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mercoledì 27 aprile 2016

' Ndrangheta: Dda, fuga esponenti clan dopo soffiate Ps e Cc



' Ndrangheta: Dda, fuga esponenti clan dopo soffiate Ps e Cc




Procuratore: ,massima fiducia in carabinieri e polizia
 (ANSA) - CATANZARO, 27 APR - "Condotte sistematiche e
continue che hanno permesso agli uomini del clan di
neutralizzare le indagini a loro carico e anche di sfuggire
all' arresto". Così il procuratore facente funzioni di Catanzaro
Giovanni Bombardieri ha sintetizzato le accuse che la Dda del
capoluogo calabrese muove nei confronti di alcuni esponenti
delle forze dell' ordine. Questa mattina, infatti, in una
operazione congiunta di carabinieri e polizia, sono stati
arrestati e ristretti ai domiciliari l' ispettore di polizia
Vincenzo Ciciarello ed Enrico Francesco Costabile, entrambi
accusati di concorso esterno in associazione mafiosa.
 La misura cautelare era stata richiesta per la stessa ipotesi
di reato anche per Antonino Perticari, brigadiere dei
carabinieri ora in pensione, e per Fabrizio Bertelli, impiegato
civile alla Polizia stradale di Cosenza. Per questi ultimi,
però, il gip Assunta Maiore, pur riconoscendo la gravità
indiziaria, non ha emesso alcun provvedimento cautelare.
 L' indagine, coordinata da Bombardieri, dal procuratore
aggiunto Vincenzo Luberto e dal sostituto Pierpaolo Bruni, ha
avuto inizio nell' ambito dell' attività investigativa sul clan
cosentino Rango-Zingari. I particolari sono stati resi noti
durante una conferenza stampa cui hanno partecipato, oltre a
Bombardieri, Luberto, il capo della squadra mobile di Cosenza
Giuseppe Zanfini e il comandante del Reparto operativo dei
carabinieri di Cosenza Milko Verticchio.
 "Secondo quanto ricostruito - ha spiegato Bombardieri -
Ciciarello, attraverso Costabile, avrebbe messo a conoscenza il
boss Maurizio Rango delle attività di indagine. Grazie a queste
soffiate sono state scoperte le microspie che gli investigatori
avevano piazzato davanti alle case e nelle auto degli affiliati.
La fuga di notizie, inoltre, ha consentito a tre esponenti della
cosca di sfuggire agli arresti il 27 novembre 2014". In cambio
il poliziotto e il carabiniere "infedeli" avrebbero ottenuto
favori e in alcuni casi anche somme di denaro.
 Nell' indagine hanno avuto un ruolo importante le
dichiarazioni di quattro collaboratori di giustizia che erano a
conoscenza dell' attività svolta dagli arrestati di oggi.
 Bombardieri ha tenuto a sottolineare come "la Dda di
Catanzaro ha piena fiducia nei carabinieri e nella polizia, che
hanno denunciato e perseguito i comportamenti illeciti di alcuni
loro rappresentanti che hanno infangato le divise. Il nostro
lavoro, che ha già portato a importanti traguardi, prosegue. La
Procura é determinata a perseguire qualsiasi condotta collusiva.
Qualunque emergenza in questa direzione verrà approfondita,
perseguita e punita con il massimo rigore". (ANSA).

 YVH-SGH/FLC
27-APR-16 13: 33 NNN 

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