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giovedì 17 aprile 2014

SALUTE. EPATITE E, SIV: REGISTRATI ALMENO 30 CASI AUTOCTONI


SALUTE. EPATITE E, SIV: REGISTRATI ALMENO 30 CASI AUTOCTONI
PRESIDENTE RUGGERI: 'IL VIRUS SI TRASMETTE DA ANIMALE A UOMO'

(DIRE) Roma, 17 apr. - Alcuni virus possono essere trasmessi
dall'animale all'uomo attraverso la filiera alimentare. In
particolare c'e' un virus, ancora poco conosciuto, che sta dando
risultati singolari: si tratta del virus epatite E, che colpisce
il suino di allevamento in forma asintomatica, ma che soprattutto
- fanno sapere gli esperti- puo' colpire anche l'uomo. La
produzione di insaccati suini, in particolare, sembra aver
causato problemi in giro per il mondo. E se la questione
interessa attualmente diversi paesi europei, Francia, Olanda e
Inghilterra in primis, si contano almeno 30 casi autoctoni anche
in Italia. Per saperne di piu' la Dire ha intervistato Franco
Maria Ruggeri, presidente della Societa' Italiana di Virologia e
dirigente di ricerca presso l'Istituto Superiore di Sanita'.

- Che cos'e' il virus epatite E?
"Si tratta di un virus che da' nell'uomo un'epatite acuta, non
molto diversa dall'epatite A. L'infezione epatica che ne
scaturisce e' causata nello specifico dal virus HEV (Hepatitis E
Virus). Fino a una decina di anni fa il virus dell'Epatite E
veniva prevalentemente acquisito con viaggi all'estero, per lo
piu' in paesi endemici; mentre piu' di recente c'e' stato un
numero crescente di segnalazioni di casi, non spiegabili con
viaggi all'estero, sia in Europa sia in Italia. Tali virus sono
apparsi molto simili geneticamente ai virus che infettano il
suino".

- Quali sono i sintomi?
"Dopo un periodo di incubazione asintomatico, che puo' durare da
2 a 6 settimane, compaiono i sintomi che sono molto simili a
quelli dell'epatite A. In particolare febbre, stanchezza, dolore
addominale, perdita di appetito, nausea, vomito, urine scure,
ittero. Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi e si
risolvono nel giro di poche settimane. Raramente e' descritta
come fulminante e normalmente ha una mortalita' molto bassa,
inferiore all'1% dei casi infetti. Non ha poi tendenza a
cronicizzare, e solo di rado puo' compromettere gravemente la
funzionalita' epatica".

- Che tipo di soggetti colpisce?
"Prevalentemente adulti normali. Ma sono sempre piu' considerati
a rischio particolarmente elevato i soggetti sottoposti a terapie
immunosoppressive, come i trapiantati, i quali possono contrarre
una forma di virus che va verso una cronicizzazione dell'epatite.
Questa, nei casi piu' gravi, puo' anche trasformarsi in cirrosi e
condurre il soggetto persino alla morte".

- Come si guarisce dall'epatite E?
"Normalmente l'epatite E si risolve col tempo, non esiste alcun
tipo di cura specifica: viene cosi' come va via. Evidentemente
nel corpo avviene una stimolazione del sistema immunitario con la
produzione di anticorpi, che risolve la malattia senza lasciare
segni".

- Quali sono stati finora i Paesi interessati al virus? Esistono
dati in merito?
"Trattandosi di un virus a possibile trasmissione zoonotica e
alimentare si va su un terreno minato. Per questo non esistono
ancora molti dati in merito, anche se diversi sono stati gli
studi scientifici pubblicati su riviste quotate sia di
veterinaria sia di virologia umana. Questi studi in particolare
sono stati condotti in Francia, in cui un numero molto basso di
casi sporadici e focolai epidemici sono stati riferiti al consumo
di salsiccia di fegato fresca. Prodotto tipico, questo, del sud
della Francia e della Corsica. Quanto ai Paesi maggiormente
interessati ad affrontare la problematica, ci sono Olanda (dove
il problema nei soggetti trapiantati e' emerso per primo pochi
anni fa), Inghilterra, Francia e Spagna".

