionale, condizione che il Cremlino considera imprescindibile.
Il leader russo è intervenuto dalla Kirghizistan, al termine di una visita ufficiale, ed è stata la sua prima dichiarazione dopo l'incontro di Ginevra tra Stati Uniti e rappresentanti ucraini.
In quella sede — ha detto — i 28 punti del piano di pace promosso da Donald Trump sono stati suddivisi in quattro sezioni, senza ulteriori dettagli. Secondo una fonte ucraina citata dall'Afp, la nuova bozza del piano, che in origine prevedeva la cessione del Donbass, non conterrebbe al momento soluzioni territoriali definite. Ma su questo Putin resta inflessibile: per lui il ritiro dell'esercito ucraino dalle zone occupate è l'unica strada per fermare il conflitto.
La presenza statunitense al tavolo e il caso Witkoff
Ai negoziati di Mosca parteciperà l'inviato speciale americano Steve Witkoff, figura finita al centro di polemiche negli Stati Uniti dopo la pubblicazione, da parte di Bloomberg, di una telefonata con Yuri Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera. Alcuni ambienti politici a Washington lo considerano troppo vicino alla Russia, ma il presidente russo ha respinto le accuse, definendole infondate.
Steve Witkoff
Ha affermato che Witkoff rappresenta gli interessi del suo Paese "come li vede lui" e ha rivendicato il tono civile dei rapporti: un dialogo condotto "senza insulti e senza aggressività".
Putin: "Se non si ritirano, prenderemo quei territori con la forza"
Il presidente russo ha ribadito che, in assenza di un ritiro ucraino, Mosca procederà militarmente. Secondo lui l'esercito ucraino soffre un grave deficit di personale, con un divario mensile di circa 15 mila uomini tra i soldati inviati al fronte e quelli che vengono eliminati — cioè morti o feriti. Putin ha parlato di 47 mila perdite ucraine solo nel mese di ottobre, numeri impossibili da verificare in modo indipendente.
Pur sostenendo che il piano statunitense possa costituire una base per futuri accordi, il presidente russo ha nuovamente messo in discussione la legittimità di Volodymyr Zelensky. Ha ricordato che il mandato del presidente ucraino è formalmente scaduto lo scorso anno e che la sua permanenza in carica dipende dalla legge marziale che impedisce lo svolgimento di nuove elezioni.
Volodymyr Zelensky
Per Mosca, questo elemento potrebbe indebolire la validità di un'eventuale firma ucraina su un accordo di pace.
"Firmare documenti con la leadership ucraina è inutile. Ne ho parlato molte volte. Credo che la leadership ucraina abbia commesso un errore fondamentale e strategico quando ha avuto paura di partecipare alle elezioni presidenziali", ha spiegato Putin. Al contrario, la Russia è riuscita a svolgere le elezioni nonostante fosse coinvolta "in un conflitto armato con l'Ucraina", ha proseguito il leader del Cremlino, osservando che "non appena saranno conclusi accordi di pace di qualsiasi tipo, il che significa che cesseranno i combattimenti, la legge marziale imposta dovrà essere immediatamente revocata e altrettanto immediatamente dovranno essere indette le elezioni" in Ucraina.
Pronte ritorsioni per l'Europa
Putin ha negato con forza che la Russia stia pianificando attacchi contro Paesi dell'Europa occidentale, definendo queste affermazioni "totali menzogne". Ha però avvertito che se le risorse finanziarie russe congelate in Europa verranno confiscate e destinate all'Ucraina, Mosca risponderà con un pacchetto di misure economiche di ritorsione, che sarebbe già in preparazione.
Lo zar ha dichiarato di essere disponibile a fornire formale impegno all'Europa, nel caso il Vecchio Continente chiedesse una garanzia di non aggressione formale.
"Se hanno spaventato i loro cittadini e vogliono sentire che non abbiamo alcuna intenzione e nessun piano aggressivo contro l'Europa, va bene, siamo pronti a stabilirlo in ogni modo".
L'Europa, dal canto proprio, ha chiarito che nessun territorio ucraino occupato con la forza sarà riconosciuto dall'UE come russo.
Le reazioni italiane: Crosetto invita alla prudenza
Le dichiarazioni del presidente russo hanno avuto un'eco immediata anche in Italia. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, parlando da Parigi, ha commentato che non è chiaro quali siano le reali intenzioni di Putin.
