CASSAZIONE: SEMPRE CONDANNA A MEDICO CHE FIRMA RICETTE IN BIANCO =
(AGI) - Roma, 31 mar. - Un medico va sempre incontro a una
condanna per falsita' ideologica se firma ricette in bianco. Lo
sottolinea la sesta sezione penale della Cassazione nella
sentenza n.13315, con la quale ha dichiarato prescritti i reati
contestati a un medico convenzionato con la Asl di Frosinone e
ai titolari di due farmacie, condannati dalla Corte d'appello
di Roma per falsita' ideologica in certificazioni
amministrative e abusivo esercizio della professione. Il
medico, in particolare, aveva consegnati ai due farmacisti
alcuni ricettari a lui intestati, firmati e timbrati in ogni
foglio in bianco: i titolari delle farmacie, a loro volta,
riempivano le ricette (il primo oltre 5mila, il secondo piu' di
8.400) in ogni loro parte e con l'indicazione dei farmaci a
carico del servizio sanitario nazionale.
La Suprema Corte ricorda che "deve essere dunque il medico,
e solo il medico, acquisiti tutti gli elementi necessari per
una esauriente valutazione clinica del caso, a decidere se
prescrivere o meno il farmaco, ovvero, se del caso, mutare una
precedente prescrizione farmacologica" ed e' "significativo -
si legge nella sentenza - che la legge affidi al solo medico
convenzionato la materiale redazione della ricetta in tutte le
sue parti". Nella prescrizione di medicinali da parte del
medico convenzionato, scrivono gli 'ermellini', "vengono in
gioco interessi costituzionalmente protetti", da un lato, "la
tutela della salute degli assistiti", dall'altro "il
contenimento della spesa farmaceutica nelle risorse finanziarie
disponibili dal Servizio nazionale". Pertanto, secondo la
Cassazione, "l'attivita' prescrittiva non solo deve tendere al
miglioramento delle condizioni di salute dell'assistito, ma
deve anche evitare un consumo farmacologico inadeguato,
incongruo o sproporzionato, in funzione di criteri di
economicita' e di riduzione degli sprechi". La necessita' che
la somministrazione di farmaci a carico del Ssn sia
costantemente monitorato dal medico prescrittore "e' ribadita
dal legislatore - conclude la Suprema Corte - anche nel caso di
pazienti portatori di patologie croniche": anche per essi,
infatti, "lo schema seguito dal legislatore impone al medico,
dopo la diagnosi iniziale e la prima prescrizione
farmacologica, di attuare controlli intermedi predefiniti,
prima di emettere le prescrizioni ripetute". (AGI)
Oll
311510 MAR 11
NNNN
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