MARTEDÌ 30 LUGLIO 2019 00.05.27
Trump: deputati dem favorevoli impeachment verso maggioranza =
(AGI) - Washington, 29 lug. - Hanno superato quota 100 i deputati democratici favorevoli all'impeachment del presidente Donald Trump, arrivando a 106, secondo il conto di TheHill. Questo significa che i deputati del partito dell'Asinello che vogliono la messa in stato di accusa del presidente sono ad un soffio dalla fatidica soglia di 118, ovvero la maggioranza dei 235 dem che controllano la Camera dei Rappresentati Usa. Vi sarebbero inoltre "almeno" una ventina di indecisi che potrebbero appoggiare l'impeachment. Ma il numero che conta, alla Camera, per far scattare formalmente la procedura di impeachment e' 218, cioe' a dire una soglia ancora distante.(AGI) Ril 300004 LUG 19 NNNNMARTEDÌ 30 LUGLIO 2019 00.25.48
Trump: deputati dem favorevoli impeachment verso maggioranza (2)=
(AGI) - New York, 30 lug. - Dalle analisi del New York Times, che ha chiesto di esprimere una posizione ai membri di Camera e Senato sulla messa in stato di accusa di Trump, emerge una situazione di stallo, quella da cui la Speaker Nancy Pelosi vuole togliere il proprio partito, indicando ai democratici l'unica strada possibile: non chiedere l'impeachment se non emergeranno prove evidenti. Ma se la maggioranza del partito liberal e' decisa a fare dell'inchiesta Russiagate sulle interferenze russe alle presidenziali 2016 uno dei temi centrali della campagna per le prossime, la maggioranza degli americani sembra andare, ancora una volta, da un'altra parte. Mettendo a confronto i dati dei sondaggi Gallup sull'indice di gradimento di Donald Trump da quando si e' insediato alla Casa Bianca, emerge un'indicazione: la sua popolarita' e' cresciuta. Nel gennaio 2017 era al 37 per cento, adesso e' al 44. Quello che ai democratici appare come il punto debole del presidente, per molti americani e' la sua forza: il linguaggio scorretto, divisivo, diretto. Ogni volta che Trump cade in contraddizione o afferma qualcosa che i media bollano come fake, i liberal intravedono la svolta, mentre la maggioranza degli americani approva. Di fatto si sta allargando la forbice tra la percezione del Paese di giornali e analisti, e cosa davvero avviene nella vita di tutti i giorni. Se Trump, secondo uno studio pubblicato dal Journal Translational Issues in Psychological Science, perde il confronto con qualsiasi candidato di oggi e del passato, come Hillary Clinton, presso il bacino di elettori che privilegia l'analisi dei contenuti, lo domina tra coloro che giudicano con la "pancia". L'immagine di Trump e' associata a due questioni forti: gli immigrati e l'economica, due temi molto americani. Sulla prima la maggioranza del Paese sembra stare, ancora una volta, dalla sua parte. E' indicativo come sui social il post di un italo americano in difesa del presidente avesse riscontrato una valanga di like: sosteneva in modo brutale che, se di ritorno da una vacanza, avesse trovato la casa "invasa da procioni", non si sarebbe chiesto se il disinfestatore fosse stato infedele, bugiardo, pieno d'odio o se avesse evaso le tasse. "A me - scriveva - interessa che mi risolva il problema e so che l'unico in grado di riuscirci e' lui". Le immagini e i reportage dai centri di detenzione non hanno spostato la percezione del problema. Oltre l'ottanta per cento degli elettori repubblicani, sempre secondo Gallup, continua a sostenere la politica di Trump. Ma e' sull'economia che gli americani, storicamente, giudicano un presidente ed e' nettamente a favore di Trump. Nonostante l'economista liberal Paul Krugman avesse profetizzato un crollo dell'economia americana all'indomani della vittoria del miliardario, l'America ha segnato il quarantesimo trimestre di crescita dal 2009. Venerdi' scorso l'agenzia governativa di analisi dei conti ha fissato al 2,1 per cento il tasso di crescita del prodotto interno lordo, portando al 2,7 la media annuale, lo 0,5 per cento in piu' rispetto al 2,2 dell'era di Barack Obama, mentre il tasso di disoccupazione, al 3,6 per cento, e' ai minimi storici. Mettere a confronto due anni e mezzo con otto e' come mettere a confronto un mezzofondista a una maratoneta, ma gli americani giudicano il momento. E l'economia al momento dice Trump. Pelosi lo sa, per questo l'impeachment, al momento, puo' rivelarsi un boomerang. (AGI) Nwy/Ril 300025 LUG 19 NNNN
