MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 14.22.58
CORRUZIONE. DAVIGO: I GIUDICI SI DIMETTONO, I POLITICI NO
DIR1150 3 POL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT
CORRUZIONE. DAVIGO: I GIUDICI SI DIMETTONO, I POLITICI NO
(DIRE) Roma, 25 set. - "Io non posso parlare di questi fatti per
l'ovvia ragione che sono componente della sezione disciplinare e
se ne parlo vengo ricusato. Pero' non siamo proprio uguali
perche' con orgoglio devo dire una cosa: i nostri che sono stati
coinvolti in queste vicende si sono dimessi tutti, io di
parlamentari che si dimettono faccio fatica a ricordarne". Lo ha
detto Piercamillo Davigo, presidente della II Sezione Penale
presso la Corte suprema di cassazione e membro togato del Csm,
nella puntata di ieri sera 'Di Martedi'' su La7, rispondendo a
una domanda sullo scandalo relativo al cosiddetto 'caso Palamara'
che ha travolto il Consiglio Superiore della Magistratura
nell'ambito dell'inchiesta sui tentativida parte della politica
di condizionamento dei vertici delle Procure di Roma e Perugia.
La corruzione e' ancora mezzo per finanziare la politica?
"Credo di si'" risponde Davigo precisando che vista l'abolizione
del contributo pubblico, ora "la politica viene finanziata con
mezzi diversi dal contributo statale e spesso con finanziamenti
non indicati e non indicabili".
(Mar/ Dire)
14:21 25-09-19
NNNN
Inizio pubblicazioni 22 agosto 2003 Notizie flash dall'Italia e dal mondo. DAL 2003 ININTERROTTAMENTE E OLTRE 100MILA INFORMAZIONI TOTALMENTE GRATUITE-
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mercoledì 25 settembre 2019
>>>ANSA/ Due poliziotte salvano bimba 10 anni da suicidio a Roma
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 18.04.37
>>>ANSA/ Due poliziotte salvano bimba 10 anni da suicidio a Roma
ZCZC7559/SXB XCI19346_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB >>>ANSA/ Due poliziotte salvano bimba 10 anni da suicidio a Roma Carabiniere in canoa salva donna che si era buttata nel Tevere (ANSA) - ROMA, 25 SET - Quando hanno visto il capannello di persone sotto una palazzina al centro di Roma hanno avvertito che stava succedendo qualcosa di grave cosi' si sono fermate per controllare. E' bastato alzare lo sguardo per vedere che su un balcone al terzo piano c'era una bambina che si sporgeva dalla ringhiera e alle sue spalle un'anziana che si sbracciava. Le due poliziotte, libere dal servizio, non ci hanno pensato un attimo: hanno raggiunto l'appartamento riuscendo ad afferrare in tempo la bambina di soli 10 anni che voleva lanciarsi nel vuoto, gridando e piangendo. E' accaduto stamattina intorno alle 8 in un quartiere centrale. "E' una cosa che mi portero' dentro per tutta la vita" ha raccontato il commissario capo Maurizia Quattrone della Direzione Centrale Polizia Criminale. "Io ero in auto mentre la collega del commissariato di zona a piedi quando entrambe siamo state attratte da quel capannello di persone che guardavano verso l'alto. Qualcosa mi ha detto che c'era una situazione di grave da gestire - ha ricordato - Quando abbiamo visto la bambina che si sporgeva dal balcone siamo immediatamente intervenute. La nostra premura era di metterla in salvo, cosi' l'abbiamo afferrata. Poi l'abbiamo portata dentro casa dove l'ho tenuta in braccio a lungo per calmarla e consolarla in attesa dei soccorsi". In casa con la bambina c'era la nonna, poi e' arrivata anche la madre che era uscita per andare a lavoro. La bambina e' stata portata in ospedale per verificare se avesse bisogno di cure. Avviata anche una segnalazione alla Procura dei minori. "Nella tragedia di quella situazione, la gioia piu' grande e' che si sia salvata" ha aggiunto. E il salvataggio della bambina e' il secondo in poche ore nella Capitale. Ieri sera una donna di 52 anni che voleva farla finita lanciandosi nel Tevere e' stata salvata da un carabiniere libero dal servizio. Il militare, che in quel momento si stava allenando con la canoa sul fiume, ha sentito un tonfo all'altezza di Ponte Nenni e poi ha visto emergere dall'acqua il corpo di una donna in stato di semi-incoscienza. Cosi' il militare, che presta servizio alla centrale operativa del Gruppo di Roma, l'ha raggiunta con la canoa e, una volta afferrata per un braccio, l'ha portata a riva remando piano piano fino alla banchina dove si trova un locale. Alcuni dipendenti lo hanno aiutato a tirarla a riva ed e' stato dato l'allarme. Sul posto il 118 e i carabinieri della stazione Flaminia. La donna e' stata portata in ospedale. A casa e' stato anche trovato un biglietto di addio. "Sono cresciuto sul Tevere per la passione che ho per questo sport - racconta il carabiniere - e gia' 15 anni fa mi era capitato di salvare una donna che aveva tentato il suicidio. Ieri non ho esitato ad avvicinarmi alla signora quando ho capito che era in difficolta'. Non mi sento un eroe, ho fatto solo il mio dovere". (ANSA). YF1-ST 25-SET-19 18:03 NNNN
>>>ANSA/ Due poliziotte salvano bimba 10 anni da suicidio a Roma
ZCZC7559/SXB XCI19346_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB >>>ANSA/ Due poliziotte salvano bimba 10 anni da suicidio a Roma Carabiniere in canoa salva donna che si era buttata nel Tevere (ANSA) - ROMA, 25 SET - Quando hanno visto il capannello di persone sotto una palazzina al centro di Roma hanno avvertito che stava succedendo qualcosa di grave cosi' si sono fermate per controllare. E' bastato alzare lo sguardo per vedere che su un balcone al terzo piano c'era una bambina che si sporgeva dalla ringhiera e alle sue spalle un'anziana che si sbracciava. Le due poliziotte, libere dal servizio, non ci hanno pensato un attimo: hanno raggiunto l'appartamento riuscendo ad afferrare in tempo la bambina di soli 10 anni che voleva lanciarsi nel vuoto, gridando e piangendo. E' accaduto stamattina intorno alle 8 in un quartiere centrale. "E' una cosa che mi portero' dentro per tutta la vita" ha raccontato il commissario capo Maurizia Quattrone della Direzione Centrale Polizia Criminale. "Io ero in auto mentre la collega del commissariato di zona a piedi quando entrambe siamo state attratte da quel capannello di persone che guardavano verso l'alto. Qualcosa mi ha detto che c'era una situazione di grave da gestire - ha ricordato - Quando abbiamo visto la bambina che si sporgeva dal balcone siamo immediatamente intervenute. La nostra premura era di metterla in