Ha aggiunto di sperare che questa volta la Russia sia disposta a negoziare seriamente, pur mantenendo un certo scetticismo alla luce del continuo rafforzamento dell'esercito russo, tra nuovi arruolamenti, incremento delle riserve e maggiori investimenti nella difesa. Crosetto ha concluso che, se emergerà una volontà autentica di trattare, l'Italia farà la sua parte nel sostenere Kiev.
Putin: "Trattiamo pure, ma se Kiev non lascia il Donbas lo prendiamo con la forza"
Il Cremlino prepara un pacchetto di misure di ritorsione in caso l'Europa decida di confiscare i beni russi

Venerdì 28 Novembre 2025 12:00
A pochi giorni dai nuovi negoziati tra Stati Uniti e Russia, attesi a Mosca, Vladimir Putin ha anticipato pubblicamente quali saranno le sue condizioni per mettere fine al conflitto in Ucraina.
Il presidente russo ha dichiarato che la cessazione delle ostilità sarà possibile solo quando le forze ucraine abbandoneranno le aree che Mosca rivendica come proprie. Non ha però chiarito se il riferimento riguardi esclusivamente il Donbass — con le regioni di Donetsk e Lugansk — o se includa anche Kherson e Zaporizhzhia, territori che il Cremlino considera parte della Federazione dopo i referendum non riconosciuti dalla comunità internazionale.
Crimea e Donbass come precondizione
Putin ha inoltre spiegato che uno dei punti centrali dei colloqui con Washington, previsti all'inizio della prossima settimana, riguarda il riconoscimento ufficiale della Crimea e del Donbass come territori russi. Non più solo una realtà di fatto, dunque, ma un riconoscimento giuridico da parte della comunità internazionale, condizione che il Cremlino considera imprescindibile.
Il leader russo è intervenuto dalla Kirghizistan, al termine di una visita ufficiale, ed è stata la sua prima dichiarazione dopo l'incontro di Ginevra tra Stati Uniti e rappresentanti ucraini.
In quella sede — ha detto — i 28 punti del piano di pace promosso da Donald Trump sono stati suddivisi in quattro sezioni, senza ulteriori dettagli. Secondo una fonte ucraina citata dall'Afp, la nuova bozza del piano, che in origine prevedeva la cessione del Donbass, non conterrebbe al momento soluzioni territoriali definite. Ma su questo Putin resta inflessibile: per lui il ritiro dell'esercito ucraino dalle zone occupate è l'unica strada per fermare il conflitto.
La presenza statunitense al tavolo e il caso Witkoff
Ai negoziati di Mosca parteciperà l'inviato speciale americano Steve Witkoff, figura finita al centro di polemiche negli Stati Uniti dopo la pubblicazione, da parte di Bloomberg, di una telefonata con Yuri Ushakov, consigliere di Putin per la politica estera. Alcuni ambienti politici a Washington lo considerano troppo vicino alla Russia, ma il presidente russo ha respinto le accuse, definendole infondate.
Steve Witkoff
Ha affermato che Witkoff rappresenta gli interessi del suo Paese "come li vede lui" e ha rivendicato il tono civile dei rapporti: un dialogo condotto "senza insulti e senza aggressività".
Putin: "Se non si ritirano, prenderemo quei territori con la forza"
Il presidente russo ha ribadito che, in assenza di un ritiro ucraino, Mosca procederà militarmente. Secondo lui l'esercito ucraino soffre un grave deficit di personale, con un divario mensile di circa 15 mila uomini tra i soldati inviati al fronte e quelli che vengono eliminati — cioè morti o feriti. Putin ha parlato di 47 mila perdite ucraine solo nel mese di ottobre, numeri impossibili da verificare in modo indipendente.
Pur sostenendo che il piano statunitense possa costituire una base per futuri accordi, il presidente russo ha nuovamente messo in discussione la legittimità di Volodymyr Zelensky. Ha ricordato che il mandato del presidente ucraino è formalmente scaduto lo scorso anno e che la sua permanenza in carica dipende dalla legge marziale che impedisce lo svolgimento di nuove elezioni.
Volodymyr Zelensky
Per Mosca, questo elemento potrebbe indebolire la validità di un'eventuale firma ucraina su un accordo di pace.
"Firmare documenti con la leadership ucraina è inutile. Ne ho parlato molte volte. Credo che la leadership ucraina abbia commesso un errore fondamentale e strategico quando ha avuto paura di partecipare alle elezioni presidenziali", ha spiegato Putin. Al contrario, la Russia è riuscita a svolgere le elezioni nonostante fosse coinvolta "in un conflitto armato con l'Ucraina", ha proseguito il leader del Cremlino, osservando che "non appena saranno conclusi accordi di pace di qualsiasi tipo, il che significa che cesseranno i combattimenti, la legge marziale imposta dovrà essere immediatamente revocata e altrettanto immediatamente dovranno essere indette le elezioni" in Ucraina.
