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venerdì 25 febbraio 2000

13 febbraio 1997 - Sindacato di Polizia organismo ibrido, un po' sindacato , un po' corpo separato - Massimiliano Valdannini -

 

13 febbraio 1997 - Sindacato di Polizia organismo ibrido, un po' sindacato , un po' corpo separato

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VALDA26

La legge di riforma , votata da una stragrande maggioranza in Parlamento , aveva in se elementi da sviluppare e ampliare perché frutto di un necessario compromesso.

L’art. 95 limita le materie contrattuali, l’art. 82 vieta l’adesione ai sindacati confederali , l’art. 84 proibisce il diritto di sciopero.

Questo ha fatto della nostra organizzazione un ibrido un po' sindacato un po' corpo separato.

Il risultato raggiunto è visibile ad occhio nudo , una categoria senza memoria, dedita alla ricerca spasmodica dell’interesse privato, con l’apporto decisivo della struttura CISL per l’introduzione, affermazione della peggiore attività clientelare.

Il comparto sicurezza sbandierato come una ulteriore conquista sindacale ha in se un ulteriore elemento limitativo , infatti, con quest’atto è stato abolita la contrattazione decentrata.

Tutto avviene al centro , alle strutture periferiche il mandato di semplice controllo , senza nessun ruolo politico.

Su questa grande truffa è iniziata l’ultima stazione della Via Crucis della nostra area.

Dopo la sentenza della Corte Suprema sull’equiparazione fra sottufficiali dei Carabinieri e gli Ispettori della Polizia , bisognava far ingoiare ai poliziotti una volontà politica che cozzava ed è tuttora una ferita aperta con i principi innovativi della Legge 121.

E’ illuminante, ricordare che a quei tempi il Segretario Generale era LO SCIUTO , responsabile della Segreteria Nazionale per il settore sindacale era COSI .

Apre la memoria rileggere un articolo sulla rivista Progetto Sicurezza dove il COSI denunciava l’Amministrazione (sic !! ) e argomentando con dovizia di particolari la sua contrarietà a quel progetto , rimetteva pubblicamente nella mani del Segretario Generale il problema.

Nello stesso periodo l’organizzazione era scossa da un cieco furore autonomistico , si chiedeva a gran voce la confederalizzazione delle aree, a tal progetto con una posizione ancora più radicale partecipavano anche alcuni esponenti della nostra area ( firmando documenti in proposito ) con una proposta di autonomia sia politica sia organizzativa dalle Confederazioni .

Un dibattito , oggi possiamo dire strumentale, perché con una accorta regia fatta sicuramente all’esterno del sindacato , il gruppo CISL si spaccò e all’area CGIL venne concesso l’onore di esprimere il Segretario Generale, durante questo mandato è stato approvato il riordino delle carriere così come preparato dalla’Arma dei Carabinieri,è passato il comparto sicurezza con l’abolizione della contrattazione decentrata , è stato firmato un contratto e non c’è stata, una che è una assemblea di illustrazione , il punto è lampante raggiunti questi risultati l’Amministrazione dà disposizione di ritornare all’antico , il gruppo CISL si ricompatta su COSI ( è lo stesso che aveva attaccato duramente il riordino , oggi può ben dire che se operante le responsabilità è di altri ) fa patto di maggioranza con la UIL , chiede e ottiene con i numeri a disposizione il controllo nuovamente del SIULP.

I criteri di democrazia interna avanzati dalla CISL e fondati sulla mera quantificazione numerica onde «» conquistare «» le cariche direttive nell’organizzazione sindacale non possono, per le strutture particolari del SIULP continuare ad essere lo strumento di governo del Sindacato.

I sistemi , tutti noti, adottati dalla CISL per incrementare il suo seguito , noi li contestiamo e detestiamo , allo stesso tempo sarebbe suicida una ricomposizione che non tenga conto delle realtà presenti e già ricordate.

E’ necessario quindi ottenere in via prioritaria e definitiva una risposta che dovrà essere necessariamente politica circa la reale ed improcrastinabile creazione di effettivi contrappesi all’interno dell’organizzazione in cui la gestione e la direzione del Sindacato avvenga non già quale espressione di realtà numeriche di cui tutti noi conosciamo le origini, bensì attraverso una effettiva rotazione delle cariche che preveda incompatibilità assoluta nel cumulo di posizioni di vertice sia in campo Provinciale , Regionale che Nazionale.

