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lunedì 10 giugno 2013

Amministrative/ Crolla affluenza per ballottaggi: ieri solo 33,8% -8 punti rispetto a stesso dato primo turno. Si vota fino alle 15


Amministrative/ Crolla affluenza per ballottaggi: ieri solo 33,8%
-8 punti rispetto a stesso dato primo turno. Si vota fino alle 15

Roma, 10 giu. (TMNews) - Affluenza alle urne ancora in calo. Dopo
il drammatico dato del primo turno anche ai ballottaggi trionfa
la disaffezione dell'elettorato. Alle 22 di ieri aveva votato il
33,87% rispetto al 42,38% del primo turno. Urne ancora aperte
fino alle 15 di oggi.

In tutto sono 67 i comuni al voto (65 con popolazione superiore
ai 15mila abitanti) tra cui 11 capoluoghi di provincia (Brescia,
Lodi, Treviso, Imperia, Siena, Ancona, Roma, Viterbo, Avellino,
Barletta, Iglesias). Sono 4.485.637 gli elettori, di cui
2.128.464 maschi e 2.357.173 femmine. Le sezioni elettorali
saranno 5.074. Le operazioni di scrutinio avranno inizio lunedì
al termine delle votazioni e dell'accertamento del numero dei
votanti.

C'è grande attesa per Roma dove Ignazio Marino (42,60%: Pd, Sel,
Psi, Verdi, Centro democratico, liste civiche) sfida il sindaco
uscente Gianni Alemanno (30,27%: Pdl, Fratelli d'Italia, La
Destra, liste civiche). A Brescia invece il confronto all'ultimo
voto è tra il primo cittadino di centrodestra Adriano Paroli
(Pdl, Lega, Pli, Udc, Pensionati, liste civiche), in corsa per la
riconferma, e il candidato del centrosinistra (Pd, Ecologisti,
liste civiche), Emilio Del Bono, che al primo turno ha prevalso
di soli 50 voti (34.373, pari al 38,06% contro 34.323 voti, pari
al 38%).

In Sicilia si tiene il primo turno delle elezioni che porteranno
al rinnovo delle amministrazioni in 142 comuni dell'isola. Tra
questi, 39 sono quelli per i quali si applica il sistema
elettorale maggioritario a doppio turno. Oltre a fornire spunti
sull'orientamento politico della Regione, con la tenuta del
governo Crocetta da un lato e della "roccaforte" grillina
dall'altro, queste elezioni vedranno il "battesimo" della doppia
preferenza di genere, introdotta con una legge approvata pochi
mesi fa dall'Assemblea regionale siciliana.

Nella regione che per prima ha detto no alle Province, le sfide
più importanti si giocano proprio in quattro capoluoghi: Catania,
Messina, Siracusa e Ragusa. A Catania la poltrona di sindaco è
contesa da sei i candidati, espressione di 15 liste. All'uscente
Raffaele Stancanelli, sostenuto dal centrodestra, si opporrà
innanzitutto l'ex sindaco Enzo Bianco, appoggiato dal
centrosinistra. Gli altri pretendenti sono Lidia Adorno, del
Movimento 5 Stelle; Maurizio Caserta (Catania Maurizio Caserta
sindaco), Matteo Iannitti (Catania bene comune), e Tuccio D'Urso
(Aggiusta Catania). Come a Catania, anche a Messina la partita se
la giocheranno sei aspiranti sindaci. Si tratta di Felice
Calabrò, sostenuto dal centrosinistra; Vincenzo Garofalo, del
centrodestra; Maria Cristina Saija, del Movimento 5 Stelle;
Alessandro Tinaglia, del movimento politico 'Reset'; Gianfranco
Scoglio appoggiato dagli ex An con una lista che si chiama Nuova
Alleanza; e il pacifista Renato Accorinti, con l'omonima lista. A
questi sei candidati avrebbe dovuto aggiungersi Angelo Villari,
escluso per un ritardo nella consegna della lista che lo
appoggiava.

A Siracusa, dove il Pdl si presenta diviso, i candidati invece
sono otto. La frangia più consistente del Popolo della Libertà
appoggia il segretario provinciale dell'Udc Edy Bandiera; mentre
il deputato regionale pidiellino Vincenzo Vinciullo, con altre
quattro liste, sostiene Ezechia Paolo Reale. Il centrosinistra
punta invece su Giancarlo Garozzo; mentre Marco Ortisi è il
candidato del Movimento 5 Stelle. Gli altri in corsa sono Santi
Pane, Pucci La Torre, l'ex senatore Franco Greco e Gianni
Briante. Infine, a Ragusa, la corsa sarà tra l'ex Udc Franco
Antoci, sostenuto dal Pdl e da liste civiche; Giovanni Cosentini,
appoggiato dal centrosinistra e dall'Udc; Giovanni Iacono, in
corsa per Sel e un'altra lista; Federico Picciotto per il
Movimento 5 Stelle; Francesco Barone per il Pid-Cantiere
popolare; ed Enrico Patania, appoggiato dal Movimento città.

