Translate

venerdì 25 febbraio 2000

Raccolta varie annate (Massimiliano Valdannini)

 

Il mobbing arriva in parlamento

Dettagli

 

27 giugno 2002 - Camera dei Deputati Sala del Cenacolo - Fermiamo il Mobbing - Presentazione del Disegno di Legge di Rifondazione Comunista " Norme per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori da molestie morali e psicologiche nel mondo del lavoro " , con la partecipazione del Segretario Nazionale Luigi Notari e dei Segretari Provinciali Gianni Ciotti e Massimiliano Valdannini  




31 agosto 2002 - Azienda Italia - I modelli

Dettagli

 

31 agosto 2002 - Azienda Italia - I modelli 




6 settembre 2002 - No alle epurazioni  ( di Massimiliano Valdannini )

Dettagli

 

6 settembre 2002 - No alle epurazioni  ( di Massimiliano Valdannini ) 

 





20 novembre 2002  - Voci dalla foresta  ( di Massimiliano Valdannini )

Dettagli

 

20 novembre 2002  - Voci dalla foresta  ( di Massimiliano Valdannini ) 

 



30 aprile 2002 - Fatti di Napoli - Dichiarazioni del gruppo " Laboratorio per una polizia democratica "

Dettagli

 

 

30 aprile 2002 - Fatti di Napoli - Dichiarazioni del gruppo " Laboratorio per una polizia democratica " 





2002 - Fatti di Napoli - I sottoscritti dirigenti sindacali, rappresentano la propria contrarietà in merito alle dichiarazioni , sugli arresti napoletani , prodotte dal segretario nazionale generale del SIULP Oronzo Cosi , ritenendo che non rappresentino 

Dettagli

 

2002 - Fatti di Napoli - I sottoscritti dirigenti sindacali, rappresentano la propria contrarietà in merito alle dichiarazioni , sugli arresti napoletani , prodotte dal segretario nazionale generale del SIULP Oronzo Cosi , ritenendo che non rappresentino  l’unanime posizione di tutti gli iscritti e dei quadri del SIULP




2002 Un nuovo modello per i cittadini di Massimiliano Valdannini e Gianclaudio Vianzone

Dettagli

 

2002 Un nuovo modello per i cittadini di Massimiliano Valdannini e Gianclaudio Vianzone 





In attesa di una nuova primavera - venti anni di sindacato - di Massimiliano Valdannini

Dettagli

 

2001-21 vent’anni di sindacato

 

 

 

IN ATTESA DI UNA NUOVA PRIMAVERA

 

 

 

Il primo aprile , per quelli della mia generazione, ricorda l’arruolamento periodico che avveniva nel disciolto Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza e quindi , oltre a rammentare la gioventù , tale data rappresenta anche un giorno epocale allorquando il 1 aprile del 1981 si raggiunse il traguardo della completa democratizzazione della Polizia restituendo alla collettività un’istituzione più vicina alle istanze dei cittadini.

Da quel mio 1° aprile sono trascorsi quasi trent’anni mentre dal secondo si è appena girata la boa dei vent’anni , e quindi credo sia d’obbligo fornire un tracciato di quanto è stato fatto dall’allora “ movimento unitario dei poliziotti democratici “ agli attuali 24 sindacati esistenti .

La nascita di tutti questi sindacati sta a significare che non tutto ha funzionato per il giusto verso .

Queste divisioni e diaspore a chi sono servite ?

Chi le ha orchestrate ?

Che interesse avevano coloro che le hanno condotte in porto ?

E’ stato fatto solo per opinioni divergenti all’interno delle varie sigle nate di volta in volta, oppure c’è stato sempre qualcuno o qualcosa dietro ad ogni defezione ?

Come vediamo 20 anni sembrano trascorsi inutilmente in quanto ci troviamo sempre a combattere contro l’ Hydra , i muri di gomma e i “ grandi vecchi “ !

La natura del sospetto è insita in me avendo già vissuto la stagione dell’ostracismo da parte dei poteri forti sull’allora nascente legge di riforma della Polizia .

La legge 121/81 tra tutte le leggi varate dal Parlamento fu definita “ epocale “ sia per i contenuti sia per le innovazioni che avrebbe dovuto apportare per una maggiore sicurezza della collettività e di coordinamento tra le forze dell’ordine .

