Riceviamo e pubblichiamo
COMUNICATO STAMPA
(Con cortese richiesta di pubblicazione/diffusione)
Malati di serie A e malati di serie B
Mentre, per la prima volta in Italia, viene riconosciuto un maxi
risarcimento da un milione di euro alla vedova di un fumatore, gli esposti
all’amianto ed i malati di mesotelioma della pleura restano al palo
La notizia è di oggi ed è riportata da quasi tutti i quotidiani nazionali:
“Il Tribunale di Milano condanna la British American Tobacco S.p.A. per la
morte di un uomo di 54 anni dovuta al fumo delle sigarette”. L’uomo in
argomento è deceduto per una importante forma di tumore ai polmoni ed, a
quanto sembra, non è stato difficile per i legali della vedova dimostrare il
nesso causale tra la patologia ed il fumo di sigarette.
Siamo pienamente concordi con queste conclusioni ma quello che ci lascia
perplessi è proprio la frase pronunciata dai Giudici in sentenza: «L’esposizione
il fattore più rilevante nello sviluppo della malattia». Si parla proprio
dell’elemento (l’esposizione) che viene da ormai quasi un decennio negato al
personale della Guardia di Finanza che è stato – per ragioni professionali
confermate dalle varie Aziende Sanitarie – a contatto con la mortale fibra.
Nei porti i finanzieri hanno lavorato a contatto di gomito con gli operatori
portuali (scaricatori ed operai) ai quali è stata legalmente riconosciuta l’avvenuta
esposizione all’amianto, la medesima cosa si è verificata con i ferrovieri e
con alcuni piloti degli elicotteri e dei mezzi navali coibentati con l’amianto.
Allora perché la categoria dei dipendenti - ed ex tali - della Guardia di
Finanza viene discriminata? C’è nel nostro Paese una istituzione: un
magistrato, un generale del Corpo, un medico ASL, o chiunque altro in grado
di rispondere a questa domanda? Se esiste batta un colpo e ci dica perché,
da circa dieci anni, i finanzieri continuano a trovarsi davanti un muro di
gomma, nonostante siano finiti in numero preoccupante nei Registri Regionali
degli Esposti all’Amianto ed è dimostrato dalle perizie che alcune caserme e
posti di servizio fossero gravemente inquinati; perchè questo elemento non
viene riconosciuto così
importante da fare scattare immediatamente quanto previsto dalla normativa
sull’amianto, ovvero dalla legge 257 del 1992? Non solo. Ma fino a
pochissimi mesi fa persino quei finanzieri che operavano i vari sequestri di
amianto nelle discariche non erano tutelati, in via preventiva, da
mascherine e guanti che la stessa legge del 1992 prevedeva e prevede.
Siamo, forse, di fronte ad un tipico caso tutto italiano di cittadini di
serie A e cittadini di serie B? Se così fosse ce lo dicano chiaramente e, se
proprio non vogliono rispondere le istituzioni preposte a farlo, che almeno
la classe politica si pronunci su questa discriminazione di fatto.
Trieste, 25 luglio 2014
Lorenzo Lorusso
presidente naz. Finanzieri Esposti all’Amianto
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