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sabato 13 ottobre 2012

Parte la raccolta firme per i referendum anti Fornero


Parte la raccolta firme per i referendum anti Fornero
Venerdì 12 Ottobre 2012 10:55

Quando sono stati presentati i quesiti, lo scorso 11 settembre, bisogna dirlo, la foto non era delle più belle. E non perché la politica non dovesse esserci, in quella foto, anzi. Erano però giorni di polemica, di primarie e coalizioni, e così anche quel momento fu trascinato nel quotidiano dibattito sul centrosinistra. Di Pietro, Vendola, Ferrero, Diliberto, Bonelli e pure Gian Paolo Patta, ex sottosegretario del governo Prodi, ritratti tutti insieme, furono un boccone troppo gustoso per i più polemici sostenitori della continuità montiana. È innegabile che, la presentazione dei quesiti referendari sul lavoro, rappresenti anche una mossa centrale nella partita a scacchi condotta dai partiti della sinistra largamente intesa. I due quesiti abrogativi sulla modifica dell’art.18 dello statuto dei lavoratori e sull’art. 8 dell’ultima finanziaria del governo Berlusconi, sono l’unico concreto punto di rottura, offerto ad oggi dall’opposizione al governo dei tecnici, utile per mettere in discussione la continuità e il rapporto con l’agenda Monti. Ma non solo. In ballo ci sono diritti molto precisi, che non risolvono tutte le questioni aperte, legate alle leggi e alle normative sul lavoro, ma che si pongono da freno a quello che i promotori hanno definito come il frutto di un «livore antisindacale». «I quesiti – dice il professor Alleva, punta del comitato pro- motore – sono la risposta a due attacchi paralleli, perché il primo fu attuato dal governo Berlusconi e il secondo dal governo tecnico, che però si muovono dalla stessa matrice liberista».
Ultimo aggiornamento Venerdì 12 Ottobre 2012 12:28 Leggi tutto...
 
Le principali piazze del 13 ottobre
Venerdì 12 Ottobre 2012 08:57

Torino, piazza Castello ore 11, con Antonio Di Pietro (Presidente Italia dei Valori)
Milano, piazza Cordusio ore 10.30, con Nicola Nicolosi (Segreteria confederale Cgil, Coordinatore nazionale Lavoro Società Cgil) e Moni Ovadia
Genova, via XX Settembre, ore 11.30 con Gian Paolo Patta (Lavoro Società Cgil)
Brescia, corso Zanardelli, ore 15, con Maurizio Zipponi (Responsabile nazionale Lavoro e Welfare Idv)
Reggio Emilia, piazza Prampolini, ore 11, con Maurizio Landini (Segretario generale Fiom-Cgil) e Gianni Rinaldini (Coordinatore nazionale La Cgil che vogliamo)
Firenze, piazza Bartali (c/o Coop Gavinana), ore 10.30, con Paul Ginsborg (Docente universitario, Direttivo nazionale Alba), Fabio Evangelisti (vicepresidente Gruppo Idv Camera), Massimo Torelli (Esecutivo nazionale Alba)
Roma, Largo Lombardi (via del Corso, angolo vicolo del Grottino), ore 11 con Manuela Palermi (Segreteria nazionale Pdci), Angelo Bonelli (Presidente nazionale Verdi), Tommaso Fulfaro (Segretario nazionale Articolo 21)
Napoli, piazza Trento e Trieste, ore 12, con Luigi De Magistris (Sindaco di Napoli), Domenico Moccia (La Cgil che vogliamo), Alberto Lucarelli (Esecutivo nazionale Alba)
Palermo, via Magliocco angolo via Ruggero Settimo, ore 16, con Paolo Ferrero (Segretario nazionale Prc) e Giovanna Marano (Candidata alla Presidenza della Regione Sicilia)

