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mercoledì 20 dicembre 2017

Stato-mafia:Di Matteo,dopo papello Ros tratto' con Provenzano



MERCOLEDÌ 20 DICEMBRE 2017 12.04.17

Stato-mafia:Di Matteo,dopo papello Ros tratto' con Provenzano

ZCZC2667/SXA OPA96275_SXA_QBXB R CRO S0A QBXB Stato-mafia:Di Matteo,dopo papello Ros tratto' con Provenzano (ANSA) - PALERMO, 20 DIC - Dopo le considerazioni sul testimone Massimo Ciancimino, che e' anche imputato al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, il pm Nino Di Matteo, al terzo giorno della requisitoria, ha parlato della seconda fase del patto che pezzi delle istituzioni, attraverso i carabinieri del Ros di Mario Mori, avrebbero avviato con Cosa nostra. "Dopo l'esosita' delle richieste presentate da Riina col papello e preso atto dell'impossibilita' della loro accettazione, l'attenzione dei carabinieri si orienta verso Provenzano. Provenzano sapeva che - ha sostenuto Di Matteo - Vito Ciancimino stava parlando con i carabinieri e i carabinieri sapevano che il referente diretto di Ciancimino era Provenzano". Nella ricostruzione dell'accusa, dunque, dopo la strage di via D'Amelio la trattativa si evolve: l'ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, dopo averlo concordato con Provenzano, predispone una controproposta da presentare allo Stato, il cosiddetto contropapello. Ma dopo la morte di Paolo Borsellino il dialogo tra Ciancimino e il Ros ha anche un altro obiettivo: la cattura di Riina, "per togliere di mezzo - spiega Di Matteo - quel terminale scomodo, che pretendeva tutto e subito quello che certamente non si poteva concedere". "Gli odierni imputati - ha detto Di Matteo riferendosi all'ex capo del Ros Mario Mori e agli altri carabinieri imputati - hanno sempre falsamente spostato a dopo la strage di via D'Amelio i contatti e i dialoghi con Vito Ciancimino. E lo hanno fatto per un solo, semplice, motivo: erano ossessionati dal timore di essere considerati, in seguito alla scellerata iniziativa di trattare con la mafia, i responsabili morali del rafforzamento dell'attivita' stragista di cosa nostra, voluta da Salvatore Riina, e che causo' quell'accelerazione improvvisa che porto' all'omicidio di Borsellino, il 19 luglio 1992, appena 57 giorni dopo la strage di Capaci". (ANSA). SR 20-DIC-17 12:03 NNNN

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