Pronte ritorsioni per l'Europa
Putin ha negato con forza che la Russia stia pianificando attacchi contro Paesi dell'Europa occidentale, definendo queste affermazioni "totali menzogne". Ha però avvertito che se le risorse finanziarie russe congelate in Europa verranno confiscate e destinate all'Ucraina, Mosca risponderà con un pacchetto di misure economiche di ritorsione, che sarebbe già in preparazione.
Lo zar ha dichiarato di essere disponibile a fornire formale impegno all'Europa, nel caso il Vecchio Continente chiedesse una garanzia di non aggressione formale.
"Se hanno spaventato i loro cittadini e vogliono sentire che non abbiamo alcuna intenzione e nessun piano aggressivo contro l'Europa, va bene, siamo pronti a stabilirlo in ogni modo".
L'Europa, dal canto proprio, ha chiarito che nessun territorio ucraino occupato con la forza sarà riconosciuto dall'UE come russo.
Le reazioni italiane: Crosetto invita alla prudenza
Le dichiarazioni del presidente russo hanno avuto un'eco immediata anche in Italia. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, parlando da Parigi, ha commentato che non è chiaro quali siano le reali intenzioni di Putin.
Ha aggiunto di sperare che questa volta la Russia sia disposta a negoziare seriamente, pur mantenendo un certo scetticismo alla luce del continuo rafforzamento dell'esercito russo, tra nuovi arruolamenti, incremento delle riserve e maggiori investimenti nella difesa. Crosetto ha concluso che, se emergerà una volontà autentica di trattare, l'Italia farà la sua parte nel sostenere Kiev.
RUSSIA: ORBA'N DA PUTIN, COLLOQUI PER PORRE FINE ALL'INVASIONE DELL'UCRAINA =
ADN0036 7 EST 0 ADN EST NAZ RUSSIA: ORBA'N DA PUTIN, COLLOQUI PER PORRE FINE ALL'INVASIONE DELL'UCRAINA = Mosca, 28 nov. (Adnkronos/Europa Press) - Ucraina - Il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha iniziato la sua visita a Mosca, la capitale russa, dove incontrerà il presidente russo Vladimir Putin nel contesto dei crescenti sforzi diplomatici per porre fine all'invasione russa dell'Ucraina. "Sto andando a Mosca. Discuteremo di sicurezza energetica, prezzi accessibili e bassi per il prossimo inverno in Ungheria. Ecco perché siamo andati a Washington ed ecco perché andremo in Russia ora", ha dichiarato Orbán in un messaggio pubblicato su Facebook prima di lasciare l'Ungheria. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha confermato la visita e ha indicato che l'incontro tra i due leader è previsto intorno alle 13 (ora di Mosca), secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa russa TASS. (Red-Cro/Adnkronos) ISSN 2465 - 1222 28-NOV-25 12:15
Russia-Ungheria: concluso al Cremlino incontro Putin-Orban, focus su energia e Ucraina
NOVA0103 3 EST 1 NOV Russia-Ungheria: concluso al Cremlino incontro Putin-Orban, focus su energia e Ucraina Mosca, 28 nov - (Agenzia_Nova) - Si e' concluso al Cremlino l'incontro tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro ungherese Viktor Orban. Secondo quanto riferito dal Cremlino, i colloqui sono durati quasi quattro ore. Un video diffuso dai media russi mostra Putin accompagnare Orba'n alla sua auto al termine della visita. Nel corso dell'incontro, Putin ha affermato che le relazioni bilaterali si basano su "quanto di meglio abbiamo avuto finora", lodando Orban per la difesa degli interessi ungheresi. Il presidente russo ha riconosciuto un calo del 23 per cento del fatturato commerciale nel 2024 a causa di restrizioni esterne, ma ha previsto una crescita "modesta ma superiore al sette per cento" per il 2025. Putin ha inoltre sottolineato la solidita' della cooperazione energetica tra i due Paesi. Orban ha definito la stabilita' delle forniture russe "fondamento della sicurezza energetica dell'Ungheria" e ha ribadito l'interesse di Budapest a proseguire il dialogo energetico con Mosca. Il premier magiaro ha anche offerto la disponibilita' dell'Ungheria a fornire una piattaforma per i negoziati sull'Ucraina, dichiarando che il Paese e' "pronto a facilitare il completamento con successo di questo processo". (Rum)
+++ CORTE COSTITUZIONALE: AGENDA DEI LAVORI 1 E 2 DICEMBRE +++