Ultimo aggiornamento Venerdì 12 Ottobre 2012 17:31
 
Referendum. Due quesiti sul lavoro, due contro la casta
Mercoledì 12 Settembre 2012 14:18
Il valore dei referendum promossi dall’Italia dei Valori come possibilità di riscatto per riguadagnare diritti conquistati nel tempo e a costi altissimi da più generazione di lavoratori, e cancellati con un doppio colpo di spugna prima dal governo Berlusconi e poi dall’esecutivo dei professori guidato da Monti.
Antonio Di Pietro torna a parlarne dopo aver presentato ieri in Cassazione, “insieme  - dice intervenendo a ‘Citofonare Adinolfi’, la trasmissione in onda su Radio Ies - a un comitato trasversale, di cui fanno parte partiti, movimenti ed esponenti della società civile, i due quesiti sul lavoro e in difesa delle fasce sociali più deboli. Uno sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori per chiedere che il lavoratore ingiustamente licenziato, dopo una sentenza secondo cui il lavoratore è stato espulso in violazione della legge, venga riassunto. Vogliamo ripristinare un diritto leso. Invece, la Fornero ha previsto che, in questo caso, basta dare un’indennità a chi viene licenziato.
L’altro referendum – ricorda Di Pietro - riguarda il contratto collettivo di lavoro per garantire i diritti minimi e universali ed evitare così che si torni al medioevo”.Ma, sottolinea Di Pietro, “l’IdV ha inoltre depositato due referendum contro la Casta. Uno per abrogare il finanziamento pubblico ai partiti, l’altro per eliminare la diaria parlamentare, cioè il doppio stipendio che viene riconosciuto ai deputati perché lavorano a Roma. Ricordiamo che abbiamo deciso di devolvere l’ultima rata dei rimborsi spettante all’IdV e relativa alle elezioni politiche del 2008 al sindaco di Finale Emilia e al presidente della Regione, Vasco Errani, per una scuola dell’Emilia Romagna. La consegna avverrà il 21 settembre durante la festa del nostro partito a Vasto”.
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Referendum: si scrive 'lavoro', si legge 'democrazia'
Scritto da Coordinamento assemblea 26 giugno   
Sabato 06 Ottobre 2012 12:38
L'impegno di delegate e delegati Cgil fiorentini per i diritti e contro la precarietà

L'attacco al contratto nazionale e all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori va inserito all'interno di un processo ormai trentennale volto alla completa destrutturazione dei diritti e delle tutele dei lavoratori. Con le modifiche alla legislazione sul lavoro varate dai Governi Berlusconi-Monti, tra l'altro senza nessun accordo con le parti sociali, si sono andate a smontare le principali difese sia individuali che collettive per chi lavora, alterando irrimediabilmente i rapporti di forza all'interno dei luoghi di lavoro. Tale processo è stato definito, giustamente, una 'lotta di classe al contrario'. Tutto questo sta avvenendo a tappe forzate sotto la direzione e supervisione di tutto l'establishment economico e finanziario europeo. Chi guida tale restaurazione sociale usa politicamente la crisi con il solo obiettivo di salvaguardare i profitti agendo su diritti e salari dei lavoratori e ponendo quindi le basi per una nuova fase di accumulazione del capitale.
Ultimo aggiornamento Sabato 06 Ottobre 2012 12:53 Leggi tutto...
 
Un esercizio di democrazia diretta
Venerdì 05 Ottobre 2012 07:58


Nel caso dei referendum sul lavoro, uno più uno non fa due: raggiunge una somma politica assai superiore. Nel merito entrambi i referendum sono importantissimi. La vittoria del fronte referendario comporterebbe miglioramenti sostanziali nella condizione materiale di milioni e milioni di lavoratori.
Politicamente, però, la posta in gioco è anche più alta. Si tratta infatti di segnare una inversione di tendenza rispetto alle politiche del lavoro che tutti i governi , chi più chi meno, hanno praticato negli ultimi decenni. Una vittoria dei referendum non abrogherebbe solo leggi che hanno fatto tornare indietro di decenni i diritti dei lavoratori: comporterebbe una trasformazione radicale dell’orizzonte complessivo.
Il referendum che mira a ripristinare l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori avrà una immediata valenza concreta. Impedirà ai datori di lavoro di mettere fuori i lavoratori che, per qualsiasi motivo, risultino scomodi senza più dover temere il verdetto di un Tribunale del lavoro.

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