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martedì 13 giugno 2017

RAI STORIA: IL TERRORISMO VISTO DA CASELLI E SPATARO





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RAI STORIA: IL TERRORISMO VISTO DA CASELLI E SPATARO
(9Colonne) Roma, 13 giu - La lunga stagione del terrorismo in Italia ha tenuto sotto scacco il paese colpendo trasversalmente da Nord a Sud. Anni di piombo, guerra tra Stato e movimenti eversivi, strategia della tensione. Un periodo ripercorso dal doc  "Terrorismi. Dagli anni Settanta al terrore globale", firmato da Silvia Barocci  e Antonia Pillosio e realizzato con il supporto del Consiglio Superiore della Magistratura, in onda domani alle 22.10 su Rai Storia. Sono molte le formule per definire uno dei periodi più cupi della prima Repubblica. Ma la forza democratica ha saputo vincere le trame che si sono legate a doppio filo alle crisi politiche e sociali del paese. A guidare i magistrati è stato il rispetto della Costituzione, ed è proprio grazie al lavoro degli inquirenti e delle forze di polizia che l'Italia ha saputo reagire sconfiggendo il terrorismo interno con processi esemplari e giusti. Dal 2001, con l'attacco alle Torri Gemelle,  la minaccia a cui far fronte è il terrore globale; è il pericolo che le democrazie occidentali devono fronteggiare adattando le leggi ad un contesto che cambia i riferimenti locali. Armando Spataro, Gian Carlo Caselli e Franco Roberti "viaggiano" lungo 40 anni di storia recente attraverso il loro lavoro in prima linea per sconfiggere il terrorismo, dagli anni Settanta ai nostri giorni. Il processo di Torino al nucleo storico delle Brigate Rosse - ricorda l'allora giudice istruttore Gian Carlo Caselli - si conclude dopo due lunghi anni, il 23 giugno 1978, "nel rispetto assoluto della identità politica dei terroristi, cui viene consentito di controinterrogare una delle vittime, il magistrato Mario Sossi. Allora i terroristi non hanno più niente da dire, la loro convinzione della superiorità politica del terrorismo delle Br rispetto allo Stato, falsamente democratico, crolla. Lo  Stato dimostra che con gli strumenti della democrazia riesce ancora a processare coloro che la democrazia volevano abbatterla. E' una sconfitta terribile, prima di tutto politicamente per le Brigate Rosse". E' possibile condurre oggi la lotta al terrorismo globale con solo quel codice che il giudice Guido Galli aveva in mano quando fu ucciso da Prima Linea, a Milano, il 19 marzo 1980? Per Armando Spataro, collega di Galli e ora capo della Procura della Repubblica di Torino "l'Italia può vantare con orgoglio esattamente ciò che Pertini sintetizzò in una frase bellissima, cioè che 'noi abbiamo sconfitto il terrorismo nelle aule di giustizia e non negli stadi. Pertini si riferiva al terrorismo interno, ma io credo che questa cultura sia importante oggi anche contro il terrorismo internazionale".
(red)
131150 GIU 17  

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