+++ CORTE COSTITUZIONALE: AGENDA DEI LAVORI 1 E 2 DICEMBRE +++ (AGENPARL) - Fri 28 November 2025 Ufficio Comunicazione e Stampa della Corte costituzionale Comunicato del 28 novembre 2025 Agenda dei lavori 1 e 2 dicembre CAMERA DI CONSIGLIO 1 DICEMBRE UDIENZA PUBBLICA 2 DICEMBRE 1, 2 e 3) Codice della strada/Reato di guida dopo l'assunzione di sostanze stupefacenti/Mancata specificazione degli effetti al momento della guida 14) Giudice onorario/Requisiti per il conferimento dell'incarico/Titoli di preferenza 4) Reato di danneggiamento/Sospensione condizionale della pena/Subordinazione all'effettiva riparazione del danno cagionato dal reato 15) Regione autonoma Valle d'Aosta/Durata del mandato del sindaco, del vicesindaco e del Consiglio comunale/Limite dei mandati/Incompatibilità alla carica di assessore per parenti, affini e coniuge del sindaco o vicesindaco 5) Deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso/ Trattamento sanzionatorio 16) Regione autonoma della Sardegna/SSR/Poteri del direttore generale su nomine apicali/Commissariamento straordinario delle aziende sanitarie 6) Reato di rapina/Lieve entità del fatto/Divieto di prevalenza della circostanza attenuante sulla circostanza aggravante della recidiva reiterata 7) Prescrizione e decadenza/Cause di sospensione per rapporti tra le parti/Sospensione della prescrizione tra i coniugi e tra le parti di un'unione civile/Applicazione anche ai conviventi stabili e legati fra loro da vincolo di affettività familiare /Omessa previsione 8) Stranieri/Emersione rapporti di lavoro/Istanza di regolarizzazione/Casi di esclusione dalle procedure/Cittadini stranieri che risultino segnalati, anche in base ad accordi o convenzioni internazionali in vigore per l'Italia, ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato/Preclusione della verifica, in concreto, di pericolosità e della sussistenza dei requisiti per l'accoglimento o meno dell'istanza 9) Reati e pene/Cause di non punibilità/Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto/Inapplicabilità ai reati di competenza del giudice di pace 10) Processo penale - Sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato - Previsione che la sospensione del procedimento con messa alla prova dell'imputato non può essere concessa più di una volta 11) Procedimento penale/Misure cautelari/Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa/ Modalità di controllo/ Disciplina 12) Reati e pene/ Utilizzo di documenti contraffatti o alterati (da altri)/Trattamento sanzionatorio pari a quanto previsto per la contraffazione o alterazione di documenti 13)Reati e pene/Concorso di circostanze aggravanti e attenuanti/Divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche dell'articolo 62-bis codice penale sulla recidiva reiterata dell'articolo 99, quarto comma, codice penale La prossima settimana, nella Camera di consiglio del 1° dicembre, la Corte tratterà le seguenti questioni di costituzionalità riguardanti: 1, 2 e 3) l'articolo 187 del decreto legislativo numero 285 del 1992 (Nuovo codice della strada), come modificato dalla legge numero 177 del 2024, nella parte in cui prevede che è punito "chiunque guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope" in assenza di ogni specificazione in ordine al periodo temporale di assunzione ed ai perduranti effetti di tale assunzione al momento della guida; 4) l'articolo 635, quinto comma, del codice penale, nella parte in cui impone, nei casi di danneggiamento di cui ai precedenti commi, di subordinare il beneficio della sospensione condizionale della pena all'eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il condannato non si oppone, alla prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato; in via gradata, il medesimo comma nella parte in cui è applicabile ai fatti (di cui al precedente secondo comma, numero 1), commessi sulle cose indicate nell'articolo 625, primo comma, numero 7), del codice penale; in via ulteriormente gradata, nella sola parte in cui è applicabile ai fatti (di cui al precedente secondo comma, numero 1), commessi sulle cose esposte alla pubblica fede; 5) l'articolo 583-quinquies del codice penale, inserito dalla legge numero 69 del 2019, nella parte in cui stabilisce la pena minima di otto anni di reclusione per il reato di «deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso»; 6) l'articolo 69, quarto comma, del codice penale, nella parte in cui contempla il divieto di prevalenza della circostanza attenuante della lieve entità del fatto introdotta dalla Corte costituzionale con sentenza numero 86 del 2024 per il reato di rapina propria e impropria sulla circostanza aggravante della recidiva reiterata di cui all'articolo 99, quarto comma del codice penale; 7) l'articolo 2941, numero 1 del codice civile e l'articolo 1, comma 18, della legge numero 76 del 2016 (Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e disciplina delle convivenze), nella parte in cui non prevedono che la prescrizione dei diritti