salvo, cosi' l'abbiamo afferrata. Poi l'abbiamo portata dentro casa dove l'ho tenuta in braccio a lungo per calmarla e consolarla in attesa dei soccorsi". In casa con la bambina c'era la nonna, poi e' arrivata anche la madre che era uscita per andare a lavoro. La bambina e' stata portata in ospedale per verificare se avesse bisogno di cure. Avviata anche una segnalazione alla Procura dei minori. "Nella tragedia di quella situazione, la gioia piu' grande e' che si sia salvata" ha aggiunto. E il salvataggio della bambina e' il secondo in poche ore nella Capitale. Ieri sera una donna di 52 anni che voleva farla finita lanciandosi nel Tevere e' stata salvata da un carabiniere libero dal servizio. Il militare, che in quel momento si stava allenando con la canoa sul fiume, ha sentito un tonfo all'altezza di Ponte Nenni e poi ha visto emergere dall'acqua il corpo di una donna in stato di semi-incoscienza. Cosi' il militare, che presta servizio alla centrale operativa del Gruppo di Roma, l'ha raggiunta con la canoa e, una volta afferrata per un braccio, l'ha portata a riva remando piano piano fino alla banchina dove si trova un locale. Alcuni dipendenti lo hanno aiutato a tirarla a riva ed e' stato dato l'allarme. Sul posto il 118 e i carabinieri della stazione Flaminia. La donna e' stata portata in ospedale. A casa e' stato anche trovato un biglietto di addio. "Sono cresciuto sul Tevere per la passione che ho per questo sport - racconta il carabiniere - e gia' 15 anni fa mi era capitato di salvare una donna che aveva tentato il suicidio. Ieri non ho esitato ad avvicinarmi alla signora quando ho capito che era in difficolta'. Non mi sento un eroe, ho fatto solo il mio dovere". (ANSA). YF1-ST 25-SET-19 18:03 NNNN
ANSA/ Un test italiano scova i primissimi segni di un tumore
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 17.12.16
ANSA/ Un test italiano scova i primissimi segni di un tumore
ZCZC6757/SX4 XSP17827_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN ANSA/ Un test italiano scova i primissimi segni di un tumore Sulla base del Dna che circola nel sangue (ANSA) - ROMA, 25 SET - Nella corsa alla cosiddetta 'biopsia liquida', un test del sangue in grado di diagnosticare i tumori piu' precocemente rispetto a quelli in uso oggi, si aggiunge un nuovo partecipante italiano. Un test genetico ideato da un gruppo internazionale di esperti coordinato dai ricercatori di Bioscience Genomics, spin-off partecipato dall'Universita' degli Studi di Roma "Tor Vergata", si e' rivelato molto promettente nel trovare tracce del cancro prima ancora che inizi a formarsi, come dimostra uno studio pubblicato su Cell Death & Disease . La ricerca si basa su Helixafe, su un algoritmo brevettato da Bioscience che usa il sequenziamento del DNA nell'individuazione delle alterazioni genetiche che precedono lo sviluppo del cancro (prodromiche) e quindi in individui sani e asintomatici che non hanno ancora sviluppato alcun tumore. Una volta validato da ulteriori studi l'approccio potrebbe essere usato per curare i pazienti prima ancora che insorga il tumore. In questa ricerca sono stati analizzati, per un periodo da uno a 10 anni, campioni di sangue raccolti da 114 individui inizialmente tutti sani. Successivamente e' stata confermata la validita' della strategia con il confronto dei risultati dell'analisi di Bioscience Genomics, ottenuti dai campioni di sangue dei pazienti oncologici, con quelli dell'analisi dei tessuti ottenuta dalle biopsie di tumore degli stessi pazienti. Infine, la presenza e lo sviluppo delle alterazioni genetiche sono state valutate in parallelo al monitoraggio dello stato di salute dei soggetti, sempre per un periodo variabile tra 1 e 10 anni. "Si tratta di un primo importante passo nella strada verso una rapida applicazione clinica della genomica in oncologia - afferma Giuseppe Novelli, rettore dell'Universita' "Tor Vergata" e responsabile dello studio -. Ora sappiamo di avere a disposizione una solida tecnologia che permettera' il passaggio dal laboratorio alla pratica". L'obiettivo di Helixafe e' identificare sottopopolazioni di individui sani e asintomatici che non hanno ancora sviluppato un cancro e che potrebbero cominciare a combattere i tumori ancora prima di una diagnosi precoce, precisano gli autori dello studio. Sono tanti, oramai, i farmaci ed i prodotti biologici che hanno un'efficacia chemio-preventiva e che quindi possono essere impiegati per soggetti ad alto rischio di tumore. "Siamo entusiasti che il lavoro di validazione sia stato pubblicato su una rivista cosi' importante - spiega Giuseppe Mucci, Ceo di Bioscience Institute -. A breve assoceremo a Helixafe, che monitora l'instabilita' genetica, anche la valutazione dell'infiammazione cronica e dell'equilibrio batterico intestinale che sinergicamente contribuiscono allo sviluppo del tumore". (ANSA). Y91-CR 25-SET-19 17:11 NNNN
ANSA/ Un test italiano scova i primissimi segni di un tumore
ZCZC6757/SX4 XSP17827_SX4_QBKN R CRO S04 QBKN ANSA/ Un test italiano scova i primissimi segni di un tumore Sulla base del Dna che circola nel sangue (ANSA) - ROMA, 25 SET - Nella corsa alla cosiddetta 'biopsia liquida', un test del sangue in grado di diagnosticare i tumori piu' precocemente rispetto a quelli in uso oggi, si aggiunge un nuovo partecipante italiano. Un test genetico ideato da un gruppo internazionale di esperti coordinato dai ricercatori di Bioscience Genomics, spin-off partecipato dall'Universita' degli Studi di Roma "Tor Vergata", si e' rivelato molto promettente nel trovare tracce del cancro prima ancora che inizi a formarsi, come dimostra uno studio pubblicato su Cell Death & Disease . La ricerca si basa su Helixafe, su un algoritmo brevettato da Bioscience che usa il sequenziamento del DNA nell'individuazione delle alterazioni genetiche che precedono lo sviluppo del cancro (prodromiche) e quindi in individui sani e asintomatici che non hanno ancora sviluppato alcun tumore. Una volta validato da ulteriori studi l'approccio potrebbe essere usato per curare i pazienti prima ancora che insorga il tumore. In questa ricerca sono stati analizzati, per un periodo da uno a 10 anni, campioni di sangue raccolti da 114 individui inizialmente tutti sani. Successivamente e' stata confermata la validita' della strategia con il confronto dei risultati dell'analisi di Bioscience Genomics, ottenuti dai campioni di