SALUTE: IL 60% DEI CITTADINI PAGA DI TASCA PROPRIA LE PRESTAZIONI =
(AGI) - Udine, 13 ott. - Il 60 per cento dei cittadini paga di
tasca propria le prestazioni sanitarie che avrebbero potuto
ottenere gratuitamente o a minor costo dal sistema sanitario
pubblico. Le visite specialistiche vengono pagate, sempre di
tasca propria, dal 57 per cento dei cittadini. Questi i
principali dati emersi al convegno organizzato dall'Ordine dei
Medici della Provincia di Udine sul tema delle implicazioni
etiche e deontologiche nell'allocazione delle risorse in
sanita', tenutosi a Udine. Il report e' stato reso noto da
Gianfranco Domenighetti, gia' docente all'universita' di Lugano
e direttore del Cantonal Health Office del Canton Ticino. (AGI)
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SALUTE: IL 60% DEI CITTADINI PAGA DI TASCA PROPRIA LE PRESTAZIONI (2)=
(AGI) - Udine, 13 ott. - L'evento e' stato aperto dal
presidente dell'Ordine, Maurizio Rocco, che ha sottolineato
"l'urgenza di definire strategie che mirino ad evitare
razionalizzazioni che pesino sulla salute"'. Durante il
convegno e' emerso che fra il 20 e il 40 per cento della spesa
sanitaria rappresenta uno spreco causato da un utilizzo
inefficiente delle risorse (dato OMS) e che ammonta a ben 153
milioni di euro al giorno l'impatto finanziario della frode e
della corruzione nei sistemi sanitari dell'Unione europea
(Universita' di Plymouth). Per Domenighetti, che ha anticipato
le macrotendenze del settore sanitario, "le liste d'attesa
aumenteranno, verranno ridefinite le priorita' d'accesso
(crescera' la soglia a carico del cittadino); la liberta' di
scelta terapeutica calera' al pari del pacchetto di cure e
aumentera' la standardizzazione di cure fondate su linee guida
che diventeranno obbligatorie". Gli aspetti inerenti la
mobilita' sanitaria sono stati analizzati da Giovanni Fattore,
del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management
pubblico all'universita' Bocconi: "Se da un lato la mobilita'
sanitaria per le prestazioni specialistiche del Ssn amplia
l'accesso a istituzioni e prestazioni di eccellenza a tutti i
cittadini, dall'altro pone problemi di equita' per i cittadini
che si muovono dalla loro regione per ricevere servizi a cui
avrebbero diritto nella regione di residenza. Preoccupa il
fatto che la mobilita' di lungo raggio possa richiedere
sostanziali risorse economiche e relazionali e risulti quindi
poco accessibile da parte delle fasce della popolazione
meridionale maggiormente svantaggiate". (AGI)
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