PA: IL GIUSLAVORISTA, ' EPIDEMIE' A CAPODANNO? CONTRO ' FURBI' SERVE RIFORMA
Roma, 28 dic. (Adnkronos/Labitalia) - "Le festività importanti, chissà
perché, da noi portano con sé delle strane ' epidemie ad orologeria'
che fanno ' ammalare' alcune categorie di dipendenti, soprattutto
quelli del pubblico impiego. Ma il punto vero è che per combattere
queste ' epidemie', la cura sembra ancora lontana e permane il rischio
concreto che anche quest' anno, a ridosso di Capodanno, potemmo
ritrovarci con una massa di ' ammalati' senza poter fare nulla. Se non
si cambieranno sul serio le regole del pubblico impiego, i furbi
continueranno indisturbati a fare i furbi''. Lo denuncia il
giuslavorista e avvocato Francesco Rotondi, docente di Diritto del
lavoro all' Università Carlo Cattaneo di Castellanza.
"Cosa accadrà, infatti, se anche quest' anno - sottolinea a Labitalia -
i vigili urbani di Roma a ridosso della notte Capodanno, si
ammaleranno in massa, oppure convocheranno un' assemblea sindacale o,
meglio, decideranno proprio a ridosso della fatidica mezzanotte di
donare il sangue? Niente. Così com'è accaduto lo scorso anno, in cui
767 vigili su 1,000 della Capitale si sono resi irreperibili per
malattia o permesso proprio la notte di Capodanno, anche quest' anno
potremmo rivedere lo stesso film".
"Eventualità - avverte - tutt' altro che remota. Viste le regole
attuali e i provvedimenti forti ancora latitanti, c'è il rischio reale
del ripetersi di quanto accaduto a Roma a fine 2014, ma il problema è
ovviamente generale, esteso a tutto il pubblico impiego. Ricordiamo
che, passata la ' bufera' dei 767 vigili urbani renitenti, alla fine
furono deferiti solo in 6 per malattia dubbia dalla commissione
disciplinare. Nonostante questi fatti eclatanti, nulla è stato ancora
fatto per riformare le regole e i furbi continuano indisturbati a fare
i furbi". (segue)
(Tri/Adnkronos)
28-DIC-15 11: 20
PA: IL GIUSLAVORISTA, ' EPIDEMIE' A CAPODANNO? CONTRO ' FURBI' SERVE RIFORMA
Roma, 28 dic. (Adnkronos/Labitalia) - "Le festività importanti, chissà
perché, da noi portano con sé delle strane ' epidemie ad orologeria'
che fanno ' ammalare' alcune categorie di dipendenti, soprattutto
quelli del pubblico impiego. Ma il punto vero è che per combattere
queste ' epidemie', la cura sembra ancora lontana e permane il rischio
concreto che anche quest' anno, a ridosso di Capodanno, potemmo
ritrovarci con una massa di ' ammalati' senza poter fare nulla. Se non
si cambieranno sul serio le regole del pubblico impiego, i furbi
continueranno indisturbati a fare i furbi''. Lo denuncia il
giuslavorista e avvocato Francesco Rotondi, docente di Diritto del
lavoro all' Università Carlo Cattaneo di Castellanza.
"Cosa accadrà, infatti, se anche quest' anno - sottolinea a Labitalia -
i vigili urbani di Roma a ridosso della notte Capodanno, si
ammaleranno in massa, oppure convocheranno un' assemblea sindacale o,
meglio, decideranno proprio a ridosso della fatidica mezzanotte di
donare il sangue? Niente. Così com'è accaduto lo scorso anno, in cui
767 vigili su 1,000 della Capitale si sono resi irreperibili per
malattia o permesso proprio la notte di Capodanno, anche quest' anno
potremmo rivedere lo stesso film".
"Eventualità - avverte - tutt' altro che remota. Viste le regole
attuali e i provvedimenti forti ancora latitanti, c'è il rischio reale
del ripetersi di quanto accaduto a Roma a fine 2014, ma il problema è
ovviamente generale, esteso a tutto il pubblico impiego. Ricordiamo
che, passata la ' bufera' dei 767 vigili urbani renitenti, alla fine
furono deferiti solo in 6 per malattia dubbia dalla commissione
disciplinare. Nonostante questi fatti eclatanti, nulla è stato ancora
fatto per riformare le regole e i furbi continuano indisturbati a fare
i furbi". (segue)
(Tri/Adnkronos)
28-DIC-15 11: 20
PA: IL GIUSLAVORISTA, ' EPIDEMIE' A CAPODANNO? CONTRO ' FURBI' SERVE RIFORMA (3)
(Adnkronos/Labitalia) - "Lo Stato - rimarca il giuslavorista Rotondi -
è la più importante fonte di occupazione del Paese. I suoi dipendenti
sono 3,4 milioni (calcolando solo quelli con contratto di lavoro
subordinato a tempo indeterminato e tralasciando le centinaia di
migliaia di collaborazioni) e il costo per il personale è di 163
miliardi l' anno, così come stimato dalla Ragioneria di Stato. La più
importante azienda italiana".
"E' arrivato il momento - afferma - di pensare all' organizzazione del
lavoro nel pubblico impiego come a quella di una qualsiasi grande
azienda privata. Nulla più giustifica una differenza di trattamento se
non l' ingiustificata richiesta di un privilegio del pubblico impiego
rispetto al lavoro nel settore privato. Anche alla pubblica
amministrazione è giunto il tempo di applicare i principi
organizzativi che governano tutte le attività d' impresa, compresa
l' equiparazione delle norme sul licenziamento.
"Bisogna pensare alla pubblica amministrazione come a un ' Gruppo'
all' interno del quale fare efficienza organizzativa, utilizzare
competenze trasversali, demansionare se è il caso, o poter licenziare
esattamente applicando con le stesse regole del settore privato. Ad
esempio: demansionare in caso di modifica degli assetti organizzativi
aziendali oppure licenziare in caso di reiterate assenze
ingiustificate, come spesso previsto nei contratti nazionali di
lavoro. Tutto questo non è un ' delitto'. Certo che se pensiamo di
essere ancora nel 1960 e che la pubblica amministrazione abbia ancora
altre funzioni, non scritte, oltre a quelle che dovrebbe svolgere,
allora non andremo lontano", conclude.
(Tri/Adnkronos)
28-DIC-15 11: 20
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