sangue dei pazienti oncologici, con quelli dell'analisi dei tessuti ottenuta dalle biopsie di tumore degli stessi pazienti. Infine, la presenza e lo sviluppo delle alterazioni genetiche sono state valutate in parallelo al monitoraggio dello stato di salute dei soggetti, sempre per un periodo variabile tra 1 e 10 anni. "Si tratta di un primo importante passo nella strada verso una rapida applicazione clinica della genomica in oncologia - afferma Giuseppe Novelli, rettore dell'Universita' "Tor Vergata" e responsabile dello studio -. Ora sappiamo di avere a disposizione una solida tecnologia che permettera' il passaggio dal laboratorio alla pratica". L'obiettivo di Helixafe e' identificare sottopopolazioni di individui sani e asintomatici che non hanno ancora sviluppato un cancro e che potrebbero cominciare a combattere i tumori ancora prima di una diagnosi precoce, precisano gli autori dello studio. Sono tanti, oramai, i farmaci ed i prodotti biologici che hanno un'efficacia chemio-preventiva e che quindi possono essere impiegati per soggetti ad alto rischio di tumore. "Siamo entusiasti che il lavoro di validazione sia stato pubblicato su una rivista cosi' importante - spiega Giuseppe Mucci, Ceo di Bioscience Institute -. A breve assoceremo a Helixafe, che monitora l'instabilita' genetica, anche la valutazione dell'infiammazione cronica e dell'equilibrio batterico intestinale che sinergicamente contribuiscono allo sviluppo del tumore". (ANSA). Y91-CR 25-SET-19 17:11 NNNN
= SCHEDA = Antibiotico-resistenza, 33mila morti in Ue; Italia maglia nera =
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 11.34.44
= SCHEDA = Antibiotico-resistenza, 33mila morti in Ue; Italia maglia nera =
(AGI) - Roma, 25 set. - C'e' una strage in corso e noi siamo al momento completamente disarmati. Centinaia di migliaia di persone muoiono ogni giorno nel mondo a causa di un fenomeno chiamato "antibiotico-resistenza": i farmaci, anche i migliori, riescono sempre meno a eliminare le infezioni. Siamo molto vicini a quella catastrofe che gli esperto hanno emblematicamente ribattezzato come "Apocalisse antibiotica". L'Onu calcola che i casi di resistenza portino a livello mondiale a 700.000 morti l'anno. Ai 230mila morti dovuti soltanto alla tubercolosi resistente si aggiungono quelli per infezioni del tratto respiratorio, infezioni sessuali e quelle legate alle procedure mediche invasive, e a quelle legate al cibo. Il mondo, sottolineano gli esperti, sta gia' subendo gli impatti economici del fenomeno, con 24 milioni di persone che potrebbero essere spinte verso la poverta' estrema entro il 2030. Se non si fa nulla, gli scenari sono tragici. Entro il 2030 i morti per resistenza farmacologica potrebbero arrivare a 10 milioni. In Europa si stimano 33mila decessi l'anno a causa della resistenza dei batteri agli antibiotici. All'Italia va la maglia nera con oltre 10mila decessi. Siamo al primo posto di tutte le tristi classifiche: per tasso di mortalita' per antibiotico resistenza, per anni di vita persi in salute, per giorni extra di ospedalizzazione dovuti a questo problema. Si stima che nei prossimi 30 anni moriranno per questo motivo 450 mila persone. Per fare un paragone si tratta di un italiano attualmente vivente su 130. (AGI) Pgi 251134 SET 19 NNNN
= SCHEDA = Antibiotico-resistenza, 33mila morti in Ue; Italia maglia nera =
(AGI) - Roma, 25 set. - C'e' una strage in corso e noi siamo al momento completamente disarmati. Centinaia di migliaia di persone muoiono ogni giorno nel mondo a causa di un fenomeno chiamato "antibiotico-resistenza": i farmaci, anche i migliori, riescono sempre meno a eliminare le infezioni. Siamo molto vicini a quella catastrofe che gli esperto hanno emblematicamente ribattezzato come "Apocalisse antibiotica". L'Onu calcola che i casi di resistenza portino a livello mondiale a 700.000 morti l'anno. Ai 230mila morti dovuti soltanto alla tubercolosi resistente si aggiungono quelli per infezioni del tratto respiratorio, infezioni sessuali e quelle legate alle procedure mediche invasive, e a quelle legate al cibo. Il mondo, sottolineano gli esperti, sta gia' subendo gli impatti economici del fenomeno, con 24 milioni di persone che potrebbero essere spinte verso la poverta' estrema entro il 2030. Se non si fa nulla, gli scenari sono tragici. Entro il 2030 i morti per resistenza farmacologica potrebbero arrivare a 10 milioni. In Europa si stimano 33mila decessi l'anno a causa della resistenza dei batteri agli antibiotici. All'Italia va la maglia nera con oltre 10mila decessi. Siamo al primo posto di tutte le tristi classifiche: per tasso di mortalita' per antibiotico resistenza, per anni di vita persi in salute, per giorni extra di ospedalizzazione dovuti a questo problema. Si stima che nei prossimi 30 anni moriranno per questo motivo 450 mila persone. Per fare un paragone si tratta di un italiano attualmente vivente su 130. (AGI) Pgi 251134 SET 19 NNNN
INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 11.07.18
INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE =
ADN0246 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RER INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE = Di specie B, è stato identificato in una bimba di 6 anni Milano, 25 set. (AdnKronos Salute) - Influenza a settembre. Il primo virus della stagione, di specie B, è stato identificato a Parma da un tampone faringeo di una bambina di 6 anni ricoverata nel reparto di Pediatria generale e d'urgenza dell'azienda ospedaliero-universitaria. (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 25-SET-19 11:07 NNNN
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 11.24.18
INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE (2) =