Ancora prima di essere approvata dietro le quinte c’era già chi remava contro preferendo una Polizia militarizzata alla pari dei Carabinieri perché , ieri come oggi , c’è più di qualcuno che è convinto che l’essere militare sia sinonimo di fedeltà e di cieca ubbidienza !

In questi vent’anni i tentativi di smantellare l’impianto della Legge 121/81 si sono susseguiti all’ordine del giorno , e guarda caso dove la destra ha sempre fallito c’è riuscito un Governo di centro sinistra approvando la Legge 78/2000 , affossando di fatto l’impianto originale della legge 121/81 che prevedeva un coordinamento reale nella nazione dalle 1000 polizie !

La legge di riforma della Polizia si incuneò verso il traguardo finale in un esatto periodo storico , che vide il calar della c.d. fase del “ tintinnar di sciabole “ e la nascita contestuale del piano di “ Rinascita Nazionale “ che aveva già posto gli uomini giusti nei gangli vitali della c.d. I^ Repubblica .

Mentre nel Corpo delle Guardie di P.S. si lottava per organizzare il “ movimento democratico dei poliziotti “ tendente a democratizzare e smilitarizzare la Polizia parallelamente , nel 1966 , due uomini come Freda e Ventura inviavano lettere anonime a 2000 militari , senza che i vertici militari né quelli politici obiettassero , annunciando la creazione di una struttura clandestina denominata “ nuclei difesa dello Stato “ costituita “ in seno alle forze armate “ e da “ militari di grande prestigio e autentica fedeltà “ con il compito “ di stroncare l’infezione prima che essa divenga mortale “ partecipando a una lotta vittoriosa contro la sovversione “ ( da Segreto di Stato )

Ecco forse una risposta all’ostracismo per il varo della legge di riforma della Pubblica Sicurezza e la continua diffidenza verso una futura Polizia “ civile “ e anche la spiegazione per cui molti poliziotti della prima ora vennero definiti “ inaffidabili “ e “ sovversivi “ dall’allora gerarchia militare e oserei dire sino ad oggi benché le stellette siano scomparse dai nostri baveri .

Forse è vero o forse no che rispetto a vent’anni fa ci sia più libertà di espressione e di parola , ma per quanto mi consta vedo notevoli passi indietro con una paurosa involuzione e una tremenda gerarchizzazione degli apparati tendente alla rimilitarizzazione latente della Polizia .

Si potrebbe continuare a lungo su questa analisi ma alla fine non vorrei che da ciò si traesse una chiave di lettura tutta negativa di ciò che è stata la legge 121/81 e trarne consequenzialmente un necrologio .

Quindi vorrei concludere con alcuni spunti dell’intervento fatto da Riccardo Ambrosini in occasione del II° Congresso Nazionale del SIULP del 1987 , che furono valutati con molta sufficienza da chi era intento solo a salire i gradini della scalata alla somma vetta non curandosi , ieri come oggi , della categoria che avrebbero dovuto rappresentare .

Dal momento che li ritengo ancora validi li ripropongo come spunto di riflessione per le giovani leve invitandole a meditare e a rivedere la nostra storia al fine di non concedere mai deleghe in bianco a chicchessia .””””””””

· Dobbiamo camminare sulla via maestra della costruzione dal basso di un sindacato capace di esprimere le sue scelte ;

· Il sindacato si trova in una situazione pericolosa di stallo politico e ideale, foriera di sconfitte politiche e tracolli organizzativi ; quattro punti sui quali si dovrebbe operare urgentemente e contemporaneamente per bloccare ed invertire questa tendenza negativa

· individuazione di riferimenti ideali e dei passaggi pratici per realizzarli;

· la piena applicazione della democrazia nel sindacato;

· la ridefinizione dei rapporti con i sindacati confederali ;

· il cambiamento del gruppo dirigente del SIULP ;

· Più libertà vuol dire più stato ! Errore gravissimo, compagni ed amici di CGIL-CISL-UIL, è stato quello che ha consentito che il movimento operaio fosse scacciato dalla sua centralità e costretto all’angolo della pura difesa economico-sociale , errore fatale non certo solo vostro ma anche vostro, che ha fatto subire alla classe operaia italiana la più grave sconfitta dopo quella degli anni ‘20 ;

· Oggi la riforma è saldamente nelle mani dell’Amministrazione, e il SIULP oscilla tra l’accomodamento e la puntata di piedi talvolta velleitaria ;