Riteniamo che vi sia l’urgente necessità di una definitiva presa di posizione affinché la partecipazione alla direzione del sindacato non sia solo una comoda realtà per quanti ricoprono incarichi di vertice.

Il gruppo che fa riferimento alla CGIL , è composto da Dirigenti capaci, Funzionari con alte qualifiche , autori fra l’altro di proposte , programmi, analisi lucidissime, ciò che è inspiegabile è la frattura esistente fra ideazione e responsabilità pratica sul territorio . Anche la raffigurazione di questo fatto , è stata pilotata etero-diretta, il gruppo, e questo vale in particolare per quello romano, si è diviso , o meglio a qualcuno è convenuto che si dividesse parteggiando o per Sgalla o per Giardullo, nascondendo così con una potente ipnosi questo dualismo che altro non era che una stessa faccia di una medaglia al suo rovescio era la tutela e rappresentanza dei lavoratori di polizia secondo principi , regole, rappresentatività delle categorie che compongono la confederazione CGIL .

Se a questi fatti ormai acclarati da comportamenti , uniamo la debolezza intrinseca del sindacato come soggetto contrattuale, è facile immaginare perché a Roma , il gruppo Dirigente, con l’apporto tangibile e determinante dell’ex Segretario Generale è costituito da un solo raggruppamento .

L’attività politico-sindacale, non era programmata per esercitare un ruolo democratico di confronto , collaborazione , partecipazione ,ma rispondeva ad una logica di appartenenza personale, da una visione offuscata da un potente arrivismo su un indirizzo che prefigurava una organizzazione autonoma , che tuttalpiù poteva consultarsi con la CGIL.

Negando di fatto, perchè abbagliati da potere , la realtà di questo sindacato, limitato nelle sue politiche contrattuali e debole politicamente, a questa realtà non c’è confronto politico , dialettica non esiste, si discute solo e soltanto di proposte organizzative.

Se oggi a Roma rinasce un’attenzione dei partiti, delle associazioni, degli enti locali , delle istituzioni , è merito di alcuni poliziotti democratici che stanchi e delusi dalla evanescenza dei quadri dirigenti , si sono messi in moto.

A questi incontri portiamo il nostro essere appartenenti alla CGIL , rispettosi delle regole , dei principi che animano questo grande sindacato, rifuggendo dal parteggiare per l’uno o per l’altro .

Al congresso del PDS abbiamo fatto nostra una proposta di un nostro dirigente nazionale e abbiamo promosso un ordine del giorno per costituire nell’ambito dell’Osservatorio Metropolitano, organismo previsto nel congressuale di Roma , l’istituzione di una Consulta cittadina sulla sicurezza , abbiamo chiesto al PDS e a RIFONDAZIONE COMUNISTA di creare nei loro organismi , di Direzione Politica, strutture atte a riprendere anche unitariamente il progetto di democratizzazione degli apparati dello Stato.

Abbiamo provato , e continuiamo a provare, profonda soddisfazione per il lavoro fin qui svolto ed è nostra ferma volontà continuare in tal senso, è la CGIL che lo insegna , il Sindacato dei Lavoratori così come è stata definita la nostra organizzazione non può tollerare spazi corporativi , clientelari, contigui all’Amministrazione , nel nostro specifico caso, oltre al mero aspetto sindacale c’è un immenso palcoscenico su cui si rappresenta Sicurezza - Legalità - Democrazia -,noi, e soltanto noi , possiamo essere in questo scenario gli attori principali.

Chiedere a noi di partecipare ad una ricomposizione dell’area romana senza prima derimere tutte le questioni aperte , che per noi si sintetizzano nel ritornare ad una politica attiva nella categoria, nella città , nella società in nome e per conto della CGIL, diventa un esercizio inutile , noi , la nostra scelta l’abbiamo fatta .

Le disgrazie rinforzano l’animo , fanno uomini gli adolescenti, l’uscita di Sgalla non può chiudersi con l’invito a volersi bene , ricostituendo di fatto tutte le condizioni che hanno prodotto il risultato attuale , nel nostro divenire è ben presente la memoria di patti, accordi, fatti con persone inaffidabili quanto inattendibili, non è più possibile ,e questo vale sia per gli altri che per noi .