ADN0287 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RER INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE (2) = (AdnKronos Salute) - La piccola paziente - riferiscono dall'ateneo di Parma - era stata ricoverata con febbre e mal di gola riferita a una generica affezione dell'apparato respiratorio, per la quale non era stato formulato un sospetto clinico di influenza. Il virus influenzale è stato invece isolato ieri da Flora De Conto e Maria Cristina Arcangeletti e dai loro collaboratori, nei Laboratori di Virologia molecolare e isolamento agenti virali dell'Unità operativa complessa di Virologia dell'Aou parmigiana, guidata da Adriana Calderaro, direttore della Scuola di specializzazione in Microbiologia e virologia e afferente al Dipartimento di Medicina e chirurgia dell'università. Soltanto lunedì, la stessa équipe ha effettuato la diagnosi tempestiva di un caso di Dengue in un altro paziente pediatrico italiano, di ritorno da un viaggio nel Sud-Est asiatico. "L'impiego di tecnologie molecolari avanzate, in sinergia con metodi colturali convenzionali, in uso all'Uoc di Virologia dell'Aou di Parma - sottolinea l'ateneo - ha permesso una diagnosi rapida di infezione da virus influenza B. Il virus influenza B, così come il virus influenza di specie A, causa infezione e malattia nell'uomo con circolazione ed episodi epidemici ricorrenti e generalmente collocati nella stagione invernale nei Paesi a clima temperato". (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 25-SET-19 11:24 NNNN
INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE =
ADN0246 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RER INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE = Di specie B, è stato identificato in una bimba di 6 anni Milano, 25 set. (AdnKronos Salute) - Influenza a settembre. Il primo virus della stagione, di specie B, è stato identificato a Parma da un tampone faringeo di una bambina di 6 anni ricoverata nel reparto di Pediatria generale e d'urgenza dell'azienda ospedaliero-universitaria. (segue) (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 25-SET-19 11:07 NNNN
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 11.24.18
INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE (2) =
ADN0287 7 CRO 0 ADN CRO NAZ RER INFLUENZA: ISOLATO A PARMA IL PRIMO VIRUS DELLA STAGIONE (2) = (AdnKronos Salute) - La piccola paziente - riferiscono dall'ateneo di Parma - era stata ricoverata con febbre e mal di gola riferita a una generica affezione dell'apparato respiratorio, per la quale non era stato formulato un sospetto clinico di influenza. Il virus influenzale è stato invece isolato ieri da Flora De Conto e Maria Cristina Arcangeletti e dai loro collaboratori, nei Laboratori di Virologia molecolare e isolamento agenti virali dell'Unità operativa complessa di Virologia dell'Aou parmigiana, guidata da Adriana Calderaro, direttore della Scuola di specializzazione in Microbiologia e virologia e afferente al Dipartimento di Medicina e chirurgia dell'università. Soltanto lunedì, la stessa équipe ha effettuato la diagnosi tempestiva di un caso di Dengue in un altro paziente pediatrico italiano, di ritorno da un viaggio nel Sud-Est asiatico. "L'impiego di tecnologie molecolari avanzate, in sinergia con metodi colturali convenzionali, in uso all'Uoc di Virologia dell'Aou di Parma - sottolinea l'ateneo - ha permesso una diagnosi rapida di infezione da virus influenza B. Il virus influenza B, così come il virus influenza di specie A, causa infezione e malattia nell'uomo con circolazione ed episodi epidemici ricorrenti e generalmente collocati nella stagione invernale nei Paesi a clima temperato". (Opa/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 25-SET-19 11:24 NNNN
NEWS SANITA'. A cosa servono i neuroni specchio? A imitare e apprendere
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 08.29.28
NEWS SANITA'. A cosa servono i neuroni specchio? A imitare e apprendere
DIR0104 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS SANITA'. A cosa servono i neuroni specchio? A imitare e apprendere (DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 25 set. - "Capiamo le emozioni perche' fino alla nascita siamo capaci di piangere e di ridere". Con parole semplici Giacomo Rizzolatti, neuroscienziato italiano coordinatore del gruppo di scienziati che nel 1992 ha scoperto i neuroni specchio, apre la sua relazione al Convegno Internazionale di Suicidologia e Salute pubblica a Roma. "Quando vedo una persona che ride si attiva in me l'aria che mi porta a ridere. Il meccanismo mirror ci permette di capire le azioni altrui usando il nostro modello". I neuroni specchio a cosa servono? "Hanno due scopi- risponde il neuroscienziato- l'imitazione, per trasformare un pattern visivo in motorio, e la capacita' di apprendere imitando. Questa e' una specificita' dell'uomo per capire l'azione fatta dall'individuo. Il modello dell'azione di un altro- afferma lo scienziato- viene ripetuto nel mio cervello". È un campo di studio ancora attivo e tra i tantissimi esperimenti fatti con le neuroimmagini ce n'e' uno di risonanza che Rizzolatti spiega alla platea. "Sono state presentate a uno studente delle azioni fatte da una scimmia, un uomo e un cane. L'uomo leggeva, la scimmia faceva gesti affettivi e il cane abbaiava. Il sistema a specchio si attiva solo quando un'azione e' comune alle varie specie. Infatti, l'abbaiare del cane attiva le aree visive ma non il sistema a specchio dello studente". Esistono due sistemi diversi per capire le azioni, quello visivo e quello logico differenziale. "Il piu' antico si basa sul capire mediante un'attivazione del mio sistema motorio, quando un'azione si rispecchia nel mio sistema motorio. E questo processo e' valido anche per i sistemi emozionali. Il disgusto eccita l'attivazione dell'insula- racconta Rizzolatti- lo ha dimostrato un esperimento di risonanza in cui veniva iniettato nel naso tramite una cannula l'odore di uova marce. Come risultato si e' attivata l'insula. Gli stessi soggetti vedevano poi degli attori che esprimevano diverse emozioni, tra cui il disgusto. La sola osservazione ha attivato in loro la stessa area rispetto al disgusto. La coincidenza tra la tua emozione e la mia emozione si chiama empatia. Cogliamo l'azione dell'altro rappresentandolo dentro di noi e la stessa cosa avviene per la paura- conclude- perche' stimolando l'amigdala determiniamo la paura". (Red/ Dire) 08:29 25-09-19 NNNN
NEWS SANITA'. A cosa servono i neuroni specchio? A imitare e apprendere
