LUNEDÌ 22 LUGLIO 2019 13.18.53
TUMORI: CANCRO SENO, ITALIANI SVELANO MECCANISMO CAUSA METASTASI =
ADN0599 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
TUMORI: CANCRO SENO, ITALIANI SVELANO MECCANISMO CAUSA METASTASI =
Verso 'firma meccanica' per identificare il 30% che attacca
altri organi, obiettivo terapie piu' mirate
Milano, 22 lug. (AdnKronos Salute) (EMBARGO ALLE 17.00) - Dalla
ricerca italiana la speranza di terapie su misura contro una delle
forme più frequenti di cancro al seno, il carcinoma mammario
intraduttale (Dcis). Nel 30% dei casi questo tumore sviluppa
caratteristiche che gli permettono di 'viaggiare' fuori sede per
invadere altri organi, causando metastasi. Un meccanismo molecolare
che ora viene svelato da un gruppo di scienziati dell'Istituto Firc di
oncologia molecolare (Ifom) e dell'università degli Studi di Milano,
autori di uno studio sostenuto dall'Airc, oltre che da Fondazione
Cariplo e Miur, pubblicato su 'Nature Materials'. La sfida del team
tricolore è arrivare a definire una 'firma meccanica' che aiuti a
capire quali sono le neoplasie più a rischio di metastatizzare, così
da colpirle con trattamenti ad hoc.
Il Dcis è fra i tumori più diffusi (20% delle diagnosi di carcinoma) -
spiegano i ricercatori - ed è caratterizzato dall'insorgenza di
lesioni primarie all'interno del dotto mammario, dove la forte
compressione da parte del tessuto esterno le immobilizza. Ma se circa
il 70% rimane 'solido' dov'è, la quota restante può acquistare
proprietà fisiche 'fluide' che gli consentono di uscire dal seno.
"Questa caratteristica rende questo tipo di tumore un modello ideale
per studiare la relazione tra transizione di stato e il potenziale di
metastatizzazione", spiega Giorgio Scita, a capo dell'Unità Meccanismi
di ricerca delle cellule tumorali dell'Ifom e professore ordinario di
Patologia generale alla Statale.
"Due anni fa - ricorda - avevamo constatato come Rab5A, una proteina
che regola la capacità delle cellule di internalizzare membrane e
recettori, fosse sorprendentemente capace di indurre la
fluidificazione di un tessuto di cellule epiteliali dense e impaccate.
L'azione ricorda quella di un vigile che riesce a rendere scorrevole
il traffico congestionato delle nostre città. Ciò che emerge oggi dai
nostri laboratori è che questa motilità, osservata in un modello di
tumore particolarmente sensibile a questo fattore, quale appunto il
carcinoma intraduttale mammario, è anche associata alla capacità del
tumore di modificare la matrice extracellulare e invadere il tessuto
circostante". (segue)
(Red-Opa/AdnKronos)
ISSN 2465 - 1222
22-LUG-19 13:18
NNNN
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TUMORI: CANCRO SENO, ITALIANI SVELANO MECCANISMO CAUSA METASTASI (2) =
ADN0600 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
TUMORI: CANCRO SENO, ITALIANI SVELANO MECCANISMO CAUSA METASTASI (2) =
(AdnKronos Salute) - "Abbiamo ingegnerizzato cellule di ghiandola
mammaria in modo da elevare il livello della proteina Rab5A,
tipicamente molto espressa nei tumori più aggressivi della mammella -
riferiscono Andrea Palamidessi, Chiara Malinverno e Emanuela Frittoli,
i primi autori del lavoro - Quindi abbiamo osservato che questa
semplice manipolazione è sufficiente a risvegliare la motilità di una
popolazione cellulare andata incontro a solidificazione e a permettere
l'acquisizione di movimenti collettivi fluidi e scorrevoli".
"La connessione tra il processo regolato da Rab5 e la transizione da
stato più solido a più fluido - prosegue Scita - è stata approfondita
utilizzando un sistema sperimentale costituito da sferoidi tumorali
immersi in una matrice di collagene che riproduce il microambiente che
tipicamente il nostro organismo sviluppa per limitare la crescita di
un tumore. Sfruttando tecniche di ingegneria genetica, microscopia
avanzata e biofisica, le cellule tumorali sono state osservate in
diretta per monitorarne le modalità di movimento e la sua capacità di
modificare la rete di fibre di collagene allo scopo di generare canali
e vie di fuga attraverso le quali invadere il resto dell'organismo".
"In particolare, per studiare le caratteristiche dinamiche del tessuto
e allo stesso tempo le forze che gli sferoidi esercitano sulla matrice
in 3D, abbiamo sviluppato modelli e algoritmi innovativi per l'analisi
quantitativa dei filmati acquisiti - precisano Fabio Giavazzi,
ricercatore della Statale di Milano, e Roberto Cerbino, docente di
Fisica applicata presso l'ateneo, co-firmatari con Scita anche del
primo articolo sulla proteina Rab5A (2017) - Fondamentale è stato
l'utilizzo di marcatori fluorescenti che sono stati dispersi nella
matrice. E' seguendo le loro fluttuazioni che siamo riusciti a
ottenere informazioni sulle forze di trazione esercitate dalle masse
tumorali sulla matrice stessa". (segue)
(Red-Opa/AdnKronos)
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TUMORI: CANCRO SENO, ITALIANI SVELANO MECCANISMO CAUSA METASTASI (3) =
ADN0601 7 CRO 0 ADN CRO NAZ
TUMORI: CANCRO SENO, ITALIANI SVELANO MECCANISMO CAUSA METASTASI (3) =
(AdnKronos Salute) - I dati prodotti sono stati poi validati in
sistemi più complessi, fra cui tessuti umani derivati da pazienti con
Dcis. Grazie alla collaborazione con l'Unità di Istopatologia Ifom
coordinata da Claudio Tripodo, docente all'università di Palermo,
questo studio ha confermato che nelle sezioni invasive Rab5A è molto
più abbondante. Un dato che consolida ulteriormente la forte
correlazione osservata tra l'elevata espressione della proteina nelle
cellule tumorali e l'acquisizione di proprietà invasive da parte delle
cellule stesse.
"La prossima sfida - chiarisce Scita - sarà cercare di capire,
attraverso lo studio delle proprietà dinamico-meccaniche, se esiste
una correlazione tra la forma della cellula e il suo potenziale
invasivo, e se è possibile usare questa 'firma geometrica e meccanica'
per individuare il 30% di quei carcinomi duttali mammari che possono
acquisire proprietà invasive".
Il problema è infatti che "oggi tutte le pazienti a cui viene
diagnosticato il Dcis sono trattate con una terapia che è in genere
uguale per tutte e che ha effetti collaterali. La combinazione di
marcatori strutturali con quelli molecolari - conclude lo scienziato -
potrebbe essere di fondamentale aiuto nel differenziare i trattamenti
e ridurre al minimo indispensabile le terapie applicate".
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