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venerdì 9 gennaio 2015

Atto Camera Risoluzione in commissione 7-00558 presentato da PARENTELA Paolo testo di Giovedì 8 gennaio 2015, seduta n. 358   La XIII Commissione,    premesso che:     il Governo ha approvato il decreto-legge n. 136 del 10 dicembre 2013 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6, comunemente conosciuto come decreto-legge «Terra dei Fuochi» proprio in considerazione del fatto che i territori cui il provvedimento in questione fa riferimento sono geograficamente conosciuti come «Terra dei Fuochi»; ..



Atto Camera

Risoluzione in commissione 7-00558
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Giovedì 8 gennaio 2015, seduta n. 358
La XIII Commissione,
   premesso che:
    il Governo ha approvato il decreto-legge n. 136 del 10 dicembre 2013 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 febbraio 2014, n. 6, comunemente conosciuto come decreto-legge «Terra dei Fuochi» proprio in considerazione del fatto che i territori cui il provvedimento in questione fa riferimento sono geograficamente conosciuti come «Terra dei Fuochi»;
    le disposizioni normative contenute all'interno di tale decreto si sono rivelate assolutamente insufficienti per la risoluzione delle criticità presenti all'interno del territorio destinatario del provvedimento e non soddisfacenti sotto tutti i punti di vista;
    occorre infatti affrontare i problemi al cuore e risolverli attraverso gli strumenti appropriati;
    è il caso di ridiscutere la presenza, inutile, del corpo di polizia provinciale che oltre a non avere nessuna utilità, andrebbe legata alla dichiarata volontà di eliminazione delle province; sarebbe opportuno affidare quindi maggiori poteri ad altri corpi di polizia, in primis il Corpo forestale dello Stato, e creare personale specializzato, eventualmente attingendo al personale del soppresso corpo di polizia provinciale, sul piano degli interventi specifici di contrasto agli sversamenti e ai roghi;
    un ruolo fondamentale nella repressione dei crimini ambientali è svolto dal Corpo forestale dello Stato, in un ottica di potenziamento di questo sarebbe opportuno accorpare, al Corpo, le polizie provinciali così come far confluire al suo interno unità provenienti dal piano di dismissione dell'aeronautica;
    è necessario affrontare la questione della caratterizzazione dei terreni; in questo campo molto è legato alla controversa questione delle indagini realizzate in passato e documentate in alcuni rapporti che sono stati pubblicati in questi anni nonché alle caratterizzazioni inserite proprio nel decreto «Terra dei Fuochi» di cui sopra e delle quali nessuno sembra avere traccia;
    tale caratterizzazione deve andare di pari passo alla rielaborazione della normativa per definire i parametri di valutazione delle concentrazioni inquinanti per suoli agricoli e soprattutto acque irrigue (attualmente assenti); urge predisporre un piano di incentivi da destinare alla eventuale conversione delle colture per i terreni/compromessi dall'inquinamento o comunque interdetti alla coltivazione di prodotti agricoli. In questa ottica si colloca l'idea della messa a dimora di alberi ad alto fusto (pioppo nello specifico) per la produzione di legname (opportunamente trattato in fase di reimpiego nei cicli industriali per evitare il rilascio di sostanze incamerate mediante fitoestrazione), o anche canapa che opportunamente supportata nella propria filiera potrebbe aprire un vero e proprio panorama di investimenti per gli svariati impieghi che può avere in altrettanti settori;
    in tale ultimo caso sarebbe utile affidare tale compito alle facoltà universitarie specializzate, come quella di agraria a Portici, creando dei gruppi di lavoro composti da agronomi, geologi, ed esperti di idraulica dei mezzi porosi. Questo aspetto è fondamentale per capire anche a che punto ci si trova relativamente al livello inquinamento dei suoli (geologi ed esperti di idraulica dei mezzi porosi possono dare un apporto importantissimo sul piano della composizione dei suoli e della permeabilità degli stessi, in modo da capire se e quali indagini effettuare in questo momento ai fini della caratterizzazione). La presenza di agronomi rientra nella sfera della salvaguardia del comparto agroalimentare già molto provato da anni di cattiva pubblicità della Campania come territorio senza speranza quando in realtà non è assolutamente così;
    è opportuno prevedere controlli su tutta la filiera dello smaltimento dei rifiuti, con impegno di tutti gli organi coinvolti, dal Corpo forestale dello Stato alla Guardia di finanza al fine di perseguire obiettivi di controllo a monte della filiera dello smaltimento dei rifiuti speciali ed attuare una campagna di controlli sulle aziende sommerse;
    individuare le attività sommerse è la chiave per arginare il fenomeno degli sversamenti abusivi di rifiuti speciali. È infatti da privilegiare un simile modus operandi rispetto, ad esempio, all'utilizzo di personale militare finalizzato a sanzionare chi materialmente appicca il fuoco al rifiuto e perseguendo così l'ultimo anello della catena senza mai individuare i reali responsabili;
    fondamentale è regolamentare i parametri relativi alle sostanze «inquinanti», contenute nelle acque destinate all'irrigazione. Oggi i pozzi, infatti, sono sequestrati sulla base del decreto legislativo n. 152 del 2006 che però non regolamenta le acque irrigue, ma solo quelle destinate al consumo neonatale; occorre quindi modificare il testo unico per l'ambiente con l'introduzione di uno o più articoli dedicati alla regolamentazione delle acque irrigue,
impegna il Governo:

   a potenziare il Corpo forestale dello Stato, carente di uomini e mezzi, che secondo il rapporto ecomafie 2014 di Legambiente ha accertato nel 2013 oltre 10 mila reati ambientali contro i 65 della polizia di Stato;
   a dotare il Corpo forestale dello Stato di idoneo centro elaborazione dati ambientali ed agroalimentari così da essere in grado di incrociare dati tecnici e amministrativi, per pianificare ed attuare operazioni di polizia volte al pieno contrasto dei fenomeni illegali andando ad incidere su tutta la filiera criminale dal produttore di rifiuti, al trasportatore, allo smaltitore e, infine, all'incendiatore;
   ad assumere iniziative per la definizione entro un breve lasso di tempo, di parametri di valutazione delle concentrazioni inquinanti per suoli agricoli e per acque irrigue;
   ad assumere iniziative per stabilire che i terreni che dovessero risultare compromessi dall'inquinamento o comunque interdetti alla coltivazione di prodotti agricoli, qualora si dimostri la non colpevolezza del soggetto che ha il godimento del fondo, devono essere destinati, attraverso sopratutto incentivi statali, alla produzione di legname attraverso la messa a dimora di alberi ad alto fusto (come il pioppo) il cui legno deve essere opportunamente trattato in fase di reimpiego nei cicli industriali per evitare il rilascio di sostanze incamerate mediante fitoestrazione, oppure destinati alla produzione di canapa opportunamente supportata nella propria filiera o comunque ad altri tipi di coltura;
   a promuovere ogni iniziativa utile affinché si provveda all'analisi dei terreni interessati, nonché all'elaborazione di piani di riutilizzo dei terreni inquinati, costituendo un gruppo di lavoro formato da esperti provenienti dal locale mondo universitario e composto da agronomi, geologi, ed esperti di idraulica dei mezzi porosi;
   a promuovere la regolamentazione dei parametri relativi alle sostanze «inquinanti» contenute nelle acque destinate all'irrigazione, disciplinando le caratteristiche di composizione e di utilizzazione delle stesse;
   a impegnarsi, di concerto con le istituzioni locali, nel dare slancio alla proposta di creazione di un marchio di qualità per i prodotti provenienti da zone in cui risulta assente la contaminazione, in modo da proteggere il comparto agroalimentare nei confronti di possibili quanto ingiustificati attacchi speculativi.
(7-00558) «Parentela, Micillo, Benedetti, Massimiliano Bernini, Busto, De Rosa, Daga, Gagnarli, Gallinella, L'Abbate, Lupo, Mannino, Rostellato, Terzoni, Segoni, Vignaroli, Zolezzi».

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