DIR0104 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS SANITA'. A cosa servono i neuroni specchio? A imitare e apprendere (DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 25 set. - "Capiamo le emozioni perche' fino alla nascita siamo capaci di piangere e di ridere". Con parole semplici Giacomo Rizzolatti, neuroscienziato italiano coordinatore del gruppo di scienziati che nel 1992 ha scoperto i neuroni specchio, apre la sua relazione al Convegno Internazionale di Suicidologia e Salute pubblica a Roma. "Quando vedo una persona che ride si attiva in me l'aria che mi porta a ridere. Il meccanismo mirror ci permette di capire le azioni altrui usando il nostro modello". I neuroni specchio a cosa servono? "Hanno due scopi- risponde il neuroscienziato- l'imitazione, per trasformare un pattern visivo in motorio, e la capacita' di apprendere imitando. Questa e' una specificita' dell'uomo per capire l'azione fatta dall'individuo. Il modello dell'azione di un altro- afferma lo scienziato- viene ripetuto nel mio cervello". È un campo di studio ancora attivo e tra i tantissimi esperimenti fatti con le neuroimmagini ce n'e' uno di risonanza che Rizzolatti spiega alla platea. "Sono state presentate a uno studente delle azioni fatte da una scimmia, un uomo e un cane. L'uomo leggeva, la scimmia faceva gesti affettivi e il cane abbaiava. Il sistema a specchio si attiva solo quando un'azione e' comune alle varie specie. Infatti, l'abbaiare del cane attiva le aree visive ma non il sistema a specchio dello studente". Esistono due sistemi diversi per capire le azioni, quello visivo e quello logico differenziale. "Il piu' antico si basa sul capire mediante un'attivazione del mio sistema motorio, quando un'azione si rispecchia nel mio sistema motorio. E questo processo e' valido anche per i sistemi emozionali. Il disgusto eccita l'attivazione dell'insula- racconta Rizzolatti- lo ha dimostrato un esperimento di risonanza in cui veniva iniettato nel naso tramite una cannula l'odore di uova marce. Come risultato si e' attivata l'insula. Gli stessi soggetti vedevano poi degli attori che esprimevano diverse emozioni, tra cui il disgusto. La sola osservazione ha attivato in loro la stessa area rispetto al disgusto. La coincidenza tra la tua emozione e la mia emozione si chiama empatia. Cogliamo l'azione dell'altro rappresentandolo dentro di noi e la stessa cosa avviene per la paura- conclude- perche' stimolando l'amigdala determiniamo la paura". (Red/ Dire) 08:29 25-09-19 NNNN
NEWS SANITA'. Poche domande per prevenire suicidi, dagli Usa protocollo ad hoc
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 08.23.31
NEWS SANITA'. Poche domande per prevenire suicidi, dagli Usa protocollo ad hoc
DIR0090 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS SANITA'. Poche domande per prevenire suicidi, dagli Usa protocollo ad hoc (DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 25 set. - È assolutamente possibile prevenire i suicidi. Dalla Colombia University arriva un protocollo che ha girato il mondo, in grado di trovare le persone a rischio suicidio con poche e semplici domande, che chiunque potrebbe fare". A presentarlo oggi al convegno internazionale di suicidiologia e salute pubblica e' Kelly Posner, professoressa di Psichiatria al Vagelos College di Medicina e Chirurgia della Columbia University, nonche' fondatrice e direttrice del Columbia Lighthouse Project. "Il 50% delle persone che muore per suicidio e' andato dal suo medico di base un mese prima di morire- spiega l'esperta- le domande contenute nella Scala della Columbia University per la valutazione della gravita' del rischio di suicidio (C-SSRS) ci permettono di trovare queste persone che soffrono in silenzio". 'Hai desiderato di poterti addormentare e non svegliarti mai piu'? Hai mai avuto questi pensieri?'. Sono solo alcuni di questi quesiti, che e' possibile rintracciare online. "Ormai e' noto che la principale causa che porta al suicidio e' una malattia trattabile medicalmente che si chiama depressione- conclude Posner- Perche' non pensiamo alla depressione come pensiamo al cancro, all'asma o ad un'infezione per cui prendiamo antibiotici? Il 75% delle persone depresse che necessita di trattamenti non li chiede". (Red/ Dire) 08:23 25-09-19 NNNN
NEWS SANITA'. Poche domande per prevenire suicidi, dagli Usa protocollo ad hoc
DIR0090 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS SANITA'. Poche domande per prevenire suicidi, dagli Usa protocollo ad hoc (DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Roma, 25 set. - È assolutamente possibile prevenire i suicidi. Dalla Colombia University arriva un protocollo che ha girato il mondo, in grado di trovare le persone a rischio suicidio con poche e semplici domande, che chiunque potrebbe fare". A presentarlo oggi al convegno internazionale di suicidiologia e salute pubblica e' Kelly Posner, professoressa di Psichiatria al Vagelos College di Medicina e Chirurgia della Columbia University, nonche' fondatrice e direttrice del Columbia Lighthouse Project. "Il 50% delle persone che muore per suicidio e' andato dal suo medico di base un mese prima di morire- spiega l'esperta- le domande contenute nella Scala della Columbia University per la valutazione della gravita' del rischio di suicidio (C-SSRS) ci permettono di trovare queste persone che soffrono in silenzio". 'Hai desiderato di poterti addormentare e non svegliarti mai piu'? Hai mai avuto questi pensieri?'. Sono solo alcuni di questi quesiti, che e' possibile rintracciare online. "Ormai e' noto che la principale causa che porta al suicidio e' una malattia trattabile medicalmente che si chiama depressione- conclude Posner- Perche' non pensiamo alla depressione come pensiamo al cancro, all'asma o ad un'infezione per cui prendiamo antibiotici? Il 75% delle persone depresse che necessita di trattamenti non li chiede". (Red/ Dire) 08:23 25-09-19 NNNN
NEWS SANITA'. Tumore pelle a cellule squamose, identikit per fermarlo
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 08.17.28
NEWS SANITA'. Tumore pelle a cellule squamose, identikit per fermarlo
