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venerdì 3 aprile 2015

Ispettore di polizia in cella, assolto e ora licenziato


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Ispettore di polizia in cella, assolto e ora licenziato
Milano, l'odissea del poliziotto che chiede maxi-risarcimento
(ANSA) - SONDRIO, 3 APR - In carcere e agli arresti
domiciliari per 891 giorni, assolto e ora licenziato.
E' il calvario giudiziario e l'incredibile epilogo di un
ispettore capo della Polizia di Stato Mauro Tavelli, oggi
50enne, di Chiuro (Sondrio), all'epoca dei fatti in forza alla
Questura di Milano, spesso in servizio al Cie (Centro
identificazione ed espulsione) di via Corelli.
Proprio in questa struttura di temporanea accoglienza degli
immigrati iniziano i suoi guai con la giustizia, quando un
transessuale lo accusa di violenza sessuale.
In un crescendo rossiniano di imputazioni, comprendente anche
la concussione sessuale, lo sfruttamento della prostituzione di
trans e il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, il 28
dicembre 2010 viene condannato, con rito abbreviato (quindi
godendo dello sconto di un terzo della pena), a 7 anni e due
mesi, sanzione poi ridotta a 5 anni e 4 mesi in Appello.
La Cassazione, poi, il 22 maggio 2012 annull• il verdetto,
rimandando ad altra sezione della Corte d'Appello per un nuovo
giudizio, sfociato, l'11 gennaio 2013, nell'"assoluzione in via
definitiva da tutti i reati perch‚ i fatti non sussistono",
ricordano gli avvocati Fabrizio Consoloni e Nicoletta Manca di
Lecco.
Uscito indenne dal lungo iter giudiziario, iniziato il 4
giugno 2010 con l'arresto operato dagli ex colleghi della
questura di Sondrio, su ordine del Gip di Milano, atteso invano,
il reintegro al lavoro, Š arrivato ora il licenziamento dal
ministero, adducendo nelle motivazioni i reati per i quali, in
sede penale, Š risultato totalmente innocente", spiegano i
legali che oggi depositeranno, in tribunale a Milano, la
richiesta di risarcimento, contro lo Stato, per ingiusta
detenzione chiedendo una somma di poco inferiore al milione di
euro.
"Ma non ci sar… mai alcuna somma risarcitoria che sar… idonea
a eliminare, alla radice, le gravi sofferenze patite dal nostro
assistito - dichiarano gli avvocati Consoloni e Manca, che oggi,
oltre alla beffa, si trova anche il danno di un ingiusto
licenziamento, costretto a vivere, senza stipendio, solo grazie
agli aiuti della sua famiglia d'origine". (ANSA).

YN5/STA
03-APR-15 07:56 NNNN

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