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martedì 13 maggio 2014

Amnesty: Italia colmi il ritardo e introduca reato di tortura



mnesty: tortura è viva e vegeta, registrati 141 casi in 5 anni
Nonostante la Convenzione Onu, ratificata da 155 paesi

Roma, 13 mag. (TMNews) - Amnesty International ha accusato i
governi di ogni parte del mondo di aver tradito l`impegno a porre
fine alla tortura, 30 anni dopo la storica adozione della
Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. "La vietano
per legge, la facilitano nella pratica. Ecco la doppia faccia dei
governi quando si tratta della tortura", ha dichiarato Antonio
Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, lanciando
la campagna globale "Stop alla tortura".

"Non solo la tortura è viva e vegeta, ma il suo uso sta
aumentando in molte parti del mondo poichè sempre più governi
tendono a giustificarla in nome della sicurezza nazionale,
erodendo così i progressi fatti negli ultimi 30 anni - ha
proseguito Marchesi - quella Convenzione era stata il prodotto di
una campagna di Amnesty International contro la tortura. E`
disarmante rendersi conto che, nonostante i progressi fatti da
allora, 30 anni dopo ci voglia un`altra campagna di Amnesty
International affinchè sia rispettata".

"A partire dal 1984, la Convenzione contro la tortura è stata
ratificata da 155 paesi. Amnesty International ha svolto ricerche
su 142 di essi, giungendo alla conclusione che nel 2014 la
tortura viene praticata ancora da 79 paesi. Negli ultimi cinque
anni, Amnesty International ha registrato casi di tortura o di
altri maltrattamenti in 141 paesi ma, dato il contesto di
segretezza nel quale la tortura viene praticata, è probabile che
il numero effettivo sia più alto", ha sottolineato Gianni Rufini,
direttore generale di Amnesty International Italia.

In alcuni di questi paesi la tortura è sistematica, in altri è
un fenomeno isolato ed eccezionale, ma, ha sottolineato
l`organizzazione per i diritti umani, anche un solo caso di
tortura è completamente inaccettabile. (segue)

Red/Sim

130838 mag 14
Amnesty: tortura è viva e vegeta, registrati 141 casi in 5 casi-2
Lanciata la campagna globale "Stop alla tortura"

Roma, 13 mag. (TMNews) - Nel rapporto della campagna globale
"Stop alla tortura", intitolato "La tortura oggi: 30 anni di
impegni non mantenuti", è riportato un lungo elenco di metodi di
tortura usati contro presunti criminali comuni, individui
sospettati di costituire una minaccia alla sicurezza nazionale,
dissidenti, rivali politici e altre persone ancora: dall`obbligo
di rimanere in posizioni dolorose alla privazione del sonno,
dalle scariche elettriche ai genitali allo stupro.

Prima del lancio della campagna, Amnesty ha commissionato un
sondaggio all`istituto di ricerche GlobeScan per conoscere
l`attitudine dell`opinione pubblica rispetto alla tortura in 21
paesi del mondo. Il risultato allarmante è che il 44% del
campione pensa che, se fosse arrestato nel suo paese,
rischierebbe di essere torturato; l`82% ritiene che dovrebbero
esserci leggi rigorose contro la tortura, ma più di un terzo, il
36%, crede che la tortura potrebbe essere giustificata in
determinate circostanze.

"I risultati sono sorprendenti: quasi la metà delle persone che
abbiamo contattato si sente vulnerabile rispetto alla tortura. La
vasta maggioranza ritiene che dovrebbero esserci norme chiare
contro la tortura, ma più di un terzo ancora pensa che in certi
casi la tortura possa essere usata. Complessivamente, abbiamo
riscontrato un forte sostegno globale in favore di azioni che
prevengano la tortura", ha dichiarato Caroline Holme, direttrice
di GlobeScan. (segue)

Red/Sim

130838 mag 14
mnesty: tortura è viva e vegeta, registrati 141 casi in 5 anni-3
Campagna contro tortura si concentrerà in cinque paesi

Roma, 13 mag. (TMNews) - Nei paesi che hanno preso sul serio gli
impegni assunti con la ratifica della Convenzione contro la
tortura, questa è diminuita grazie all`introduzione di un reato
specifico nelle leggi nazionali, all`apertura dei centri di
detenzione a organismi indipendenti di monitoraggio e alla
registrazione video degli interrogatori. Amnesty chiede ai
governi di introdurre e applicare garanzie di protezione per
prevenire e punire la tortura, come esami medici adeguati,
immediato accesso agli avvocati, visite di organismi indipendenti
nei centri di detenzione, indagini efficaci e indipendenti sulle
denunce, procedimenti nei confronti dei presunti responsabili e
adeguata riparazione per le vittime.

