LEGA: LUNEDI' 'REDDE RATIONEM' SU MANOVRA ED ENTI
LOCALI =
(AGI) - Alzano lombardo (Bergamo), 19 ago. - Interventi
sulle
pensioni, tagli agli enti locali e ipotesi di patrimoniale.
Sulle
modifiche da apportare alla manovra da 45 miliardi,
la
Lega appare divisa e, per la prima volta in tanti anni, non
'sciacqua i
panni sporchi' in famiglia. Complice la dura estate
che ha costretto il
leader a confrontarsi con scelte difficili
e qualche contestazione, pesano le
divisioni tra il 'cerchio
magico' che attornia Umberto Bossi dal
dopo-malattia, e gli
altri due colonnelli, Roberto Maroni e Roberto
Calderoli. Il
movimento sta attraversando dunque un momento difficile,
di
passaggio, aggravato dagli effetti della crisi economica
e
dall'impopolarita' delle misure decise dal governo. E - novita'
- i
leghisti si affrontano apertamente, con Bossi che, nei suoi
comizi, definisce
"terroni" (perche' asserviti
all'assistenzialismo) i sindaci del Carroccio
che si lamentano
dei tagli agli enti locali e si lamenta "del sindaco di
Verona
che dice la sua e quell'altro che dice la sua", dopo le
proteste di
Flavio Tosi e Attilio Fontana, maroniani doc, messi
alla guida di Verona e
Varese.
C'e' quindi grande attesa, nel movimento, per la riunione
della
segreteria politica di lunedi', alla quale, stando alle
parole di Calderoli,
e' stato affidato il compito di
"individuare e formalizzare le proposte" del
Carroccio, in
vista dell'iter parlamentare della manovra. In ambienti
leghisti, e' dato per assodato che
la riunione sia stata
chiesta da Maroni (che, oltretutto, e' coordinatore
della
segreteria politica), cioe' colui che, nel partito, si e'
mostrato
piu' sensibile alla questione degli enti locali
(mentre Bossi ha continuato a
rivendicare, nei comizi d'estate,
la scelta "equilibrata" fatta dalla Lega di
"salvare le
pensioni", anche a costo di sacrificare gli enti locali).
Nelle
uniche dichiarazioni sulla manovra, durante
la conferenza
stampa di Ferragosto, il titolare del Viminale ha tenuto
a
precisare che il decreto "non e' blindato". "Credo che il
Parlamento
debba fare uno sforzo per garantire un taglio dei
tagli previsti per le
autonomie locali", ha messo in chiaro
Maroni. (AGI)
Mi7/Ted
(Segue)
201916 AGO 11
NNNNLEGA: LUNEDI' 'REDDE RATIONEM' SU MANOVRA ED ENTI
LOCALI (2)=
(AGI) - Roma, 20 ago. - Dal canto suo, in una nota
diffusa
oggi, Calderoli ha parlato di nuovo delle riunione di lunedi'
e
invitato gli "amici" del Pdl "a fare la stessa cosa". "Per
poi
incontrarci per trovare una sintesi e un'unica proposta comune
sulle
modifiche da apportare alla manovra", ha aggiunto.
"In
questo momento e' davvero troppo importante avere
un'unitarieta' nella
maggioranza rispetto ad un altrettanto
troppo evidente attacco dei poteri
forti", ha sostenuto, "e dei
loro 'maitresse' editoriali, scatenati come non
mai nel
tentare, ancora una volta, l'ennesima spallata, per mettere
al
governo i non eletti e varare una riforma elettorale che possa
poi far
vincere chi e' in minoranza nel Paese".
In questi giorni di vacanza, non e'
chiaro se Bossi e
Maroni si siano sentiti al telefono. Certamente, il 16
sera, il
'capo' ha chiamato il ministro dell'Interno per parlare
della
situazione dei profughi a Brescia, sollecitato dalle richieste
del
prefetto, Livia Narcisa Brassesco Pace, incontrata
all'Hotel Mirella di Ponte
di Legno. Ma i due leader leghisti
non hanno parlato di manovra in quella breve telefonata davanti
ai
giornalisti. E lunedi' potrebbe essere il momento del
confronto
decisivo.
Altra occasione importante e' quella di venerdi'
prossimo,
quando Maroni incontrera' Angelino Alfano, primo segretario
di
un altro partito invitato a parlare a una festa della Lega
Nord, ad
Alzano lombardo (intervistato insieme a Maroni e
Calderoli da Enrico
Mentana).
Anche ieri, durante un comizio a Schio, ricordando che
lunedi'
e' convocata una riunione della segreteria politica del
partito, Bossi ha
tenuto a precisare: "La Lega e' una forza
politica popolare che deve essere
unita e forte: noi abbiamo il
compito storico di fare soprattutto gli
interessi della gente
del Nord". Ed e' proprio questo che si aspettano i
leghisti dal
summit: una voce unica (anche a costo, pero', di
correggere
alcune proposte del 'capo' e le sue versioni sempre
piu'
discordanti), oltre a scelte che salvino gli enti locali.
Perche' la
Lega e' un partito del territorio e non puo' tradire
le sue origini.
(AGI)
Mi7/Ted
201916 AGO 11
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