sia sospesa anche fra conviventi stabili e legati fra loro da vincolo di affettività familiare; 8) l'articolo 103, comma 10, lettera b), del decreto-legge numero 34 del 2020 (Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19), come convertito con modificazioni, nella parte in cui dispone che non sono ammessi alle procedure di emersione di rapporti di lavoro, previste dal medesimo articolo 103, commi 1 e 2, i cittadini stranieri «che risultino segnalati, anche in base ad accordi o convenzioni internazionali in vigore per l'Italia, ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato», e preclude, in tal modo, all'amministrazione la verifica in concreto di pericolosità e, comunque, la sussistenza dei requisiti per l'accoglimento o meno dell'istanza di regolarizzazione; 9) l'articolo 131-bis del codice penale (Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto), nella parte in cui non è applicabile anche nel procedimento davanti al giudice di pace; 10) l'articolo 168-bis, quarto comma, del codice penale, «nella parte in cui prevede il divieto di concessione una seconda volta della sospensione con messa alla prova dell'imputato anche per l'ipotesi in cui il procedimento in cui la messa alla prova era stata già concessa si sia concluso con una sentenza di proscioglimento» e, in via gradata, «nella parte in cui esclude che possa essere concessa una seconda volta la messa alla prova, pur dopo che siano decorsi tre anni dalla sentenza di proscioglimento per estinzione del reato per l'esito positivo della messa alla prova»; 11) gli articoli 282-ter, commi 1 e 2, e 275-bis del codice di procedura penale nella parte in cui: a) dispongono l'applicazione automatica delle procedure di controllo a distanza di cui all'articolo 275-bis, del codice di procedura penale, per il delitto di cui all'articolo 612-bis del codice penale (atti persecutori); b) impongono una distanza minima, "comunque non inferiore a cinquecento metri", dalla persona offesa o dai luoghi da essa frequentati in caso di applicazione della misura cautelare di cui all'articolo 282-ter del codice di procedura penale (divieto di avvicinamento) anche nell'ipotesi in cui l'indagato e la vittima dimorino all'interno del medesimo immobile; c) prescrivono l'applicazione obbligatoria, anche congiunta, di ulteriori misure cautelari (anche) più gravi, anche nell'ipotesi di accertata non fattibilità tecnica, delle procedure di controllo di cui all'articolo 275-bis del codice di procedura penale; d) prescrivono la necessaria verifica, al momento dell'esecuzione della misura cautelare, mediante la notificazione dell'ordinanza, della fattibilità tecnica delle procedure di controllo di cui all'articolo 275-bis del codice di procedura penale da parte della polizia giudiziaria delegata per l'esecuzione; 12) l'articolo 5, comma 8-bis, del decreto legislativo numero 286 del 1998 (Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero), nella parte in cui, ai fini del trattamento sanzionatorio delle falsità documentali in esso configurate, equipara l'utilizzo di documenti contraffatti o alterati (da altri) alla contraffazione o alterazione di documenti, non prevedendo, in particolare, che la pena edittale per il delitto di utilizzo di documenti contraffatti o alterati sia determinata riducendo di un terzo la pena prevista per le condotte di contraffazione o alterazione dei documenti medesimi, analogamente a quanto disposto dall'articolo 489 del codice penale; 13) l'articolo 69, quarto comma, del codice penale, nella parte in cui prevede il divieto di prevalenza delle circostanze attenuanti generiche di cui all'articolo 62-bis del codice penale sulla recidiva reiterata, prevista dall'articolo 99, quarto comma, del codice penale. Nell'Udienza pubblica del 2 dicembre la Corte affronterà le seguenti questioni di costituzionalità riguardanti: 14) l'articolo 4, comma 4, del decreto legislativo numero 116 del 2017 (Riforma organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui giudici di pace, nonché disciplina transitoria relativa ai magistrati onorari in servizio, a norma della legge numero 57 del 2016), che, nello stabilire i criteri di precedenza per il conferimento dell'incarico di magistrato onorario, validi a parità di titoli preferenziali, individua, nell'ordine, «la maggiore anzianità professionale o di servizio, con il limite massimo di dieci anni di anzianità» (comma 4, lettera a) e «la minore età anagrafica» (comma 4, lettera b); 15) l'articolo 30-bis, comma 2-ter, della legge Regione Valle d'Aosta numero 54 