· Fino ad oggi la filosofia della riforma imposta dall’Amministrazione non ha incontrato seri ostacoli , perché anche il SIULP, di fatto , l’ha condivisa . Il sindacato ha contestato singole iniziative, agendo sempre di rimessa , sempre in modo subalterno.;

· L’attuale gruppo dirigente del nostro sindacato, al di là delle singole persone che lo compongono , si è rilevato complessivamente incapace di tenere una gestione “ alta “ , strategica, dinamica del sindacato , ha assimilato la parte peggiore della cultura politica del sindacalismo confederale, ha mantenuto un atteggiamento al tempo stesso subalterno e velleitario nei confronti dell’Amm.ne , ha insomma in larga parte sprecato e dissipato le energie del movimento ;

· Se si vuole potere perché dividerlo con gli altri ? Perché non averlo tutto portando dalla propria parte coloro che si oppongono ? Perché per convincere gli altri che non fanno parte della “ parrocchia “ ? Bisogna mettersi in gioco , avere idee , e le idee non nascono dal cervello di Giove , ma dal confronto pieno e concreto con le cose !

· Questa crisi sta conducendo alla frantumazione dei soggetti sociali, alla atomizzazione delle spinte e , perciò , allo stallo politico, ed è la premessa del caos e della svolta autoritaria ;

· E’ più comodo certo agire secondo copioni prestabiliti , senza imprevisti e sorprese, ma se continuiamo su questa strada , quello che non paghiamo in termini di fatica e di rischio , giorno dopo giorno , lo pagheremo tutto insieme , con gli interessi , prima o poi”””””””

Ben sappiamo che ogni stagione produce i suoi frutti , e per certi aspetti la legge 121/81 non è null’altro che un frutto di una determinata stagione che allo stato attuale sta attraversando il suo periodo autunnale con la perdita di foglie qua e la e si sta, forse , avvicinando anche al momento invernale , ma non sarà oggi e forse neanche domani ma prima o poi arriverà la primavera .

La natura con tutte le sue manifestazioni è ciclica e chi ha gioito durante i periodi autunnali ed invernali sappia che prima o poi una nuova primavera esploderà con tutta la sua magnificenza di colori , di germogli , di profumi ed il risveglio di tutto il creato .

E’ solo una questione di tempo ma la nuova primavera arriverà !

 

Aprile 2001

 

 

Massimiliano VALDANNINI







Due considerazioni di Massimiliano Valdannini - Gianclaudio Vianzone - Giorgio Pietrini

Dettagli

 

Due considerazioni di Massimiliano Valdannini - Gianclaudio Vianzone - Giorgio Pietrini 

 




Che fine ha fatto la legge 626 ? di Massimiliano Valdannini

Dettagli

 


Settembre/2001 - Contributi

Che fine ha fatto la legge 626?

 

di Massimiliano Valdannini

 

