Pensioni: Enasco, blocco perequazioni, intaccati diritti
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Pensioni: Enasco, blocco perequazioni, intaccati diritti
'A pensionati restituito meno 12% mancata indicizzazione'
(ANSA) - ROMA, 10 AGO - Il mancato rispetto degli effetti
della sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale in merito
alla restituzione di quanto illegittimamente trattenuto ai
pensionati negli anni 2012-2013, ''ha penalizzato i titolari
dell'assegno che si sono visti rimborsare mediamente meno del
12% del totale della mancata indicizzazione della
perequazione''. A sostenerlo è un articolo in uscita sul
prossimo numero della rivista del patronato 50&Più Enasco
affermando che, con il dl n.65 del governo ''sono stati
intaccati i diritti fondamentali connessi al rapporto
previdenziale".
A seguito del blocco della perequazione pensionistica 2012
e 2013 ad agosto 2015 circa 4 milioni di pensionati hanno
ricevuto i rimborsi a seguito della sentenza n.70/2015 della
Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità della
legge Monti-Fornero, ricorda Enasco. L'attuale Governo, cercando
di rispettare il principio dell'equilibrio di bilancio e gli
obiettivi di finanza pubblica, con il decreto legge n.65 del
2015 convertito nella legge 109/2015 ha frenato l'applicazione
integrale della pronuncia imponendo un sistema di rimborso a
scalare. In questo modo i costi sono stati molto meno onerosi, e
cioè 2,8 miliardi di euro, invece di 18 miliardi. ''Una
restituzione assai parziale, mediamente meno del 12% del totale
della mancata indicizzazione della perequazione'' afferma
Enasco, calcolando in una proiezione che, per importo pari a
quattro volte il minimo Inps (1.873 euro mensili lordi e 1.491
netti), la perdita netta è di circa 4.000 euro, la restituzione
ammonta a 853 Euro, pari al 21% della perdita. Le corrispondenti
percentuali per importi pari a cinque e sei volte sono
rispettivamente dell'11% e del 5%.
"L'associazione 50&Più assieme al Patronato 50&Più Enasco è
consapevole delle difficoltà che il Paese sta attraversando -
sottolinea Gianni Tel, esperto previdenziale del Patronato
50&Piú Enasco - Tuttavia, riteniamo che il decreto n.65 non sia
sufficiente per il ristabilimento dell'equità, da un lato perché
quanto restituito è lontano dalle legittime aspettative dei
pensionati, e dall'altro perché si presta ancora una volta ad
osservazioni e censure circa la sua conformità alle norme
costituzionali''. Enasco punta quindi il dito ''contro il
mancato rispetto degli effetti della Sentenza n. 70/2015
dell'Alta Corte in merito alla restituzione di quanto
illegittimamente trattenuto ai pensionati negli anni 2012/2013 e
solo in parte recuperato'', citando in proposito recenti
pronunce di vari tribunali, tra cui Palermo, Brescia e Milano, e
alcune Corte dei conti regionali.
BRB
10-AGO-16 11:32 NNN
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Pensioni: Enasco, blocco perequazioni, intaccati diritti
'A pensionati restituito meno 12% mancata indicizzazione'
(ANSA) - ROMA, 10 AGO - Il mancato rispetto degli effetti
della sentenza n. 70/2015 della Corte Costituzionale in merito
alla restituzione di quanto illegittimamente trattenuto ai
pensionati negli anni 2012-2013, ''ha penalizzato i titolari
dell'assegno che si sono visti rimborsare mediamente meno del
12% del totale della mancata indicizzazione della
perequazione''. A sostenerlo è un articolo in uscita sul
prossimo numero della rivista del patronato 50&Più Enasco
affermando che, con il dl n.65 del governo ''sono stati
intaccati i diritti fondamentali connessi al rapporto
previdenziale".
A seguito del blocco della perequazione pensionistica 2012
e 2013 ad agosto 2015 circa 4 milioni di pensionati hanno
ricevuto i rimborsi a seguito della sentenza n.70/2015 della
Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità della
legge Monti-Fornero, ricorda Enasco. L'attuale Governo, cercando
di rispettare il principio dell'equilibrio di bilancio e gli
obiettivi di finanza pubblica, con il decreto legge n.65 del
2015 convertito nella legge 109/2015 ha frenato l'applicazione
integrale della pronuncia imponendo un sistema di rimborso a
scalare. In questo modo i costi sono stati molto meno onerosi, e
cioè 2,8 miliardi di euro, invece di 18 miliardi. ''Una
restituzione assai parziale, mediamente meno del 12% del totale
della mancata indicizzazione della perequazione'' afferma
Enasco, calcolando in una proiezione che, per importo pari a
quattro volte il minimo Inps (1.873 euro mensili lordi e 1.491
netti), la perdita netta è di circa 4.000 euro, la restituzione
ammonta a 853 Euro, pari al 21% della perdita. Le corrispondenti
percentuali per importi pari a cinque e sei volte sono
rispettivamente dell'11% e del 5%.
"L'associazione 50&Più assieme al Patronato 50&Più Enasco è
consapevole delle difficoltà che il Paese sta attraversando -
sottolinea Gianni Tel, esperto previdenziale del Patronato
50&Piú Enasco - Tuttavia, riteniamo che il decreto n.65 non sia
sufficiente per il ristabilimento dell'equità, da un lato perché
quanto restituito è lontano dalle legittime aspettative dei
pensionati, e dall'altro perché si presta ancora una volta ad
osservazioni e censure circa la sua conformità alle norme
costituzionali''. Enasco punta quindi il dito ''contro il
mancato rispetto degli effetti della Sentenza n. 70/2015
dell'Alta Corte in merito alla restituzione di quanto
illegittimamente trattenuto ai pensionati negli anni 2012/2013 e
solo in parte recuperato'', citando in proposito recenti
pronunce di vari tribunali, tra cui Palermo, Brescia e Milano, e
alcune Corte dei conti regionali.
BRB
10-AGO-16 11:32 NNN
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