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martedì 4 giugno 2013

COMUNICATO STAMPA Trovare un lavoro dopo la mobilità è sempre più difficile


Riceviamo e pubblichiamo

Ufficio Stampa EPAS <ufficiostampa@epas.it>
12:32 (12 minuti fa)

a destinatari nascosti
COMUNICATO STAMPA
 
Trovare un lavoro dopo la mobilità è sempre più difficile
 
La rivoluzione del panorama previdenziale italiano degli ultimi anni ha ovviamente avuto influssi importanti sulla realtà sociale del Paese, stretto nella morsa di crisi e debito pubblico e alle prese con tassi di disoccupazione sempre più elevati. Il percorso che ha portato a posticipare pressoché per tutte le categorie di lavoratori il momento della pensione ha inevitabilmente provocato sconquassi di un certo rilievo nel sistema produttivo e occupazionale, precludendo di fatto l’ingresso nel mondo del lavoro di moltissimi giovani e allungando in alcuni casi di molti anni la permanenza in servizio di persone che erano ormai prossime al traguardo della quiescenza.
Le dinamiche del mercato del lavoro hanno presto finito per sfuggire alla tradizionale alternanza fra le generazioni e si sono dimostrate non in grado di assorbire i nuovi ingressi, anche per via di un sistema previdenziale che, come detto, è andato in apnea nel dover operare cambiamenti drastici su concetti come anzianità lavorativa, requisiti pensionistici e ammortizzatori sociali.
Ciò che è accaduto in Italia è per molti aspetti rivoluzionario -ammette il Presidente Nazionale del Patronato Epas, Denis Nesci- e ha coinvolto lavoratori e giovani di diversa età, ovviamente spiazzati da cambiamenti così rapidi e radicali. Ora però, passato il primo momento di grandissima difficoltà e con all’orizzonte la possibilità di venir fuori dalla grave recessione economica, serve mettere in atto strategie efficaci e concrete -aggiunge Nesci- per consentire ad ognuno di veder tutelato il proprio diritto alla pensione e ad avere un lavoro”.
Se è vero che la disoccupazione giovanile è un autentico dramma sociale per proporzioni ed effetti, tanto da catalizzare l’attenzione di media e politica, non va dimenticato che tale fenomeno colpisce anche molti lavoratori più avanti con l’età e che, allontanati dal momento della pensione dalle numerose riforme previdenziali degli ultimi anni, si trovano in grossa difficoltà nel ritagliarsi un proprio spazio in un mercato del lavoro quanto  mai congestionato, visto che per molti di essi è scattato il ricorso alla mobilità. E Italia lavoro, agenzia tecnica del Ministero del Lavoro, ha provveduto ad illustrare la situazione relativa proprio a chi, ottenuto il sussidio, si trova poi in enorme difficoltà nel riposizionarsi all’interno del sistema occupazionale: secondo i dati dell’agenzia, infatti, a distanza di due anni dalla concessione della mobilità, il 46,5% dei lavoratori non ha sottoscritto alcun tipo di lavoro, mentre il restante 53,5% ha trovato un’occupazione che, in 3 casi su 4 (il 73,8% del totale) è riconducibile però a un contratto temporaneo. Considerando che la mobilità è “Un intervento a sostegno di particolari categorie di lavoratori licenziati da aziende in difficoltà che garantisce al lavoratore un'indennità sostitutiva della retribuzione e ne favorisce il
 
reinserimento nel mondo del lavoro”, appare evidente come le cose in realtà siano molto diverse da quanto previsto e che la ricerca di soluzioni efficaci per riuscire a normalizzare il mondo del lavoro debbano assolutamente essere considerate prioritarie per il nuovo Esecutivo.
I cittadini italiani -dice ancora Denis Nesci- hanno diritto ad una quotidianità serena e ad un lavoro in grado di garantire loro un tenore di vita quanto meno dignitoso e di consentire ad ognuno di trovare una propria soddisfazione economica e professionale, oltre che personale. È giusto pensare al futuro di milioni di giovani -conclude il Presidente Nazionale Epas- sempre più attratti da altri Paesi in grado di offrire loro almeno una speranza per il proprio avvenire, ma è altrettanto doveroso trovare soluzioni capaci di valorizzare lavoratori esperti e di consentire a chi ha lavorato per una vita intera di giungere al tanto sospirato traguardo della pensione ”.
 
Roma, 04/06/2013

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