Atto Camera
Interpellanza urgente 2-00488
presentato daInterpellanza urgente 2-00488
GIGLI Gian Luigi
testo di
Martedì 1 aprile 2014, seduta n. 202
il numero dei medici attivi in Italia è di circa 230.000, pari a 3,7 medici ogni 1.000 abitanti. È previsto che da oggi al 2019 dovrebbero uscire dall'attività circa 50.000 medici ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri 80-100.000 tra il 2020 e il 2024;
è stato calcolato che in prospettiva fra tre anni, quasi un milione di italiani resteranno senza medico di famiglia – perché ci saranno 600 medici di medicina generale in meno e ogni medico di famiglia non può avere più di 1.500 pazienti – e che questo numero è destinato a crescere per via dei pensionamenti futuri;
il sistema italiano prevede che per accedere ai ruoli del servizio sanitario nazionale sia indispensabile essere in possesso di una specializzazione in area medica, chirurgica, o dei servizi clinici, ovvero aver completato il percorso di formazione post-laurea in medicina generale;
in previsione di un numero laureati in medicina insufficiente a coprire i fabbisogni del servizio sanitario nazionale, fenomeno noto da tempo, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha sollecitato negli ultimi anni le facoltà di medicina ad aumentare il numero dei posti a disposizione per questi corsi di laurea, passati per questo dal numero complessivo di 7.547 per l'anno accademico 2008/2009 ad un totale di 10.173 posti per l'anno accademico 2012/2013;
l'approvazione dell'emendamento 20.16 nel corso dell'esame alla Camera dei deputati del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, recante misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca, che dispone per l'anno accademico 2013-2014 l'immatricolazione in sovrannumero degli studenti che sarebbero risultati vincitori nel concorso per l'ammissione ai corsi di laurea in medicina e chirurgia se si fosse mantenuto il bonus della maturità, rischia di portare quest'anno il numero di nuovi ingressi a superare le 11.000 unità;
di fronte all'aumento del numero degli studenti che ogni anno si iscrivono al corso di laurea magistrale in medicina e chirurgia e all'invecchiamento della popolazione dei medici specialisti, si assiste tuttavia alla paradossale diminuzione dei contratti per la formazione specialistica banditi annualmente dal Ministero (contro i 5000 contratti per l'anno accademico 2007/2008, sono invece solo 4500 i posti finanziati dal decreto ministeriale del 24 aprile 2013 n. 333 per l'anno accademico 2012/2013);
lo stesso paradossale fenomeno si riscontra per i corsi di formazione specialistica in medicina generale, organizzati dalle regioni, per i quali nel triennio 2012/2015 erano previste 981 borse totali, mentre per il triennio 2013/2016 ne saranno previste solamente 924;
si tratta di un numero gravemente inferiore alle necessità del servizio sanitario nazionale, dato che per il corrente anno il fabbisogno di nuovi specialisti espressi dalle regioni italiane eccede le 8.600 unità;
in assenza di titolo di specializzazione e nell'impossibilità ad accedere ai ruoli di servizio sanitario nazionale, ai giovani neo laureati non resta altra prospettiva che quella dell'emigrazione o quella dell'esercizio privato dell'attività professionale, il più di frequente nei settori delle cosiddette medicine alternative;
il numero dei contratti di formazione specialistica che sarà oggetto del prossimo bando era stato originariamente previsto in circa 2.000, come riferito dal Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, pro tempore Maria Chiara Carrozza, rispondendo in Aula ad un question time del primo firmatario del presente atto;
in data 31 ottobre 2013, nel corso della discussione del decreto-legge 12 settembre 2013, n. 104, la Camera ha approvato l'ordine del giorno n. 9/01574-A/034, a firma Gigli e Calabrò, che impegna il Governo a valutare l'opportunità di istituire un Osservatorio nazionale con io scopo di monitorare ogni dato utile per un'analisi attenta delle previsioni di fabbisogno sanitario nei prossimi anni, unitamente a una rivalutazione del fabbisogno di specialisti nelle diverse discipline, anche in relazione al mutamento dei dati epidemiologici, alle innovazioni tecnico-scientifiche e organizzative, e ai flussi pensionistici per le diverse discipline nei ruoli del servizio sanitario nazionale di programmare gli accessi in modo da ridurre progressivamente, nell'arco di non più di un quinquennio, il gap esistente fra gli ingressi nelle facoltà di medicina e il conseguente numero di laureati e le possibilità di ingresso nelle scuole di specializzazione e nei corsi di formazione in medicina generale, con lo scopo di prevenire fughe all'estero – causa di sperpero di importanti risorse finanziarie, investite dal nostro Paese nell'impegno didattico per la formazione dei nuovi medici – e di evitare ai neo-laureati condizioni avvilenti di disadattamento o di impieghi dequalificanti;
