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martedì 5 giugno 2018
INFLUENZA: LO STUDIO, ANCHE I CANI POSSIBILE SERBATOIO PANDEMIA =
MARTEDÌ 05 GIUGNO 2018 17.58.43
SALUTE
INFLUENZA: LO STUDIO, ANCHE I CANI POSSIBILE SERBATOIO PANDEMIA =
Roma, 5 giu. (AdnKronos Salute) - Finora sono stati soprattutto i polli e i maiali. Ma anche i cani potrebbero rappresentare un potenziale serbatoio per una futura pandemia influenzale, secondo uno studio pubblicato sulla rivista 'mBio'. Il lavoro ha infatti dimostrato che il virus dell'influenza può passare in molti casi dai maiali ai cani, specie nella quale la malattia sta diventando sempre più diversificata. "La maggior parte delle pandemie è stata associata ai maiali come ospiti intermedi tra virus e uomo: in questo studio abbiamo identificato virus influenzali che si trasmettono dai maiali ai cani", ha detto il ricercatore Adolfo García-Sastre, direttore del Global Health and Emerging Pathogens Institute del Center for Research on Influenza Pathogenesis della Icahn School of Medicine at Mt. Sinai, New York City. Nella ricerca appena pubblicata, ha spiegato, "quello che abbiamo trovato è un nuovo insieme di virus di origine aviaria che provengono dai suini e che sono passati ai cani e sono stati riassortiti come altri virus in questi animali. Ora abbiamo l'H1N1, l'H3N2 e l'H3N8 nei cani: questi stanno iniziando a interagire tra di loro e ciò ricorda molto quello che è successo nei suini 10 anni prima della pandemia da H1N1". (segue) (Bdc/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 05-GIU-18 17:58 NNNN
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SALUTE
INFLUENZA: LO STUDIO, ANCHE I CANI POSSIBILE SERBATOIO PANDEMIA (2) =
(AdnKronos Salute) - Nello specifico, i ricercatori hanno sequenziato i genomi completi di 16 virus influenzali ottenuti dai cani nella Cina meridionale durante il periodo 2013-2015. I microrganismi sono stati raccolti principalmente da cani da compagnia che presentavano sintomi respiratori in carico presso cliniche veterinarie. Ma - sottolineano gli esperti - i cani in alcune regioni della Cina vengono allevati anche per la carne e spesso vagano liberamente per strada, creando un ecosistema più complesso per la trasmissione del virus dell'influenza canina. Gli studi futuri si concentreranno sull'ulteriore caratterizzazione dei virus (in particolare l'H1N1 che è differente da quelli visti finora negli animali e nell'uomo), utilizzando sieri umani per verificare se l'uomo abbia o meno un'immunità contro questo virus. "Se troveremo immunità contro questi virus, rappresenteranno un rischio minore. Ma bisogna considerare comunque - avvertono gli autori - che abbiamo un altro ospite, molto vicino all'uomo, in cui il virus dell'influenza sta iniziando ad avere caratteristiche genotipiche e fenotipiche diverse". Per gli studiosi "è tempo di pensare a modi per limitare la circolazione del virus dell'influenza nei cani: gli Stati Uniti sono privi di influenza aviaria perché ogni volta che è stata rilevata nel pollame, i polli o i tacchini sono stati abbattuti ed eliminati dalla circolazione. Nel caso dei cani, come dei maiali, si potrebbe prendere in considerazione la vaccinazione". (Bdc/AdnKronos) ISSN 2465 - 1222 05-GIU-18 17:58 NNNN
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