Int8

100747 giu 13
BALLOTTAGGI: TREVISO, SEQUESTRATE FINTE SCHEDE PRO GENTILINI
ELETTRICE DENUNCIA AL SEGGIO SCHEDA GIA' PREVOTATA, ANNULLATA
(ANSA) - TREVISO, 10 GIU - Nel seggio delle scuole Rambaldo
degli Azzoni di San Giuseppe di Treviso, come riportano i
giornali locali, all'apertura dei ballottaggi e' stato ritrovato
un sacchetto contenente il facsimile di schede elettorali con la
croce prestampata sopra il nome di Giancarlo Gentilini,
l'attuale vice sindaco leghista della citta' in lizza con il
democratico Giovanni Manildo. Alcune delle schede erano state
attaccate anche ad un muro della scuola. Immediato l'intervento
del presidente del seggio che ha allertato i Carabinieri per far
togliere il materiale, che e' stato sequestrato.
Tutto da verificare anche un episodio che si e' verificato
nelle urne della scuola Primo Maggio, dove ha votato Manildo.
Una elettrice ha denunciato di avere ricevuto una scheda con un
segno gia' impresso nello spazio riservato allo sfidante
leghista. La scheda e' stata annullata.
In relazione ad entrambi i fatti, il segretario provinciale
del Pd Roberto Grigoletto si e' riservato di presentare
eventuale denuncia.(ANSA).

CO
10-GIU-13 10:29 NNNN
BALLOTTAGGI:MARONI,CALO AFFLUENZA E' PERDITA CREDIBILITA' PARTITI =
(AGI) - Milano, 10 giu. - Il calo dell'affluenza alle urne per
i ballottaggi e' "una reazione contro i partiti che hanno perso
credibilita'". E' il commento di Roberto Maroni, presidente
della regione Lombardia e segretario federale della Lega Nord.
"E' un dato serio - ha rilevato a margine dell'assemblea di
Assolombarda - su cui dobbiamo riflettere, ne va della nostra
credibilita' democratica. I partiti devono fare uno sforzo per
rinnovarsi". (AGI)
Mi3/gim
101131 GIU 13
Elezioni/ Pisicchio: Doppio turno aumenta rischio disaffezione
Brutto segnale crollo a ballottaggi, è una crepa

Roma, 10 giu. (TMNews) - "Il crollo della partecipazione al voto
che il secondo turno di ballottaggio sta facendo registrare è
sicuramente un brutto segnale per la politica, perché, comunque
lo si voglia leggere, dichiara qualcosa di più profondo di una
temporanea disaffezione del corpo elettorale dai partiti.
L'abbandono delle urne, infatti, denuncia una crepa nel rapporto
fiduciario con l'esercizio del voto che è l'emblema stesso della
democrazia moderna". Lo afferma il presidente del Gruppo Misto
alla Camera e vicepresidente di Centro Democratico Pino Pisicchio.

"Crepa ancora più allargata - aggiunge - con il meccanismo dei
ballottaggi: se qualcuno può ritenere fisiologico
l'allontanamento dei seggi nel secondo turno, noi invece crediamo
che questo sia un fatto altamente negativo, soprattutto in una
stagione, come quella che stiamo vivendo, in cui la fuga dalla
partecipazione dei cittadini si fa allarmante perché mette in
crisi di legittimazione il sistema rappresentativo. Vale la pena
di domandarsi se il meccanismo elettorale a doppio turno, che
molti vorrebbero promuovere alla Camera e al Senato, sia da
considerare effettivamente una soluzione o un grave peggioramento
del già precario esistente".

Pol/Arc

101148 giu 13
BALLOTTAGGI: DI PIETRO, ASTENSIONISMO E' FALLIMENTO POLITICA

(ANSA) - ROMA, 10 GIU - ''Oggi c'e' solo un vincitore:
l'astensionismo. E non e' una buona notizia, e' il fallimento
della politica e delle istituzioni. Al di la' dei risultati dei
singoli candidati, quando la percentuale dei votanti non arriva
a superare il 40 o il 50 per cento della platea che ha diritto
al voto il segnale e' inequivocabile''. E' quanto scrive sul suo
blog Antonio Di Pietro dell'Italia dei Valori, che aggiunge:
''Ma ormai c'e' un'anestesia totale della classe dirigente dei
partiti. E' il mancato ascolto delle istanze della base e della
cittadinanza. Siamo in un Paese senza speranza, senza futuro,
dove la gente non arriva alla fine del mese, dove le famiglie
sono diventate i veri ammortizzatori sociali e dove le
istituzioni hanno perso credibilita'. Mi auguro che questo
astensionismo diventi una lezione per i politici, ma temo che
non lo sara', visto che sia a livello nazionale, sia a livello
locale continuano a fare tutto l'opposto di quello che dicono in
campagna elettorale, a non mantenere le promesse''.
Secondo Di Pietro ''il caso del Pd fa da scuola: 'Non ci
apparenteremo mai con Berlusconi', hanno detto nei giorni
precedenti alle elezioni politiche. Mentre, il giorno dopo, non
solo hanno fatto l'accordo di governo con il Cavaliere, ma si
accingono a regalargli il semipresidenzialismo, una corona al
solo uomo al comando, stravolgendo la nostra Carta''. (ANSA).

PH
10-GIU-13 12:21 NNNN

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