L’evento giubilare avrebbe dovuto far aumentare uomini, mezzi e tecnologie. Ma noi, come Cassandre, preventivammo l’esatto contrario e l’attualità non può che darci ragione, infatti gli eventi e le manifestazioni si susseguono in continuazione chiedendo agli stessi operatori turni massacranti con il consequenziale calpestio della dignità di tutti i poliziotti romani, funzionari compresi.
Alla già precaria situazione organizzativa, il nuovo anno ha portato ai poliziotti capitolini un deciso abbassamento dei livelli di sicurezza dal punto di vista della Legge 626/94.
Come ben sappiamo anche la Pubblica Amministrazione avrebbe dovuto applicare in todo la 626/94 entro l’anno domini 1997.
Nell’anno giubilare 2000 non solo non è stata applicata nell’ambito della pubblica sicurezza, ma ad oggi non sono state ancora indette le elezioni per eleggere i vari Rls, tantomeno esiste, nei vari uffici, il documento per la valutazione dei rischi.
Un comune mortale penserebbe che essendo l’apparato statale una macchina burocraticamente elefantiaca, come compensazione per la mancata attuazione della 626/94, l’Amministrazione della pubblica sicurezza avrebbe dovuto garantire ed aumentare maggiori servizi per la tutela igienico sanitaria e di prevenzione per gli operatori di Polizia.
Invece no!
Con il nuovo anno dalla prefettura giunge l’ennesima circolare con cui si comunica la riduzione dei fondi per la pulizia degli uffici e caserme della Polizia di Stato.
Ciò sta a significare che nella maggior parte dei casi le pulizie, eufemisticamente parlando, vengono effettuate dal lunedì al venerdì soltanto per due ore al giorno, lasciando scoperte le giornate del sabato e della domenica in tutti quegli uffici che per la loro specificità operano nell’arco delle 24 ore e per 365 giorni l’anno (leggasi Commissariati, Sq. Volante, Sq. Mobile, Polizia Stradale, ecc.).
Parliamo di pulizie in maniera eufemistica perché da troppo e tanto tempo stiamo denunciando che il servizio reso ai poliziotti romani non solo è scadente per il materiale utilizzato, ma in alcuni casi lo è anche come prestazione d’opera; sebbene le verifiche ispettive ministeriali e della stessa questura ci diano ragione, pare che ad ogni gara di appalto per ciò che riguarda le pulizie si vada sempre di male in peggio.
Passeggiando, però, per i corridoi che contano, si prende atto di pavimenti stralucidati, scrivanie lustrate, bagni in cui ci si potrebbe mangiare, luoghi in cui si effettuano le pulizie anche il 30 febbraio.
Altra nota dolente è per ciò che riguarda il capitolato della manutenzione degli immobili. Non si sa da quale antro del dipartimento o della prefettura sia uscita fuori la notizia ufficiosa che, ora, per ottenere un qualsiasi intervento presso gli uffici o reparti della capitale, devono giungere alla divisione del personale Utlgp almeno 10 fonogrammi per ottenere poi una eventuale autorizzazione cumulativa per gli interventi richiesti. Domanda. Se in un ufficio durante tutto l’anno solare gli si fulmina solo una lampadina, si blocca una porta, si ottura un water, si rompe una finestra ecc. per poter far intervenire la ditta preposta in maniera sollecita cosa deve fare?
L’ufficio richiedente, per caso, si deve intentare altri 9 guasti per riparare l’unica emergenza?
Credo che sia giunto il momento di porre termine all’invio delle visite ispettive sui vari posti di lavoro in tema di ambiente e salubrità, perché non sono null’altro che una presa in giro all’intelligenza degli stessi Funzionari, Ispettori, dei Medici e dei colleghi che operano in ogni ambito.
Queste visite ispettive non fanno altro, che verificare, accertare, trascrivere e sottoscrivere quelle che poi tutti sappiamo essere le problematiche che affliggono i nostri uffici e di contro dimostrare l’impotenza dell’Amministrazione centrale nel poter risolvere concretamente problematiche spicciole, e continuare a mandare in giro queste visite significa solo il perseverare nel navigare a vista nell’oceano delle improvvisazioni e del pressapochismo.
Ci domandiamo e domandiamo: ma la cascata di risorse straordinarie piovute sulla Capitale per l’evento Giubileo che fine ha fatto? I fondi per le caserme, per gli uffici sono già terminati?
Altro capitolo da affrontare sarebbe quello dei mancati fondi per le nuove commesse di approvvigionamento delle uniformi della Polizia; molti colleghi in ambito nazionale nel mese di giugno 2000 con 30-35 e più gradi all’ombra ancora devono indossare la divisa ordinaria estiva perché sono terminate le cosiddette atlantiche!
Possibile che le risorse vengano a scarseggiare sempre per i lavoratori e mai per alimentare lo status simbol, quali scorte e auto blu?
Anche per il dipartimento della pubblica sicurezza il termine ultimo per applicare in todo il d.lgs 626/94 doveva essere il 1997, ma attualmente non solo non se ne vede l’alba, ma di fatto con i mancati interventi, riparazioni e manutenzioni le violazioni alla 626/94 sono ancora più evidenti e, non dimentichiamo, tutte penali!
Ma cosa importa se un reparto, una caserma, un ufficio versa in condizioni disperate l’essenziale è che nei corridoi che contano sia sempre tutto efficiente e lustro; e che non manchi mai la macchina blu per ogni eventuale esigenza.
Massimiliano Valdannini
Segr. Prov.le Siulp - Roma

 






Gennaio 2001 Riaprire il dibattito di Massimiliano Valdannini

Dettagli

 

 

 


LABORATORIO

Riaprire il dibattito

Grazie allo spazio concessoci come “Laboratorio per una Polizia Democratica” credo che sia giunto nuovamente il momento di riaprire un dibattito aperto sul futuro del sindacato in seno alla Polizia di Stato, coinvolgendo le giovani leve a prendere coscienza del lungo e periglioso percorso che li attende.