Le regole democratiche devono essere le stesse che permettono alle categorie della CGIL piena funzione politica.

 

Roma,lì 13.2.1997

 

 

Giuseppe RAFFAELE

Roberto VITANZA

Roberto MANCINI

Massimiliano VALDANNINI

Antonio COSTA

Antonio PAPA

Nicolantonio MINERVINI

Gianclaudio VIANZONE

Giorgio PIETRINI

 

AREA CGIL SIULP





7 gennaio 1997 lettera alle confederazioni

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S.I.U.L.P.

Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia

Sezione Sindacale “ Primavalle Roma Nord “

Casella Postale 9092

00167 Roma

 

AI SEGRETARI DI CGIL - CISL - E UIL

 

 

 

 

L’idea lanciata dal Segretario Generale Nazionale della CISL circa l’applicazione, al sud , delle 36 ore lavorative ma retribuite soltanto 30, e tacitamente avallata da altri, mi lascia a dir poco allibito.

Una proposta da applicare poi dove ?

La , nel profondo Sud dove i salari già di per se sono deboli, la manodopera è supersfruttata .

Proprio li si va a proporre di lavorare di più e percepire di meno ?

E’ vero che l’idea è stata lanciata nel periodo dell’Epifania, ma caro Segretario gli operai ed i disoccupati alla Befana non ci credono più.

Ma crediamo davvero che , qualora attuata , i “ datori di lavoro “ dedicherebbero le 6 ore settimanali per l’aggiornamento professionale degli operai !

Caro Segretario , personalmente lavoro in un settore ( Stato ) dove già per contratto nazionale di lavoro , il datore di lavoro dovrebbe dedicare un’ora settimanale all’aggiornamento professionale dei propri dipendenti .

Ebbene, sai cosa accade ?

Che nella stragrande maggioranza dei casi viene disattesa e applicata magari solo sulla carta , però resta il fatto che il datore di lavoro quell’ora settimanale la utilizza ugualmente ,..si.....per farti produrre e non per darti professionalità !

Come si può pretendere allora che i “ proprietari “ di aziende private facciano quello che nello Stato sebbene previsto , non è attuato ?

Ecco perché allora è salutare e da sprone l’intervento della politica laddove il sindacato è assente, o non è propositivo o non è vicino alle istanze dei lavoratori .

Da più parti si è gridato allo scandalo per la presa di posizione di BERTINOTTI a favore delle 35 ore .

Anche da parte della stessa CGIL , dimenticando che la stessa confederazione riunita a Congresso , nel 1996, aveva fatto della riduzione d’orario a parità di salario uno dei suoi obiettivi.

Ma per chi non ha memoria , vorrei ricordare un episodio analogo avvenuto ad opera di un altro Segretario di Partito, che si chiamava Enrico BERLINGUER che con la sua azione a favore della classe operaia portò poi alla conquista della scala mobile, che nel tempo fu svenduta al vecchio CAF ( Craxi - Andreotti - Forlani ) , e sappiamo da chi !

Quanto rimpiango la vecchia a cara scuola di formazione quadri , almeno quando uscivi sapevi cos’eri , che identità avevi assunto , sia in termini positivi che negativi , non come ora (esperienza personale nel mio sindacato) che ti trovi di fronte a nuovi personaggi ibridi prestati sia al sindacato che alla politica .

Se queste sono le prospettive e le premesse per il Sindacato Unico , allora è il caso di rimboccarsi veramente le maniche e scaramanticamente è bene incrociare le dita .

Roma, 7.1.1997

 

 

Massimiliano VALDANNINI

Consigliere Generale SIULP Roma

 





Chi rema contro la Polizia di Stato atto 3° , e chi tenta di Carabinierizzarla!

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Chi rema contro la Polizia di Stato atto 3° , e chi tenta di Carabinierizzarla!

 

Nei precedenti argomenti si è affrontato la tematica su chi tenta di far rimanere al palo la Polizia di Stato a tutto vantaggio dell'Arma e delle altre agenzie di Polizia.

 

Una della tante cartine di tornasole è quella di omologare una istituzione con status civile ad un'altra prettamente militare. Sicuramente con funzioni analoghe, ma con storie e tradizione diametralmente agli antipodi.

