GIOVEDÌ 28 MARZO 2019 15.27.26
SALUTE
TUMORI: 71% DONNE LI PREVIENE CON SSN MA 'NODO' ATTESE, COSTI E SCELTA MEDICO =
Indagine Nomisma-UniSalute, 'cosi' la sanita' privata puo'
affiancare quella pubblica'
Milano, 28 mar. (AdnKronos Salute) - Il 71% delle italiane si rivolge
al Servizio sanitario nazionale per gli esami di prevenzione
anticancro. Ma i tempi di attesa, i costi per i ticket e la mancata
possibilità di decidere da quale medico farsi visitare sono elementi
che finiscono spesso nella lista delle criticità rilevate. "Temi su
cui riflettere", secondo i promotori di un incontro che si è svolto
oggi a Milano sulla nuove sfide che possono rappresentare un terreno
di collaborazione fra sanità pubblica e privata. Al centro dei lavori
i dati dell'Osservatorio Prevenzione & Salute di UniSalute curato da
Nomisma, che ha condotto una ricerca nazionale su 1.300 donne dai 30
ai 65 anni.
I risultati - presentati da Silvia Zucconi, responsabile Market
intelligence di Nomisma - sono stati discussi alla presenza
dell'amministratore delegato di UniSalute (Gruppo Unipol), Fiammetta
Fabris, del food mentor e portavoce della Fondazione Umberto Veronesi,
Marco Bianchi, e degli oncologi Antonio Maestri e Anna Miryam Perrone.
L'indagine indica che in generale, indipendentemente dalla natura
pubblica o privata del 'canale' scelto, l'87% delle italiane ha
effettuato almeno un esame specialistico di prevenzione oncologica
negli ultimi 2-3 anni. Nello specifico, almeno una volta negli ultimi
3 anni il 79% della popolazione target si è sottoposta a mammografia
per la diagnosi precoce del tumore al seno (l'81% nel pubblico, il 68%
dopo avere ricevuto la lettera di invito allo screening), e il 76% al
Pap Test per la prevenzione del cancro al collo dell'utero (64% nel
pubblico, 36% nel privato). (segue)
(Red-Opa/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
28-MAR-19 15:26
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TUMORI: 71% DONNE LI PREVIENE CON SSN MA 'NODO' ATTESE, COSTI E SCELTA MEDICO (2) =
(AdnKronos Salute) - La soddisfazione complessiva appare "positiva",
riporta Zucconi, pur "con differenze importanti rispetto alle modalità
di fruizione dell'esame". Sul fronte tempi d'attesa, ad esempio, "per
la mammografia oltre il 50% delle donne che si rivolgono a una
struttura pubblica deve aspettare più di 2 mesi, mentre l'84% di
quelle che si rivolgono al privato la effettuano in meno di un mese.
Tempi più lunghi nel pubblico anche per l'ecografia al seno: il 61%
esegue la prestazione dopo oltre 2 mesi, mentre il 77% la fa entro un
mese nel privato". Di quest'ultimo piace anche un altra cosa: "Una
donna su 4 dichiara di essersi rivolta a una struttura privata per la
possibilità di scegliere un professionista di fiducia". Infine i
costi: "In tutti gli esami specialistici approfonditi
dall'Osservatorio, la percentuale di donne che ritiene il costo della
prestazione adeguato al servizio offerto risulta minore tra quelle che
si rivolgono a strutture pubbliche".
L'idea degli esperti è che non dovrebbe essere una 'gara', bensì
l'occasione per un'alleanza. "Sanità pubblica e privata non devono
essere viste in contrapposizione", dichiara Fabris presentando le
attività di UniSalute, "prima assicurazione sanitaria in Italia per
clienti gestiti (circa 8 milioni)". Secondo l'Ad, "l'offerta di
prestazioni garantite dal Servizio sanitario nazionale resta il perno
fondamentale del nostro sistema sanitario anche per quanto riguarda la
prevenzione, a cui si affianca quella privata che, anche alla luce dei
mutamenti sociali ed economici che il Paese sta vivendo in questi
anni, deve essere sempre più vista come supporto e integrazione. E il
cui accesso dovrebbe essere supportato e facilitato - sostiene - per
permettere a tutti cittadini di poter usufruire della più ampia
offerta di prestazioni mediche a costi contenuti". (segue)
(Red-Opa/AdnKronos)
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TUMORI: 71% DONNE LI PREVIENE CON SSN MA 'NODO' ATTESE, COSTI E SCELTA MEDICO (3) =
(AdnKronos Salute) - Secondo la fotografia scattata dall'Osservatorio
Prevenzione & Salute, "oggi solo il 20% delle donne 30-65 dice di
possedere una polizza malattia (individuale o aziendale) che copre le
spese sanitarie, percentuale che scende al 7% se si considera chi
dispone di polizze con copertura di spese per l'assistenza
domiciliare". Tuttavia, "l'interesse a valutare di dedicare una somma
mensile per avere una copertura sanitaria integrativa è alto: il 48%
delle intervistate si dichiara interessata, soprattutto se il costo di
adesione mensile è accessibile, se c'è la possibilità di coprire
l'intero nucleo familiare e se si possono tagliare i tempi di attesa".
L'indagine Nomisma per UniSalute ha sondato anche l'opnione delle
italiane che, dopo una diagnosi di cancro, hanno intrapreso un ciclo
di terapie. In base a quanto rilevato, "l'86% delle pazienti ritiene
che i tempi di attesa per il percorso post-diagnosi siano un aspetto
da migliorare", al quale si unisce la segnalazione relativa al
"rapporto medico e paziente (il 61% indica questo ambito come punto
debole durante la fase di cura)". Durante il trattamento, poi, "il 38%
ha dovuto far fronte a spese (il 13% le calcola in oltre 20 mila
euro), comunque percepite come troppo elevate dal 48% delle donne con
diagnosi di tumore". Infine, "durante il percorso di cura il 26% ha
avuto necessità di assistenza domiciliare, ricorrendo prevalentemente
al supporto dei familiari (62%)".
(Red-Opa/AdnKronos)
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