- E in Italia?
"È verosimile che si tratti di un problema che possa emergere
anche nel nostro Paese. In realta' nell'ultimo decennio
ricercatori di Roma e Milano hanno dimostrato che su un totale di
circa 150 casi confermati di epatite E in tutt'Italia, almeno 34
non erano ascrivibili a viaggi in paesi endemici, come quelli
Asiatici. Nonostante la diagnostica virologica sia ancora
complicata, in almeno 7 di questi casi sono stati identificati
virus HEV di genotipo 3, simili a quelli che circolano nei suini,
mentre in 4 era presente virus di genotipo 4. Del resto, una
vasta diffusione di HEV g3 anche negli allevamenti suini Europei
e Italiani e' stata ampiamente dimostrata. Anche nel nostro
Paese, quindi, esiste un potenziale rischio legato alla
trasmissione zoonotica ed eventualmente al consumo di carne
fresca, come appunto salsicce di fegato. Questo rischio non e'
ancora emerso in modo evidente, ma dobbiamo controllarlo ed e'
per questo che ci stiamo lavorando".

- Esistono altre varianti dello stesso virus?
"Ce ne sono diverse, anche se la principale e' quella riscontrata
in Europa e in Italia. In questo caso parliamo esattamente del
genotipo 3, che infetta largamente, come gia' detto, sia il suino
in modo asintomatico che l'uomo sporadicamente, anche attraverso
piccoli focolai verosimilmente legati ad una fonte comune. In
Europa, e recentemente anche nel Lazio, sono descritti anche rari
casi di genotipo 4, che pure infetta sia il suino che l'uomo.
Quanto ai genotipi 1 e 2, che invece interessano solo l'uomo e
sono piu' aggressivi, questi si trovano in altre aeree del mondo,
come in Africa del centro-nord e nei paesi asiatici".
(Cds/ Dire)
18:01 17-04-14
SALUTE. EPATITE E, SIV: REGISTRATI ALMENO 30 CASI... (FOTO)
PRESIDENTE RUGGERI: 'IL VIRUS SI TRASMETTE DA ANIMALE A UOMO'

(DIRE) Roma, 17 apr. - Alcuni virus possono essere trasmessi
dall'animale all'uomo attraverso la filiera alimentare. In
particolare c'e' un virus, ancora poco conosciuto, che sta dando
risultati singolari: si tratta del virus epatite E, che colpisce
il suino di allevamento in forma asintomatica, ma che soprattutto
- fanno sapere gli esperti- puo' colpire anche l'uomo. La
produzione di insaccati suini, in particolare, sembra aver
causato problemi in giro per il mondo. E se la questione
interessa attualmente diversi paesi europei, Francia, Olanda e
Inghilterra in primis, si contano almeno 30 casi autoctoni anche
in Italia. Per saperne di piu' la Dire ha intervistato Franco
Maria Ruggeri, presidente della Societa' Italiana di Virologia e
dirigente di ricerca presso l'Istituto Superiore di Sanita'.

- Che cos'e' il virus epatite E?
"Si tratta di un virus che da' nell'uomo un'epatite acuta, non
molto diversa dall'epatite A. L'infezione epatica che ne
scaturisce e' causata nello specifico dal virus HEV (Hepatitis E
Virus). Fino a una decina di anni fa il virus dell'Epatite E
veniva prevalentemente acquisito con viaggi all'estero, per lo
piu' in paesi endemici; mentre piu' di recente c'e' stato un
numero crescente di segnalazioni di casi, non spiegabili con
viaggi all'estero, sia in Europa sia in Italia. Tali virus sono
apparsi molto simili geneticamente ai virus che infettano il
suino".