 

I nostri grandi strateghi di immagine, forse pensando di lavorare per gli atelier di Valentino, Armani, Krizia o di chissà qual'altro stilista di moda,molto spesso partoriscono idee a dir poco aberranti e di certo non funzionali per un servizio di Polizia.

 

Infatti con molta poca fantasia e molta voglia di omologare la Polizia di Stato all'Arma si è pensato bene di ripristinare l'uso del tanto odiato cinturone bianco con lo spallaccio, antitetico e anacronistico per lo specifico servizio, nonchè la reistituzione per i Funzionari degli alamari da bavero a mo' di Ufficiali dell'Arma .

Queste iniziative sanno tanto di nostalgia per il passato ventennio. Infatti in quel periodo i Delegati di Polizia indossavano gli alamari arzigogolati e la truppa utilizzava la bandoliera,come se la funzionalità operativa dipendesse da ciò che si indossa e non dal quel che si è in base alla formazione professionale fornita. Forse quest'ultimo capo (la bandoliera) sarà ripristinata in uno delle prossime convention dei nostri stilisti in uno dei tanti attacchi di non più celata nostalgia del passato e senza particolari ostatività da parte dei rappresentanti sindacali !

 

Tutto d'un tratto gli stilisti decisero che il cinturone nero, di certo più funzionale sia dal punto di vista operativo che del materiale e finanche estetico, risultava essere troppo aggressivo e quindi doveva essere messo al bando. Lo stesso cinturone senza particolari problemi ora lo ha adottato la Guardia di Finanza. L'accessorio in questione veniva sostituito da altro cinturone bianco composto da un materiale indefinito, che va dal similcartone pressato ad una materia sconosciuta.

 

Questo "" nuovo accessorio"",buffetteria risalente agli anni 1950-1960 in dotazione alla sola Polizia Stradale, oltre a non essere funzionale operativamente non lo è certamente neanche dal punto di vista estestico.

La non funzionalità operativa la si può individuare nella non praticità dell'accessorio, in quanto gli operatori di polizia non sono modelli/e,ma sono soggetti che spesso si trovano a rincorrere e/o ad avere delle colluttazioni con i malviventi, a superare ostacoli non sempre facili. Quindi quello spallaccio diventa facilmente un arma a disposizione dell'eventuale malvivente o addirittura diventare strumento di infortunio e/o di aggancio ,trascinamento per l'operatore(come peraltro avvenuto)e nella peggiore delle ipotesi un cappio mortale . Ma certo questo chi stà seduto solo dietro un tavolo non riesce a comprenderlo !

 

Nell'intento degli stilisti forse c'era la volontà di uniformare tutti gli operatori di polizia, e qui siamo tutti concordi,ma questo cinturone bianco visto da lontano sembra omogeneo, ma una volta che il poliziotto si avvicina assistiamo ad una variegato panorama cromatico del bianco , dal bianco opaco a quello sporco da quello ambrato a quello unto da quello liso a quello sbucciato e così via.Il cinturone bianco una volta sporcatosi neanche una idonea lavanderia lo riporta più al suo colore originale .

 

Ma indietro non si torna, il cinturone nero proprio no ! Ma quello dei Carabinieri non è nero ? Quello allora non risulta aggressivo ? Noi abbiamo il dono di cedere agli altri le cose buone che abbiamo e prenderci il peggio degli altri. Se questo non è masochismo , anche se io continuo a chiamarla nostalgia, ditemi cos'altro è ?

 

Mi auguro solo che questo processo di involuzione venga fermato perchè oramai è chiaro che all'interno della nostra Amministrazione ci sono due correnti di pensiero una che vuole affossare la Polizia di Stato e l'altra che la vuole Carabinierizzare.

 

L'indice accusatore lo si deve di certo puntare anche sui nostri rappresentanti sindacali inseriti nell'apposita commissione vestiario che non dovrebbero permettere una così palese omologazione ad istituzioni militari e peraltro dovrebbero andare ad incidere anche su tutte le uniformi che di certo non sono il meglio esistente sul panorama della funzionalità per lo specifico servizio di ogni singola specialità, ma se proprio lo si vuole questo genere di sfoggio dell'alta moda dell'uniforme lo si può relagare alla sola e mera funzione di rappresentanza e non per l'attività giornaliera di polizia.