DIR0078 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS SANITA'. Tumore pelle a cellule squamose, identikit per fermarlo (DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Milano, 25 set. - Offrire un identikit per scoprire e contrastare un particolare tipo di tumore alla pelle, il carcinoma cutaneo a cellule squamose, curabile nel 97% dei casi, ma molto pericoloso in fase avanzata. Questo l'obiettivo del convegno di oggi a Milano, organizzato da Sanofi Genzyme e dedicato al carcinoma cutaneo a cellule squamose (CSCC) o 'spinocellulare', un cancro della pelle non melanomatoso poco conosciuto che, se non trattato, ha un notevole impatto sulla qualita' di vita dei pazienti. Da qui la centralita' della prevenzione e di regole, anche semplici, per proteggersi e riconoscerlo ai primi stadi. Ne parla Iris Zalaudek, direttrice della Clinica dermatologica dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste e presidente dell'International Dermoscopy Society. "Questo tipo di tumore spesso si manifesta sulla pelle con macchie rosse squamose sulle zone cronicamente fotoesposte e anche molto visibili", spiega Zalaudek citando viso, come cuoio cappelluto, orecchie, collo, braccia o gambe. Si tratta, prosegue, di una malattia causata dalla proliferazione maligna di cellule cheratinizzanti dello strato piu' esterno della pelle (l'epidermide) e si presenta inizialmente sotto forma di placche, noduli o lesioni verrucose o anche con un'ulcera sanguinante, indolore, ma che non cicatrizza. A essere colpiti sono soprattutto soggetti sopra i 60 anni, maschi e fototipi molto chiari. La causa che pesa maggiormente e' una prolungata esposizione al sole, oltre a fattori di predisposizione genetica. Quindi: "La fotoesposizione del passato apre la strada alla formazione di questo tumore. Il messaggio deve essere indirizzato soprattutto a persone giovani, che devono adottare la fotoprotezione, almeno '30' o ancor meglio '50', e evitare la fotoesposizione prolungata o esaustiva con bruciature ed eritemi solari", dice Zalaudek. A aumentare il rischio e' evidentemente anche l'esposizione eccessiva a lampade abbronzanti. Importante e' poi fare controlli medici, preventivi e alle prime avvisaglie di macchie sospette o noduli. "Oggi- sottolinea Zalaudek- e' possibile intervenire immediatamente attraverso l'asportazione chirurgica degli stadi iniziali o implementare strategie terapeutiche corrette negli stadi avanzati: la dermatoscopia consiste infatti in un esame non invasivo che consente di identificare i criteri morfologici altrimenti non visibili a occhio nudo". Facilmente gestibile nelle forme precoci, il CSCC diventa particolarmente difficile da trattare quando progredisce: e' il secondo tumore della pelle non melanomatoso per incidenza ma il primo per mortalita'. Oltre alla forma localmente avanzata, il carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato puo' generare metastasi nei linfonodi regionali e successivamente svilupparsi anche in siti distanti dalla lesione iniziale. Nelle fasi avanzate diventa particolarmente aggressivo, tanto da rappresentare una vera e propria sfida in termini terapeutici: spesso chirurgia e radioterapia non sono risolutive oppure non praticabili a causa dell'estensione del tumore o dello stato di salute del paziente. Oggi una nuova speranza e' rappresentata dall'immuno-oncologia, quel ramo dell'oncologia che attiva e stimola il sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule tumorali. "Una vera e propria svolta terapeutica per quei pazienti che non hanno risposte efficaci", spiega Paolo Bossi, professore di oncologia medica dell'Universita' di Brescia, che cita scoperte come il nuovo anticorpo monoclonale anti-Pd1, il Cemiplimab, farmaco sviluppato da Sanofi e Regeneron, "oggi il piu' studiato per questo tipo di malattia". Queste cure, precisa Bossi, che "ci permettono di andare a attaccare questa malattia studiando il modo con cui questa malattia si sviluppa" e "consentono al sistema immunitario del paziente di attaccare le cellule tumorali". Approvato lo scorso luglio dall'agenzia europea del farmaco (Ema), il Cemiplimab e' in attesa delle autorizzazioni da parte dell'agenzia italiana del farmaco (Aifa), che impieghera' almeno un anno a dare il via libera alla commercializzazione nel Paese. Al momento e' possibile usufruire dei nuovi farmaci tramite la formula del cosiddetto "uso compassionevole", ma, senza approvazioni legislative, non e' evidentemente sostenuta dal Sistema sanitario nazionale. L'auspicio dei pazienti cosi' come degli addetti ai lavori e' dunque che il Cemiplimab arrivi al piu' presto in Italia, dove si stimano i casi siano circa 11.000. Il CSCC e' una patologia che ha un impatto importante anche dal punto di vista economico sul Sistema sanitario nazionale, anche perche' se non trattato, il carcinoma cutaneo a cellule squamose progredisce con lesioni sempre piu' grandi e profonde che possono avere un impatto fortemente negativo sulla qualita' di vita dei pazienti. Le modifiche all'aspetto fisico, dovute al tumore stesso oppure agli interventi chirurgici effettuati per rimuoverlo, possono infatti portare a sentimenti negativi, come mancanza di fiducia in se stessi, poca autostima, difficolta' nelle interazioni sociali, ansia e isolamento sociale. Citando l'analisi dell'Economic evaluation and Hta, e' stato possibile stimare il costo sostenuto dal Sistema sanitario nazionale per la gestione ed il trattamento dei nuovi pazienti con diagnosi di CSCC in Italia, dichiara Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria Universita' di Roma Tor Vergata: per un paziente con diagnosi avanzata di CSCC in Italia tra i 3.200 e 3.500 euro all'anno, pari al il 36% in piu' rispetto a un paziente con CSCC resecabile chirurgicamente. "In assenza di terapie efficaci subentrate solo di recente, il sistema sanitario nazionale sta spendendo soldi ma senza avere un ritorno in termini di miglioramento del paziente- precisa Mennini-. In piu' questi pazienti non migliorando diventano eligibili alle prestazioni che fornisce l'Inps, e quindi si aggiunge la spesa a carico del sistema previdenziale, oltre che sanitario". Per Mennini una corretta identificazione e monitoraggio della patologia "consentirebbe una gestione precoce dei pazienti, cosi' da poterli curare con trattamenti innovativi ed efficaci in grado di migliorare la loro salute e permettere al Sistema sanitario nazionale di gestire efficacemente nel tempo, i costi". (Red/ Dire) 08:17 25-09-19 NNNN
NEWS SANITA'. Tumore pelle a cellule squamose, identikit per fermarlo