Mentre l`azione di Amnesty International per prevenire e punire
la tortura prosegue a livello mondiale, la campagna "Stop alla
tortura" si concentrerà su cinque paesi dove la tortura è
praticata in modo ampio e dove l`organizzazione per i diritti
umani ritiene di poter contribuire a cambiare significativamente
la situazione.

Si tratta del Messico dove, seppure il governo sostenga che la
tortura sia l`eccezione e non la regola, viene invece praticata
massicciamente e impunemente dalle forze di polizia e di
sicurezza; delle Filippine, dove all`inizio del 2014 è stato
scoperto un centro segreto di detenzione dove la polizia
torturava i prigionieri per divertimento, usando una roulette
lungo i settori della quale erano scritti vari metodi di tortura.
Quindi in in Marocco-Sahara Occidentale, dove è raro che le
autorità marocchine indaghino sulle denunce di tortura; in
Nigeria, dove le forze di polizia e i militari ricorrono
regolarmente alla tortura; infine in Uzbekistan, dove Amnesty non
può entrare, e la tortura è pervasiva, ma pochi torturatori sono
stati portati di fronte alla giustizia.

Red/Sim

130838 mag 14
Amnesty: Italia colmi il ritardo e introduca reato di tortura
La Convenzione Onu è stata ratificata nel 1988

Roma, 13 mag. (TMNews) - L'Italia deve colmare un ritardo di
oltre 25 anni anni, avendo ratificato la Convenzione contro la
tortura nel 1988, e introdurre il reato di tortura nel codice
penale. Questo l'appello lanciato oggi da Amnesty International
nell`ambito della campagna globale "Stop alla tortura".

"A 13 anni dal G8 di Genova del 2001, molti dei responsabili di
gravi violazioni dei diritti umani sono sfuggiti alla giustizia e
nel nostro paese non esistono strumenti idonei per prevenire e
punire le violazioni in maniera efficace - ha dichiarato Antonio
Marchesi, presidente di Amnesty International Italia - nel
frattempo molti altri casi che chiamano in causa la
responsabilità delle forze di polizia sono emersi e, purtroppo,
continuano a emergere senza che vi sia stata una risposta
adeguata da parte delle istituzioni".

Il 5 marzo scorso il Senato ha approvato un testo unificato che
qualifica la tortura come reato specifico, prevedendo
l`aggravante nel caso in cui sia commesso da un pubblico
ufficiale. Non è passata la disposizione che prevedeva
l`istituzione di un fondo nazionale per le vittime della tortura.
(segue)

Red/Sim

130851 mag 14
Amnesty: Italia colmi il ritardo e introduca reato di tortura -2
Cittadini sollecitati a inviare appello alle istituzioni

Roma, 13 mag. (TMNews) - "Dopo un quarto di secolo di attesa,
tanti ne sono trascorsi dalla ratifica della Convenzione contro
la tortura, è fondamentale che l`Italia si doti di norme efficaci
per prevenire e punire la tortura e che queste soddisfino gli
standard internazionali in materia di tortura che il nostro paese
si è più volte impegnato a osservare. L`assenza di un reato
specifico di tortura in Italia ha fatto si', in questi anni, che
fattispecie qualificabili e qualificate come tortura venissero
sanzionate con pene lievi e non applicabili per intervenuta
prescrizione e ha nuociuto alla stessa credibilità dell`operato
delle forze di polizia", ha aggiunto Marchesi.

In occasione del lancio della campagna "Stop alla tortura",
Amnesty ha quindi invitato i cittadini italiani a inviare un
appello ai presidenti di Consiglio, Senato e Camera per ricordare
alle istituzioni che l'introduzione del "reato di tortura è un
obbligo al quale l'Italia non può più sottrarsi, avendo
ratificato la Convenzione contro la tortura ormai oltre 25 anni
fa, nel 1988".

Sim

130851 mag 14

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