nello stesso decreto n. 104 sulla scuola è stato affidato al Governo il compito di ridurre, compatibilmente alle norme europee, la durata dei corsi di specializzazione medica, destinando i risparmi così ottenuti al finanziamento dei contratti di formazione specialistica;
in occasione dell'approvazione della legge di stabilità 2014 era stato possibile stanziare 30 milioni di euro, sufficienti per elevare il numero dei contratti di formazione specialistica a circa 3.200 nei prossimi imminenti bandi di concorso, relativi all'anno accademico 2013-2014, e impegnare fin d'ora 50 milioni a partire dal 2015, con i quali nei prossimi anni sarà possibile aumentare ulteriormente il numero dei contratti, portandoli a circa 4.000;
nonostante tali provvedimenti producano una positiva inversione di tendenza il numero dei contratti di specializzazione resterà ancora drammaticamente insufficiente, senza peraltro neanche riportarsi ai livelli precedenti il 2012; è pertanto urgente l'individuazione di risorse aggiuntive in grado di operare un ulteriore se pur parziale riequilibrio del sistema formativo che permetta ai giovani medici di poter ottenere la formazione indispensabile per poter lavorare nel servizio sanitario nazionale;
a tale scopo, in data 20 dicembre 2013, il Governo ha accolto l'ordine del giorno n. 9/01865-A/239, a firma Gigli, Binetti, Carrescia, con cui si è impegnato a valutare la possibilità di riconfigurare l'inquadramento previdenziale degli specializzandi in medicina, sottraendolo alla gestione separata INPS e trasferendolo su forme di previdenzialità meno onerose, per consentire la possibilità, già a partire dall'anno accademico 2013-2014, di destinare al finanziamento di nuovi contratti di formazione specialistica le risorse che potrebbero in tal modo liberarsi;
il sito WWW.MEDICISENZAFUTURO e le associazioni dei giovani medici, raccogliendo le preoccupazioni degli studenti in medicina e dei giovani medici, hanno promosso nei giorni scorsi una petizione online al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca che ha raccolto in pochi giorni oltre 40.000 sottoscrizioni online, comprese quelle qualificate di numerosi docenti dei corsi di laurea in medicina e dei corsi di specializzazione e quello di interi collegi dei professori ordinari di alcune discipline –:
se il Governo non ritenga di reperire con urgenza risorse aggiuntive per riportare il numero dei contratti di formazione specialistica, già da quest'anno, ad almeno 4.500, riallineandolo cioè ai livelli del 2012;
se non ritenga altresì opportuno prevedere, all'interno del DEF, un apposito capitolo di spesa per poter mettere a bando tali contratti aggiuntivi già nell'anno accademico 2013-2014;
se non intenda assumere iniziative volte ad accelerare, pur nel rispetto dei requisiti per la intercambiabilità dei titoli all'interno dell'Unione europea, l’iter per la riduzione della durata dei corsi di specializzazione, in modo da poter destinare le risorse così risparmiate ad aumentare ulteriormente il numero dei contratti di formazione specialistica, per avvicinarlo a quello dei neolaureati in medicina e chirurgia;
se non sia opportuno programmare in futuro il numero delle iscrizioni ai corsi di laurea in medicina a quello dei contratti di formazione specialistica che si prevede di poter finanziare, eliminando definitivamente il gap attualmente esistente.
(2-00488) «Gigli, Santerini, Fauttilli, Zolezzi, Marazziti, Cesa, Buttiglione, De Mita, Sberna, Vezzali, Schirò, Pisicchio, Nesi, Fitzgerald Nissoli, Caruso, Gitti, Oliaro, Galgano, Balduzzi, Grillo, Vargiu, Sottanelli, Causin, Piccione, Nicoletti, Monchiero, Marguerettaz, Catania, Molea, Capua».
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