DIR0078 3 SAL 0 RR1 N/POL / DIR /TXT NEWS SANITA'. Tumore pelle a cellule squamose, identikit per fermarlo (DIRE - Notiziario settimanale Sanita') Milano, 25 set. - Offrire un identikit per scoprire e contrastare un particolare tipo di tumore alla pelle, il carcinoma cutaneo a cellule squamose, curabile nel 97% dei casi, ma molto pericoloso in fase avanzata. Questo l'obiettivo del convegno di oggi a Milano, organizzato da Sanofi Genzyme e dedicato al carcinoma cutaneo a cellule squamose (CSCC) o 'spinocellulare', un cancro della pelle non melanomatoso poco conosciuto che, se non trattato, ha un notevole impatto sulla qualita' di vita dei pazienti. Da qui la centralita' della prevenzione e di regole, anche semplici, per proteggersi e riconoscerlo ai primi stadi. Ne parla Iris Zalaudek, direttrice della Clinica dermatologica dell'Azienda sanitaria universitaria integrata di Trieste e presidente dell'International Dermoscopy Society. "Questo tipo di tumore spesso si manifesta sulla pelle con macchie rosse squamose sulle zone cronicamente fotoesposte e anche molto visibili", spiega Zalaudek citando viso, come cuoio cappelluto, orecchie, collo, braccia o gambe. Si tratta, prosegue, di una malattia causata dalla proliferazione maligna di cellule cheratinizzanti dello strato piu' esterno della pelle (l'epidermide) e si presenta inizialmente sotto forma di placche, noduli o lesioni verrucose o anche con un'ulcera sanguinante, indolore, ma che non cicatrizza. A essere colpiti sono soprattutto soggetti sopra i 60 anni, maschi e fototipi molto chiari. La causa che pesa maggiormente e' una prolungata esposizione al sole, oltre a fattori di predisposizione genetica. Quindi: "La fotoesposizione del passato apre la strada alla formazione di questo tumore. Il messaggio deve essere indirizzato soprattutto a persone giovani, che devono adottare la fotoprotezione, almeno '30' o ancor meglio '50', e evitare la fotoesposizione prolungata o esaustiva con bruciature ed eritemi solari", dice Zalaudek. A aumentare il rischio e' evidentemente anche l'esposizione eccessiva a lampade abbronzanti. Importante e' poi fare controlli medici, preventivi e alle prime avvisaglie di macchie sospette o noduli. "Oggi- sottolinea Zalaudek- e' possibile intervenire immediatamente attraverso l'asportazione chirurgica degli stadi iniziali o implementare strategie terapeutiche corrette negli stadi avanzati: la dermatoscopia consiste infatti in un esame non invasivo che consente di identificare i criteri morfologici altrimenti non visibili a occhio nudo". Facilmente gestibile nelle forme precoci, il CSCC diventa particolarmente difficile da trattare quando progredisce: e' il secondo tumore della pelle non melanomatoso per incidenza ma il primo per mortalita'. Oltre alla forma localmente avanzata, il carcinoma cutaneo a cellule squamose avanzato puo' generare metastasi nei linfonodi regionali e successivamente svilupparsi anche in siti distanti dalla lesione iniziale. Nelle fasi avanzate diventa particolarmente aggressivo, tanto da rappresentare una vera e propria sfida in termini terapeutici: spesso chirurgia e radioterapia non sono risolutive oppure non praticabili a causa dell'estensione del tumore o dello stato di salute del paziente. Oggi una nuova speranza e' rappresentata dall'immuno-oncologia, quel ramo dell'oncologia che attiva e stimola il sistema immunitario a riconoscere e attaccare le cellule tumorali. "Una vera e propria svolta terapeutica per quei pazienti che non hanno risposte efficaci", spiega Paolo Bossi, professore di oncologia medica dell'Universita' di Brescia, che cita scoperte come il nuovo anticorpo monoclonale anti-Pd1, il Cemiplimab, farmaco sviluppato da Sanofi e Regeneron, "oggi il piu' studiato per questo tipo di malattia". Queste cure, precisa Bossi, che "ci permettono di andare a attaccare questa malattia studiando il modo con cui questa malattia si sviluppa" e "consentono al sistema immunitario del paziente di attaccare le cellule tumorali". Approvato lo scorso luglio dall'agenzia europea del farmaco (Ema), il Cemiplimab e' in attesa delle autorizzazioni da parte dell'agenzia italiana del farmaco (Aifa), che impieghera' almeno un anno a dare il via libera alla commercializzazione nel Paese. Al momento e' possibile usufruire dei nuovi farmaci tramite la formula del cosiddetto "uso compassionevole", ma, senza approvazioni legislative, non e' evidentemente sostenuta dal Sistema sanitario nazionale. L'auspicio dei pazienti cosi' come degli addetti ai lavori e' dunque che il Cemiplimab arrivi al piu' presto in Italia, dove si stimano i casi siano circa 11.000. Il CSCC e' una patologia che ha un impatto importante anche dal punto di vista economico sul Sistema sanitario nazionale, anche perche' se non trattato, il carcinoma cutaneo a cellule squamose progredisce con lesioni sempre piu' grandi e profonde che possono avere un impatto fortemente negativo sulla qualita' di vita dei pazienti. Le modifiche all'aspetto fisico, dovute al tumore stesso oppure agli interventi chirurgici effettuati per rimuoverlo, possono infatti portare a sentimenti negativi, come mancanza di fiducia in se stessi, poca autostima, difficolta' nelle interazioni sociali, ansia e isolamento sociale. Citando l'analisi dell'Economic evaluation and Hta, e' stato possibile stimare il costo sostenuto dal Sistema sanitario nazionale per la gestione ed il trattamento dei nuovi pazienti con diagnosi di CSCC in Italia, dichiara Francesco Saverio Mennini, Professore di Economia Sanitaria Universita' di Roma Tor Vergata: per un paziente con diagnosi avanzata di CSCC in Italia tra i 3.200 e 3.500 euro all'anno, pari al il 36% in piu' rispetto a un paziente con CSCC resecabile chirurgicamente. "In assenza di terapie efficaci subentrate solo di recente, il sistema sanitario nazionale sta spendendo soldi ma senza avere un ritorno in termini di miglioramento del paziente- precisa Mennini-. In piu' questi pazienti non migliorando diventano eligibili alle prestazioni che fornisce l'Inps, e quindi si aggiunge la spesa a carico del sistema previdenziale, oltre che sanitario". Per Mennini una corretta identificazione e monitoraggio della patologia "consentirebbe una gestione precoce dei pazienti, cosi' da poterli curare con trattamenti innovativi ed efficaci in grado di migliorare la loro salute e permettere al Sistema sanitario nazionale di gestire efficacemente nel tempo, i costi". (Red/ Dire) 08:17 25-09-19 NNNN
Usa: Massachusetts vieta sigarette elettroniche =
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 03.55.52
Usa: Massachusetts vieta sigarette elettroniche =
(AGI/AFP) - New York, 25 set. - Lo Stato americano del Massachusetts ha deciso di proibire la vendita di tutti i tipi di sigarette elettroniche. E' il primo Stato Usa ad adottare un divieto totale. La misura interdittiva e' entrata immediatamente in vigore e sara' valida fino al prossimo 25 gennaio. La notizia e' stata direttamente resa nota dal Governatore Charlie Baker, che ha parlato di emergenza per la salute pubblica.(AGI) Mal 250355 SET 19 NNNN
