Il colosso russo segnala un gap di 10,6 miliardi di metri cubi rispetto al 2024. La riduzione delle riserve minaccia la produttività degli impianti in vista dei mesi più freddi.
Un'accelerazione anomala nell'utilizzo delle riserve strategiche sta caratterizzando lo scenario energetico del Vecchio Continente. È quanto denuncia Gazprom, che ha diffuso una nota ufficiale evidenziando come l'Europa stia attingendo ai propri depositi sotterranei a ritmi mai registrati prima per il mese di novembre. Secondo i dati elaborati dalla holding russa e basati sulle rilevazioni di Gas Infrastructure Europe (GIE), al 26 novembre il volume di gas attivo negli impianti europei è sceso a 78,1 miliardi di metri cubi. Un dato che, sebbene ancora capiente in termini assoluti, segna un differenziale negativo di ben 10,6 miliardi di metri cubi rispetto alla stessa data del 2024, sollevando preoccupazioni sulla resilienza del sistema per il prosieguo dell'inverno.
PRELIEVI AI MASSIMI STORICI E LA SERIE DI GIORNI CRITICI
L'analisi fornita da Mosca punta i riflettori su una sequenza di giornate ad altissima intensità di erogazione. I dati indicano che il 24, 25 e 26 novembre sono stati segnati dai valori di prelievo giornaliero più alti mai osservati per questo periodo dell'anno. Una tendenza al rialzo iniziata già il 19 novembre e interrotta, seppur parzialmente, solo durante il fine settimana, momento in cui fisiologicamente la domanda industriale e civile tende a flettere. Questa corsa all'utilizzo delle scorte suggerisce una domanda energetica sostenuta, verosimilmente spinta dalle condizioni climatiche o da dinamiche di mercato che hanno reso necessario un massiccio ricorso agli stoccaggi. Al momento l'Ue si trova al 77,02% di media negli stoccaggi europei, mentre l'Italia è molto più avanti con l'88,41%.
I RISCHI TECNOLOGICI E LA SICUREZZA DEGLI APPROVVIGIONAMENTI
La preoccupazione espressa da Gazprom non riguarda solo la quantità di gas residuo, ma aspetti prettamente tecnici legati alla fisica dei giacimenti. La holding sottolinea che la drastica riduzione delle riserve incide negativamente sulla "produttività" degli impianti di stoccaggio: man mano che i depositi si svuotano, la pressione diminuisce, riducendo la velocità e la quantità di gas che può essere estratta quotidianamente. Con i mesi tecnicamente più freddi dell'inverno ancora all'orizzonte, questa dinamica potrebbe esporre i consumatori europei a rischi concreti di approvvigionamento, qualora si verificassero picchi di gelo improvvisi che richiederebbero flussi di estrazione rapidi che gli impianti, svuotati troppo precocemente, potrebbero faticare a garantire.
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https://ageei.eu/gas-allarme-gazprom-in-europa-prelievi-record-stoccaggi-sotto-pressione/
Un'accelerazione anomala nell'utilizzo delle riserve strategiche sta caratterizzando lo scenario energetico del Vecchio Continente. È quanto denuncia Gazprom, che ha diffuso una nota ufficiale evidenziando come l'Europa stia attingendo ai propri depositi sotterranei a ritmi mai registrati prima per il mese di novembre. Secondo i dati elaborati dalla holding russa e basati sulle rilevazioni di Gas Infrastructure Europe (GIE), al 26 novembre il volume di gas attivo negli impianti europei è sceso a 78,1 miliardi di metri cubi. Un dato che, sebbene ancora capiente in termini assoluti, segna un differenziale negativo di ben 10,6 miliardi di metri cubi rispetto alla stessa data del 2024, sollevando preoccupazioni sulla resilienza del sistema per il prosieguo dell'inverno.
PRELIEVI AI MASSIMI STORICI E LA SERIE DI GIORNI CRITICI
L'analisi fornita da Mosca punta i riflettori su una sequenza di giornate ad altissima intensità di erogazione. I dati indicano che il 24, 25 e 26 novembre sono stati segnati dai valori di prelievo giornaliero più alti mai osservati per questo periodo dell'anno. Una tendenza al rialzo iniziata già il 19 novembre e interrotta, seppur parzialmente, solo durante il fine settimana, momento in cui fisiologicamente la domanda industriale e civile tende a flettere. Questa corsa all'utilizzo delle scorte suggerisce una domanda energetica sostenuta, verosimilmente spinta dalle condizioni climatiche o da dinamiche di mercato che hanno reso necessario un massiccio ricorso agli stoccaggi. Al momento l'Ue si trova al 77,02% di media negli stoccaggi europei, mentre l'Italia è molto più avanti con l'88,41%.
I RISCHI TECNOLOGICI E LA SICUREZZA DEGLI APPROVVIGIONAMENTI
La preoccupazione espressa da Gazprom non riguarda solo la quantità di gas residuo, ma aspetti prettamente tecnici legati alla fisica dei giacimenti. La holding sottolinea che la drastica riduzione delle riserve incide negativamente sulla "produttività" degli impianti di stoccaggio: man mano che i depositi si svuotano, la pressione diminuisce, riducendo la velocità e la quantità di gas che può essere estratta quotidianamente. Con i mesi tecnicamente più freddi dell'inverno ancora all'orizzonte, questa dinamica potrebbe esporre i consumatori europei a rischi concreti di approvvigionamento, qualora si verificassero picchi di gelo improvvisi che richiederebbero flussi di estrazione rapidi che gli impianti, svuotati troppo precocemente, potrebbero faticare a garantire.
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