del 1998 (Sistema delle autonomie in Valle d'Aosta), come introdotto dall'articolo 3, comma 4, della legge regionale numero 4 del 2025, nella parte in cui prevede che chi ha ricoperto per quattro mandati consecutivi la carica di sindaco o quella di vicesindaco nei comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti non è, allo scadere del quarto mandato, immediatamente ricandidabile nella medesima carica, a meno che uno dei quattro mandati non abbia avuto durata inferiore a due anni, sei mesi e un giorno per causa diversa dalle dimissioni volontarie; l'articolo 22, commi 1 e 7, come modificati dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale numero 4 del 2025,nella parte in cui prevedono il divieto che gli assessori comunali siano scelti al di fuori dei consiglieri comunali; l'articolo 22, comma 6, come modificato dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale numero 4 del 2025, nella parte in cui prevede il divieto che della giunta possano far parte il coniuge, i parenti e gli affini in primo grado del sindaco e del vicesindaco; 16) l'articolo 6, comma 1, secondo periodo, della legge della Regione autonoma della Sardegna numero 8 del 2025 (Disposizioni urgenti di adeguamento dell'assetto organizzativo ed istituzionale del sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale numero 24 del 2020), nella parte in cui prevede che, a seguito dell'insediamento dell'organo di vertice dell'azienda, il direttore generale, entro i successivi sessanta giorni, conferma o sostituisce il direttore amministrativo, il direttore sanitario e il direttore dei servizi sociosanitari, introducendo un meccanismo di cessazione automatica degli incarichi in corso; l'articolo 14, comma 1, della medesima legge regionale, ove prevede che la Giunta regionale, entro quarantacinque giorni dall'entrata in vigore della legge, commissaria in via straordinaria le otto aziende sanitarie regionali, l'azienda ospedaliera ARNAS "G. Brotzu", l'AREUS e le due aziende ospedaliero-universitarie, determinando la decadenza e l'immediata cessazione dalle funzioni dei direttori generali in carica alla data di insediamento del commissario di ciascuna azienda. Tutte le questioni "in agenda" sono consultabili sul sito www.cortecostituzionale.it alla voce calendario dei lavori. Le ordinanze e i ricorsi che pongono le questioni sono consultabili sempre sul sito alla voce atti di promovimento. I ricorsi per conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sono riportati sul sito soltanto dopo il giudizio di ammissibilità e successivamente al loro deposito per la fase del merito. Roma, 28 novembre 2025 2025-11-28 13:20:36 4526105 POL Agenparl Italia,Gnews,Politica Interna https://agenparl.eu/2025/11/28/corte-costituzionale-agenda-dei-lavori-1-e-2-dicembre/
NTW Press - Censimento autovelox: cosa cambia per le multe (e come chiederne l'annullamento)
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Censimento autovelox: cosa cambia per le multe (e come chiederne l'annullamento)
Molti Comuni però segnalano difficoltà nella registrazione degli apparecchi: pioggia di ricorsi in arrivo

Venerdì 28 Novembre 2025 08:04
Dal 30 settembre 2025 è operativo il nuovo portale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) dedicato al censimento nazionale degli autovelox. Entro 60 giorni, quindi entro il 30 novembre 2025, Comuni, Province e Regioni sono stati chiamati a registrare ogni dispositivo presente sul territorio, indicando marca, modello, posizione e documentazione tecnica.
Tra pochi giorni, dunque, l'obbligo diventa effettivo e tutte le sanzioni emesse da apparecchi non registrati rischiano di essere dichiarate nulle.
Una novità che introduce maggiore trasparenza, ma che apre anche a interrogativi giuridici e dubbi interpretativi.
Perché nasce il censimento nazionale degli autovelox
Il nuovo sistema deriva da un emendamento al Decreto Infrastrutture 2025 e dal decreto direttoriale n. 305, pubblicato a metà agosto.
La norma stabilisce che qualsiasi dispositivo utilizzato per rilevare violazioni dei limiti di velocità deve essere obbligatoriamente registrato sulla piattaforma nazionale del MIT.
La registrazione non è una formalità:
diventa condizione necessaria per la legittimità d'uso dell'autovelox
gli apparecchi non registrati devono essere spenti
le eventuali multe risultano giuridicamente invalide.
Omologazione vs approvazione: la differenza che può annullare le multe
Uno dei punti più controversi riguarda la distinzione tra approvazione ministeriale e omologazione dell'autovelox.