Usa: Massachusetts vieta sigarette elettroniche =
(AGI/AFP) - New York, 25 set. - Lo Stato americano del Massachusetts ha deciso di proibire la vendita di tutti i tipi di sigarette elettroniche. E' il primo Stato Usa ad adottare un divieto totale. La misura interdittiva e' entrata immediatamente in vigore e sara' valida fino al prossimo 25 gennaio. La notizia e' stata direttamente resa nota dal Governatore Charlie Baker, che ha parlato di emergenza per la salute pubblica.(AGI) Mal 250355 SET 19 NNNN
Carceri:Dap a direttori,troppe evasioni,si torni alle ronde
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE 2019 17.14.47
Carceri:Dap a direttori,troppe evasioni,si torni alle ronde
ZCZC6803/SXB XCI19584_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Carceri:Dap a direttori,troppe evasioni,si torni alle ronde Osapp,misure impossibili senza personale e con impianti obsoleti (ANSA) - ROMA, 25 SET - Sentinelle armate sui muri di cinta, ripristino delle funzionalita' delle telecamere e degli impianti di allarme e anti-intrusione , e sinche' non sara' compiuto, pattuglie di ronda all'esterno del carcere a integrare il servizio di vigilanza armata gia' previsto. Preoccupato dal ripetersi di recenti "gravi episodi di evasione" di detenuti, il capo del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) Franco Basentini con una circolare richiama direttori, Comandanti di reparto , coordinatori del servizio di sorveglianza generale e dei reparti detentivi, a "una costante azione di direzione , coordinamento e verifica dell'efficacia dei presidi di vigilanza e sicurezza". L'obiettivo e' "affinare e mirare i controlli" , pur nella consapevolezza delle "difficolta' conseguenti all'aumento della popolazione detenuta , alla carenza di personale, alla presenza di situazioni di disagio" di alcuni detenuti che spesso sfocia in proteste e aggressioni anche nei confronti del personale. Lungo l'elenco delle raccomandazioni. Togliere dal muro di cinta e dai cortili di passaggio qualunque materiale possa favorire l'evasione; introdurre una battitura delle inferriate anche serale; e ancora: perquisizioni accurate nelle celle, nelle docce, nei magazzini e in tutti i luoghi dove e' prevista al presenza di detenuti, controllo quotidiano della perfetta integrita' delle serrature, attenzione alta anche nella distribuzione delle lenzuola, spesso usate per fuggire, scrupolo nelle delicate operazioni di conta numerica. L'iniziativa del capo del Dap non convince i sindacati della polizia penitenziaria: e' "estemporanea e priva di concretezza", accusa l'Osapp, ricordando che sentinelle e ronde per la sorveglianza esterna agli istituti di pena "sono state ridotte o persino abolite per mancanza di Personale" , gli impianti antiscavalcamento e di video sorveglianza sono cosi' "obsoleti" che "andrebbero reinstallati" con "spese ingentissime", e i muri di cinta sono "in molti casi pericolanti e fuori norma percio' non percorribili da eventuali sentinelle". Forse e' solo un modo, osserva il segretario Leo Beneduci, per "attribuire le responsabilita' per le eventuali evasioni di detenuti dagli istituti di pena, a enti e soggetti diversi dai responsabili della stessa amministrazione penitenziaria centrale (il Dap) pur in presenza di carenze e disattenzioni organizzative, nella gestione dei detenuti, di organico e nelle infrastrutture a carattere generale". (ANSA). FH 25-SET-19 17:14 NNNN
Carceri:Dap a direttori,troppe evasioni,si torni alle ronde
ZCZC6803/SXB XCI19584_SXB_QBXB R CRO S0B QBXB Carceri:Dap a direttori,troppe evasioni,si torni alle ronde Osapp,misure impossibili senza personale e con impianti obsoleti (ANSA) - ROMA, 25 SET - Sentinelle armate sui muri di cinta, ripristino delle funzionalita' delle telecamere e degli impianti di allarme e anti-intrusione , e sinche' non sara' compiuto, pattuglie di ronda all'esterno del carcere a integrare il servizio di vigilanza armata gia' previsto. Preoccupato dal ripetersi di recenti "gravi episodi di evasione" di detenuti, il capo del Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) Franco Basentini con una circolare richiama direttori, Comandanti di reparto , coordinatori del servizio di sorveglianza generale e dei reparti detentivi, a "una costante azione di direzione , coordinamento e verifica dell'efficacia dei presidi di vigilanza e sicurezza". L'obiettivo e' "affinare e mirare i controlli" , pur nella consapevolezza delle "difficolta' conseguenti all'aumento della popolazione detenuta , alla carenza di personale, alla presenza di situazioni di disagio" di alcuni detenuti che spesso sfocia in proteste e aggressioni anche nei confronti del personale. Lungo l'elenco delle raccomandazioni. Togliere dal muro di cinta e dai cortili di passaggio qualunque materiale possa favorire l'evasione; introdurre una battitura delle inferriate anche serale; e ancora: perquisizioni accurate nelle celle, nelle docce, nei magazzini e in tutti i luoghi dove e' prevista al presenza di detenuti, controllo quotidiano della perfetta integrita' delle serrature, attenzione alta anche nella distribuzione delle lenzuola, spesso usate per fuggire, scrupolo nelle delicate operazioni di conta numerica. L'iniziativa del capo del Dap non convince i sindacati della polizia penitenziaria: e' "estemporanea e priva di concretezza", accusa l'Osapp, ricordando che sentinelle e ronde per la sorveglianza esterna agli istituti di pena "sono state ridotte o persino abolite per mancanza di Personale" , gli impianti antiscavalcamento e di video sorveglianza sono cosi' "obsoleti" che "andrebbero reinstallati" con "spese ingentissime", e i muri di cinta sono "in molti casi pericolanti e fuori norma percio' non percorribili da eventuali sentinelle". Forse e' solo un modo, osserva il segretario Leo Beneduci, per "attribuire le responsabilita' per le eventuali evasioni di detenuti dagli istituti di pena, a enti e soggetti diversi dai responsabili della stessa amministrazione penitenziaria centrale (il Dap) pur in presenza di carenze e disattenzioni organizzative, nella gestione dei detenuti, di organico e nelle infrastrutture a carattere generale". (ANSA). FH 25-SET-19 17:14 NNNN
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