Dopo una lunga analisi degli accadimenti succedutisi nella Polizia di Stato nell’ultimo decennio, che peraltro era stata già messa in cantiere da Franco Fedeli e pochi altri, è giunto il momento che il “testimone”, del dialogo, analisi e riflessione, torni a passare di mano in mano con la speranza che le nuove generazioni ravvivino le spinte innovative che furono portate dal “Movimento dei Poliziotti Democratici” che oramai da troppo, tanto, tempo risultano terminate.

Dal libro di Riccardo Ambrosini mi permetto di estrapolare alcuni passaggi rilevati da un suo intervento al II Congresso Nazionale del Siulp nel 1987 e ritenendoli ancora validi per aprire una riflessione ed un dibattito costruttivo, tramite le pagine del “Laboratorio” invito tutti i colleghi sensibili all’argomento a volerci fornire un loro contributo, qualunque esso sia, per riconsegnare ai lavoratori di Polizia e alla collettività una vera Polizia Democratica per un paese migliore.

I punti su cui ritengo utile poter riflettere e dibattere sono:

- Dobbiamo camminare sulla via maestra della costruzione dal basso di un sindacato capace di esprimere le sue scelte;

- Il sindacato si trova in una situazione pericolosa di stallo politico e ideale, foriera di sconfitte politiche e tracolli organizzativi; quattro punti sui quali si dovrebbe operare urgentemente e contemporaneamente per bloccare ed invertire questa tendenza negativa: 1) individuazione di riferimenti ideali e dei passaggi pratici per realizzarli; 2) la piena applicazione della democrazia nel sindacato; 3) la ridefinizione dei rapporti con i sindacati confederali; 4) il cambiamento del gruppo dirigente del Siulp.

- Più libertà vuol dire più stato! Errore gravissimo, compagni ed amici di Cgil - Cisl - Uil, è stato quello che ha consentito che il movimento operaio fosse scacciato dalla sua centralità e costretto all’angolo della pura difesa economico-sociale, errore fatale non certo solo vostro ma anche nostro, che ha fatto subìre alla classe operaia italiana la più grave sconfitta dopo quella degli anni ’20.

- Oggi la riforma è saldamente nelle mani dell’Amministrazione, e il Siulp oscilla tra l’accomodamento e la puntata di piedi talvolta velleitaria.

- Fino ad oggi la filosofia della riforma imposta dall’Amministrazione non ha incontrato seri ostacoli, perché il Siulp, di fatto, l’ha condivisa. Il sindacato ha contestato singole iniziative, agendo sempre di rimessa, sempre in modo subalterno.

- L’attuale gruppo dirigente del nostro sindacato, al di là delle singole persone che lo compongono, si è rivelato complessivamente incapace di tenere una gestione ‘alta’, strategica, dinamica del sindacato, ha assimilato la parte peggiore della cultura politica del sindacalismo confederale, ha mantenuto un atteggiamento al tempo stesso subalterno e velleitario nei confronti dell’Amministrazione, ha insomma in larga parte sprecato e dissipato le energie del Movimento.

- Se si vuole potere perché dividerlo con gli altri? Perché non averlo tutto portando dalla propria parte coloro che si oppongono? Perché per convincere gli altri che non fanno parte della ‘parrocchia’? Bisogna mettersi in gioco, avere idee, e le idee non nascono dal cervello di Giove, ma dal confronto pieno e concreto con le cose!

- Questa crisi sta conducendo alla frantumazione dei soggetti sociali, alla atomizzazione delle spinte e, perciò, allo stallo politico, ed è la premessa del caos e della svolta autoritaria.

- È più comodo certo agire secondo copioni prestabiliti, senza imprevisti e sorprese, ma se continuiamo su questa strada, quello che non paghiamo in termini di fatica e di rischio, giorno dopo giorno, lo pagheremo tutto insieme, con gli interessi, prima o poi.

Mi auguro che questi spunti presi a prestito da Riccardo Ambrosini possano far riaprire un ampio dibattito tra quanti, al di là delle sigle sindacali o schieramenti ideologici, si sentano di fornire un contributo alla discussione tramite le colonne del “Laboratorio per una Polizia Democratica”, riappropriandoci di fatto di quegli spazi che ci fecero crescere come Movimento, epoca in cui tutti ebbero la possibilità di dire la loro senza censura e censori.

Ringrazio anticipatamente tutti quei colleghi che intenderanno ravvivare il dibattito.

Massimiliano Valdannini

 

 



Nessun commento:

Posta un commento