 

Questo è l'ennesimo esempio di non managerialità nella Pubblica Amministrazione in una specifica branca,affidandoci come al solito al pressapochismo alla non professionalità e prendere atto dell'assenza del sindacato come funzione propositiva, di controllo e laddove necessiti di dura opposizione.

 

Roma,lì maggio 1996

Massimiliano VALDANNINI

S.I.U.L.P. ROMA

 






gennaio 1996  Chi rema contro?

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Se non rammento male nel 1989 fu presentato in anteprima, dalla Società Almatronic di Roma,durante la 137^ Festa della Polizia un nuovo sistema di trasmissione immagini via radio.

Si trattava, uso il passato perchè tale progettualità non è andata mai oltre quella manifestazione,di una apparecchiatura composta di una telecamera con obiettivo a focale variabile,un monitor di controllo delle immagini riprese (marca Grundig) ed un compressore di immagini (sistema denominato " Almadata ") istallata su autovetture delle volanti,della stradale,dei commissariati etc..per trasmettere,su richiesta della centrale, situazioni ed avvenimenti in diretta durante le ore di servizio sulle strade cittadine.

L'apparecchiatura che poteva essere utilizzata da un solo operatore avrebbe consentito la trasmissione via radio, senza ulteriori modifiche , anche di immagini riprese da una comune telecamera.

L'uso di tale sistema, oltre alla sua duttilità , facilità e indiscussa utilità non avrebbe richiesto canali di trasmissioni speciali e si sarebbe potuto istallare rapidamente su qualsiasi mezzo sia fisso che mobile.

Oltre alla possibilità di avvalersi di sistemi radio, era possibile anche utilizzare sistemi bifilari per controlli con sistemi centrali asserviti da computer, e che le immagini riprese sia in movimento che da ferme potevano essere registrate su normali audiocassette.

Da pari data, e forse anche prima erano gia' disponibili i microcomputer da istallare a bordo delle varie auto per un collegamento diretto con la Banca Dati.

Se ciò fosse avvenuto realmente, pensate quanti passi avanti avremmo potuto ancora fare dal 1989 ad oggi ?! Invece nell'anno di grazia 1996 siamo ancora nell'anno zero !

A questo punto, è più ricorrente che mai una riflessione che mi pervade dal 1981 ad oggi, e cioè capire chi stia remando contro e con il chiaro intento di chi vuole affossare la Polizia di Stato a favore di altri istituti di Polizia !

La mia convinzione è supportata dal fatto che le due maggiori agenzie di Polizia italiane vengono fornite di dotazioni tecnologiche e mezzi dallo stesso Dicastero, e che sarebbe quello dell'Interno,ed in virtù di ciò nel corso degli anni ho potuto palesare che per quanto attiene l'altra agenzia di Polizia vi sono fondi disponibili per ogni esigenza (informatizzazione fissa e mobile,automotoveicoli recenti, ponti radio e trasmissioni dell'ultima generazione etc...), mentre per la Polizia di Stato, direttamente dipendente dal Ministero dell'Interno non vi è tutta questa disponibilità nè tantomeno attenzione !

Dobbiamo presagire che questa disattenzione o pressapochismo sia dovuta ad una chiara volontà,oppure addebitare il tutto all'incompetenza di chi gestisce l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza ?

Prendendo a spunto e concordando su una frase detta dal nostro Segretario Generale Nazionale Roberto Sgalla """omissis..Sono passati anni terribili, l'Arma dei Carabinieri ha allargato molto il proprio ruolo deborbando dalle proprie funzioni, e mettendo così in discussione il ruolo della Polizia. omissis..."""", mi spiego sempre di più perchè nei nostri Dipartimenti Interforze scompaiono dalla Dirigenza Prefetti e Questori ed in loro vece compaiono Generali dell'Arma !

Pertanto non mi meraviglierei affatto se una mattina svegliandomi palesassi un trasferimento in blocco di tutti gli ambienti di Viale Romania al Viminale !

Un appello quindi ai nostri Politici in generale, e ai nostri Questori in particolare acchè questo sogno ,neanche tanto bene celato, riposto in un cassetto non si avveri.

