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martedì 8 luglio 2014

MEDICINA: STUDIO ITALIANO, SUPER UDITO CIECHI E' FALSO MITO =



MEDICINA: STUDIO ITALIANO, SUPER UDITO CIECHI E' FALSO MITO =
RICERCA SU GRUPPO DI BAMBINI PRIVI DELLA VISTA DALLA NASCITA
PRESENTATA AL FENS DI MILANO

Roma, 8 lug. - (AdnKronos Salute) - Il 'super' udito che
sviluppano le persone affette da cecità, potrebbe essere un falso
mito. A svelarlo è una ricerca condotta dall'Istituto italiano di
tecnologia (Iit) di Genova e presentata a Milano alla nona edizione
del Forum di Neuroscienze della Federation of european neuroscience
societies (Fens). Il lavoro ha analizzato un gruppo di bambini ciechi
dalla nascita e ha messo in evidenza come l'orientamento nello spazio
guidato da suoni non sia migliore di quelli normodotati. Insomma, per
sentire bene bisogna anche vedere, ma proprio questo nuovo assunto
potrebbe cambiare gli attuali percorsi di cura.

La ricerca, condotta da un team dell'Iit in collaborazione con
l'istituto 'David Chiossone' di Genova, ha sottoposto i bambini a una
serie di stimoli uditivi complessi, chiedendo loro di stabilire da
dove provenisse un determinato suono. "Tutte le misure fatte finora in
altri esperimenti consideravano stimoli uditivi singoli, quindi più
semplici di quelli che siamo abituati a sentire nell'ambiente che ci
circonda - spiega Monica Gori dell'Iit - Noi per la prima volta
abbiamo ricreato una situazione complessa e più simile a quella in cui
un bambino non vedente è normalmente immerso ogni giorno''. (segue)

(Frm/Zn/Adnkronos)
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MEDICINA: STUDIO ITALIANO, SUPER UDITO CIECHI E' FALSO MITO (2) =

(Adnkronos Salute) - Lo stesso esercizio era stato realizzato
qualche mese fa nel corso di un altro esperimento condotto da Gori e
colleghi su un gruppo di adulti con cecità congenita. I risultati,
pubblicati lo scorso febbraio sulla rivista 'Brain', avevano
evidenziato una grande difficoltà nell'interpretare gli stimoli
uditivi complessi. Oggi, i dati ricavati dagli esperimenti sui bambini
confermano quanto emerso dallo studio sugli adulti: i ciechi non
sentono meglio.

Lo studio è alla base del progetto europeo Abbi, ovvero Audio
Bracelet for Blind Interaction (www.abbiproject.eu), che punta al
miglioramento delle capacità spaziali di bambini e adulti non vedenti
attraverso l'uso del suono associato al movimento del corpo. Il
progetto nasce da una collaborazione che vede coinvolti 5 centri
europei tra cui l'Iit, con Monica Gori coordinatrice del progetto e
l'istituto David Chiossone di Genova.

La ricerca ha come obiettivo quello di provare il sistema di
riabilitazione con stimoli uditivi su oltre 50 bambini liguri con
disabilità visiva nei prossimi tre anni. Si tratta del primo progetto
che propone di inserire sistemi per la riabilitazione nei bambini non
vedenti già a partire da un anno di età. Comprendere la reale
importanza della modalità visiva nella strutturazione dello spazio
uditivo permette infatti di creare programmi mirati di riabilitazione.
(segue)

(Frm/Zn/Adnkronos)
08-LUG-14 17:27
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(Adnkronos Salute) - Secondo i ricercatori nelle normali
condizioni quotidiane i soggetti affetti da cecità sentirebbero
persino peggio rispetto a chi non ha deficit visivo. "Persone con
disabilità visiva congenita hanno problemi a localizzare la
provenienza nello spazio di un suono quando viene chiesto loro di
isolarlo rispetto agli altri suoni percepiti", sottolinea Gori.

Il risultato dello studio ribalterebbe completamente un
dibattito scientifico durato anni. Ma secondo Monica Gori questa
scoperta non è così controintuitiva. "La visione è una modalità
fondamentale per capire com'è strutturato lo spazio che ci circonda.
Basta pensare all'effetto ventriloquo, in cui la voce del mimo viene
catturata dal movimento visivo delle labbra. Tuttavia - osserva la
scienziata - finora era emerso che i non vedenti umani avessero
capacità uditive maggiori dei normodotati. Eppure questo risultato
contrasta con i risultati ottenuti negli esperimenti sugli animali:
questi suggerivano, infatti, che la mancanza di visione può
compromette lo sviluppo di mappe spaziali nel collicolo superiore".

I dati - secondo gli scienziati - chiarificano questo dibattito:
in assenza di visione è possibile sviluppare alcune capacità uditive
spaziali semplici che permettono per esempio di localizzare un suono
nello spazio, come intuire dove si trova una persona che parla, ma non
quelle complesse come capire come sono posizionate o quanto sono
distanti tre persone che parlano tra loro. "E visto che viviamo in un
mondo molto complesso, queste conoscenze sono fondamentali per
permettere la nostra inclusione nell'ambiente che ci circonda",
conclude Gori.

(Frm/Zn/Adnkronos)
08-LUG-14 17:28

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