Trump: deputati dem favorevoli impeachment verso maggioranza =
(AGI) - Washington, 29 lug. - Hanno superato quota 100 i deputati democratici favorevoli all'impeachment del presidente Donald Trump, arrivando a 106, secondo il conto di TheHill. Questo significa che i deputati del partito dell'Asinello che vogliono la messa in stato di accusa del presidente sono ad un soffio dalla fatidica soglia di 118, ovvero la maggioranza dei 235 dem che controllano la Camera dei Rappresentati Usa. Vi sarebbero inoltre "almeno" una ventina di indecisi che potrebbero appoggiare l'impeachment. Ma il numero che conta, alla Camera, per far scattare formalmente la procedura di impeachment e' 218, cioe' a dire una soglia ancora distante.(AGI) Ril 300004 LUG 19 NNNNMARTEDÌ 30 LUGLIO 2019 00.25.48
Trump: deputati dem favorevoli impeachment verso maggioranza (2)=
(AGI) - New York, 30 lug. - Dalle analisi del New York Times, che ha chiesto di esprimere una posizione ai membri di Camera e Senato sulla messa in stato di accusa di Trump, emerge una situazione di stallo, quella da cui la Speaker Nancy Pelosi vuole togliere il proprio partito, indicando ai democratici l'unica strada possibile: non chiedere l'impeachment se non emergeranno prove evidenti. Ma se la maggioranza del partito liberal e' decisa a fare dell'inchiesta Russiagate sulle interferenze russe alle presidenziali 2016 uno dei temi centrali della campagna per le prossime, la maggioranza degli americani sembra andare, ancora una volta, da un'altra parte. Mettendo a confronto i dati dei sondaggi Gallup sull'indice di gradimento di Donald Trump da quando si e' insediato alla Casa Bianca, emerge un'indicazione: la sua popolarita' e' cresciuta. Nel gennaio 2017 era al 37 per cento, adesso e' al 44. Quello che ai democratici appare come il punto debole del presidente, per molti americani e' la sua forza: il linguaggio scorretto, divisivo, diretto. Ogni volta che Trump cade in contraddizione o afferma qualcosa che i media bollano come fake, i liberal intravedono la svolta, mentre la maggioranza degli americani approva. Di fatto si sta allargando la forbice tra la percezione del Paese di giornali e analisti, e cosa davvero avviene nella vita di tutti i giorni. Se Trump, secondo uno studio pubblicato dal Journal Translational Issues in Psychological Science, perde il confronto con qualsiasi candidato di oggi e del passato, come Hillary Clinton, presso il bacino di elettori che privilegia l'analisi dei contenuti, lo domina tra coloro che giudicano con la "pancia". L'immagine di Trump e' associata a due questioni forti: gli immigrati e l'economica, due temi molto americani. Sulla prima la maggioranza del Paese sembra stare, ancora una volta, dalla sua parte. E' indicativo come sui social il post di un italo americano in difesa del presidente avesse riscontrato una valanga di like: sosteneva in modo brutale che, se di ritorno da una vacanza, avesse trovato la casa "invasa da procioni", non si sarebbe chiesto se il disinfestatore fosse stato infedele, bugiardo, pieno d'odio o se avesse evaso le tasse. "A me - scriveva - interessa che mi risolva il problema e so che l'unico in grado di riuscirci e' lui". Le immagini e i reportage dai centri di detenzione non hanno spostato la percezione del problema. Oltre l'ottanta per cento degli elettori repubblicani, sempre secondo Gallup, continua a sostenere la politica di Trump. Ma e' sull'economia che gli americani, storicamente, giudicano un presidente ed e' nettamente a favore di Trump. Nonostante l'economista liberal Paul Krugman avesse profetizzato un crollo dell'economia americana all'indomani della vittoria del miliardario, l'America ha segnato il quarantesimo trimestre di crescita dal 2009. Venerdi' scorso l'agenzia governativa di analisi dei conti ha fissato al 2,1 per cento il tasso di crescita del prodotto interno lordo, portando al 2,7 la media annuale, lo 0,5 per cento in piu' rispetto al 2,2 dell'era di Barack Obama, mentre il tasso di disoccupazione, al 3,6 per cento, e' ai minimi storici. Mettere a confronto due anni e mezzo con otto e' come mettere a confronto un mezzofondista a una maratoneta, ma gli americani giudicano il momento. E l'economia al momento dice Trump. Pelosi lo sa, per questo l'impeachment, al momento, puo' rivelarsi un boomerang. (AGI) Nwy/Ril 300025 LUG 19 NNNN
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