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mercoledì 21 maggio 2014

Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-04894 presentato da LOMBARDI Roberta testo di Lunedì 19 maggio 2014, seduta n. 231..alle prime ore del mattino del 16 maggio 2014, le squadre mobili delle questure di Caserta e Firenze, a seguito di una articolata e complessa attività di indagine, hanno eseguito 18 ordinanze cautelari emesse dall'ufficio del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli nei confronti, tra gli altri, di alcuni affiliati al clan camorristico del Casalesi e, in particolare, alle famiglie Schiavone, Iovine e Russo; ...



Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-04894
presentato da
LOMBARDI Roberta
testo di
Lunedì 19 maggio 2014, seduta n. 231

LOMBARDI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   alle prime ore del mattino del 16 maggio 2014, le squadre mobili delle questure di Caserta e Firenze, a seguito di una articolata e complessa attività di indagine, hanno eseguito 18 ordinanze cautelari emesse dall'ufficio del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli nei confronti, tra gli altri, di alcuni affiliati al clan camorristico del Casalesi e, in particolare, alle famiglie Schiavone, Iovine e Russo;
   il clan dei Casalesi perpetrava estorsioni e gestiva un traffico di cocaina, servendosi di galoppini casertani che ogni settimana trasportavano la droga nelle diverse province della Toscana, dove avveniva la distribuzione;
   tra i destinatari del provvedimento cautelare anche due appartenenti alla polizia di Stato in servizio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e la Camera dei deputati, i quali, in violazione dei doveri inerenti alle funzioni, rivelavano, in tempi diversi, informazioni riservate e coperte da segreto istruttorio;
   in particolare, il pubblico ufficiale in servizio presso l'ispettorato generale di polizia di stato presso la Camera dei deputati, Cosimo Campagna, interrogava indebitamente la banca dati (CED) per verificare i precedenti penali di una persona e per acquisire le informazioni su eventuali procedimenti penali e indagini e, per fare ciò, si introduceva abusivamente nel sistema informatico protetto da misure di sicurezza;
   il pubblico ufficiale in servizio presso l'ufficio tecnico logistico gestionale del settore sanitario della Presidenza del Consiglio dei ministri, Franco Caputo, risultava in stretto contatto con affiliati di spicco del clan dei Casalesi operanti sia in territorio casertano che toscano e comunicava loro informazioni riservate e coperte da segreto istruttorio ricevute dagli investigatori circa attività di intercettazione telefonica e ambientale in corso su numerosi affiliati del sodalizio;
   l'indagine ha inoltre accertato come il funzionario di polizia, in una girandola di rapporti, tutti o quasi finalizzati a rendere servigi a politici, imprenditori o alte cariche di apparati pubblici, si rendeva protagonista di altre rivelazioni di notizie segrete;
   inoltre, la frequenza, il numero e la natura dei rapporti lasciavano intuire che il pubblico ufficiale operasse costantemente con la finalità di acquisire informazioni anche da altri uffici e da colleghi al fine di comunicarle all'esterno e, dunque, piegando la sua funzione di servitore dello Stato ad altre finalità in contrasto con i doveri di lealtà e segretezza;
   le indagini potrebbero incrociarsi, secondo ambienti investigativi, con la vicenda della latitanza di Amedeo Matacena che vede coinvolto l'ex ministro Scajola –:
   quali siano le procedure standard di controllo per verificare che l'accesso alle informazioni riservate da parte dei soggetti appartenenti alla polizia di Stato sia motivato dall'attività svolta;
   quali incarichi abbiano ricoperto Franco Caputo e Cosimo Campagna durante il loro servizio presso la polizia di Stato. (4-04894)

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