- Quali sono i sintomi?
"Dopo un periodo di incubazione asintomatico, che puo' durare da
2 a 6 settimane, compaiono i sintomi che sono molto simili a
quelli dell'epatite A. In particolare febbre, stanchezza, dolore
addominale, perdita di appetito, nausea, vomito, urine scure,
ittero. Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi e si
risolvono nel giro di poche settimane. Raramente e' descritta
come fulminante e normalmente ha una mortalita' molto bassa,
inferiore all'1% dei casi infetti. Non ha poi tendenza a
cronicizzare, e solo di rado puo' compromettere gravemente la
funzionalita' epatica".

- Che tipo di soggetti colpisce?
"Prevalentemente adulti normali. Ma sono sempre piu' considerati
a rischio particolarmente elevato i soggetti sottoposti a terapie
immunosoppressive, come i trapiantati, i quali possono contrarre
una forma di virus che va verso una cronicizzazione dell'epatite.
Questa, nei casi piu' gravi, puo' anche trasformarsi in cirrosi e
condurre il soggetto persino alla morte".

- Come si guarisce dall'epatite E?
"Normalmente l'epatite E si risolve col tempo, non esiste alcun
tipo di cura specifica: viene cosi' come va via. Evidentemente
nel corpo avviene una stimolazione del sistema immunitario con la
produzione di anticorpi, che risolve la malattia senza lasciare
segni".

- Quali sono stati finora i Paesi interessati al virus? Esistono
dati in merito?
"Trattandosi di un virus a possibile trasmissione zoonotica e
alimentare si va su un terreno minato. Per questo non esistono
ancora molti dati in merito, anche se diversi sono stati gli
studi scientifici pubblicati su riviste quotate sia di
veterinaria sia di virologia umana. Questi studi in particolare
sono stati condotti in Francia, in cui un numero molto basso di
casi sporadici e focolai epidemici sono stati riferiti al consumo
di salsiccia di fegato fresca. Prodotto tipico, questo, del sud
della Francia e della Corsica. Quanto ai Paesi maggiormente
interessati ad affrontare la problematica, ci sono Olanda (dove
il problema nei soggetti trapiantati e' emerso per primo pochi
anni fa), Inghilterra, Francia e Spagna".

- E in Italia?
"È verosimile che si tratti di un problema che possa emergere
anche nel nostro Paese. In realta' nell'ultimo decennio
ricercatori di Roma e Milano hanno dimostrato che su un totale di
circa 150 casi confermati di epatite E in tutt'Italia, almeno 34
non erano ascrivibili a viaggi in paesi endemici, come quelli
Asiatici. Nonostante la diagnostica virologica sia ancora
complicata, in almeno 7 di questi casi sono stati identificati
virus HEV di genotipo 3, simili a quelli che circolano nei suini,
mentre in 4 era presente virus di genotipo 4. Del resto, una
vasta diffusione di HEV g3 anche negli allevamenti suini Europei
e Italiani e' stata ampiamente dimostrata. Anche nel nostro
Paese, quindi, esiste un potenziale rischio legato alla
trasmissione zoonotica ed eventualmente al consumo di carne
fresca, come appunto salsicce di fegato. Questo rischio non e'
ancora emerso in modo evidente, ma dobbiamo controllarlo ed e'
per questo che ci stiamo lavorando".

- Esistono altre varianti dello stesso virus?
"Ce ne sono diverse, anche se la principale e' quella riscontrata
in Europa e in Italia. In questo caso parliamo esattamente del
genotipo 3, che infetta largamente, come gia' detto, sia il suino
in modo asintomatico che l'uomo sporadicamente, anche attraverso
piccoli focolai verosimilmente legati ad una fonte comune. In
Europa, e recentemente anche nel Lazio, sono descritti anche rari
casi di genotipo 4, che pure infetta sia il suino che l'uomo.
Quanto ai genotipi 1 e 2, che invece interessano solo l'uomo e
sono piu' aggressivi, questi si trovano in altre aeree del mondo,
come in Africa del centro-nord e nei paesi asiatici".
(Cds/ Dire)
17:43 17-04-14

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