Roma, gennaio 1996

 

 

 

Massimiliano VALDANNINI

SIULP ROMA




1995 settembre - SOS Polizia

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1995 settembre - SOS Polizia 





24 luglio 1995 - Il Senatore dice!

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Leggendo vari quotidiani, mi sono soffermato su un articolo apparso su " la Repubblica " del 22.7.1995 pag.II Roma avente quale titolo "" Arriva il Vigile di Quartiere ".

Come cittadino romano, sono rimasto entusiasta della paventata iniziativa,anche se non nuova, di istituire il vigile di quartiere , in quanto piu' istituzioni dello Stato si prefiggono lo scopo di tutelare l'intera collettivita' piu' il cittadino tendera' a riprendere fiducia in esse.

Come sindacalista della Polizia di Stato,invece, sono rimasto al quanto infastidito dalle dichiarazioni rese dal Senatore Massimo Palombi dei CCD che in sintesi ha testualmente detto "" d'ora in poi saranno i vigili urbani ad affrontare la microcriminalita' in quanto Polizia e Carabinieri sono sempre meno in grado di contrastare i piccoli crimini nelle grandi citta' a cominciare da Roma "". Forse Taranto chiama Roma ?

La dichiarazione resa al giornalista di certo non rende onore a "pochi" poliziotti e carabinieri, che con spirito di abnegazione diuturnamente mettono a repentaglio la loro vita per tutelare quella dei cittadini .

Mi riferisco a quei pochi poliziotti e carabinieri che giornalmente sono in strada a difesa di tanti, a fronte di quei tanti poliziotti e carabinieri che sono posti a tutela di pochi privilegiati !

La microcriminalita' si potrebbe debellare se nei Commissariati di polizia e nelle Stazioni dei Carabinieri, vi fosse personale a sufficienza e se le volanti e le gazzelle fossero quadruplicate se non quintuplicate per ogni turno.

La microcriminalita', in quanto tale, potrebbe essere di certo debellata da poliziotti e carabinieri,e per far si che cio' avvenga bisognerebbe avere solo il coraggio di andare a vedere dove sono e cosa fanno i circa 50.000 operatori delle due forze di polizia che sono di stanza a Roma.

Dove ? Ad esempio al Dipartimento della P.S.,al R.A.M.I.,nei vari magazzini,all' autoparco ed all' autocentro, alla Prefettura, negli spacci e nelle mense etc..Solo da questi posti si potrebbero recuperare sict et simpliciter oltre 10.000 poliziotti,ma cio' significherebbe rinunziare ad un poliziotto per factotum, ad un poliziotto per autista, ad un poliziotto per usciere e cosi' via.

I luoghi poc'anzi citati potrebbero essere destinati, al limite, al personale prossimo al pensionamento oppure a coloro i quali abbiano maturato un'anzianita' abbiano delle patologie per le quali non e' piu' possibile la permanenza operativa in strada, mentre invece ,ironia della sorte,in tutti questi posti troviamo un pullulare di poliziotti, di ogni qualifica, poco piu' che ventenni questo fa si che in mezzo alla strada vi sia una presenza massiccia di quarantenni e cinquantenni ! Pertanto anziche' lanciare giudizi sommari sarebbe il caso che chi ha il potere di farlo, e di certo un Senatore lo ha, di andare a vedere l'esatta situazione che esiste nei Commissariati, nelle Stazioni, sulle Volanti e Gazzelle, e nei settori operativi della Questura o del Reparto Operativo.(dove, utilizzano una terminologia medica, si palesa il tracciato piatto da svariato tempo)

A mero titolo di cronaca basti dire che a tal proposito feci proporre delle interrogazioni parlamentari presso i due rami del parlamento, sia nella passata legislatura che nell'attuale,ma non risulta che l'attuale Ministro dell'Interno ne' i suoi tre predecessori abbiano fornito risposta ai Senatori ed ai Deputati che l'avevano proposta .

Quindi ben vengano anche i Vigili ma attenzione a non affondare ancora di piu' la lama nella dignita' di quei pochi poliziotti e carabinieri che giornalmente tutelano su una capitale qual'e' Roma .

Roma, li' 24 luglio 1995

 

 

 

 

Massimiliano VALDANNINI

Consiglio Generale SIULP Roma

 





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