MARTEDÌ 13 AGOSTO 2019 17.07.52
= SCHEDA: le dimissioni dei ministri, l'iter e i precedenti =
(AGI) - Roma, 13 ago. - Le dimissioni dei ministri ipotizzate
da Matteo Salvini aprono un nuovo capitolo nella crisi
d'agosto. Ecco l'iter previsto e alcuni precedenti.
- L'ITER. Le dimissioni di uno o piu' ministri dalla
compagine di governo devono infatti passare da una
comunicazione, piu' o meno formale, al presidente del
Consiglio, per poi essere formalizzate attraverso un decreto
del presidente della Repubblica (Dpr) controfirmato dal premier
per accettare le dimissioni, in base all'articolo 92 della
Costituzione. Nello stesso Dpr il Presidente della Repubblica
incarica il presidente del Consiglio "di reggere l'interim" a
meno che non ci sia gia' pronto il sostituto.
In base ai precedenti, il presidente del Consiglio puo'
accettare le dimissioni o respingerle. Sempre in base ai
precedenti, il premier puo' sostituire i ministri e proseguire
senza scossoni, chiedere una nuova fiducia e sostituire i
ministri, aprire una crisi di governo per procedere ad una
nuova edizione del suo governo (bis).
Questo dal punto di vista formale, ma ovviamente nel caso
si dimettesse tutta la delegazione della Lega (7 ministri) come
segnale di sfiducia al governo, il fatto politico sarebbe
talmente rilevante da non poter avere una risposta solo
formale. Su tempi e modi della risposta che tutti si
attenderebbero dal premier, pero', non esistono regole
stringenti. Nel caso specifico, infatti, Conte potrebbe
accogliere e congelare le dimissioni o respingerle, attendere
di avere un colloquio con il Capo dello Stato e rimandare tutto
al dibattito che seguira' le sue comunicazioni il 20 agosto al
Senato. Oppure potrebbe trarre conclusioni piu' immediate e
dimettersi in poche ore. (AGI)
Ted (Segue)
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MARTEDÌ 13 AGOSTO 2019 17.07.58
= SCHEDA: le dimissioni dei ministri, l'iter e i precedenti (2)=
(AGI) - Roma, 13 ago. - - I PRECEDENTI. Esistono alcuni
precedenti famosi e in ognuno di questi ci si e' comportati in
modo diverso. Pensando solo agli ultimi trent'anni, il primo
caso fu il governo Andreotti VI nel 1990. La delegazione della
sinistra Dc ritiro' i suoi ministri per non avallare la legge
Mammi'; cinque esponenti, tra cui un giovane Sergio Mattarella,
si dimisero. Andreotti chiese e ottenne di nuovo la fiducia dal
Parlamento, senza mai aprire la crisi, e sostitui' i ministri
di cui aveva per pochissimi giorni assunto l'interim.
Tre anni dopo Carlo Azeglio Ciampi stava per chiedere la
fiducia alla camera su un governo sostenuto anche dal PDS che
aveva indicato tre ministri d'area ma il voto che non
autorizzava la magistratura a procedere contro Bettino Craxi
fece saltare l'accordo: il PDS ritiro' la sua delegazione ma
Ciampi ottenne subito dopo ugualmente la fiducia e nomino' tre
nuovi ministri.
Nel 2005 fu Silvio Berlusconi a subire il ritiro di una
delegazione, quella dell'Udc, dal suo governo. Ma tutto si
risolse con un passaggio al Quirinale e una nuova fiducia al
Berlusconi III.
Infine il governo Letta: quando Berlusconi annuncio' il
ritiro della sua fiducia, Letta sali' al Quirinale per
confrontarsi con il presidente Napolitano, respinse le
dimissioni dei ministri di Fi e chiese la fiducia al Senato. In
una vivace seduta dell'aula del Senato Berlusconi all'ultimo
minuto cambio' idea e diede il suo si' al governo. (AGI)
Ted
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