L'art. 142 del Codice della Strada stabilisce che solo i dispositivi omologati possono costituire prova certa dell'infrazione.
Negli ultimi anni numerosi tribunali hanno annullato sanzioni elevate con apparecchi solo approvati ma non omologati. La Corte di Cassazione, con un'ordinanza del 2024, ha confermato questo principio, aprendo la strada a una lunga serie di ricorsi.
Il nuovo decreto tende però a equiparare approvazione e omologazione, scelta che potrebbe generare nuove controversie legali.
Cosa cambia per gli automobilisti: più trasparenza e controlli più semplici
La principale novità per i cittadini riguarda la consultazione pubblica dei dati.
Il portale MIT metterà a disposizione:
elenco nazionale degli autovelox regolarmente censiti
mappe geolocalizzate
documentazione tecnica disponibile.
Chi riceve una multa potrà quindi verificare:
se il dispositivo è registrato
se è presente tutta la documentazione richiesta
se l'apparecchio risulta omologato
Se un autovelox non appare nell'elenco, la multa può essere contestata perché potenzialmente nulla.
Gli esperti prevedono un significativo aumento dei ricorsi, prima per la mancata registrazione, poi per la mancata omologazione.
Navigatori e app: arrivano le mappe ufficiali degli autovelox registrati
Il censimento introduce anche una rivoluzione per i sistemi di navigazione.
Le mappe ufficiali degli autovelox pubblicate dal MIT diventeranno un riferimento certificato:
le app potranno mostrare solo dispositivi realmente presenti, attivi e registrati
diminuiranno le false segnalazioni
aumenterà la precisione delle notifiche agli automobilisti.
In futuro, controllare il navigatore significherà verificare in tempo reale la presenza di autovelox regolarmente autorizzati, grazie alla sincronizzazione con il portale ministeriale.
Il ruolo del Portale dell'Automobilista
Il Portale dell'Automobilista è la piattaforma ufficiale del MIT che raccoglie dati e servizi su:
patenti
veicoli
assicurazioni
revisioni
punti patente.
Ora diventa anche il centro operativo del censimento degli autovelox: qui gli enti locali devono registrare i propri dispositivi, rendendo pubblici i dati e garantendo maggiore trasparenza.
Per i cittadini rappresenta un punto di accesso essenziale per controllare la correttezza delle sanzioni.
Comuni in difficoltà: rischi, ritardi e possibili ricorsi
Molte amministrazioni, soprattutto quelle più piccole, hanno segnalato problemi nel rispettare i 60 giorni imposti dal decreto:
mancanza di personale tecnico
difficoltà nella raccolta dei documenti
sistemi di gestione poco digitalizzati.
Errori o ritardi nell'inserimento dei dati possono:
bloccare l'utilizzo degli autovelox
invalidare le sanzioni già emesse
far esplodere i contenziosi con gli automobilisti.
I giudici saranno chiamati a valutare caso per caso la validità dei verbali emessi nel periodo di transizione.
Sicurezza stradale e incassi comunali: i nodi irrisolti
L'obiettivo ufficiale del censimento è aumentare trasparenza, legalità e tutela degli automobilisti.
Tuttavia, molti osservatori segnalano due criticità:
Sicurezza stradale
lo spegnimento di numerosi dispositivi potrebbe ridurre la capacità di deterrenza;
le strade potrebbero diventare meno sicure nel breve periodo.
Entrate comunali
molti Comuni si troveranno a gestire un calo degli introiti derivanti dalle multe;
la sostenibilità dei bilanci locali potrebbe risentirne.
L'equilibrio tra trasparenza, tutela dei cittadini e sicurezza stradale sarà la vera sfida dei prossimi mesi.
Censimento autovelox: cosa cambia per le multe (e come chiederne l'annullamento)
Molti Comuni però segnalano difficoltà nella registrazione degli apparecchi: pioggia di ricorsi in arrivo

Venerdì 28 Novembre 2025 08:04
Dal 30 settembre 2025 è operativo il nuovo portale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) dedicato al censimento nazionale degli autovelox. Entro 60 giorni, quindi entro il 30 novembre 2025, Comuni, Province e Regioni sono stati chiamati a registrare ogni dispositivo presente sul territorio, indicando marca, modello, posizione e documentazione tecnica.
Tra pochi giorni, dunque, l'obbligo diventa effettivo e tutte le sanzioni emesse da apparecchi non registrati rischiano di essere dichiarate nulle.
