GIOVEDÌ 02 AGOSTO 2018 14.47.15
POLIZIA
Scieri, Comellini: molti altri casi di morti sospette
Scieri, Comellini: molti altri casi di morti sospette "La giustizia faccia il suo corso a dispetto dei muri di omertà" Roma, 2 ago. (askanews) - "Emanuele Scieri non è l'unico militare in servizio di leva deceduto in condizioni e per ragioni ancora sconosciute, che ora sono tornate al vaglio degli inquirenti e che hanno portato all'arresto di un ex commilitone del paracadutista siciliano". Così afferma in una nota Luca Marco Comellini, segretario del partito per la tutela dei diritti dei militari. "Ci sono altri casi di morti sospette che sono stati frettolosamente chiusi come incidenti o suicidi e che, invece, meriterebbero altrettanta attenzione da parte della magistratura", continua. Comellini poi aggiunge: "Già il 22 settembre del 2009 avevo chiesto al Parlamento, tramite i deputati del Partito Radicale, primo fra tutti Maurizio Turco, di istituire una commissione di inchiesta sulle cause della morte di Emanuele Scieri e di altri cittadini italiani in servizio di leva nel periodo dal 1985 al 2005, con particolare riferimento alla morte dei signori Roberto Garro, Giovanni Lombardo, Andrea Cordori e Mirco Bergonzin, ma nulla fu fatto". Si ricorda quindi che "nella relazione introduttiva del disegno di legge n. 2705 dal settembre del 2009 giace ancora ben chiuso nei cassetti della commissione difesa della Camera dei deputati" e nel documento si legge che "nelle precedenti legislature il Parlamento ha approvato, a larghissima maggioranza, l'istituzione di Commissioni parlamentari di inchiesta su casi di morte che hanno colpito militari delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento civile e militare senza mai, tuttavia, rivolgere adeguate attenzioni a quei casi che hanno riguardato i cittadini deceduti durante il servizio di leva". Comellini sul caso del parà morto nella caserma Gamerra spiega: "I genitori di Emanuele hanno dovuto aspettare fino al marzo del 2016 per avere l'attenzione del Parlamento che, se non fosse stato cieco, sordo e disinteressato, avrebbe già da tempo dato il suo contributo all'accertamento della verità: i responsabili della morte di Emanuele, ma anche degli altri ragazzi morti durante il servizio di leva, sarebbero già stati individuati e puniti". Il segretario del Pdm sottolinea: "Mi auguro che la giustizia faccia il suo corso anche a dispetto e oltre gli impenetrabili muri di omertà e becero cameratismo, retaggio d'altri tempi, che all'interno delle caserme sono purtroppo ancora vivi e capaci di nascondere le più atroci verità. La ministra Trenta non si faccia abbindolare dai sorrisi e dalla cortesia dei generali che la circondano". Nav 20180802T144710Z
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