Una novità che introduce maggiore trasparenza, ma che apre anche a interrogativi giuridici e dubbi interpretativi.
Perché nasce il censimento nazionale degli autovelox
Il nuovo sistema deriva da un emendamento al Decreto Infrastrutture 2025 e dal decreto direttoriale n. 305, pubblicato a metà agosto.
La norma stabilisce che qualsiasi dispositivo utilizzato per rilevare violazioni dei limiti di velocità deve essere obbligatoriamente registrato sulla piattaforma nazionale del MIT.
La registrazione non è una formalità:
diventa condizione necessaria per la legittimità d'uso dell'autovelox
gli apparecchi non registrati devono essere spenti
le eventuali multe risultano giuridicamente invalide.
Omologazione vs approvazione: la differenza che può annullare le multe
Uno dei punti più controversi riguarda la distinzione tra approvazione ministeriale e omologazione dell'autovelox.
L'art. 142 del Codice della Strada stabilisce che solo i dispositivi omologati possono costituire prova certa dell'infrazione.
Negli ultimi anni numerosi tribunali hanno annullato sanzioni elevate con apparecchi solo approvati ma non omologati. La Corte di Cassazione, con un'ordinanza del 2024, ha confermato questo principio, aprendo la strada a una lunga serie di ricorsi.
Il nuovo decreto tende però a equiparare approvazione e omologazione, scelta che potrebbe generare nuove controversie legali.
Cosa cambia per gli automobilisti: più trasparenza e controlli più semplici
La principale novità per i cittadini riguarda la consultazione pubblica dei dati.
Il portale MIT metterà a disposizione:
elenco nazionale degli autovelox regolarmente censiti
mappe geolocalizzate
documentazione tecnica disponibile.
Chi riceve una multa potrà quindi verificare:
se il dispositivo è registrato
se è presente tutta la documentazione richiesta
se l'apparecchio risulta omologato
Se un autovelox non appare nell'elenco, la multa può essere contestata perché potenzialmente nulla.
Gli esperti prevedono un significativo aumento dei ricorsi, prima per la mancata registrazione, poi per la mancata omologazione.
Navigatori e app: arrivano le mappe ufficiali degli autovelox registrati
Il censimento introduce anche una rivoluzione per i sistemi di navigazione.
Le mappe ufficiali degli autovelox pubblicate dal MIT diventeranno un riferimento certificato:
le app potranno mostrare solo dispositivi realmente presenti, attivi e registrati
diminuiranno le false segnalazioni
aumenterà la precisione delle notifiche agli automobilisti.
In futuro, controllare il navigatore significherà verificare in tempo reale la presenza di autovelox regolarmente autorizzati, grazie alla sincronizzazione con il portale ministeriale.
Il ruolo del Portale dell'Automobilista
Il Portale dell'Automobilista è la piattaforma ufficiale del MIT che raccoglie dati e servizi su:
patenti
veicoli
assicurazioni
revisioni
punti patente.
Ora diventa anche il centro operativo del censimento degli autovelox: qui gli enti locali devono registrare i propri dispositivi, rendendo pubblici i dati e garantendo maggiore trasparenza.
Per i cittadini rappresenta un punto di accesso essenziale per controllare la correttezza delle sanzioni.
Comuni in difficoltà: rischi, ritardi e possibili ricorsi
Molte amministrazioni, soprattutto quelle più piccole, hanno segnalato problemi nel rispettare i 60 giorni imposti dal decreto:
mancanza di personale tecnico
difficoltà nella raccolta dei documenti
sistemi di gestione poco digitalizzati.
Errori o ritardi nell'inserimento dei dati possono:
bloccare l'utilizzo degli autovelox
invalidare le sanzioni già emesse
far esplodere i contenziosi con gli automobilisti.
I giudici saranno chiamati a valutare caso per caso la validità dei verbali emessi nel periodo di transizione.
Sicurezza stradale e incassi comunali: i nodi irrisolti
L'obiettivo ufficiale del censimento è aumentare trasparenza, legalità e tutela degli automobilisti.
Tuttavia, molti osservatori segnalano due criticità:
Sicurezza stradale
lo spegnimento di numerosi dispositivi potrebbe ridurre la capacità di deterrenza;
le strade potrebbero diventare meno sicure nel breve periodo.
Entrate comunali
molti Comuni si troveranno a gestire un calo degli introiti derivanti dalle multe;
la sostenibilità dei bilanci locali potrebbe risentirne.
L'equilibrio tra trasparenza, tutela dei cittadini e sicurezza stradale sarà la vera sfida dei prossimi mesi.
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